TELL AL-MASHHAD

 

La campagna 2010 della Missione Archeologica Italiana

a Tell al-Mashhad/Khirbet ‘Ayun Musa

 

La stagione 2010 del Progetto di ricerche Archeologiche nel sito di Tell al-Mashhad ('Ayun Musa – Madaba -) si è tenuta tra il 28 luglio e il 12 agosto. Lo staff è stato composto da alcuni specialisti dell’Associazione OLIM di Roma: il Dr. Angelo Ghiroldi (archaeologo), la Dr.ssa Simona Bracci (archaeologa), il Dr. Dario Scarpati (archaeologo), il Dr. Giacomo Tabita (archaeologo), il sig. Nicolò Pini (archaeologo) e il Dr. Francesco M. Benedettucci (archaeologo e Direttore). Il rappresentante del Dipartimento delle Antichità della Giordania è il Dr. Hamada al-Mour.

Le attività portate avanti durante la stagione 2010 sono state focalizzate sui seguenti principali obiettivi:
1) il completamento della pianta dell’edificio sulla sommità del tell;
2) lo scavo del medesimo edificio;
3) lo studio preliminare degli oggetti (ceramica e macine) raccolti nelle campagne precedenti.

I risultati principali possono essere sintetizzati nel modo seguente:

La pianta dell’edificio dominante il Tell. I resti di un grande edificio, di pianta quasi quadrata, sono presenti sulla sommità della collina di Tell al- Mashhad. Tale costruzione doveva svolgere un ruolo estremamente importante nell’ambito della vita del villaggio, a causa della sua posizione dominante sulla valle delle ‘Ayun Musa con le sue sorgenti perenni. Tale edificio è stato oggetto di un rilievo architettonico realizzato già durante la campagna del 2003, lavoro di grande difficoltà a causa della presenza di un gran numero di pietre crollate. La pianta è pressoché quadrata, con un lato di circa 22 metri e la presenza di una struttura muraria di dimensioni minori che circondava la costruzione sui lati settentrionale e orientale Durante la stagione 2010 non è stato possibile verificare la presenza di un cortile interno, come ci si potrebbe attendere a causa delle caratteristiche dell’edificio. In ogni caso, l’edificio mostra grandi somiglianze, in pianta, con la nota tipologia dell’“Hofbau”, con una larga diffusione, con scopi molto differenti, nell’intera regione palestinese. Esempi di tale tipo sono il tempio rinvenuto nell’area del vecchio aeroporto di Amman, datato all’epoca del Bronzo Tardo, o le residenze portate alla luce nei siti di Tell es-Sa’idiyeh e Tell al-Mazar, entrambi nella valle del Giordano, o l’edificio di al-Mabrak, forse connesso con attività agricole, o ancora con il vicino edificio di Rujm al-Mukhayyat (di fronte a Khirbet al-Mukhayyat), scavato negli anni ’60 da J. Ripamonti, con un cortile quadrangolare circondato da diversi ambienti.

Lo scavo dell’edificio sulla sommità del Tell. La principale attività della campagna 2010 è stata l’apertura di alcuni sondaggi nell’area dell’edificio che domina il sito. Durante una visita preliminare al sito, è stata notata la presenza di una recentissima attività clandestina, con lo scavo di un pozzo molto profondo (fino a 6 metri) realizzato proprio al centro dell’edificio (Fg. 1).

Figure 1: The robber’s trench opened in the middle of the fortress

Una tale presenza costituisce un pericolo non solo per le attività archeologiche, ma anche per la salvaguardia delle persone coinvolte nelle diverse attività di scavo. Di conseguenza, si è è deciso di riempire nuovamente il pozzo con la stessa terra estratta, ovviamente esaminata per poter raccogliere materiale ceramico, e di concentrare le attività di scavo sul perimetro esterno dell’edificio, che è stato completamente scavato sui lati settentrionale ed occidentale.

Sul lato Nord (Fgs. 2-3),

Figure 2: The Northern Wall of the Fortress after the excavation


Figure 3: Detail of the Northern Wall of the Fortress after the excavation

il muro era eretto direttamente sul letto di roccia ed emergeva dal terreno per un’altezza di circa m. 2.5-3.00. Correva in direzione Est-Ovest ed era edificato con pietre di grande taglio, rozzamente squadrate e legate a secco. Era composto da una doppia fila di pietre, che creavano, presso l’angolo Nord-Ovest dell’edificio, un angolo minore (Fg. 4).

Figure 4: Detail of the Northern Wall of the Fortress after the excavation

 

A circa 1 metro di distanza dal Muro Nord, è stata rilevata la presenza di una struttura muraria minore, parallela a quella più grande, la cui altezza non superava m. 0.70, forse utilizzata come contenimento di un marciapiede (Fg. 5).

Figure 5: The small wall facing the Northern side of the Fortress


Anche il lato Ovest il muro era eretto direttamente sulla roccia, dalla quale emergeva per circa m. 1.20; ai suoi piedi erano presenti alcune pietre crollate dai filari superiori (Fg. 6).

Figure 6: The collapsed stones of the Western side from North

Sul lato Orientale, il muro perimetrale è stato scavato solamente in due settori, Nord-Est e Sud-Est, a partire dai due angoli. Il settore centrale, la presenza di un muro esterno, simile a quello che correva parallelo al muro Nord, ma in pericolo di crollo, rendeva impossibile il proseguimento delle attività di scavo presence of remains of an outer wall, similar to the one facing the Northern side, but in a danger of a possible collapse, made impossible the continuation of the excavation. Il lato meridionale, che era antistante all’antico abitato, non è stato oggetto di scavo. E’ possibile che la porta di accesso all’edificio si trovasse proprio su questo lato. Il materiale raccolto durante la campagna 2010. La maggior parte del materiale raccolto durante lo scavo sembra databile alle ultime fasi dell’epoca del Ferro (VII-VI secolo a. C.). La tipologia ceramica meglio rappresentata è quella delle “Ridged Neck Jars”, insieme a quella dei crateri a larga imboccatura. Da un più generale punto di vista, il materiale ceramico rinvenuto nel 2010 a Tell al-Mashhad può essere considerato abbastanza rappresentativo della produzione ceramica palestinese dell’epoca del Ferro II, con strette somiglianze con il materiale proveniente dalla Palestina settentrionale e, in Transgiordania, con la produzione ceramica degli antichi regni di Moab ed Ammon. Tra gli altri oggetti, va segnalato un consistente gruppo di oggetti in pietra, destinati alla macinazione di granaglie, per le quali è stato possibile riconoscere almeno tre tipologie: 1. Le cosiddette “pietre superiori per la macinazione” (“upper grinding stones”), generalmente di piccole dimensioni ed utilizzabili con una sola mano. 2. Le cosiddette “pietre inferiori per la macinazione” (“lower grinding stones”), realizzate nei medesimi materiali della tipologia precedente, al cui utilizzo sono praticamente sempre abbinate. La loro forma si presenta molto particolare, in quanto si tratta di grandi pietre rettangolari, abbastanza sottili, con una sella nella parte mediana, nella quale veniva posto il cereale da triturare con gli strumenti della tipologia 1. 3. La terza tipologia è quella dei pestelli (“pestels”), generalmente dei ciottoli sagomati per far loro assumere una forma pressoché cilindrica; non sono rari, comunque, i casi in cui il pestello, forse per il continuo utilizzo che ne può avere modificato la forma originaria, assume una forma sferica. Il loro utilizzo è generalmente associato a quello dei mortai (non rinvenuti nello scavo). Importante appare poi il rinvenimento di una certa quantità di fusaiole in ceramica, nonché di un piccolo frammento di un pendente (forse ispirato a modelli egiziani) in materiale invetriato. Infine, durante la stagione 2010, le ricognizioni di superficie effettuate nei dintorni del sito hanno portato alla scoperta di un frammento di ceramica invetriata databile al periodo mamelucco (XIII-XIV secolo), che testimonia la frequentazione dell’area ancora in epoca medievale.

FRANCESCO M. BENEDETTUCCI (Associazione OLIM – Rome, Italy)

Back

 

Realizzato nel 2004 a cura della missione archeologica a TELL AL-MASHHAD
info: fmg_benedettucci@libero.it