2003, anno europeo dei disabili - 07-06-03 - da Famiglia Cristiana

 

 

Il punto di vista di

Giuseppe Pontiggia

Scrittore

 

L'handicap appare inaccettabile a chi non lo ha. Il disabile sa come fronteggiarlo, perché convive con esso dalla nascita. Oppure lo apprende in età adulta o avanzata, perché l'imperativo di una scelta acuisce la sensibilità e l'intelligenza. Il sano invece sente come inaccettabile la minorazione, la malattia, la vecchiaia...

 

...Questo non significa svuotare il tema della disabilità, ma considerarla come una diversità più vistosa, spesso grave e drammatica, che ha bisogno di collaborazione e di aiuto, non di compassione...

 

...Siamo disabili rispetto alle nostre ambizioni di abilità, di affermazioni, di successo. Disabili sul piano della lucidità e della memoria, della efficienza e della prestazione. Pochi i giovani che non vivano la disabilità come disagio: nell'area della competizione scolastica, dei rapporti sentimentali e sessuali, del confronto intellettuale e culturale, della preparazione professionale. E le persone mature scoprono che la maturità vera è la consapevolezza di non averla ancora raggiunta e percezione che la meta è lontana...

 

Il percorso autentico dell'uomo è però un altro: dalla paura diversità tipica del giovane, alla sua accettazione, tipica dell'età più tarda. La cultura può dare un contributo fondamentale a modificare lo sguardo nei confronti della disabilità e riconoscerla come connaturata alla condizione umana...