Una pagina di storia del calcio telesino - 13-01-03 - Giovanni Guerriera |
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UNA PAGINA DI STORIA DEL CALCIO TELESINO Giovanni Guerriera
Gs Telese Terme 1973-’74. Campionato di II categoria, 2° posto
In alto da sinistra: Pasquale Iorio, Arcangelo Melone, Vincenzo Cappelletti, il Presidente Luigi Desiato, Paride Parente, Antonio Rucco , Salvatore Frascadore (C), Antonio Crisci. In basso da sinistra: Antonio Di Santo, Michele Selvaggio, Giovanni Iovara, Gino Buono, Michele Casbarre.
C’era un tempo in cui le squadre di pallone facevano davvero gruppo; dove i giocatori passavano le serate insieme davanti ad un buon bicchiere di vino e non pensando mai che il calcio diventasse quello che è diventato; c’era un tempo in cui i giocatori giocavano in qualsiasi condizione fisica e di tempo, senza i massaggiatori o gli stop da infortuni, se non gravi; dove la partita si sentiva a tal punto che la sera prima si stava insieme e la mattina dell’incontro già erano tutti in tuta, anche se si giocava di pomeriggio.
Dicono che oggi le donne si sono avvicinate al calcio, ma io non ancora visto, nella mia breve esperienza vissuta, delle foto come quelle di una volta, dove c’era la capogruppo tifose e le altre donne dei giocatori con le loro amiche che tifavano insieme. C’era un tempo in cui i presidenti avevano davvero le qualità per essere chiamati così, perché non solo finanziavano, ma seguivano la squadra con passione e tenacia.
Certo oggi quelle persone hanno seguito tutti destini diversi, ma all’epoca stavano insieme: c’era armonia e il gruppo davvero era la cosa che più contava; la gente andava a vedere le partite e il tifo era guidato da Dora Di Mezza che con Pilla Marisa, Angela Vivenzio, Amina Ruggiero, Mina Melone, Rina Limata e altre, facevano sentire ai giocatori che era importante raggiungere la vittoria.
Chiariamo: non c’erano gli stipendi, ma il presidente Luigi Desiato, familiarmente chiamato “il fotografo”, non faceva mancare nulla ai suoi giocatori, non solo nel vestiario, ma anche nei divertimenti; si racconta che nello studio che il presidente aveva nel suo negozio a fianco alla camera oscura, i giocatori si incontravano, parlando naturalmente di calcio; inoltre si narra che in quello stesso studio, in una settimana, 54 litri di purissima grappa furono degustati da ogni singolo membro della squadra; questo è solo un piccolissimo particolare: infatti, ancora oggi, la capogruppo delle tifose Dora Di Mezza, anche ottima cuoca della squadra, non si spiega come riuscivano ad entrare tutti in quella piccola stanza, dove si mangiava e si beveva e dove si festeggiava ogni gara.
Dicono che è stato il più grande presidente mai esistito nella valle, perché con lui ci si divertiva giocando a pallone grazie soprattutto al suo mecenatismo e alla sua eccellente passione. Per lui non erano semplici giocatori ma ognuno aveva un suo ruolo non solo nel campo, ma anche nel suo cuore; con il presidentissimo io ho parlato non molto tempo fa, e davvero mi è rimasto nel cuore il suo modo di raccontare i giocatori, di come parlava con gli arbitri quando le partite erano difficili e i ricordi che lui ha di quel tempo; può darsi che epoche del genere non ci saranno più o meglio che stagioni calcistiche caratterizzate dalla solo purissima passione e senza tutti gli interessi che oggi naturalmente la società crea, non le vedremo più.
Però rimane il rimpianto di non aver vissuto quelle stagioni quando il presidente portava tutti sulla neve a Campocatino con un pullman da 50 posti, occupati dai giocatori e dalle rispettive fidanzate. Certo le epoche sono cambiate ma forse davvero il calcio era quello, senza lucro e dove una squadra di pallone sembrava una famiglia, con i giocatori come figli e il presidente come un altro tipo di padre, diverso da quello naturale, ma certamente speciale. Il più forte era lui il capitano, perché era quello che era arrivato a giocare il vero calcio, quello cioè che si scriveva sui giornali. Affiancava il Presidente, il cassiere, il signor Tedeschi.
Oggi come molti sanno, c’è una società di calcio a 5 che milita nel campionato di serie D, che porta lo stesso nome di quella società: Nuovo GS Telese Terme; non è una casualità e non lo è nemmeno il fatto che il Presidente è un Desiato, il figlio del Presidentissimo Luigi Desiato, Pietro, che ha deciso di incamminarsi nello sport con la stessa volontà e la stessa passione del padre, soprattutto senza lucro.
La speranza e il desiderio più grande è quello di creare un gruppo simile a quello del vecchio Gs, dove tutti stavano bene con tutti e c’era la sensazione di un vero gruppo di amici spinti dal semplice desiderio di stare insieme giocando a pallone.
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