La comicità è un atto di amore profondo - 15-11-02 - Fulvio Del Deo

 

 

La comicità è un atto di amore profondo
Noi genitori all'antica chiediamo scusa
 
Da piccolo, uscendo da scuola correvo a casa per non perdermi "Oggi le comiche". All'umorismo chiassoso e pasticcione di Stanlio e Ollio, preferivo di gran lunga la calma di Buster Keaton: mi faceva sbellicare dalle risate la sua flemma, il suo viso immobile come una maschera, la sua eterna serietà in contrasto con il contesto rocambolesco della storia.
 
A 13 anni, per ridere inventai un bel gioco con gli amici: cantare seguendo la canzone in cuffia ad alto volume. Impossibile non stonare. Il cavallo di battaglia era "Giochi di bimba" delle Orme, ma non disdegnavamo anche classici come "Emozioni" o la famosissima "Canzone del Sole" del grande Battisti. Qualcuno di noi cantava così male da doverlo registrare per fargli riascoltare la sua stessa voce e ridere insieme fino alle lacrime.
 
Verso i ventidue anni, non guardando mai la TV, scoprii Troisi solo al cinema, con "Ricomincio da tre". Andai a vederlo con una bellissima amica tzigana che, con la sua risata contagiosa, faceva ridere a crepapelle tutto il cinema.
Poi ci fu "Non ci resta che piangere" insieme a Benigni... e, sempre di Benigni, il grandioso "Piccolo diavolo" con le sue battute che ormai sono entrate nel linguaggio quotidiano: "Ecco a voi il modello Giuditta numero 5!"... "Sono Gloria, ho lasciato la patente vicino alla frutta..." e quella pipì infinita che, quando la fanno così i nostri bambini, la chiamiamo alla "piccolo diavolo".
E (come dimenticarlo?) il meraviglioso "La vita è bella": quando la risata si mescola alle lacrime. Da star male.
 
Ecco, sono queste le cose che io trovo comiche, che riempiono il cuore di quella leggerezza di cui ha bisogno per poter andare avanti. La comicità è un atto di amore profondo, ricambiato con amore dal suono dolce e chiassoso della risata.
 
E' orribile trovare comico che qualcuno sia grasso o magro, basso o fesso, o non istruito e non intelligente al nostro pari, o calvo, oppure omosessuale, nero, ebreo, balbuziente... o preoccupato della sicurezza dei propri figli, dal momento che la terra trema, gli edifici crollano, i bambini muoiono.
 
Trovare comicità nell'altrui dramma è una dichiarazione di odio.
 
Ma oggigiorno l'odio si porta: le nuove star, dai microfoni di Al Jazeera lanciano la nuova moda dell'amore per la morte. Coi loro foulard a quadretti neri, con le loro cinture esplosive danno l'annuncio dell'imminente "atto eroico". E i ragazzi nostrani già corrono a imitarli indossando quegli stessi foulard; i "pacifisti" indossano ai cortei imitazioni "innocue" di quei cinturoni esplosivi... e qualcuno già si fa saltare in aria per davvero, come in Finlandia.
 
Noi genitori all'antica chiediamo scusa se ancora siamo legati ai nostri vecchi miti demodé e andiamo controcorrente, continuando ad amare la vita, soprattutto quella dei nostri figli: ci auguriamo di vederli crescere sani, felici, di vederli "sistemati" e... che un giorno ci facciano diventare nonni.
 
Chiediamo scusa se il ricordo di quelle 26 bare bianche ci provoca ogni volta un groppo alla gola ed egoisticamente ci fa temere per i nostri bimbi.
 
Chiediamo scusa se ai vostri occhi risultiamo ridicoli...