La strage degli innocenti - 03-11-02 - da ValtelesinaNews

 

 

Bambini del Meridione, immolati per le fatiscenze del Sud.

Il Centro destra sgomento, il centro sinistra annichilito.

Troppe le responsabilità ataviche. 

di Rosario Lavorgna

Immolati all'altare della fatiscenza e della mala gestione delle infrastrutture. San Giuliano di Puglia, l'Italia abbandonata, quell'Italia asservita alle sole leggi dei consensi elettorali e delle spartizioni politiche delle risorse.

Ed è bastato un 'colpo di tosse' della Natura a spazzare via una scuola e ad uccidere tanti bambini, la cui unica colpa è quella di essere andati a Scuola , quel giorno. Scene apocalittiche, sgomento, terrore, panico, lacrime, urla, incredulità, la strage degli innocenti. Due solai crollati per colpa di una sopraelevazione costruita con troppo cemento armato, questa la diagnosi degli esperti della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco, una tragedia evitabile.

Il centro destra sgomento, atterrito da un dramma troppo grande e dalle urgenze impellenti. Il centro sinistra annichilito. Troppe le responsabilità ataviche dei passati governi, delle mancate azioni nei confronti di un mezzogiorno lesionato e mai definitivamente risistemato.

La realtà è alla portata di tutti: nelle zone colpite dal sisma dell'80 vi sono ancora persone che dopo 22 anni vivono in baraccopoli, prefabbricati e container.

Questa volta a pagare le conseguenze di una fatiscenza cronica subordinata alle volontà politiche, sono stati i bambini. I loro volti schiacciati dalla macerie, i loro piccoli toraci sfondati dai massi di cemento, le loro piccole manine imprecare aiuto nel gelo della morte, varranno certo una domanda: perché devono essere i più deboli, gli indifesi, i più piccoli a pagare le conseguenze di anni e anni di speculazioni, illusioni elettorali e omissioni? (1.11.02 ore 14:24)

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Commenti

Lettera al direttore dell'Arch. Lorenzo Morone

"Caro Rosario, il tuo modo di scrivere è tale che in poche parole riesci a fotografare una situazione e a proporre mille interrogativi alle coscienze di chi ha ancora una coscienza.

La situazione degli splendidi Centri storici dell'Italia Meridionale è semplicemente catastrofica. Quel patrimonio che nel Centro-Nord è stato sfruttato per costituire cultura e ricchezza, nel nostro sud è stato "sedotto e abbandonato" per costituire terreno di arricchimento di pochi. Non voglio fare esempi nostrani, ma vediamo cosa è successo in Sicilia. Chi aveva la cultura per proporre un "recupero diverso" del patrimonio edilizio, e parlo della classe politica, non ha avuto la forza di imporre certe scelte.

Dire sempre "sì" alle richieste degli elettori è la caratteristica che accomuna i politici . Eppure basterebbe studiare un pò la vita del Duca Marzio Carafa, il grande Amministratore di Cerreto che, nel 1688, seppe dire di no agli speculatori edilizi, sempre esistiti, che volevano ricostruire Cerreto ovunque, purchè le scelte coincidessero con i loro interessi. Grazie ai suoi no (chi si opponeva alle norme di ricostruzione redatte dal tecnico G.B.Manni veniva messo in prigione) oggi Cerreto è ricordata come splendido, unico esempio di ricostruzione illuminata e sismicamente valida.

Ieri sera, su RAI 3, in una trasmissione che vedeva il fior fiore dell'intelligenza italiana discutere sui danni sismici,la Cerreto del 700 è stata posta come esempio: costruire bene si poteva nel 700, figuriamoci oggi! Ma se la colpa dei politici è stata quella di non aver saputo dire un no culturale, noi progettisti abbiamo la responsabilità di non aver saputo dire il no tecnico, fondamentale per poter costruire.

Le leggi sono sempre esistite, semplicemente le abbiamo ignorate e/o aggirate per permettere costruzioni dai piedi d'argilla e dalla testa di piombo! La leggerezza dei tetti in legno non ha mai causato un crollo, l'assurdo tetto in C.A della scuola di San Giuliano ha coperto con il suo manto mortale una struttura nata per sopportare altri carichi. I ragazzi morti? Cerchiamo di ricordarceli sempre e di trovare i loro volti tutte le volte che, tra le pieghe della legge, cercheremo come aggirarne le norme.

La cosa più grave è che chi ha costruito male, spesso con i soldi dello stato e la nostra complicità, non danneggia solo se stesso, ma tutta la collettività. Se si realizzano sopraelevazioni e mansarde più alte della strada sulla quale prospetta il fabbricato, in caso di crollo, non solo si ostruisce la strada per i soccorsi immediati, ma si creano le premesse per una reazione a catena che coinvolge anche gli altri edifici, e la vita di chi ci abita.

Quei bambini pesano come un macigno anche sulla mia coscienza di tecnico, non li dimentichiamo mai!"

Arch. Lorenzo Morone

2.11.02 ore 12:44

 

Carissimo Renzo,

ti ringrazio per la tua testimonianza su di una tragedia che ha colpito tutti noi, padri e non, tutte quelle persone che con la coscienza sono abituati a fare i conti ogni volta che cala il sole. Le tue parole non solo evidenziano il rammarico del tecnico, ma sottolineano lo sgomento di un professionista sensibile che opera in un campo delicatissimo oltre che importantissimo.

L'edilizia oggi, è un pianeta strano, asservito a leggi che nulla hanno a che vedere con l'incolumità pubblica. E' necessario e urgente riscoprire i valori e la deontologia di ogni mestiere per potersi proporre alla società. La nostra coscienza dovrebbe ucciderci all'istante prima di farci commettere cose che potrebbero provocare tragedie delle dimensioni di San Giuliano di Puglia. Il concetto stesso di speculazione dovrebbe essere bandito dal vocabolario della nostra lingua, e dall'incarnazione dei nostri gesti. (2.11.02 ore 12:54)

Rosario Lavorgna


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