Bambini del Meridione, immolati
per le fatiscenze del Sud.
Il Centro destra sgomento, il
centro sinistra annichilito.
Troppe le responsabilità
ataviche.
di Rosario
Lavorgna
Immolati all'altare della
fatiscenza e della mala gestione delle infrastrutture. San
Giuliano di Puglia, l'Italia abbandonata, quell'Italia asservita
alle sole leggi dei consensi elettorali e delle spartizioni
politiche delle risorse.
Ed è bastato un 'colpo di tosse'
della Natura a spazzare via una scuola e ad uccidere tanti
bambini, la cui unica colpa è quella di essere andati a Scuola ,
quel giorno. Scene apocalittiche, sgomento, terrore, panico,
lacrime, urla, incredulità, la strage degli innocenti. Due solai
crollati per colpa di una sopraelevazione costruita con troppo
cemento armato, questa la diagnosi degli esperti della Protezione
Civile e dei Vigili del Fuoco, una tragedia evitabile.
Il centro destra sgomento,
atterrito da un dramma troppo grande e dalle urgenze impellenti.
Il centro sinistra annichilito. Troppe le responsabilità ataviche
dei passati governi, delle mancate azioni nei confronti di un
mezzogiorno lesionato e mai definitivamente risistemato.
La realtà è alla portata di
tutti: nelle zone colpite dal sisma dell'80 vi sono ancora persone
che dopo 22 anni vivono in baraccopoli, prefabbricati e container.
Questa volta a pagare le
conseguenze di una fatiscenza cronica subordinata alle volontà
politiche, sono stati i bambini. I loro volti schiacciati dalla
macerie, i loro piccoli toraci sfondati dai massi di cemento, le
loro piccole manine imprecare aiuto nel gelo della morte, varranno
certo una domanda: perché devono essere i più deboli, gli
indifesi, i più piccoli a pagare le conseguenze di anni e anni di
speculazioni, illusioni elettorali e omissioni? (1.11.02 ore
14:24)
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Commenti
Lettera al direttore dell'Arch.
Lorenzo Morone
"Caro Rosario, il tuo modo di
scrivere è tale che in poche parole riesci a fotografare una
situazione e a proporre mille interrogativi alle coscienze di chi
ha ancora una coscienza.
La situazione degli splendidi
Centri storici dell'Italia Meridionale è semplicemente
catastrofica. Quel patrimonio che nel Centro-Nord è stato
sfruttato per costituire cultura e ricchezza, nel nostro sud è
stato "sedotto e abbandonato" per costituire terreno di
arricchimento di pochi. Non voglio fare esempi nostrani, ma
vediamo cosa è successo in Sicilia. Chi aveva la cultura per
proporre un "recupero diverso" del patrimonio edilizio, e parlo
della classe politica, non ha avuto la forza di imporre certe
scelte.
Dire sempre "sì" alle richieste
degli elettori è la caratteristica che accomuna i politici .
Eppure basterebbe studiare un pò la vita del Duca Marzio Carafa,
il grande Amministratore di Cerreto che, nel 1688, seppe dire di
no agli speculatori edilizi, sempre esistiti, che volevano
ricostruire Cerreto ovunque, purchè le scelte coincidessero con i
loro interessi. Grazie ai suoi no (chi si opponeva alle norme di
ricostruzione redatte dal tecnico G.B.Manni veniva messo in
prigione) oggi Cerreto è ricordata come splendido, unico esempio
di ricostruzione illuminata e sismicamente valida.
Ieri sera, su RAI 3, in una
trasmissione che vedeva il fior fiore dell'intelligenza italiana
discutere sui danni sismici,la Cerreto del 700 è stata posta come
esempio: costruire bene si poteva nel 700, figuriamoci oggi! Ma se
la colpa dei politici è stata quella di non aver saputo dire un no
culturale, noi progettisti abbiamo la responsabilità di non aver
saputo dire il no tecnico, fondamentale per poter costruire.
Le leggi sono sempre esistite,
semplicemente le abbiamo ignorate e/o aggirate per permettere
costruzioni dai piedi d'argilla e dalla testa di piombo! La
leggerezza dei tetti in legno non ha mai causato un crollo,
l'assurdo tetto in C.A della scuola di San Giuliano ha coperto con
il suo manto mortale una struttura nata per sopportare altri
carichi. I ragazzi morti? Cerchiamo di ricordarceli sempre e di
trovare i loro volti tutte le volte che, tra le pieghe della
legge, cercheremo come aggirarne le norme.
La cosa più grave è che chi ha
costruito male, spesso con i soldi dello stato e la nostra
complicità, non danneggia solo se stesso, ma tutta la
collettività. Se si realizzano sopraelevazioni e mansarde più alte
della strada sulla quale prospetta il fabbricato, in caso di
crollo, non solo si ostruisce la strada per i soccorsi immediati,
ma si creano le premesse per una reazione a catena che coinvolge
anche gli altri edifici, e la vita di chi ci abita.
Quei bambini pesano come un
macigno anche sulla mia coscienza di tecnico, non li dimentichiamo
mai!"
Arch. Lorenzo
Morone
2.11.02 ore 12:44
Carissimo Renzo,
ti ringrazio per la tua
testimonianza su di una tragedia che ha colpito tutti noi,
padri e non, tutte quelle persone che con la coscienza sono
abituati a fare i conti ogni volta che cala il sole. Le tue
parole non solo evidenziano il rammarico del tecnico, ma
sottolineano lo sgomento di un professionista sensibile che
opera in un campo delicatissimo oltre che importantissimo.
L'edilizia oggi, è un
pianeta strano, asservito a leggi che nulla hanno a che
vedere con l'incolumità pubblica. E' necessario e urgente
riscoprire i valori e la deontologia di ogni mestiere per
potersi proporre alla società. La nostra coscienza dovrebbe
ucciderci all'istante prima di farci commettere cose che
potrebbero provocare tragedie delle dimensioni di San
Giuliano di Puglia. Il concetto stesso di speculazione
dovrebbe essere bandito dal vocabolario della nostra lingua,
e dall'incarnazione dei nostri gesti. (2.11.02 ore 12:54)
Rosario
Lavorgna |
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