709 la truffa corre sul filo. Il decalogo dell’MDC per salvare il
portafoglio.
17/05/2003 - A cura dell'Avv. Francesco Luongo
Segretario Nazionale MDC
Esperto in di rito dei consumatori e utenti.
Continua la campagna del Movimento di Difesa del Cittadino sulle truffe
on line targate 709.
Dopo i famosi 144, 166 e 899 ecco puntualmente migliaia di utenti fare i
conti con i raggiri realizzati tramite questo nuovo servizio a pagamento
di internet, che sta togliendo il sonno a migliaia di navigatori del web
alle prese con le salatissime bollette telefoniche arrivate o in
procinto di essere recapitate.
Non ci sono dubbi per il Segretario Nazionale dell’associazione l’Avv.
Francesco Luongo secondo cui: “In questi giorni si sta consumando la
prima truffa di massa on line della storia italiana. Un nuovo dramma che
coinvolge migliaia di utenti, alcuni ancora ignari di cosa li aspetta, e
che conferma l’assoluta assenza di garanzie per gli utenti nel mercato
delle telecomunicazioni”.
Tutto ciò - continua Luongo – ad esclusivo vantaggio di società senza
scrupoli e, naturalmente, in uno scandalo che danneggerà anche le
società che utilizzavano onestamente il 709.
L’MDC considera assolutamente insufficienti i consigli e le
rassicurazioni date, solo a cose fatte, dal Dipartimento Vigilanza della
Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni.
In
particolare per l’associazione migliaia di utenti sono a rischio, poiché
le procedure di autotutela consigliate anche dalle compagnie telefoniche
non sono affatto sicure per i consumatori, sia sul piano pratico che su
quello prettamente giuridico.
Secondo l’MDC in questi giorni si stanno letteralmente sviando gli
utenti con vaghe promesse e rassicurazioni, mentre in realtà le aziende
telefoniche puntano a incassare il tutto concedendo, al più, una
semplice rateizzazione delle astronomiche bollette inviate. Parte di
questi soldi andrà alle compagnie, mentre la maggior parte sarà versata
alle società che hanno predisposto le proprie numerazioni con prefisso
709.
Per il Segretario dell’associazione di consumatori Francesco Luongo la
necessaria contestazione della fattura contenente il 709 va fatta per
raccomandata a.r. e non tramite call-center, telefonata che non lascia
nessuna traccia neppure sul dettaglio delle chiamate.
La raccomandata a.r. è infatti essenziale per provare, nel prosieguo, la
contestazione dell’utente prima della scadenza della fattura ed è,
inoltre, l’unico mezzo che permette di computare con certezza i 30
giorni che l’azienda ha per accettare o meno per iscritto il reclamo in
cui non può staccare la linea.
Altro
punto critico sarà l’effettiva attribuzione da parte delle aziende
telefoniche all’utente dei versamenti parziali effettuati su conti
correnti diversi da regione a regione (in Campania il c.c. postale
Telecom Italia è il n.15633837). Purtroppo, sottolinea Luongo, molti
utenti , tranquillizzati dalle promesse di questi giorni, stanno
cancellando i dialer inseritisi abusivamente da internet, senza farne
copia su floppy disk, perdendo,in tal modo, l’unica prova della truffa
subita e della conseguente involontarietà delle chiamate al costoso 709.
Come dimostreranno i consumatori il proprio diritto a non pagare le
telefonate fatte al 709? L’MDC sottolinea, come del resto la stessa
Telecom Italia spa è stata chiara nell’ affermare, che saranno annullate
solo le chiamate di cui si dimostri l’involontarietà. La mancanza di una
normativa specifica in materia di transazioni on line rende ardua la
prova della involontarietà della chiamata, visto che il Decreto
legislativo n. 70/03 sull’e-commerce è entrato in vigore solo il 14
Maggio 2003.
Per le truffe precedenti si potrà invocare solo la violazione dell’art.
3 del D.lgs 185/99 che prevede una serie di notizie obbligatorie
preliminari alla conclusione della transazione a distanza, mentre per
quelle subite successivamente al 14 Maggio sarà possibile denunciare
l’inosservanza degli art. 12 e 13* del Decreto Legislativo n. 70/03 che
prevedono una serie di precise garanzie ed informazioni all’utente prima
della effettuazione dell’acqui sto on-line di un bene o un servizio,
come ad esempio nel caso di loghi e suonerie.
Cosa possono fare immediatamente gli utenti truffati fare per salvare il
portafoglio ? Questo il vademecum proposto dal Centro Studi Giuridici
dell’MDC.
1. Mantenere la calma e disconnettersi da internet;
2. Individuare tramite la cronologia del programma di navigazione
(Browser) i siti sospettati di aver trasmesso il dialer sul proprio PC e
ricopiarne l’indirizzo web su un foglio;
3. Personalmente, o tramite il proprio tecnico individuare nel PC il
dialer ovvero il programma pirata che ha riconfigurato abusivamente la
connessione ad internet, indirizzando le telefonate sul numero a
pagamento 709 e copiarlo su un foppy disk o altro supporto duraturo;
4. Solo a questo punto, solo se proprio necessario, si potrà cancellare
il dialer o riformattare l’hard disk del PC;
5. Inoltrare denuncia contro ignoti alla Procura della Repubblica
competente o tramite altra autorità di Polizia per il reato di truffa e
di Accesso abusivo al proprio sistema informatico o telematico (Art. 640
e 615 ter Codice Penale), allegando alla stessa il floppy disk e
l’elenco dei siti da cui si ritiene scaricato il programma dialer.
6. Prima della scadenza della bolletta, se già pervenuta, inviare
apposita raccomandata a.r. di contestazione della fattura alla azienda
telefonica ed alla Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni,
allegando copia della denuncia e chiedendo formalmente ai sensi dell’art
5 del D.lgs 171/98 il dettaglio specifico delle chiamate computate in
bolletta.
7. Prima della scadenza della bolletta provvedere al pagamento parziale
informandosi preventivamente tramite calla center dell’esatto conto
corrente postale su cui effettuare il versamento (varia da regione a
regione), pagando solo le quote degli abbonamenti e le chiamate
effettivamente svolte, ricordando di aggiungere all’importo così
ottenuto il 20 % di IVA.
8. Restare in attesa delle determinazioni dell’azienda telefonica che
dovrà accettare o meno il reclamo per iscritto entro 30 giorni.
9. In caso di rigetto del reclamo e di richiesta forzosa degli importi
da parte della azienda rivolgersi ad una associazione di consumatori o
ad un legale, adire la conciliazione aziendale oppure la conciliazione
presso i Comitati Regionali per le comunicazioni (questo solo nei
capoluoghi di regione ove tali strutture siano effettivamente operativi)
o ancora presso le Camere di Commercio (a pagamento). In queste sedi con
la documentazione raccolta potrà essere facilmente provata la
involontarietà delle chiamate ed ottenere lo sgravio della bolletta
In caso di mancato accordo sarà sempre possibile adire la Giustiza per
l’annullamento della fattura o la restituzione di quanto indebitamente
pagato.
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