Il Lago di Toìtto - 06-11-02 - Fulvio Del Deo

 

Circa un anno fa, intorno a Natale, mi viene l'idea rovistare un po' nella Grande Rete alla ricerca di notizie e curiosità su Telese. Scava scava, trovo un bel po' di cosine: siti ufficiali e ufficiosi, notizie sul termalismo e sulla ricettività, notizie storiche ecc.. Spulciando spulciando, scopro che perfino in un sito straniero si parla di noi. Per l'esattezza è un sito israeliano in lingua inglese, che in un piccolo trafiletto elogia il Liceo di Telese per una sua iniziativa in memoria delle vittime dell'Olocausto. Li contatto in Italiano. Mi risponde Daniele, un ragazzo di laggiù, di famiglia originaria della Toscana che vive in una città sulle rive del lago Kinneret, quello che noi chiamiamo lago di Tiberiade, sulle cui acque un giorno camminò Gesù, se non sbaglio. E m'invia una foto del lago.

Caspita, che oasi di pace!

E dire che da più di mezzo secolo quella povera terra non ha ancora conosciuto un solo giorno di vera pace... Se non piovono missili libanesi o iracheni, di sicuro c'è un palestinese che va al ristorante, la cameriera gli fa: «Ordina qualcosa?» e lui: «No, grazie, sto scoppiando» e... BUUUM! giù a contare morti feriti e moribondi.

Il lago.

Anche noi abbiamo un lago, penso: non ci ha mai camminato Gesù, ma è bello lo stesso.

E mi ritorna in mente il mio primogenito piccolo piccolo nel passeggino, che agita mani e piedi dalla gioia:

«Papà, Toìtto, Toìtto!!», indicando Natalino, buonanima, che si avvicina a bordo della sua carrozzina elettrica.

«Nun me ne vene 'e sta' int'a casa, Fulvio. Jammucenne nu poco vicin'u Lago!»

Il Lago, che pace!

Adesso corro a scattargli una foto da inviare all'amico straniero.

Ma che trovo? Un vero sfacelo: tutto transennato, tutto sporco. Sembra bombardato... Eppure l'ultima bomba sul nostro Stivale risale, per nostra fortuna, alla Seconda Guerra Mondiale... Eppure qui da noi al ristorante si scoppia solo quando ci si abbuffa troppo... E questo perché siamo uno degli 8 Paesi più ricchi del mondo, 14 volte più grande del loro, con un reddito pro-capite quasi doppio del loro... e ci riduciamo così!

Torno a casa con un profondo senso di vergogna. Copio una vecchia foto del Lago da un sito ufficiale telesino e la spedisco, con un groppo alla gola...

L'altro giorno, il mio primogenito (che nel frattempo è cresciuto un bel po') mi fa: «Guarda, papà, un manifesto che parla del Lago!»

Ah, finalmente, si sono ricordati di lui! Andiamo a dargli un'occhiata.

Sono stati abbattuti tutti gli alberi sulla destra della strada e quest'ultima è già stata allargata a suon di ruspe.

Chissà che cos'altro ci aspetta. Incrociamo le dita e auguriamo ogni bene al nostro caro Lago.