Grassano e nutrie, parla Legambiente - 12-06-03 - Grazia Fasano

 

 

LEGAMBIENTE VALLE TELESINA ONLUS

Comunicato stampa 11 giugno 2003

LE NUTRIE NEL FIUME GRASSANO. LEGAMBIENTE PROPONE IL MONITORAGGIO PER UN QUADRO CONOSCITIVO DELLA SITUAZIONE.

A proposito della notizia risaltata alla cronaca della presenza di una colonia di circa 50 esemplari di nutrie nelle acque del fiume Grassano, che scorre tra i Comuni di San Salvatore Telesino e Telese Terme, Legambiente scrive all’ Amministrazione Provinciale di Benevento e all’ATC per chiedere che sia avviato un monitoraggio per conoscere la reale presenza della specie nei corsi d’acqua del territorio provinciale, per poter poi eventualmente pianificazione di eventuali attività di contenimento numerico della specie, con l’individuazione delle situazioni “critiche” per consistenza numerica.

Contemporaneamente, - afferma Grazia Fasano, presidente di Legambiente Valle Telesina - chiediamo a tutti, compresi gli organi di stampa, di non fare dell’allarmismo, anzi pensiamo che sia importante a questo punto un’azione rasserenatrice sulle preoccupazioni igienico sanitarie abnormi derivate dal clamore emerso nelle settimane scorse, che rischia di far ritenere che interventi di soppressione diretta siano risolutivi nell’immediato, mentre altrove in Italia si sono già dimostrati inadatti nel medio-lungo periodo.

A proposito del rischio per l’uomo della trasmissione della leptospirosi, riportiamo quanto descritto nella recente pubblicazione del Servizio Conservazione della Natura del Ministero dell’Ambiente ”Iconografia dei mammiferi italiani”:

”In Italia non si dispone di sufficienti informazioni per definire nemmeno ad un livello di dettaglio macroscopico la consistenza numerica di questa specie alloctona. La sua diffusione ha subito comunque un notevole incremento negli ultimi anni e da presenze localizzate si è passati ad una distribuzione che interessa interi comprensori (Pianura Padana, Costa Alto Adriatica sino all’Abruzzo, versante Tirrenico sino al Lazio) con popolazione in forte espansione laddove vi siano condizioni ecologiche e ambientali favorevoli. Presenze puntiformi interessano invece l’Italia meridionale e le isole maggiori.

Si è ipotizzato che la specie possa rappresentare un rischio di natura igienico-sanitario conseguente alla riscontrata positività di alcuni esemplari alla leptospirosi, tuttavia il suo ruolo epidemiologico quale diffusore ambientale dell’infezione risulta solo secondario ed occasionale”.

In Valle Telesina, la prima segnalazione della presenza di questo animale, sparato da cacciatori, proprio sulle sponde del fiume Grassano risale ad oltre10 anni fa circa. Poi, circa 4-5 anni fa, fu riportato dalla stampa locale il caso di due esemplari di nutria catturati a Paupisi, e venimmo a conoscenza che alla fine degli anni settanta questi animali, provenienti da un allevamento per pellicce del cosiddetto “castorino” in provincia di Avellino furono “liberati” nel fiume Calore a causa del calo del valore commerciale delle pellicce. Da allora, con maggiore frequenza sono seguite segnalazioni di avvistamento nel fiume Calore.

C’è da ricordare inoltre che la nutria in quanto naturalizzata, è una specie selvatica non cacciabile, secondo la legge 157/92 sulla caccia, ma può essere oggetto di azioni di controllo numerico/eradicazione, ed è ritenuta specie invasiva con minaccia per la biodiversità biologica (Raccomandazione del Consiglio d’Europa n. 77/1999).

Per affrontare seriamente il problema proponiamo un piano di gestione e controllo provinciale della nutria - specie estranea alla fauna selvatica italiana - con un coordinamento tra i diversi livelli della Pubblica Amministrazione, finalizzato innanzitutto alla tutela della biodiversità animale, immaginando una strategia di gestione per limitare la diffusione della specie e la consistenza delle popolazioni, e finora risultata più efficace nei piani di intervento provinciali attivati nel Centro Nord’Italia, (il trappolaggio con uso di trappole con doppia apertura, senza esche, e controllate giornalmente). Legambiente propone in Italia piani di gestione e di controllo per le specie animali esotiche, visto che l’immissione e la diffusione di specie non autoctone sono unanimemente considerate dal mondo scientifico tra i principali pericoli per la biodiversità animale.

La nutria è un roditore acquatico erbivoro, che mangia piante idrofile e eliofite, ma a volte anche uova di uccelli acquatici. È comunemente ritenuta specie invasiva, causa di squilibri agli habitat fluviali, con danni alla vegetazione naturale e ad alcune colture agricole (soprattutto di cereali), con rischio idraulico alle sponde in cui scava gallerie lunghe anche 5 metri, e alle specie di alcuni uccelli acquatici con cui entra in competizione e con danni ad alcune colture agricole soprattutto di cereali. Il fiume Grassano evidentemente ha fornito a questa specie di roditore semiacquatico originario dell’ America Meridionale e introdotto in Italia nel 1928 le condizioni ambientali favorevoli per una sua rapida diffusione, per la presenza di acque permanenti, una velocità della corrente debole, con pendenza delle rive non accentuata e una abbondanza di vegetazione spondale, oltre alle condizioni climatiche anch’esse favorevoli con inverni non troppo freddi.

Inoltre c’è da dire che l’individuo adulto di questa specie non ha praticamente predatori in natura ed ha una notevole capacità di adattamento. Tant’è che, l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) dopo primi interventi in Italia di prevenzione con reti antintrusive, vista la presenza di colonie stabili, ha cominciato a prevedere da circa 10 anni interventi di controllo numerico e a fornire agli Enti responsabili della gestione, le indicazioni scientifiche del caso.

 

LEGAMBIENTE VALLE TELESINA ONLUS

Sede legale: via Cristoforo Colombo 18/20 – 82037 Telese Terme (BN) – tel./fax 0824/901006

Sede operativa: C.E.A. “Casa Natura-Fattoria Didattica” via Nazionale 1– 82030 San Lupo (BN)

tel./fax 0824-811064 e-mail:ceasanlupo@katamail.com