Valle telesina
/ Aria nauseabonda, la locale sezione di Legambiente punta il
dito contro i frantoi castelveneresi
Rivolto un appello anche al primo cittadino Mario Scetta:
«Fidiamo in un’azione risoluta...»
Dopo la denuncia apparsa sulle colonne de ‘Il Sannio’ di ieri
anche Legambiente torna sulla questione degli scarichi illeciti
delle acque di vegetazione dei frantoi. E lo fa puntando
decisamente il dito contro i frantoi castelveneresi.
Attraverso un
documento - sottoscritto dalla responsabile della Valle
Telesina, Grazia Fasano - viene analizzato l’annoso problema.
«Alle prime voci degli odori nauseabondi avvertiti dalla
popolazione di Telese Terme, nonostante l’ipotesi fatta era che
la causa risiedesse nell’attività industriale ‘Soia’, sita nei
pressi della stazione ferroviaria di Solopaca, per noi si è
acceso il campanello di allarme che ci indicava che eravamo
prossimi allo sversamento annuale delle acque di vegetazione dei
frantoi della zona.
Il nostro
timore era che si ripetesse, in concomitanza con le piogge ed in
orario serale o notturno, lo sversamento nel torrente Seneta,
come era avvenuto negli anni scorsi...».
Resta da
sottolineare, comunque, che proprio sulle colonne del giornale
di ieri illustravamo il caso di uno sversamento illegale che
tuttavia non interessava il torrente Seneta: si trattava,
infatti, di un piccolo corso d’acqua che non va ad alimentare il
torrente in questione, ma confluisce direttamente nelle acque
del Calore. Ed è a questo punto che l’associazione ha chiamato
in causa il responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale di
Castelvenere e la responsabile del Distretto 21 dell’Asl Bn 1...
«la
responsabile del Distretto - viene ricordato - lamentava
l’assenza di una mappa di siti, cioè dei terreni agricoli
previsti per lo spandimento, per poter effettuare controlli. Le
informazioni ricevute dagli Enti preposti al controllo in quel
momento, ci rassicuravano che i terreni per i quali sarebbe
avvenuto di lì a qualche giorno lo spandimento delle acque di
lavorazione delle olive provenienti dai frantoi siti a
Castelvenere - spesso causa di sversamento illegale negli anni
scorsi - secondo quanto previsto dalla normativa...,
si trovassero
lontani da Telese, ovvero a monte dell’abitato di Castelvenere,
per cui in quel momento sembrava presumibile che la causa
potesse essere dovuta meramente a movimentazione o trattamento
di una partita di sansa con un particolare tenore di acqua, e
quindi più putrescente, dell’industria ‘Soia’ e non da altro.
Interrogato da
noi il responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale di
Castelvenere, affinché predisponesse un controllo di tali
attività imminenti di spandimento, ci venivano paventate le
oggettive difficoltà da parte dell’Ufficio.
Con questo
quadro, ecco che a distanza di poche settimane si è verificato
quanto temevamo, con inquinamento delle acque, del suolo e del
sottosuolo e problemi alla salute dei cittadini...».
Ed ecco che
Legambiente si appella al sindaco (visto che la competenza del
controllo è attribuita dalla legge innanzitutto all’Ente
comunale) affinché, vista l’annosità del problema, si vigili
sufficientemente per la tutela della salute dei cittadini e dei
corso d’acqua dove finiscono in forte concentrazione le suddette
acque...
«Il sindaco -
viene ricordato - dovrebbe controllare lo spandimento nei
terreni agricoli delle stesse, nei giorni in cui questo avviene,
dopo l’avvenuta diluizione in acqua».
Più avanti la
nota ricorda che proprio nella giornata di ieri la richiesta di
un intervento immediato all’Arpac ed al sindaco di Castelvenere,
chiedendo che siano disposti gli opportuni controlli e verifiche
affinché siano individuate le responsabilità dei fatti...
Fidiamo che non si facci attendere un’azione risoluta da parte
del sindaco Mario Scetta, a cui rivolgiamo con stima il nostro
appello...
Rinnoviamo
inoltre l’appello ai cittadini a segnalarci in maniera sollecita
altri eventuali casi di inquinamento come questo, a sentirsi
tutti partecipi nella difesa anche della nostra salute e quella
del territorio». |