Sottovia FS, dossier con proposte - 01-06-03 - Vincenzo De Santis |
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Il Comitato di Via Giovanni XXIII° ha presentato un dossier sulla sottovia per l'abolizione del passaggio a livello della stazione ferroviaria di Telese Terme Tale dossier, contenente proposte alternative e documenti vari prodotti nell'arco di in un anno di contestazione al progetto, è stato diffuso in occasione dell'assemblea del Comitato, tenutasi il 27 Maggio u.s.. Il fascicolo è stato consegnato anche all'Assessore all'Urbanistica della Regione Campania, Marco Di Lello, e al Presidente della Provincia di Benevento, Carmine Nardone. A completamento del dossier, già consegnato anche a Vivitelese, invio la premessa al fascicolo e le osservazioni che, rigettate dal Comune di Telese Terme nel Consiglio comunale del Novembre 2002, sono, allo stato, oggetto di attenta valutazione da parte delle Istituzioni sovracomunali (Regione e Provincia) che finora non hanno ritenuto opportuno firmare l'Accordo di Programma. La mancata firma dell'Accordo di Programma avvalora le osservazioni prodotte dal Comitato ed è motivo di concreta speranza per la realizzazione di progetti alternativi di più rapida realizzazione e meno impettivi per il territorio. Colgo l'occasione per complimentarmi con il vostro sito che svolge una funzione d'informazione attenta e puntuale. Cordiali saluti. Vincenzo De Santis - Presidente del Comitato Via Giovanni XXIII.
Nota di ViviTelese: Gran parte del dossier cartaceo del Comitato Via Giovanni XXIII è contenuta nel "primo piano" di ViviTelese a questo link: La questione del sottovia FS. Nei prossimi giorni faremo un riscontro tra dossier cartaceo e quello web di ViviTelese per integrare quest'ultimo con gli articoli mancanti. Ecco un estratto significativo del dossier cartaceo:
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PREMESSA Il presente fascicolo è una raccolta del materiale elaborato dal Luglio 2002 a tutt’oggi per opporsi al progetto di realizzazione del sottopasso per la soppressione del passaggio a livello nei pressi della stazione ferroviaria di Telese Terme. La contestazione all’opera nasce per due ordini di motivi: a) dall’esigenza di rivendicare una corretta pianificazione del territorio a tutela della qualità di vita dei cittadini che verrebbe ad essere seriamente compromessa con il notevole aumento di flusso degli autoveicoli; b) dalla necessità d’impedire che le costruzioni preesistenti - con particolare riferimento alle palazzine del Parco Quadrifoglio e delle abitazioni circostanti - possano subire danni irreversibili di cedimento strutturale a seguito degli scavi previsti a notevole profondità. Il lavoro di protesta finora portato avanti è il frutto di un impegno collegiale tra varie persone che hanno messo a disposizione tempo e competenza per il raggiungimento dell’obiettivo. E’ doveroso sottolineare che la finalità dell’impegno non è quella d’impedire l’abolizione dei passaggi a livello ma, al contrario, di sostenerla attraverso una realizzazione di opere che siano di più rapida realizzazione, minor costo ed impatto ambientale. 27.05.03 Il Presidente del Comitato Vincenzo De Santis
_____________________________________________________ COMUNE DI TELESE TERME - Provincia di Benevento Il Tecnico Redattore Dr. Ing. Fiorentino G.Gaetano
PREMESSEIl Condominio Parco Quadrifoglio – sito in Telese Terme (BN) alla Via Papa Giovanni XXIII – è latore di un avviso contenente l’avvio del procedimento di esproprio di una striscia dell’area libera pertinenziale condominiale per la realizzazione di una bretella di raccordo di un erigendo sottovia con la viabilità ordinaria dell’abitato urbano. Nella convinzione di radicate buone ragioni per dimostrare che si può raggiungere l’obiettivo prefissato dall’Amministrazione, con un intervento più ragionato, anche in considerazione del ritorno di notevoli vantaggi logistici ed economici, il Condominio ha sposato l’opzione di opporsi al tracciato ed alla tipologia dell’opera ed, in particolare, agli atti di pontificazione di una sostanziale variante al vigente P.R.G., ritenuta “ictu oculi” assolutamente incongruente e sganciata dalle preminenti finalità di contemperazione degli interessi pubblicistici e privatistici, anzi decisamente votata per l’olocausto ingiusto e ingiustificato di questi ultimi. A tal fine, essendo stato richiesto al sottoscritto estensore uno studio degli aspetti tecnici più salienti, è stata attivata una regolare procedura di accesso agli atti, in sintonia con la Legge 241/90, D.P.R. 352/92 e D.Lgs. 267/00 ed, ora, sulla base degli elementi messi a disposizione dall’Ente è possibile tracciare una tesina dei presupposti tecnici che cementificano le motivazioni oggettive con sottolineature di alcuni gravami imputabili a carico dell’opzione Amministrativa Telesina. La previsione progettuale ispirata alla creazione di un sottovia nell’agro telesino, al Km. 132+970 della tratta ferroviaria Napoli-Foggia, è assoggettabile a censure che riflettono a 360 gradi, il vasto spettro degli aspetti più salienti circa la sconnessione dell’opera rispetto alle più consone aspettative dell’utenza della zona e, non solo, bensì in proiezione di quelle di tutta la cittadinanza che resterebbe assoggettata a gravosi pregiudizi lesivi ed oneri economici di cui si dirà in seguito. L’articolazione delle susseguenti riflessioni pongono grossi interrogativi a carico dei Responsabili della tutela di pianificazione e gestione dell’uso del territorio sotto il profilo urbanistico-ambientale, dell’assetto e dell’equilibrio idro-geologico, del controllo e della garanzia del livello di congestionamento urbano prevedibilmente peggiorativo e al di sopra della soglia di tolleranza, della previsione e della protezione da inquinamento da smog, anch’essa già significativa, di garanzia della incolumità pubblica e privata, di funzionalità logistica dei mezzi di soccorso con evidente purgazione di ogni alea di rischio prevedibile, di rendicontazione socio-economica che deve essere uniformata al maggior vantaggio con il minor dispendio di spesa gravante sulla Comunità. Poste queste premesse, l’estensore si onora stigmatizzare i più evidenti gravami ipotizzati sulla scelta de qua. L’illogicità manifesta della scelta tipologica e della localizzazione dell’opera è facilmente desumibile dalle osservazioni che doverosamente impongono di essere scandagliate attraverso una più attenta rivisitazione progettuale.
– Ia OSSERVAZIONE – “PROFILO URBANISTICO-AMBIENTALE” La prima analisi che incombe è quella che si apre sulla finestra urbanistico-ambientale, proprio perché l’opzione è conseguenza logica della esigenza di infrastrutturare una zona assoggettata ad un vasto processo di espansione in avanzato stato di saturazione. In genere l’analisi di pianificazione territoriale e di dotazione delle infrastrutture primarie impone un congruo studio progettuale preordinato ad un’armonica espansione urbanistica che confluisce nella consacrazione di uno strumento finale di riferimento essenziale e imprescindibile: il P.R.G. Il dilagare di una convulsa e frenetica corsa alla proliferazione di insediamenti edilizi che hanno prodotto una saturazione asfittica della zona, anche con concentrazione di densità edilizie in palese sforamento dei parametri zonali max ammissibili dalla legislazione urbanistica statale e regionale, impone, ora, la necessità di creare infrastrutture primarie. Perché crearle nei ritagli di parve aree libere, costituenti esigui relitti di verde, di vitale importanza funzionale per la vivibilità condominiale, imprescindibili e irrinunciabili per le caratteristiche di complementarietà ed accessorietà? L’opzione si ritiene inaccettabile perché capitozza le condizioni essenziali di salubrità e vivibilità, pregiudica ulteriormente il già sovraccarico assetto urbanistico della zona, pontifica la concezione di un potere amministrativo disparativo ed eccessivo e, come tale, non tollerabile sotto ogni aspetto. L’area interessata dalla variante al P.R.G., sottrae spazi vitali, imprescindibili ed irrinunciabili per le caratteristiche di complementarietà ed accessorietà condominiale ed è asservita alle unità abitative con vincolo solidale, imposto anche da atto concessorio concepito con l’osservanza delle cogenti imposizioni normative attinenti il livello di agibilità, abitabilità, sicurezza, ecc. La sottrazione coatta determinerebbe gravi condizioni di contrasto alla legge urbanistica perché annullerebbe gli originari rapporti parametrici posti a base degli atti concessori. Il tracciato e la tipologia dell’attraversamento della linea ferroviaria erano stati diversamente ipotizzati con il P.R.G.. Non si riesce a conciliare, dunque, l’approvazione di una variante che ingiustamente, immotivatamente, illogicamente, non contempera i due interessi, quello pubblico e quello privato: anzi li penalizza pesantemente entrambi ! Tra le anomalie più significative si evidenzia: - Abbandonare l’originario tracciato previsto dal P.R.G., molto più breve, per sceglierne uno più lungo, è avulso dalla normale comprensione. L’opzione della variante della localizzazione, ora proposta, crea enormi svantaggi alla collettività, privilegiando, di contra, gli interessi privatistici per la liberalizzazione delle aree in cui era previsto l’originario tracciato e le bretelle viarie di urbanizzazione ad esso connesse. - Raccordare al vecchio abitato telesino la zona “Pagnano” di recente espansione edilizia, con due attraversamenti ferroviari posti a poche centinaia di metri l’uno dall’altro (per l’esattezza mt. 646) se si considera l’erigendo cavalcavia previsto al km. 132+324 è altrettanto incongruente e ripetitivo. - Smaltire, poi, il considerevole carico urbanistico della zona “Pagnano” travasandolo in un groviglio reticolo di viuzze cittadine – di secondaria importanza – crea una irragionevole confluenza verso il Centro, con evidente compressione dell’abitato storico ed alla base di una incontrollata proliferazione dell’indice di sovraffollamento, di sicuro riflesso negativo sulla vita sociale e sulle attività dei cittadini e della utenza turistica. - Optare per un siffatto percorso tipologico, senza dubbio il più disarticolato e oneroso tra le tante soluzioni possibili, obbliga alla introduzione di consistenti opere d’arte – di evidente impatto ambientale – che snaturano l’amenità naturalistica prevalente e creano grossi disagi alle consuetudinarie esigenze dell’utenza, particolarmente di quella larga parte costretta a spostamenti pedonali attraverso un lungo budello sotterraneo irrorato dalle esalazioni dei scarichi autoveicolari. - Nella particolarità del Condominio Quadrifoglio, verrebbe snaturata la vocazione propria di “PARCO” e la peculiarità fondamentale della privacy residenziale a cui è stata ispirata la sua attuazione. In definitiva la scelta amministrativa, sotto il profilo urbanistico pone un interrogativo di notevole rilevanza che va ad incidere in negativo sullo studio di pianificazione territoriale posto a base del P.R.G. Secondo la cartografia del P.R.G. era prevista la realizzazione di un “cavalcavia” e non il sottovia, localizzato ad alcune centinaia di metri più a valle, annodando il reticolo di strade previste nelle due zone di espansione (a destra ed a sinistra della ferrovia) e allontanando il travaso del carico urbanistico verso una zona esterna, decongestionata rispetto al centro e con possibilità di collegamento anche a grosse arterie di comunicazione di livello nazionale (S.S.87, Superstrada Benevento-Caianello). L’abbandono di queste previsioni determinerebbe inevitabilmente la SOSTANZIALE VANIFICAZIONE DEL P.R.G. e, di conseguenza, la rivisitazione a largo raggio di tutta l’impostazione programmatica di pianificazione in un contesto molto più ampio, che non sia solo quello ipotizzato ora. Non può farsi ricorso ad un emendamento per risolvere un problema e determinarne molti altri, lasciandoli, poi, insoluti e in balia della sorte. La scelta vanificherebbe la finalità sostanziale più generale delle linee programmatiche di pianificazione preordinate all’assetto urbanistico, la cui espansione si è già esaurita materialmente con inverosimile superamento della densità ammissibile, per cui non è pensabile una ulteriore cementificazione degli squarci ancora liberi. La variante proposta non fa alcun cenno alla soluzione globale dell’assetto di pianificazione urbanistica dell’ambito territoriale interessato. E’ ovvio che la localizzazione del neo tracciato in esame, sconvolgendo le previsioni di sviluppo viario urbano, preordinate dal P.R.G., pone un problema molto più ampio e complesso: come andranno raccordate le innumerevoli strade di piano con il nuovo guado viario? Quali arterie di previsione resteranno ancora valide e quali, invece, saranno soppresse? Appare tutt’altro che esaustiva, a tale scopo, la tavola di “Inserimento opere sul P.R.G.” che non chiarisce alcuno dei dubbi manifestati. Di qui, la necessità di ampliare la variante, estendendo lo studio di fattibilità e la progettualità a questi aspetti più generali e significativi. E’ appena il caso evidenziare che le medesime problematiche sono state sollevate dal Dott. F. Taddeo che, partecipando in rappresentanza dell’A.S.L. BN1 alla conferenza di servizi del 29/05 c.a., ha affermato che “………ritiene opportuno, inoltre, che sia presentato un progetto d’insieme in base al quale possa essere verificato il raccordo che i cavalcavia avranno con la viabilità di Piano Regolatore Generale.”. Ovviamente, per analogia, si ritiene che uno speculare discorso possa essere esteso al sottovia. D’altra parte, anche la Regione Campania – Settore Tutela Beni Paesistici Ambientali e Culturali – con nota prot.4039 del 27/05 c.a. (acquisita al protocollo del Comune di Telese Terme il 13/06/2002 prot. n.6338) ha evidenziato che “………Dai grafici progettuali, dalle foto e dai fotomontaggi, le opere a farsi, se da un lato sono raccordate con la viabilità del centro cittadino di Telese, dall’altro non appaiono connesse né ad una rete viaria preesistente, né di progetto. Risulta, pertanto, difficile valutare l’efficacia degli interventi tanto più che essi vanno nella direzione di aree altamente sensibili e sottoposte a tutela paesaggistica.”.
– IIa OSSERVAZIONE – “PROFILO IDRO-GEOLOGICO-ACUSTICO”
La localizzazione del Sottovia, alla Km.ca 132+970, è significativamente censurabile anche sotto il profilo dell’assetto idro-geologico ed acustico il cui attuale equilibrio resterebbe, di fatto, alterato, se non sconvolto. Sotto lo specifico aspetto orografico è facilmente desumibile, anche dal riscontro delle cartografie compiegate, che il sito dell’attraversamento in trincea è il più depresso a livello altimetrico, con un naturale stillicidio delle acque superficiali di tutta la zona confluenti nel costruendo sottopasso (impluvio obbligato). L’opera accentuerebbe notevolmente il problema, determinando la necessità di provvedere alla installazione di un costosissimo impianto di aspirazione, sollevamento e smaltimento delle acque, con evidente organizzazione di mezzi (idrovore, tubazioni, alimentazione, ecc.) e di uomini, per far fronte alla complessa attività di manutenzione. Pur tuttavia, con l’alea che in caso di guasti e/o interruzioni della corrente elettrica di alimentazione delle pompe, il rischio di allagamento diventerebbe inevitabile, incontrollabile e catastrofico. Vi è, inoltre, la consapevolezza di alterare l’equilibrio idrico sotterraneo naturale, dovendo protrarre lo scavo di posa del piano fondale di oltre sette metri e, quindi, sfiorando la quota dei 40 ml sul livello del mare, in cui è prevedibile la perforazione della falda. La circostanza è confermata anche dalla lettura della perizia geologica ove traspare, con assoluta chiarezza, che il livello fondale scende al di sotto del pelo libero dell’acqua di falda. Sempre dalla perizia geologica è evidenziata anche la scarsa portanza reagente del terreno di posa sotto il profilo meramente geotecnico. Le stesse risultanze dei sondaggi penetrometrici, menzionati nella relazione geotecnica, mettono in risalto la natura di uno strato “limo-argilloso” del piano di posa ed una permeabilità igroscopica drenata che in concorrenza con una falda idrica alquanto superficiale non assicurano un ottimale potere di coesione e consistenza. In quest’ottica, la notevole penetrazione della base fondale in conglomerato cementizio “armato” nella falda suddetta, genererebbe sicure interferenze del regime idrico naturale, pregiudizi geodinamici sulle strutture dei contigui edifici – anche sotto il profilo sismico – specialmente del Parco Quadrifoglio che si troverebbe ad immediato contatto. Ed, infine, è giusto interrogarsi su comprensibili apprensioni per l’inquinamento della falda per decomposizione chimica dei materiali impiegati nella realizzazione del manufatto e per la confluenza delle acque meteoriche inquinate dalle piogge acide e/o da elementi detergenti, ecc. Giova richiamare il parere “sfavorevole” del 27/06/2002 n. 1827 del C.T.R. che ha fissato, ormai, con un giudizio “sereno”, l’instabilità dell’area, diventando solo in fase successiva – 1° agosto 2002 n. 1835 – “favorevole” ! Ma, al di là del parere contrastante, prima sfavorevole, poi, favorevole, esso è riferito ad un’area posta alla Km.ca 132+999 (come si evince dalla testata del progetto esecutivo) e non all’area ubicata alla Km.ca 132+970. Ovviamente, lo spostamento di circa 30 mt. comporta sicuramente uno slittamento materiale dei punti di indagine, come localizzati sulle cartografie esaminate, con evidenti dubbi di incongruenza con il successivo parere espresso, rispetto all’effettivo sito analizzato. Ed, infine, sotto il profilo acustico, in via più gradata ma di non trascurabile importanza, è da segnalare l’inquinamento derivante dall’effetto dell’impianto idrovoro, in considerazione dell’immediata sua vicinanza con gli edifici contigui al sottopasso, nonché l’effetto dello stesso traffico autoveicolare, su un quartiere nato all’insegna della privacy residenziale.
– IIIa OSSERVAZIONE – “PROFILO DI PREVENZIONE DEL CONGESTIONAMENTO URBANO E TUTELA ANTINQUINAMENTO DA SMOG”
La politica di livello Europeo a gradatamente di livello nazionale, regionale, provinciale, comunale, è univocamente proiettata alla riduzione del congestionamento urbano e di conseguenza della produzione di smog. Nelle grandi aree metropolitane, ove non vi sono grosse possibilità di risolvere altrimenti il gravissimo problema della congestione del traffico, si è fatto ricorso alle grandi opere: tangenziali, sopraelevate, metropolitane, ed, ora, alle macchinine elettriche. Spesso è stato posto il veto temporaneo alla circolazione autoveicolare per recuperare una pallissiana boccata d’ossigeno alla città. A Telese Terme, invece, il problema non sembra essere stato recepito perché la cittadina sta evolvendosi urbanisticamente a dismisura intorno al fulcro centrale congruente con il punto d’intersezione della Statale Sannitica con il Viale Minieri. Sicché tutto il sistema reticolare dell’apparato viario urbano confluisce obbligatoriamente su questi due assi portanti, ove si registra la presenza di ben tre impianti semaforici che inevitabilmente determinano ininterrotti intasamenti della circolazione, con lunghe file di autovetture dai motori brulicanti che irrorano nell’aria migliaia di metri cubi di ossido di carbonio. La soluzione del cavalcavia non fa che accrescere significativamente questo grave problema, poiché la bretella viaria ipotizzata scarica sul quadrivio suddetto e sugli altri successivi le oltre centinaia e centinaia di autovetture che, ove dovessero essere dirette fuori dell’ambito abitato, sono costrette invece, ad attraversarlo, concorrendo alla produzione di smog ! Eppure il Presidente del Consiglio Comunale ha già ipotizzato “pericolosi intasamenti” per effetto del raccordo che si intende ora effettuare (v. Del. C.C. n° 36/02 – pag. 2 . comma 4° - interventi del Presidente), senza, però, accennare minimamente alla loro elusione.
– IVa OSSERVAZIONE – “PREGIUDIZI ALLA PUBBLICA E PRIVATA INCOLUMITÀ”
Altro paradosso tipologico della costruenda bretella viaria è il suo raccordo ad imbuto con il vecchio abitato cittadino: erano questi, probabilmente, i legittimi sospetti di “intasamenti pericolosi” esternati dal Sindaco. In effetti, si realizzerebbe una strada che per dimensioni e tracciato resterebbe assimilata ad una tangenziale a scorrimento veloce per poi confluire in un reticolo di piccole stradine ove si creerebbero sicure condizioni di pregiudizi alla sicurezza del traffico, con effetti di seri pericoli per la pubblica e privata incolumità. Ma v’è di più. In particolare, proprio l’immissione della bretella sulla viabilità ordinaria cittadina, coincidente nel punto ove è ubicato il passo carrabile del Parco Quadrifoglio, creerebbe un grosso paletto ostativo alle libere manovre di accesso e di uscita nel e dal Condominio, con evidenti pericoli per la sicurezza. Non è superfluo sottolineare, a tale proposito, che anche in presenza di una guida attenta ed ossequiosa delle norme di circolazione, per le particolari condizioni di pericolo che si verrebbero a determinare, necessita una preventiva presa di coscienza del problema per spazzare, a priori, ogni alea di legittimo dubbio, ancorché eccessivo, mediante l’abbandono del sito e della tipologia dell’opera, optando per altre soluzioni più razionali.
– Va OSSERVAZIONE – “DISFUNZIONALITÀ LOGISTICA DEI MEZZI DI SOCCORSO”.
Una particolare attenzione, in ogni e qualsiasi progettazione, la cui opera deve essere utilizzata da una utenza umana, è riservata “ope legis” al problema della sicurezza ed al livello logistico di gestione dei mezzi di soccorso. Anche questa importante problematica, a Telese Terme, non sembra essere sufficientemente attecchita, a giudicare dagli alveari edilizi sorti negli ultimi tempi rispetto ai quali non corrispondono proporzionati spazi pubblici, almeno limitati alla movimentazione logistica di eventuali mezzi di soccorso. Sono molte le stradine di nuova concezione che mal si prestano a soddisfare queste malaugurate evenienze. La considerazione è ribaltata, per l’appunto, al caso in esame, ove, per le ragioni esposte finora, emerge una grossa difficoltà, anche per i mezzi di soccorso (ambulanze, vigili del fuoco, forze dell’ordine, ecc.), raggiungere la zona servita dal sottovia ed uscirne agevolmente, senza registrare inutili perdite di tempo a causa degli ingorghi inevitabili, con tutte le prevedibili conseguenze dannose, sulle quali si invita a riflettere giacché si è in tempo utile, giusta il cenno fatto dal Presidente del Consiglio Comunale.
– VIa OSSERVAZIONE – “ONERI SOCIO-ECONOMICI”
Non è dato conoscere l’entità degli oneri incombenti a carico della Comunità, ma è prevedibile la notevole gravità dei medesimi. Frattanto, si registra: - l’abbattimento assurdo e inconcepibile, oltreché oneroso - non se ne ravvisa la ragione - di alcuni fabbricati esistenti localizzati proprio sul tracciato della bretella; - la rimozione di numerosi manufatti accessori e pertinenziali di fabbricati ed aree attrezzate (recinzioni, cancelli, essenze arboree, ecc.); - la lievitazione dei costi di costruzione dell’opera in trincea, almeno del doppio di quella che potrebbe incidere con la delocalizzazione a valle e con l’opzione di una più modesta sopraelevata. Tanto è desumibile dagli stessi atti amministrativi a tutt’oggi prodotti. Con la sopraelevata prevista a valle dal P.R.G. nella zona in cui le quote altimetriche sono più depresse (circa 10 mt. in meno) sarebbe scongiurato qualsiasi ipotesi di impatto ambientale, ben inserendosi l’opera nell’orografia naturale del sito. Del resto, l’impatto ambientale non è stato nemmeno larvatamente sollevato per il cavalcavia previsto nell’immediata zona del lago: perché mai dovrebbe essere agitato questo spauracchio per il sito de quo ? Conseguentemente verrebbero notevolmente ridotti i costi di realizzazione e pressoché azzerati quelli di manutenzione, di cui l’Amministrazione Locale Telesina, incautamente, si assumerebbe l’onere sottoscrivendo lo schema di convenzione, alleg. Sub/D, al Verbale di Deliberazione del Consiglio Comunale n. 36 del 02/09/2002.
–VIIa OSSERVAZIONE – “TUTELA DELLE PARAMETRAZIONI URBANISTICHE”
Esistono precise norme statali, recepite da leggi regionali e confermate dalla giurisprudenza dei massimi organi giurisprudenziali (Cassazione, Consiglio di Stato) che salvaguardano e tutelano l’uso del territorio, imponendo l’obbligo di rapportare gli spazi pubblici e la viabilità in proporzione della densità volumetrica degli insediamenti edilizi. A tale riguardo la Legge 765/67 così pontifica: “in tutti i Comuni, ai fini della formazione di nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, debbono essere osservati limiti inderogabili di densità, di altezza, di distanza fra i fabbricati” LA NORMA HA CARATTERE DI INDEROGABILITA’ ASSOLUTA. Con la proposizione delle opere in oggetto, la Norma verrebbe seriamente sovvertita, per l’evidente timore di arrecare ulteriori pregiudizi al già precario rapporto edificato/spazi liberi. Nella fattispecie del Condominio Quadrifoglio – si ripete - questo rapporto verrebbe capitozzato con illogicità manifesta, come già ampiamente tratteggiato. Ovviamente, emerge l’inderogabilità di un’approfondita verifica circa l’accertamento delle parametrazioni imposte cogentemente dalla Legge Urbanistica, in senso lato, non semplicisticamente riflessa al mero Condominio in esame, bensì riflessa ad una prospettiva più generale, atteso che la variante al P.R.G. proposta, non può essere limitata alla fettuccia di territorio impegnata dalla bretella, bensì ad un più consistente ambito zonale e, perché no, all’intero centro urbano per le evidenti ragioni esposte. Al proposito manca qualsiasi dimostrazione analitica che questi parametri normativi, in termini matematici, vengano mantenuti con l’emendamento al P.R.G. che si intende approvare.
–VIIIa OSSERVAZIONE – “STABILITÀ DEGLI EDIFICI E DELLE AREE”
A conclusione delle argomentazioni sostenute, è opportuno esaltare la carenza di uno studio di dettaglio geo-dinamico circa la stabilità degli edifici e delle aree che direttamente gravitano sulla bretella viaria – specificamente riflesso al Parco Quadrifoglio – stante l’imponenza e l’organizzazione dell’insediamento ed il suo immediato contatto con il tunnel in progetto.
Tanto ad evasione del mandato Amorosi 25/09/2002
Il Tecnico Redattore Dr. Ing. Fiorentino G.Gaetano
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