Il vocabolario Castelvenerese  - 29-12-02 - da Il Mattino

 

 

OPERA DI ENRICO LIBERTI
Ecco il vocabolario
castelvenerese

 

È nato il Piccolo vocabolario della lingua castelvenerese-italiano. Sarà presentato stasera alle 18.30, presso l'Istituto alberghiero ”Le streghe” di Castelvenere.

 

L'autore, l'avvocato Enrico Liberti, ormai da anni vive a Como ma, ci tiene a sottolineare, è un castelvenerese doc. Il lavoro, realizzato in collaborazione con l'ufficio Informagiovani del Comune, di cui è assessore preposto Raffaele Piazza, e comprendente anche numerosi bozzetti di cui è autore il sindaco di Castelvenere Mario Scetta, annovera circa mille termini sviscerati non solo secondo la direttrice etimologica, ma soprattutto allo scopo di farne risplendere il significato culturale particolare da essi assunto nella realtà di Castelvenere.

 

Per questo, il saggio comprende anche i nomi propri di persona perché l'autore li concepisce non più come traduzioni in dialetto dei termini italiani, ma come parte integrante del tessuto linguistico locale.


Ed è proprio Enrico Liberti a descrivere l'origine dell'idea e gli obiettivi di questo cammino linguistico-antropologico: «Circa 10 anni fa, con un gruppo di amici ci trovammo a commentare una notizia apparsa su un giornale secondo la quale in Sardegna alcune scuole avevano cominciato a far studiare il dialetto sardo per combatterne la graduale perdita di identità. Pensammo che quel problema potesse in qualche modo riguardare anche il nostro dialetto per cui ognuno di noi assunse l'impegno di attuare delle ricerche per poi confrontarle e fonderle.

 

Alcuni vennero meno, ma decisi ugualmente di proseguire: il risultato che ne è derivato è e deve essere concepito come parziale; in altri termini il Piccolo vocabolario vuole essere un primo passo, uno stimolo, affinché in futuro ognuno che possa farlo fornisca ulteriori notizie così da realizzare una nuova e più ricca edizione tra qualche anno».

 

Liberti ha tenuto in debita considerazione un concetto del poeta dialettale comasco Piero Collina per il quale «se si vogliono salvare i valori etnici, prima di ogni altra cosa, si dovrà salvare il dialetto di quel popolo». Difatti, per l'autore castelvenerese, «il dialetto è la lingua degli affetti, del cuore e della propria terra».


ca.iov.