Augurio, speranza ed esortazione - 15-12-02 - Nicola Pagliarulo

 

 

“Augurio, speranza ed esortazione”

(Uno è il Verbo)

 

 

“Signore, fa di me uno strumento della tua pace.

Dov’è odio, che io porti l’amore.

Dov’è offesa, che io porti il perdono.

Dov’è discordia, che io porti l’unione.

Dov’è dubbio, che io porti la fede.

Dov’è errore, che io porti la verità.

Dov’è disperazione, che io porti la speranza.

Dov’è tristezza, che io porti la gioia.

Dove sono le tenebre, che io porti la luce.

Maestro, fa che io non cerchi tanto di essere consolato, quanto di consolare;

di essere compreso, quanto di comprendere;

di essere amato, quanto di amare.

Poiché è dando, che si riceve;

perdonando, che si è perdonati;

morendo, che si risuscita a vita eterna”     

 

(San Francesco d’Assisi)

 

E’ una Preghiera “semplice” e grandiosa. E’ tutto ciò che serve per migliorarci, ridimensionandoci…elevando lo spirito a scapito della supponenza, dell’astio o dell’indifferenza.

 

Una Preghiera che c’invita a non giudicare, a non offendere, a non odiare…ad essere più umili.

 

E’ l’esortazione del bene e della tolleranza, del “dare” innanzitutto…è il tipo d’insegnamento da cui tutti dovremmo attingere.

 

Bisognerebbe chiedere perdono e perdonare:

 

liberi da presunte certezze;

privi di smanie di protagonismo;

consci dell’aver elargito sentenze gratuite;

rei di aver percentualizzato l’intelletto altrui;

consapevoli di essere nulla e cercare “apparenza”;

scevri dal produrre ridicole verità incontestabili;

 

Così ci si potrebbe riconciliare con sé stessi e cominciare a dare veramente qualcosa agli altri…

senza più bisogno di mentire.

 

Si ricomincerebbe a respirare a pieni polmoni e ad avere un rapporto più sereno e sincero con gli altri e con gli specchi…evitando di distorcere concetti a proprio piacimento e credendo di essere depositari unici della verità. Basta, è per il nostro bene!

 

Non più “continua…”, non è conveniente se si ha intenzione di uscire dal torbido. Meglio scusarsi col resto del mondo, per la propria presunzione…e ripartire da zero…non è tardi e ci accorgeremmo pure che tutto quanto crediamo “sapere”, non è nulla rispetto a quel che dovremmo imparare.

Smettiamola di far ridere, il 95% dei nostri cervelli è grato di essere stato ridicolmente evitato dal giudizio infelice…umiltà, ricordiamolo.

 

Soprattutto quando partiamo spediti, nell’attaccare concetti altrui che non abbiamo nemmeno compreso…troppo livore, troppa superficialità. Non serve indispettirsi ed offendere, al cospetto delle opinioni altrui; non ci si può convincere di essere gli unici con il parere giusto; di sapere dove stanno il bene e il male; di presumere di poterlo dimostrare.

 

E’ un’offesa a sé stessi, più che agli altri…ma non è “bene” neanche questo. Cerchiamo di crescere, c’è chi “sviluppa” tardi…

 

Europa, America, Africa, Asia, Oceania…è il mondo, fatto di persone, tutte con un’idea ed un passato, più o meno buoni. Non ci serve chi si spacci di conoscerne i risvolti, pretendendo di avere la risposta giusta. Chi etichetti gli altri, con un giudizio per tutti. Chi pecchi di superbia, credendo di parlare. Solo gli stolti, hanno tali certezze. Il Simposio, di Platone, ci ha insegnato che possono esserci diverse verità, tutte legittime rispetto all’ottica del relatore.

 

Dunque, concediamo qualcosa a chi ha opinioni discordanti ed ascoltiamo… ne ricaveremo insegnamento ed elasticità.

Per il bene degli altri e per il nostro…per il bene di tutti.

 

 

                                                                                   Nicola Pagliarulo.