Dejà vu - 01-12-02 - Nicola Pagliarulo

 

 

“Dejà vu”

(e purtroppo non si tratta di Crosby, Stills, Nash & Young…)

 

 

“Ignari delle altrui consapevolezze, i loschi figuri continuavano nello scempio indiscriminato e nell’abuso perpetrato…”  

                                                                                           

La nostra storia è zeppa di personaggi così: stolti, con fare furbesco, accomunati dal denominatore dell’avidità.

Sono le cronache a raccontarlo, quelle che non si possono cancellare…neanche dietro “suggerimento”…

A chi mi scrisse: “sbagliando s’impara”, rispondo che “perseverare è diabolico”…anche se non amo interloquire con gli “ignoti”, né rischiare di fargli complimenti.

 

“Fasulli, insignificanti, ma con l’arroganza e l’ignoranza di chi gestisce impropriamente, costoro si macchiavano delle peggiori nefandezze senza trascurare le colpe minori…”

 

Sono mancato, fisicamente, per un po’…oggi, torno e leggo di rifiuti “mafiosi” alla richiesta di visionare atti pubblici; della perseveranza maniacale nel ritenersi “al di sopra” di tutto e tutti, confermando ignobilmente la nocività che accompagna ogni loro azione ed ogni loro stasi; di interventi sempre mirati ad accrescere il proprio conto in banca (o a dargli respiro), a migliorare il guardaroba, a sistemare l’ultimo rampollo…

 

“Lerci, biechi, con le pustole che figurativamente appartengono ai volti dei più viscidi, ricorrevano a make-up coprenti e ristrutturanti…da terza repubblica…da soliti noti”

 

Positiva, la volontà di molti che intendono smascherarli…chi con esposti, chi con denunce, chi usando il sarcasmo o l’ironia…non per prenderne il posto ma per debellare definitivamente il male. Indipendentemente dall’appartenenza partitica (è da ieri che non voto per nessun colore…le matite le lascio, non le porto via…), c’è bisogno di dare/restituire dignità all’uomo ed alla politica.

Benvenuti tutti coloro che hanno una coscienza ed intendono ascoltarla, piuttosto che svenderla.

 

Questo paese è ai minimi termini, sotto tutti i punti di vista. Chi dovrebbe amministrarlo non considera che dovrebbe rappresentarci, ascoltarci, rispettarci…chi dovrebbe rappresentarci, non ha i requisiti per farlo…chi dovrebbe ascoltarci, non sente che l’eco delle proprie parole…chi dovrebbe rispettarci, non lo fa neanche con sé stesso…ma è la parola “dovere” che gli è sconosciuta.

 

Ha ragione sig. Fulvio (ho avuto il piacere di leggerLa), regaliamogli “l’uomo che ride” e “memorie dal sottosuolo”, così da non farli dormire…facciamogli ascoltare il signor G, al mattino, per vedere l’effetto che fa (vengo anch’io…no, tu no!)…una cineteca col meglio di Ustinov e Sellers e qualche tagliente citazione di Wilde per spezzargli il sorriso…

 

Si rincorrevano tra di loro, sbraitando e cercando d’azzannarsi…i loro demoni si erano finalmente svelati. Dalle bocche, solo denti marci e fiele…dagli occhi, lacrime e sangue”  

  

“Non al denaro, non all’amore, né al cielo…” F. De Andrè.

 

Nella vita, pare si sia costretti alla competizione (ed i meno capaci sono sempre i primi a farlo).

Si è, dunque, portati a non essere sinceri, a sposare il falso.

Nella morte, non avendo più nulla da raggiungere o perdere, si abbraccia il vero.

 

Sono i personaggi di “spoon river” di E. L. Masters…sono molti di quelli che conosciamo…nella vita.

                                                                                                      

                                                                                         Nicola Pagliarulo