Giù le mani dai bambini! - 04-12-02 - Fulvio Del Deo

 

 

Giù le mani dai bambini!

E noi che ci lamentiamo dei cartoni violenti... che lusso! 

Finalmente anche l'Unità s'è accorta che la dirigenza palestinese non è fatta da stinchi di santo. Leggete un po' che cosa trasmette la televisione di stato palestinese. Dopo dell'articolo, potrete leggere la "risposta" di Nemer Hammad... e qualche mio commento.
Buona lettura.
 
 
Bambini palestinesi: strumento per diffondere odio

Sulla televisione dell’Autorità Palestinese vengono trasmessi almeno tre volte al giorno filmati pubblicitari destinati ai bambini che promuovono non giocattoli come in ogni televisione del mondo, bensì il terrorismo suicida.

“ Dalla sua prima apparizione, il 7 maggio del 2001, il filmato è stato trasmesso anche tre volte al giorno. Lo rivela il Palestinian Media Watch, un osservatorio israeliano che si occupa di monitorare e studiare quanto avviene sui media palestinesi che, naturalmente, operano in arabo e quindi risultano inaccessibili a gran parte degli occidentali. L’osservatorio viene regolarmente citato da grandi network come Nbc e Fox News, Ask for death Chiedi di morire è il titolo del rapporto appena analizzato dal P.M.W. sull’indottrinamento dei bambini palestinesi affinché cerchino la Shahada, la morte per Allah.

Sono molti i filmati, della durata media di 5-6 minuti segnalati dal Palestinian Media Watch. Non sono casi isolati, ma frutto di una precisa scelta politica educativa, che – in contrasto con i discorsi ufficiali pronunciati per le platee occidentali - include anche i libri di testo scolastici. L’Autorità palestinese ha insegnato ai bambini a vedere la morte per Allah, la Shahada, come un ideale, un obiettivo che ci si aspetta che raggiungano – afferma il direttore del P.M.W. Itamar Marcus.

Alcuni sondaggi mostrano come un numero compreso tra il 72 e l’80% dei bambini palestinesi affermi di essere disposto a cercare la morte come martire. Non è un caso quindi che le lettere d’addio dei bambini includano frasi come “Madre, non piangere per me” che sono identiche a quelle dei filmati di propaganda prodotti dall’Autorità palestinese.

Esiste una connessione diretta fra la propaganda e l’aspirazione dei bambini a una morte eroica.

Perfino la storia di Muhammad al Dura, il ragazzino palestinese che trovandosi nel mezzo di un conflitto a fuoco fra israeliani e palestinesi, è stato ferito a morte davanti alle telecamere, è divenuta strumento di promozione del terrorismo suicida, attraverso la trasformazione della giovane vittima in un testimonial del terrorismo. Il filmato, si apre con una didascalia che riporta una dichiarazione di Muhammad dal paradiso: “ Non vi sto facendo cenno per dirvi addio ma per chiedervi di seguirmi. Firmato Muhammad Al Dura.

Il filmato che viene trasmesso dal 25 dicembre del 2000 è stato realizzato in versioni diverse che contengono alcune varianti. La segnalazione del P.M.W. ha avuto una certa risonanza ed è stata diffusa dalla Nbc. “Dopo che la notizia è stata diffusa dalla Nbc, l’Autorità palestinese ha rilasciato un comunicato stampa attaccando la nostra credibilità e quella del network americano – dichiarano dal P.M.W.; ormai screditati dall’essere colti nell’atto di invitare i bambini a seguire Muhammad in paradiso, hanno rimosso il video dalla programmazione. Ma il filmato, rimontato senza la frase “seguitemi” è continuato ad andare in onda includendo la frase “Come è dolce il profumo dei martiri. Come è dolce il profumo della terra, la sua sete sedata dal fiotto di sangue che sgorga dal corpo di un giovane” ha continuato a comparire."

(Simone Tedeschi  L' Unità 30/11/02)
 

 
«È falso lo spot sui bimbi-martiri di cui ha scritto l'Unità»
di Nemer Hammad


 Trovo sorprendente e strana la pubblicazione di un articolo su l’Unità di ieri che afferma la messa in onda di spot per bambini kamikaze sulla televisione palestinese. Una notizia che non corrisponde a verità: le trasmissioni della televisione palestinese sono ufficiali e non clandestine. Chiunque le può vedere, dunque mi stupisco che nessuno prima d’ora abbia notato simili spot. Nemmeno lo stesso Sharon, e per lui sarebbero stati un argomento assai opportuno per sostenere che l’autorità palestinese è responsabile degli attentati dal momento che la tv ne promuove la pubblicità. Sarebbe bastato dire: vedete, la tv palestinese incita persino i bambini al terrorismo!
Questi spot non esistono, sono prodotti della peggiore propaganda israeliana. Se fossero stati davvero trasmessi, avrebbero suscitato inevitabilmente delle reazioni e altri giornalisti avrebbero riportato la notizia. Il problema è che certa propaganda israeliana è impegnata a costruire informazioni, migliaia di carte e video per convincere l’opinione pubblica, i mass media e le lobbies negli Stati Uniti che i palestinesi hanno legami con il terrorismo, che ci sono connessioni con Bin Laden e Al Qaeda. A cosa serve tutto questo? Gli israeliani vogliono forse mantenere la guerra all’infinito?
Persino Abraham Yehoshua, un grande scrittore israeliano, ritiene che finché ci sarà un generale brutale come Sharon al potere non c’è possibilità di soluzione. Uno scrittore che è stato militare, sotto lo stesso Sharon, scrive queste cose. Poi, arriva un giornalista e riporta queste notizie. Ma chi mai in Palestina potrebbe immaginare uno spot così? Chi potrebbe avere una mente tanto malata?
Ci sarà stato qualche episodio, certo, dal quale tutto ha avuto origine. Magari un bambino avrà detto in televisione, chissà in quale occasione, «sono pronto a sacrificare la mia vita per la patria» oppure «ho la Palestina nel cuore», ma sono frasi che potrebbe dire anche un bambino italiano. Non significano automaticamente «voglio diventare un kamikaze».
Il problema di certa propaganda è che poi la gente non cerca di approfondire o di sapere come stanno davvero le cose: si limita a dire l’ho sentito in tv, l’ho letto sul giornale. Noi non esistiamo come popolo per gli israeliani. Dicono che nei nostri libri di scuola per i ragazzi ci sono tracce di odio per gli ebrei e antisemitismo, ma - e l’ho detto anche in una trasmissione di «Porta a porta» - mi auguro che un giorno porteremo in televisione i nostri libri e quelli israeliani confrontando pagina per pagina quello che c’è scritto, senza propaganda. Nei loro libri, noi palestinesi non esistiamo. Un ragazzo israeliano studia la storia di duemila anni fa e poi arriva direttamente all’Olocausto e al ritorno degli ebrei. Ma nessuna parola sull’esistenza del popolo palestinese.
C’è qualcuno che non si vuole confrontare con la verità: che c’è un popolo su questa terra. Non si può vivere sicuri e tranquilli nei propri confini negando il diritto di un altro popolo.
 
 

 
Qualche mia osservazione alla risposta di Hammad.
 
Mi domando perché i nostri mezzi d'informazione continuino a dar credito alle bugie della dirigenza palestinese.
Tanto per fare un esempio: ricordate il Natale scorso ''una luce per Betlemme'', quando Hammad disse che a Betlemme non c'era la luce elettrica? Costanzo fu indotto a credere una simile panzana al punto di far partire una pubblica sottoscrizione, poi bloccata di fronte all'evidenza dei fatti. Alla fine chiese scusa e restituì il denaro agli spettatori.
E ricordate quella puntata di Porta a Porta di cui Hammad ha la faccia tosta di parlare?
Quando il delegato della Comunità Ebraica sollevò il tema dei libri di testo dei Bimbi Palestinesi, testi che in più punti incitano all'odio, il Delegato Palestinese NON negò il fatto, ma farfugliò che anche i libri di testo delle scuole israeliane incitano all'odio contro i Palestinesi. A questo punto Vespa invitò i due ad esibire le prove di quanto asserito. Alla pronta reazione del rappresentante della Comunità Ebraica che a questo invito si dichiarò immediatamente pronto al confronto, il Signor Hammad tacque e da allora non s'è più visto a Porta a Porta.
Bisogna ricordare che i libri di testo palestinesi, quelli di cui Hammad nega perfino l'esistenza, sono sul tavolo della Commissione Europea che, di fronte all'evidenza dell'odio di cui sono intrisi, ha congelato l'erogazione dei fondi per l'istruzione.

Le bugie di Nemer Hammad fanno sono del male alla causa del Popolo Palestinese. I fratelli Palestinesi sono stanchi di questa loro leadership corrotta e bugiarda che fa solo i propri interessi mandando i bambini degli altri a farsi ammazzare. E chi protesta viene subito accusato di collaborazionismo e passato per le armi senza processo. Questa dirigenza Palestinese ha fatto il suo tempo, ora deve andarsene perché il Popolo Palestinese finalmente possa essere artefice del proprio futuro.
 

 
Poiché seguo con interesse le vicende in Medio Oriente, ho registrato i seguenti fatti:
  1. Secondo la Reuters l'Associazione dei Giornalisti Palestinesi il 26/08/02 ha avvertito i suoi membri che punirà giornalisti o fotografi che riprenderanno bambini palestinesi armati o mascherati, perchè questo danneggerebbe l'immagine dell'ANP all'estero. L'Associazione Internazionale dei Giornalisti ha chiesto all'AGP di annullare questa decisione.
  2. Il giornale giordano "Al'Rai" pubblicava il 20 Giugno 2002 un'intervista ad Abu Mazen, vice Presidente dell'ANP, il quale condannava le organizzazioni palestinesi per l'impiego di bambini in azioni di guerra. Sembrerebbe che per ogni lancio di ordigni contro l'esercito israeliano, queste organizzazioni regalino ai bambini 5 shekel (un euro o poco più). A Rafah, dice Abu Mazen, circa 40 bambini hanno perso mani o braccia maneggiando esplosivi destinati all'esercito d'Israele.
  3. Il 2 Novembre 2002, il giornale ufficiale dell'ANP, Al Hayat Al Jadida ha pubblicato una foto di una manifestazione in cui i bambini sono ripresi con abiti militari ed una fascia attorno alla testa. Dietro di loro foto di Fatkhi Shkaaki, defunto leader della Jahd Islamica, e striscioni con scritte del tipo:"Il sangue dei martiri (i kamikaze) colora il cammino verso Gerusalemme".
  4. Già il 18 ed il 21 Agosto 2002 è stato riportato da alcune agenzie che Arafat alla TV palestinese, in un teatro pieno di bambini, li abbia chiamati "amici, fratelli e sorelle di Faris Ouda" - un quattordicenne morto nel conflitto, reso un simbolo di eroismo. Alla fine del suo discorso, esclama: " Insieme avanti a Gerusalemme". Ed i bambini gridano: "Milioni di shahid (martiri) marciano su Gerusalemme
  5. Da un'intervista sulla Tv dell'ANP nel gennaio 2002: Intervistatrice: "Sig. Presidente, quale messaggio vuole lanciare al popolo palestinese in genere ed in particolare ai loro bambini? Arafat:
    "...Il bambino che afferra la pietra, affrontando il tank, da un grandissimo messaggio al mondo quando quell'eroe diventa uno shahid. Siamo orgogliosi di loro".