storia del telemark

storia dello sci in Italia

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                                                        Lo sci a tallone libero
PhotoIl Telemark non è solo uno sport, ma uno stile vero e proprio.
Vi è in questa disciplina un ritorno al passato, al modo in cui sciavano i nostri antenati.
Infatti, spesso e volentieri gli sciatori indossano abbigliamento d'epoca creando un indubbio effetto coreografico nelle loro discese. In occasione di gare di Telemark vengono valutati sia l'abilità che lo stile e la coreografia.
Molti di coloro che si sono avvicinati una prima volta a questo sport, magari per pura curiosità, non hanno potuto resistere
al suo fascino e hanno continuato a praticare questa sciata abitualmente. Così in Italia e non solo sono nati molti Club Amanti del Telemark e ogni anno vengono organizzate varie manifestazioni. Il sottoscritto lo pratica molto soprattutto nello scialpinismo, uscendo di frequente su terreni non tanto impegnativi, insieme alla mia compagna Lia  ed il mio amico di “cordata” Daniele “el barbè”  ( che al momento è impegnato in attività di volontariato), Giorgio, Fabio e Micaela.

 

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LA STORIA DEL TELEMARK

 Il padre della curva telemark é Sondre Norheim. Ma chi era Sondre Norheim? La storia di Sondre inizia a Morgedal, un piccolo villaggio situato nel centro della contea di telemark, nella Norvegia del Sud. Sondre nacque il 10 Giugno 1825 a Overbo in una piccola fattoria in collina. Sondre era un bambino attivo e vivace, amava le colline di Morgedal e quando queste si coprivano di neve non perdeva occasione per andare a sciare con i suoi sci di pino fatti da suo padre appositamente per lui. Era risaputo che quando iniziava la sua "danza selvaggia" sulla neve era difficile farlo tornare a casa. Non gli piaceva studiare, una volta gettò l'abbecedario nel fuoco. I suoi vicini di casa dicevano che Sondre era nato con gli sci ai piedi e sciare era il suo movimento naturale per spostarsi da un posto ad un altro. Un giorno chiese a suo fratello Elvind "Pensi sia possibile saltare giù  dal tetto di casa con gli sci?" "Non penso" ribatte Elvind "Io ci provo" disse Sondre. I due ragazzi presero una scala e la appoggiarono al tetto collegando lo stesso alla collina. Dopo di chè coprirono la scala con tavole di legno, ramoscelli e neve. Al grido "VADO!!" Sondre si lanciò giù per la collina. Anne e Auver sentendo questo strano rumore provenire dal tetto, corsero ad affacciarsi dalla finestra, giusto in tempo per vedere Sondre saltare giù dal tetto del proprio cottage. Il 15 Giugno 1854 Sondre si sposò con Rannei e si trasferirono a Kasin. Qui Sondre costruì la sua prima casa e chiamò la zona "Sondreland". Essendo come suo padre un bravo falegname, costruì mobili, sci e anche violini. Dalla moglie Rannei ebbe 7 figli, ma quando uno di questi, Auver di 12 anni, morì dopo essere caduto nel ruscello (l'acqua era troppo fredda), Sondre decise di cambiare posto e dopo varie peregrinazioni si stabilì in una zona di Morgedal che Sondre chiamò "Norheim". Usò poi questo nome per cambiare il proprio cognome e quello di tutta la sua famiglia. In origine egli si chiamava Sondre Auverson. Nonostante i molti impegni dovuti alla famiglia numerosa, Sondre non riusciva a staccarsi dagli sci. Sperimentava sempre nuovi stili di sciata, tra gli alberi e tra le rocce, a diverse velocità. Capì che uno sci con una forma sciancrata sarebbe stato più  facile da far girare. Quindi decise che qualcosa andava fatto. Era un artigiano incredibilmente versatile tanto che fu capace di costruirsi la propria attrezzatura: attacchi con stringhe intorno al tallone, sci più corti e sciancrati. Così  era più divertente provare a sviluppare nuovi tipi di curva e nuovi tipi di sciata. Nella sua Morgedal, Sondre era un maestro di sci e con il passare del tempo le sue gesta arrivarono fino alla capitale. Nel 1868 venne invitato alla prima gara di sci con tecnica christiania. Sondre era entusiasta circa l'invito alla competizione e poi c'era un premio in denaro da vincere. Insieme con due ragazzi di Morgedal, sciò per tre giorni (200km) per raggiungere la capitale. All'età di 42 anni, Sondre vinse la gara nonostante i suoi avversari fossero di 20 anni più giovani. La sua prestazione mozzafiato ebbe un grosso risalto sia tra la gente che sui giornali. Sondre partecipò ad altre gare. In Morgedal dedicò molto tempo all'insegnamento dello sci ai bambini. Ma più il tempo passava e più si faceva duro vivere in quelle zone, tanto che nel 1842 i primi emigranti lasciarono Morgedal per andare a vivere in America. Il 30 maggio 1884 Sondre e Rannei lasciarono la Norvegia con i loro 4 figli. Olav era gia emigrato da tempo e Ingerid aveva deciso di rimanere. Dopo un periodo passato in Minnesota, decisero di trasferirsi nel Nord Dakota, dove trovarono difficile vivere nelle praterie. La nostalgia per la sua terra natia e per lo sci non lo abbandonò mai. Sondre morì il 9 Marzo 1897 e fu seppellito nella prateria vicino Denbigh. Rannei con sua figlia Anne si trasferì in Oregon dove morì all'età di 104 anni. La tomba di Sondre rimase senza lapide per ben 68 anni, finchè Dorothy Lyon che aveva sposato Amund (figlio di Sondre) affascinata dalle storie sentite sul conto di suo suocero, decise di andare a cercarne la tomba. La tomba venne identificata nel 1965 e Dorothy vi fece mettere una lapide con su scritto: "IN MEMORY OF SONDRE NORHEIM PIONEER AND CHAMPION OF MODERN SKIING. HE DEVELOPED SLALOM AND INTRODUCED THE TELEMARK AND CHIRSTIANIA TURNS. BORN 1825 IN MORGEDAL, TELEMARK, NORWAY. DIED IN THE UNITED STATES 1897".

 

MATERIALI E TECNICHE INTRODOTTE DA SONDRE NORHEIM

Sci:      sci più corti (circa 2m e 40cm) e più stretti in mezzo che alla fine. In quel periodo si sciava con sci più lunghi. La sagomatura dello sci che permetteva di curvare con più facilità Questi sci erano fatti di legno di pino ed erano chiamati Telemark Ski.

attacchi: Erano fatti di salice e radici di betulla intrecciati. Le stringhe avvolgevano sia le dita del piede che il tallone. Queste robuste stringhe che avvolgevano il tallone, permettevano un controllo maggiore dello sci sia in fase di curva che nei salti. In quel periodo si usavano solo attacchi con stringhe poste sulle dita del piede.

curve: la curva telemark: Il miglior  modo di curvare in neve profonda. La curva christiania: La curva usata nello sci alpino, chiamata anche christi dal 1901 (quando un certo numero di regole vennero introdotte nello sci). Era chiamata christiania perchè venne introdotta nel 1868 a Oslo un tempo chiamata Christiania.

conclusione: ho voluto raccontare la storia di Sondre, perchè per noi sciatori a tallone libero, lui è il nostro monumento. Ma non sarebbe corretto non ricordare personaggi come John Tostensen Rui, passato alla storia come "Snow-Shoe" Thompson, che a metà del secolo scorso, attraversava la Sierra, fra Nevada e California, per consegnare la posta, novanta miglia nella neve , di miniera in miniera. Pochi ricordano le storie su Karl Hovelsen, considerato tra i migliori interpreti della curva a tallone libero, assoldato come "norvegese volante" nel 1906, dal circo Barnum. Nè sono più citati, dai nuovi testi tecnici, gli insegnamenti di Ettore Santi, che fin nel 1940 si ostinava a predicare la superiorità dello stile telemark, a suo dire "la figura più facile per girare nella neve profonda". Il telemark, oggi é un'altra cosa. Sci sciancrati - fat - twintip, scarponi di plastica alti e rigidi in caviglia, attacchi lontani dalla sobrietà delle prime "trappole per topi", come recita la traduzione dal norvegese di Rottefella. Ora ci sono attacchi con molle che lavorano a compressione! La rinascita di questo modo di sciare é dovuta agli americani, che negli anni settanta sulle profonde nevi del Colorado hanno recuperato questo stile oramai dimenticato, adattando a moderni sci da fuoripista i vecchi attacchi a cavo che ancora usavano campioni come Zeno Colò e Leo Gasper . Dalle nevi americane il telemark ha presto ritrovato il suo spazio anche in Scandinavia, con una migrazione contraria a quella che aveva diffuso lo sci oltreoceano a metà del secolo scorso, e poi nell'Europa continentale. L'Italia si è accorta delle sue potenzialità solo all'inizio degli anni Ottanta. All'inizio sulle nevi di Courmayeur, dove nell'inverno del 1985 era sceso uno dei migliori specialisti norvegesi, Morten Aass, per lanciarsi sugli sci da telemark, giù dalla vertiginosa parete sud delle Grandes Jorasses. Del verbo della nuova tecnica si è impadronito Giorgio Daidola, maestro di sci torinese e docente universitario, che attraverso la Rivista della Montagna, ha cominciato a diffondere una filosofia dello scialpinismo d'avventura, sulle nevi del mondo, che in Italia, a differenza dei paesi anglosassoni, mai aveva preso piede. Dietro a lui, molti altri, sparsi sull'intero arco alpino, piccoli gruppi di amici - sempre più numerosi - che sviluppavano scuole diverse, sotto il Monte Bianco e ai piedi del Cervino, sulle Dolomiti trentine e in quelle bellunesi. Ma anche convinti dall'aspetto invernale tipicamente norvegese delle proprie montagne, un folto team di sciatori d'Appennino. Merita di essere citato anche il Prof. Vladimir Palc, Maestro dello Sport, che già nel 1980 insegnava e svolgeva regolari corsi estivi di telemark sul Ghiacciaio del Presena in Trentino. L'altro guru del telemark è Luca Dalla Palma che sotto il marchio di Telemark Italiano ha raccolto una miriade di club di tutta Italia, ai quali sono tesserati oltre mille sciatori. E' lui l'autore del testo tecnico della Fisi, la Federazione italiana sport invernali, che ha codificato da qualche anno uno stile decisamente rinnovato

LA  STORIA DELLO SCI  IN  ITALIA

L'uso degli sci é il più antico mezzo di locomozione inventato dall'uomo, prima ancora della ruota. Un'incisione rupestre all'isola di Rodoy in Norvegia databile nel 3000 a.C. raffigura uomini che hanno ai piedi degli sci. A confermare questa scoperta, in una torbiera di Hoting in Svezia, ne sono stati rinvenuti un paio in ottime condizioni di conservazione databili 2500 a.C.
Ma l'invenzione  dello sci e insieme della slitta, affonda nella preistoria e sembra proprio che la colonizzazione dell'America sia avvenuta proprio con gli sci ai piedi.
Alcuni grandi esploratori e storici (Luther, Nansen) studiando le origini degli sci,  fanno risalire questa invenzione nella zona della Siberia e della Mongolia. Precisamente nella  zona degli Altai.  Fu qui che si formarono - prima della fine dell'ultima era glaciale - due correnti migratorie:  una verso la Manciuria e proseguendo attraverso lo stretto di Bering ghiacciato entrarono nell'Alaska poi in Canadà colonizzando il continente; mentre l'altra dirigendosi a ovest attraverso la Siberia sarebbe pervenuta nei paesi scandinavi sul Baltico.
Non dimentichiamo che si possono percorrere con gli sci dai 300 ai 400 chilometri al giorno. Il record é del   finlandese Rantenen con 401,28 km. Quello femminile detenuto da Kainulaisen é invece di 330 chilometri. Attualmente il primato mondiale - realizzato il 2-3 febbraio 1996 all'ultima edizione della "24 H di Andalo" appartiene a Martin Planker, con 440,6 km. Qui non dobbiamo dimenticare l'impresa dello stesso Nansen che nel 1888 in 39 giorni raggiunse la Groenlandia, la attraversò interamente e raggiunse la baia di Baffin (America). 

La teoria di Luther e di Nansen è avvalorata  dal rinvenimento di questi attrezzi (sci e racchette)  nelle tribù athabasca del Canadà che hanno una straordinaria somiglianza a quelle in uso nelle popolazioni arcaiche in Islanda, in Finlandia, in Lapponia ed infine dopo aver fatto il giro del mondo rinvenute proprio  nel nord-est asiatico  in  Manciuria e nella punta estrema della Siberia.
Una saga norvegese narra che il paese venne occupato circa 8000 anni fa da un popolo di sciatori venuti dal nord-est. Mentre una cronaca della Cina Manciù,  nella regione di Mukden (nello Shen-Yang)  nel 1000 a.C. narra l'incontro di un gruppo di cacciatori  con delle assicelle di legno con la punta ricurva fissate ai piedi con dei lacciuoli, che scivolavano velocissimi sulla neve come il vento aiutandosi con due bastoncini.
Luther ha pure scoperto nell'arcaico alfabeto cinese un ideogramma che significa e indica un preciso attrezzo: la  "tavoletta per scivolare".

Veri specialisti degli sci (dato l'ambiente) furono però  i Lapponi; circa 2000 anni fa calzavano uno sci lungo e sottile, quasi come quello attuale nel piede destro, mentre nel sinistro ne calzavano un altro più corto con sotto una pelle di foca,  usato per appoggiarsi e darsi la spinta  (come il monopattino). 
Questo particolare mezzo di locomozione era ancora in uso in Lapponia fino all'inizio del nostro secolo.

Una cronaca Norvegese ancora del 1200 narra che in una famosa battaglia (quella di Isen) i soldati calzarono gli sci.

Ma é tre secoli dopo che in Svezia inizia la vera leggenda dello sci. Re Gustavo I di Vasa, convinto di aver perso la guerra contro i Danesi fuggì verso la Norvegia, mentre i suoi sudditi ritornati alla riscossa  avevano ripreso in mano la situazione nel paese. Due di loro per dargli la bella notizia e farlo tornare indietro, per raggiungerlo,  percorsero senza mai fermarsi 89 chilometri.
(In memoria della leggendaria "galoppata" nel 1923 é stata istituita la famosa Vasa-loppet).

Il primo manuale-trattato di sci che si conosca (come si fabbricano e come si usano;  insegnandolo perfino con delle illustrazioni) è quello di un vescovo svedese Olaus Magnus, che però pubblica il volume a Roma  rientrando in Vaticano  nel  1555. Rimase una bizzarria e nulla più.
Una mostra di sci lapponi si svolse invece in una Fiera Commerciale nel 1636 a Worms, ma anche qui molti dei visitatori presero quelle assicelle come una stramberia degli  uomini delle nevi, attrezzi di primitivi.

In Norvegia gli sci usati  abitualmente in tutto il medioevo,  possiamo benissimo immaginare che qualche sfida era avvenuta, ma la prima vera gara tipicamente sportiva avvenne nel 1843 a Tromso in Norvegia. Diciassette anni dopo nel 1860 il re di Norvegia organizzò una vera e propria competizione ufficiale  a Oslo,  mettendo in palio la coppa Holmenkollen. Leggendaria manifestazione anche questa che da allora è ripetuta ogni anno.
Da notare che a  Christiania (vicino ad Oslo) vantavano già dal 1833 uno Sci Club. Il primo del mondo.
Anche se si contende il primato  il più ufficiale Trysil Club,  fondato nel 1861.

Nel 1888  una grande impresa che entusiasmò il pubblico di tutta Europa. Un certo NANSEN (già citato all'inizio)  direttore del museo di Bergen; con i soli sci ai piedi compì  la traversata della Groenlandia, da Umivick a Godthahro; in 39 giorni.

Prima della diffusione in Europa centrale lo sci conobbe una sua fortuna dal 1854 in poi in  Canadà, nel Nevada e ai confini della California tra i cercatori d'oro; indubbiamente fra di loro c'era qualcuno proveniente dai paesi nordici europei che nella circostanza li usò e li   diffuse; ma lo sci rimase  circoscritto in quelle zone, anche se sappiamo che i postini della zona usavano gli sci per recapitare la posta in quelle immense e isolate innevate contrade fino al 1900.

Nelle valli alpine italiane gli sci invece arrivarono con moltissimo  ritardo,  salvo una zona molto limitata della Carnia per una singolare circostanza: in questa zona nella Guerra dei trentanni partecipò un gruppo di soldati scandinavi,  che alla pace di Westfalia del 1648 rimasero in Carnia  trapiantandovi così questo costume che non fece molta presa sui nativi, anche perchè grandi distese di terreno innevato come nei paesi nordici non ce ne sono; i valligiani indigeni che volevano imitarli alla prima discesa ruzzolavano, e sappiamo tutti,  quanto bisogna insistere senza scoraggiarsi per stare in piedi con gli sci. I montanari rinunciarono subito pensando che quelli erano "diavoli", già nati con gli sci ai piedi, quindi inutile insistere a volerli imitare.

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L'Italia dovrà aspettare più di due secoli, e per merito di un altro "diavolo", "el diau".

L'ing. ADOLF KIND (Coira 1848 - Bernina 1907) Svizzero, di antica origine Walser, arrivò a Torino nel 1890. Vi aprì una fabbrica di lucignoli incurante della diffusione delle lampadine alimentate dalle centrali idroelettriche che Giovanni Giolitti disseminava in tutto il Piemonte.
Ma Kind ci interessa per la sua intraprendenza, non tanto industriale quanto sportiva. Di ritorno da uno dei suoi viaggi, un giorno del 1897, portò infatti con sé dalla Svizzera    (qui esistevano già  artigiani che già firmavano addirittura i propri sci) ) un paio di ski di frassino marca JAKOBER , il cui uso Kind illustrò nel salotto di casa agli sbigottiti amici, poi cominciò a portarli a Bardonecchia, ed esibendosi con grande abilità nei pendii  insegnò loro  i primi rudimenti.
Facciamo notare che aveva già 50 anni!

Conquistò gli amici. Dopo pochi anni  questa comitiva di festosi temerari  era già un gruppo affiatato. Un Club di "skiatori", poi l'italianizzato "scivolatori", infine  "sciatori".
Il 1897 sembra essere, quindi, l'anno della nascita ufficiale dello sci  in Italia (fino allora chiamato ski). Conquistato questo  gruppetto di giovani ardimentosi e randagi della montagna tra le quali la principessa Maria Josè , Kind e compagnia incominciano a recarsi abitualmente nella stagione invernale sui monti alla conquista del Cugno dell'Alpetto, sopra Giaveno, allora collegata a Torino con due ore di una sbuffante vaporiera chiamata "Menelik".
Si dice che i montanari che per primi videro quell'uomo scendere leggero, skivolando sulla neve, rosso in viso e con una fluente barba bianca, scapparono gridando spaventati: "el diau, el diau".
Un buon diavolo però, dalla cui passione per la montagna nasceva in breve il....

21 dicembre 1901 lo Ski Club Torino, il primo d'Italia.

Come in molti altri documenti o libri che parlano della storia dello sci in Italia risulta che quello di Torino è erroneamente indicato come primo sci club ufficialmente fondato in Italia. Dopo ricerche ed accertamenti anche la F.I.S.I. ha potuto appurare che, anche solo per pochi mesi, lo SCI CLUB PONTE NOSSA è stato fondato il 1° ottobre 1901 quindi in data antecedente allo SCI CLUB TORINO, ufficializzando tale riconoscimento con una targa consegnata il 1° novembre 2002 durante la manifestazione SKI PASS a Modena.

Nel 1902 nasceva a Milano, nel 1903 a Genova.

Finalità delle benemerite società era quella di "diffondere e agevolare questo genere di sport, già   praticato in Svizzera, Francia, Austria, Germania e Norvegia,  attraverso escursioni sui monti dell'Alta Val Susa, in particolare a Claviére, Bardonecchia, Sestriére. I milanesi in Val Formazza, Val Vigezzo ecc.
Nel giro di pochi anni i soci erano moltissimi e le gite domenicali regolari.
Anche l'esercito si era presto reso conto delle potenzialità belliche degli ski, organizzando campi per skiatori con il III Alpini di stanza a Bousson, sotto la guida dell'attento gen. Zavattari e del Conte Cibrario.(By, C.A.D.)

Nel 1909 queste prime società di simpatizzanti disputarono il loro primo campionato italiano. A vincere la combinata salto, fondo e discesa non poteva che essere  (lui morto nel 1907) che il figlio dell'ing.  Kind, Paolo,  "un diau" anche lui.

Nel 1913 infine viene fondata la Federazione Italiana Sci; nel 1920 prese il nome abbreviato di FIS, e nel 1930   FISI (Federazione Italiana Sport Invernali) quando allo sci si aggiunsero altre specialità, come lo slittino e il bob.

Nello stesso anno 1930, nata la Federazione Internazionale, alle classiche prove di fondo e discesa si aggiunse nella  gara del 27 febbraio 1930, lo Slalom Speciale.
I due padri di questa specialità,  un britannico, sir LUNN e l'austriaco SCHNEIDER. La prima gara  in mezzo ai paletti, a Murren nell'Oberland Bernese.

LE OLIMPIADI

Nel 1908 alle Olimpiadi erano state ammesse solo le gare di pattinaggio e Hockey. Molti tra gli   organizzatori del CIO non ne volevano sapere di introdurre gli sci ai Giochi. Dopo la guerra 1915-18,, la polemica durò ancora per altri tre anni, fin quando in forma autonoma nel 1921 furono varati i primi giochi olimpici invernali a Chamonix.
Solo nel 1924 ebbero la cittadinanza olimpica; "a  titolo di prova" dissero al CIO,  non ancora convinti.
Poi nel 1936 lo sci alpino entrò a far parte del programma Giochi che si svolsero  a Garmisch-Panterkirchen.

Unica edizione dell'anteguerra, con una sola classifica; il vincitore doveva vincere 
Discesa e Slalom a punti (una specie di combinata).
Dopo l'interruzione della guerra le Olimpiadi invernali ripresero nel 1948 a Saint-Moritz.
In quelle successive del 1952 a Oslo venne introdotto lo Slalom Gigante.
Nel 1988 a Calgary, altra novità,  il Supergigante.

La Coppa del Mondo venne istituita nel 1967.