Yerma

di Federico Garcia Lorca

 

 

 

 

 

 

Yerma 

Giorgia Cerruti

Juan    

Lucio Bosco

Victor  

Enrico Ivaldi

Le mujeres      

Luisa Accornero, Rosy Santalucia, Cristina Fasolis

Maria    

Michela Carbone

   

Musiche a cura di:

Beppe Fasolis

Luci:

Franco Rabino

Trucco:

Francesco Martinetto

   

Regia:

Enrico Ivaldi

 

 

GARCIA LORCA

Scrittore, musicista, poeta, disegnatore, Garcia Lorca fu una delle più eclettiche e discusse personalità della Spagna sconvolta dalla guerra civile, di cui fu vittima. Egli fece parte di quella straordinaria fucina di idee, animata da grande fervore per l'arte e da straordinario impulso creativo, conosciuta come “Generazione del '27”, insieme ad artisti quali Luis Buñuel e Salvador Dalì.

Imprescindibile dalla sua vita e dalla sua feconda attività di scrittore e drammaturgo è la sua condizione di omosessuale che, se da un lato contribuì a renderlo inaccettabile alla Spagna dell'epoca, dall'altro lo aiutò a tratteggiare le straordinarie figure femminili della produzione teatrale in età matura. Altra costante di queste opere è l'Andalusia, presente non come mero luogo geografico, ma occulta protagonista nel dramma della sua immobilità sociale fatta di costumi rigorosi e dure leggi che rendono vana ogni speranza di ribellione.

 

Yerma (1934), è forse l'opera di Lorca che rivela la maggior penetrazione nella psicologia e fisiologia femminili.

Tragica parabola di una donna cui è negata la gioia della maternità, La figura di Yerma diviene presagio di una psicologia estranea all' uomo.

I dialoghi tra Yerma e la vecchia pagana, la ricerca del segreto della fecondità, i commenti maliziosi delle donne, tutto questo mondo intensamente femminile costituisce una splendida cornice di credenze e sentimenti popolari circa la sessualità e l'erotismo nella “donna madre”. Il tema della maternità frustrata viene veicolato in Yerma attraverso immagini poetiche che abbracciano l'azione drammatica dell'opera; queste immagini poetiche sono archetipi che oltrepassano i simboli individuali della realtà contingente per toccare una dimensione universale, e la totalità dell'azione drammatica che culmina in tragedia acquisisce  carattere di mito.  Marito e moglie sono archetipi nella loro azione procreatrice: Yerma è la Madre-Terra e Juan è il Dio del Cielo; si capisce quindi che qualsiasi interpretazione fisiologica circa la sterilità dei protagonisti è irrilevante.

L'atto della Creazione può essere descritto come la penetrazione del principio dello spirito nella materia, ma Juan, modello di Dio del Cielo, fallisce nel suo tentativo.  Yerma è quindi chiara manifestazione del dualismo lorchiano, che appare anche nell'uso di simboli quali l'acqua fecondatrice in contrapposizione a quella stagnante, o il latte del seno femminile ad indicare maternità in contrapposizione alla sabbia simbolo di secchezza e aridità.

 

Note di regia

La riscrittura del testo, ridotto per problemi relativi al grande numero di personaggi , e le prime letture hanno evidenziato la sostanziale importanza del simbolo nel teatro di Garcia Lorca ed il grande uso che ne viene fatto. La scelta registica è stata dunque da subito mirata all’analisi dei simboli usati ed al loro trasferimento in scena, nonché al tentativo di concretizzare in modo visibile e comprensibile  tutta una serie di emozioni e di sensazioni che gli stessi simboli evocavano.

Questa impostazione è visibile innanzitutto nella scelta quasi iconoclastica dei colori dei costumi, che fanno da contrappunto alla neutralità della scenografia, volutamente non ideata per formare un luogo definito, ma sfondo universale dove tutti agiscono.

Grande attenzione è stata posta nella scelta e nell’uso degli oggetti di scena, che impegnano gli attori quasi mai lasciandoli liberi, diventando peso, fardello, ma anche segno distintivo della loro identità.

Gli attori, in scena, lavorano molto, spostano pesi, portano luci, dispongono fiori; l’idea registica è quella di offrire allo spettatore una serie di chiavi aggiuntive per assorbire ciò che accade sul palco, una sorta di rappresentazione visiva ed emozionale che viene offerta contemporaneamente al testo recitato.

Ne risulta uno spettacolo che è si dramma, ma nel contempo rappresentazione del dramma, che ferisce nel profondo e insieme guarisce, lasciando al pubblico sensazioni confuse ma viscerali, forse incomprensibili, evitando comunque la grevità del testo, che al momento degli applausi  è già volato via.

Un grazie a  Sergio Brumana, Maurizio Scarpa, Nicola Coluccello

 

Esigenze tecniche

Carico luci: 10 Kw

Dimmer: 1 blocco con 12 ingressi oppure 2 blocchi accoppiati da 6 ingressi.

Mixer Luci: 12 ingressi con 12 canali regolabili sdoppiati (12 + 12).

Fari: 11 fari da 1000 W ciascuno; 4 posizionati su 2 piantane o stativi frontali; 6 su due lati del palco su gabbia o supporto a 50 cm. dal suolo; 1 frontale a terra.

Tutti i fari devono essere forniti con bandiere e portagelatine.

Impianto audio: adeguato al luogo delle rappresentazione con mixer audio ad almeno 4 ingressi e lettore di CD.

Costo indicativo dello spettacolo: Euro 750 a titolo di rimborso spese.

Durata: 70 minuti

   

                         

Le foto di questa pagina sono di Manzato e Poggi

 

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