Dalla missione diocesana   -  Lettera agli amici, luglio – agosto 2005

 

Vedere ciò che é visibile, può essere facile.

Ciò che da' senso alla vita é tentare sempre di vedere l’invisibile.

Cercare e tendere sempre verso ciò che ci sta davanti, senza volgersi indietro

 

 

Il tempo sta passando velocemente, anche se qui in Brasile c’é una percezione e concezione del tempo e degli avvenimenti che sono molto diversi dalla nostra mentalità europea – occidentale.

In Europa, in Occidente, il tempo la fa da padrone, il tempo é denaro, guadagno, lavoro...

Il tempo determina e condiziona tutta la nostra vita e persino i nostri affetti.

A tal punto che ci ritroviamo con una vita impoverita e senza tempo, perché il tempo scompare dentro ai nostri desideri e alla nostra fame e sete di cose, unicamente preoccupati di soddisfare i nostri desideri e di organizzare la vita in sintonia con i desideri stessi.

Un indigeno dell’Ecuador ammonisce: “Voi occidentali che dominate il mondo, avete organizzato la vita secondo quello che desiderate. Avete sognato fabbriche gigantesche, palazzi enormi e altissimi, macchine sofisticate...

Avete costruito tante automobili quante sono le gocce d’acqua del mare...

Adesso,  cominciate a comprendere che, in realtà, il vostro sogno é un incubo.

Affinché la vita possa continuare e perché voi possiate continuare a essere uomini, dovete insegnare ai vostri figli e nipoti, a sognare un sogno nuovo e differente”.

Qui, in Brasile, nella vita e nel cuore della gente più semplice e normale, il tempo é a servizio dell’uomo, il tempo é per me, per la mia comunità, per il mio lavoro, per la mia famiglia, per i miei affetti, per la mia vita...

Qui é davvero  un’altra vita, un’altra storia, un’altra Chiesa...

Per fortuna e per grazia di Dio!

Qui tutto é complesso, variegato e multicolore, con molte facce, molte domande e pochissime risposte.

Noi occidentali, invece, abbiamo ridotto il complesso al semplice.... Abbiamo risposto a tutto... Abbiamo semplificato il mondo, la storia, gli uomini, al fine di controllare meglio la situazione e poterla cosí gestire a nostro piacimento e secondo i nostri calcoli.

É ciò che ha fatto la scienza moderna, a partire da Newton, Copernico e Galilei...

Abbiamo voluto semplificare e parcellizzare la realtà, il mondo, la storia, il tempo, la vita, con l’intento di controllare ogni singolo aspetto della realtà e dell’universo e poterli cosi incasellare, manipolare e temporalizzare.

La struttura basica dell’universo é complessa, perché tutto sta in rapporto con tutto.

Tutto coesiste e interesiste con tutti gli altri esseri dell’universo.

Realtà e sogno, necessità e desiderio, storia e utopia, avvenimento e idea, radicamento e apertura, corpo e anima, potere e carisma, religione e fede, caos e cosmo, sistema chiuso e sistema aperto.

Per noi occidentali, che abbiamo inventato e vissuto la modernità, non é facile ritrovare queste radici complesse, originarie e originanti, presi come siamo  dalla preoccupazione di studiare soltanto le rocce o soltanto le foreste o soltanto gli animali o soltanto gli esseri umani. O, negli esseri umani, soltanto le cellule, soltanto i tessuti, soltanto gli organi, soltanto gli organismi, soltanto gli occhi, soltanto il cuore, soltanto le ossa.

Da questo studio nacquero i vari saperi particolari e le varie specializzazioni.

Si guadagnò nel dettaglio, ma si perdette nella totalità.

Scomparve, o meglio si eclissò, la percezione della totalità e della complessità del TUTTO.

Noi, siamo figli della cultura greca che poi si tramutò nel trionfo della cultura scientifica, e vennero dimenticate, trascurate e disprezzate, tutte quelle culture che privilegiano concetti che raccontano la complessità di ciò che succede o la complessità di ciò che si sta facendo.

La cultura scientifica classifica rigorosamente gli oggetti della sua indagine e vuole definire i rapporti tra di loro.

La cultura scientifica si interessa soltanto di quello che accade dentro le varie classificazioni e corre cosi il rischio di perdere la visione dinamica del TUTTO.

É un’altra concezione del mondo, della storia e di sé stessi!

Anche il cristianesimo é figlio di questo orientamento filosofico e culturale, razionalista e intellettuale, le cui conseguenze negative ci affliggono ancor oggi profondamente.

Per questo tipo di cristianesimo, figlio della cultura scientifica occidentale, era sufficiente sapere che Gesù era Dio.

La stessa vita umana di Gesù, tutto il suo ministero, il suo progetto, tutto quello che fece della sua vita una STORIA, smise di essere approfondito e studiato.

Tutto fu pensato come se le circostanze e l’evoluzione della vita umana e della missione profetica e messianica di Gesù non avessero nessun valore di rivelazione, come se tutto questo fosse senza importanza per un cristiano.

Di fatto, fu solamente nel secolo XX che si iniziò a studiare la vita umana di Gesù come vita umana e non semplicemente come natura umana.

Oggi, siamo arrivati alla convinzione che per essere cristiani, non basta credere alla divinità di Gesù, ma é necessário vivere nella sequela dei passi di Gesù, seguendo il cammino che Egli stesso ha percorso in questo mondo... Cammino complesso e a volte indefinibile, come d’altronde é complessa e indefinibile la sua persona.

Per quindici secoli, né i catechismi, né la teologia, né i documenti del magistero ci hanno dato orientamenti in questo senso.

Tutto questo é già sufficiente per spiegare perché la maggior parte dei cattolici furono cosi tanto conformisti, cosi tanto inconsistenti nella loro vita in questo mondo.

Tutto il cammino di Gesù fu ridotto a un codice di dogmi in cui credere, di sacramenti da ricevere e di leggi da osservare.

Le prime generazioni cristiane ignoravano i nostri dogmi.

Per esse, molti aspetti del cammino di Gesù rimanevano nel mistero.

Non desideravano entrare in questo mistero.

Era troppo grande, troppo bello e complesso.... Rispettavano il mistero, avendo capito che l’essenziale non era SAPERE, ma VIVERE, PRATICARE, SEGUIRE l’esempio del Maestro.

Io credo che un’altra Chiesa sia possibile, più plurale, più complessa, con più unità di azione, con una bellezza identitaria più sofferta e evangélica, una Chiesa che viva nel tempo, ma che sia sempre in cammino verso l’Oltre il tempo...

Ed é per questo che anche il nostro compito di cristiani deve cambiare, deve ritrovare una nuova coscienza storica e temporale.

Stiamo uscendo dall’epoca greco – latina della cultura occidentale.

Il modo di conoscenza trasmesso dai greci ai teologi cristiani si é esaurito o si sta esaurendo.

Lungo i secoli, il pensiero e la fede si sono ricercati, integrati, congiunti, abbandonati, ritrovati.

La loro inquieta vicenda ha trovato molte e diverse dimore.

Quelle conosciute non sono le ultime... La fede ci lascia sperare che vi siano altri e nuovi percorsi.

Forse é giunto il tempo di fare il cammino inverso.

Invece di cercare nuovi dogmi, dobbiamo ridurne il numero e tornare all’indefinitezza del mistero primitivo.

Invece di cercare di sapere di più a riguardo della “natura delle cose di Dio, a riguardo dell’essere”, forse é giunto il tempo di concentrare la nostra attenzione sull’agire.

Sapendo come agire, possiamo lasciare in disparte l’aspetto teorico del sapere delle essenze!

La vita é misteriosa e Dio é misterioso. ..É preferibile e più comprensibile parlare di Dio in maniera “simbolica”e “poetica”, piuttosto che in maniera abilmente razionale.

La stessa teologia non é altro che un discorso umano su Dio, ma non é la conoscenza di Dio.

La verità non sta nei concetti, nelle definizioni, ma nella complessità della vita realmente vissuta, nei gesti e nelle scelte dentro il cammino sempre incerto verso il Regno di Dio.

Cresce, giorno dopo giorno, la convinzione che ci troviamo a vivere in una società che sta cambiando, che sta evolvendo, seppur a volte in modo contraddittorio.

La società rigetta e rifiuta le strutture di base del suo passato, ma ancora non sa riconoscere come e quale futuro costruire.

Noi cristiani, abbiamo un punto di riferimento che ci offre la luce necessaria per il futuro, come ce la offrì nel passato.

Nella vita di Gesù, sappiamo che é possibile scoprire le nuove strutture, un  nuovo modo di vivere in sintonia con il Vangelo.

Soltanto li é possibile riscoprire la verità!

La problemática attuale é cosi complessa e cosi increspata che qualsiasi cristiano lucido e consapevole, non può accontentarsi soltanto delle risposte che può trovare dentro la Chiesa e tanto meno può accontentarsi delle risposte ufficiali del magistero.

Bisogna cercare anche “oltre”, anche “altrove”.

Anche perché la AGORÁ é davvero “altrove”, e i temi di fondo non sono più “solo” cattolici, né solo “religiosi”, ma vanno oltre la religione e sono epocalmente umani.

É l’umanità il vero problema! Quale futuro per questa umanità?

Le nuove questioni vitali richiedono da parte dei cristiani, una capacità di attenzione e di dialogo che permetta alla Chiesa di cogliere e di accompagnare il profondo mutamento culturale in atto, che non va affrontato con i modelli del passato, ma attraverso qualcosa di nuovo che sta nascendo e che dobbiamo accogliere senza paura.

 

Buon cammino!

 

                                                                                                            Con affetto,

                                                                                                            Don Giuliano

 

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