Valdagno

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Stemma e blasonatura forniti da Massimo Ghirardi

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“d’azzurro, all’agnello pasquale con una piccola bandiera avente scritta la parola latina PAX, stante sopra un piccolo fiume, sorgente tra rocce” armi adottate nel XIII secolo.
Il toponimo Valdagno pare derivi da “Vallis Agnus” cioè “Valle dell’Agno” dal nome del fiume che scorre nella valle che ricorda il latino “agnus” (agnello), a sua volta richiamante la lavorazione della lana, manifattura tipica della zona già dal Medioevo.
Alcuni propongono una differente origine del nome Agno: non da “agnus” ma da “alnei” o “ulnus” cioè l’ontano, molto diffuso nell’area, corrotto poi in “agnus”.

 

 

Comune a circa 31 Km a ovest di Vicenza.

(27449 abitanti nel censimento del 1991)

Il nome deriva da "amnis", attraverso "amnius", e significa corso d'acqua. Valdagno appare citata per la prima volta in un documento del 1184 nel quale veniva data in feudo alla famiglia Trissino dal vescovo di Vicenza. Vi sorsero, su due colli che si fronteggiavano, due castelli, detto l'uno di Valdagno e l'altro di Panisacco. Il Comune di Vicenza, però, contese ben presto il feudo ai Trissino i quali, per contrastarlo, si allearono con gli Scaligeri. Nel 1291, durante la guerra con Verona, Venezia occupò Valdagno e la tenne poi fino al 1340. Nel 1377 fu saccheggiata da Bernabò Visconti e nel 1404 tornò a far parte dei domini veneziani. Dal 1434 al 1439 fu occupata dai Visconti, ma fu riconquistata a Venezia da Gian Giorgio Trissino. Tra il 1510 e il 1514 subì distruzioni da parte delle milizie di Massimiliano I in occasione della guerra della lega di Cambrai.
Ha dato i natali a Gaetano Marzotto (1820-1910), pioniere dell'industria laniera alla quale si deve lo sviluppo del centro.
Marzotto ampliò l'azienda fondata dal padre Luigi nel 1836. Ne affidò poi la direzione al figlio Vittorio Emanuele (1879), che ampliò ulteriormente l'attività costruendo la filatura di Maglio di Sopra. In seguito Gaetano, figlio di Vittorio Emanuele, sviluppò ancora di più l'azienda, contribuendo anche all'ampliamento di Valdagno e a iniziative di carattere assistenziale.

Due le ville importanti: Villa Valle ora Marzotto e Villa Gaianigo.

Lo sviluppo socio-economico di Valdagno, e per riflesso della zona su di esso gravitante, è dipeso dalle vicende economiche e dalle capacità imprenditoriali della Società Marzotto dal secolo scorso ad oggi. Da un paese di fondovalle si è arrivati ad ottenere un centro urbanisticamente valido in una area altamente industrializzata, fra le più dinamiche della regione. Il primo stabilimento laniero fu impiantato nel 1836 da Luigi Marzotto e da allora il progresso industriale ha gradatamente determinato un complesso produttivo la consistenza dei settori tessili del quale (della lana e delle confezioni) ricopre l'80% circa di tutta la struttura industriale del Comune. Il sistema economico, oltre che sul suddetto settore portante, si basa su un'altra quarantina di imprese di piccola dimensione (fino a 50 addetti) e di quasi trecento aziende a livello artigianale (meno di 10 addetti) operanti nei vari settori. Fra essi quelli di maggior rilievo sono il meccanico, della lavorazione del legno, l'alimentare e delle costruzioni. Importanza economica ha pure il settore commerciale che svolge una buona funzione di supporto alle attività produttive. Esso comprende quasi 600 aziende, di cui alcune contano più di 10 dipendenti, operanti nei vari settori merceologici e nei vari tipi di servizio. Particolarmente sviluppati sono gli esercizi pubblici, con oltre un centinaio fra alberghi, ristoranti e bar. Sviluppate sono pure le altre attività terziarie con più di 200 aziende che offrono una completa gamma di servizi. L'agricoltura, come si può constatare in ogni grosso centro industriale, svolge un ruolo che è comunque importante, ma con un peso economico limitato rispetto alle altre attività. Un dato indicativo può essere quello degli addetti all'agricoltura, censimento del 1971, che risultano meno del 5% rispetto a tutte le forze di lavoro occupate in Valdagno.

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