Nove

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Comune a circa 18 Km a nord di Vicenza

(4698 abitanti nel censimento del 1991).

Nel 589 una disastrosa alluvione del Brenta cambiò il corso del fiume presso Marostica e Cartigliano; una parte del terreno che prima era di Cartigliano passò a Marostica, che lo cedette a mano a mano a chi volesse fabbricarvi case, che furono dette appunto nove. Il vocabolo "nova", dal quale pure può trarre l'origine, significa terreno da poco ridotto a coltura.
Nel 1339 Alberto e Mastino della Scala donarono a Marostica alcuni possessi nella zona di Nove; secondo alcuni storici le donarono le Vegre delle Nove.
Comunque da questo periodo il paese restò legato alla vicinissima Marostica. Nel 1606 (secondo alcuni storici nel 1602) se ne separò; nel 1631, però, non essendo in grado di reggersi da sola, chiese ed ottenne di esserle riunita; nel 1701 la si trova di nuovo separata, ma per breve tempo. Nel 1796 Nove divenne del tutto indipendente. Il 16 novembre 1796 nei suoi pressi Napoleone combattè contro gli austriaci.

Due le ville più significative: Villa Machiavello ora Carlesso e Villa Remondini.

L'arte della ceramica Diffusa fin dal secolo XV, si mantenne ad un livello abbastanza modesto fino al '700. All'inizio di questo secolo, Giovanni Battista Antonibon vi introdusse la lavorazione delle maioliche. Suo figlio Pasquale perfezionò l'industria introducendo, verso la metà del '700, le porcellane dure di Sassonia e procurandosi abili artisti fin da Dresda; il più valente di essi fu Giovanni Sigismondo Fischer. Nel 1763 il Senato veneto gli rilasciò la licenza di fabbricazione della porcellana e nel 1784 egli cominciò a produrre anche terraglie di tipo inglese. Più tardi Giovanni Maria Bacin introdusse l'uso di fabbricare terraglie fini, uso che si diffuse ben presto in tutte le fabbriche del paese e portò i loro prodotti a far concorrenza alle consimili manifatture estere. L'officina Antonibon rimase attiva fino al 1825. Pur essendo il territorio di entità modesta, le risorse economiche sono buone perchè l'attività prevalente è rappresentata da una solida e tradizionale struttura artigianale, con qualche piccola industria in espansione. Numerose sono le imprese della ceramica artistica. In loco viene inoltre lavorata da qualche impresa la terra refrattaria. L'agricoltura occupa solo il 7% delle forze di lavoro operanti nelle varie attività.


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