Tania - Esuli ed Ornitorinchi
Definizione di fiaba: un fatto remoto che è assunto a mito. Ecco sono in una fiaba reale, una villa dell’entroterra veneziano, che diede alloggio a ricchi e agiati possidenti terrieri. Sembra che nessuno la conosca, ma la sua storia, come succede per la Costa Azzurra, è un melange di elementi passati e futuri a partire dall’epoca assai poetica in cui nacque questa vasta zona di depositi padani (qui, fino a qualche decina di secoli prima, c’era acqua), la cui fertilità permette persino la coltivazione delle angurie. Tra amene campagne e laboriosi – loro malgrado – mezzadri, c’erano queste ville-faro di un mare della tranquillità. Oggidì, nel Veneto, arrivano i Rolling Stones e Bill Gates a fare compere importanti, ma, in occasione di un G8, anche il Presidente degli Sati Uniti Ronald Regan (o era Bill Clinton), dormiva in queste ampie stanze, in una località assai oscura, Zerman di Mogliano Veneto, in cui si erge Villa Condulmer, a mezza via tra le scenografie oniriche dei video musicali di gruppi francesi anni ottanta, ed un film imprecisato, in costume ed a basso costo, che esibisce domestiche disponibili all’iniziazione dei pargoli di Buona Famiglia. Ci sono capitata per vari motivi, nessuno dei quali mi pento, ma, da antica fan di band di culto, devo citare la modernità del luogo: ci vennero a celebrare una “reunion” il celebri cantanti alternativi Japan, però col nuovo nome del “Corvo dell’albero della pioggia” – mentre la sciccosa Sade Adu, coerentemente con la magia del Condulmer Studios (una facility di registrazione audio in libero affitto), ci registrò il suo disco più bello. Qualche anno prima, leggendo una nuova interpretazione di Cappuccetto Rosso, mi resi conto di quanto gli ambienti inducano la fiaba, che potrebbe accadere altrove, ma la suggestione di boschi e valli forse ispira l’uomo al comportamento paramitologico. Le interpretazioni sui mostri e sulle creature soprannaturali sono divergenti, ma qualcuno – ad esempio Arthur Asa Berger, un sociologo statunitense - dice che la sconfitta del mostro, come in S. Giorgio ed il Drago, è la capitolazione del potere da parte della sollevazione popolare o eroica. In questi termini il potere, ovvero il suo abuso, possono assumere anche aspetti più elusivi, come nel maniaco-lupo della citata e popolarissima fiaba – che i cartoon americani hanno posto in secondo piano (un cortometraggio con tre porcellini dal sesso volutamente ambiguo), o nelle arti della magia nera. Sono arrivata e mi sono iscritta ad una palestra, per conoscere gente indigena. Poi ho sbirciato la varietà multietnica, un cambiamento che testimonio da 15 anni, come se fosse una novità, ed infine ho notato commossa quanto queste zone siano pittoresche e suggestive nella mistura tra ipermercati, e tramonti rosso rosso. Qui insomma, ci sta perfettamente un curioso elfo – come nei personaggi del commovente “Lunario” di Magnus – che all’imbrunire annusa il circondario, e traccia la mappa delle tagliole per volpi. Verrebbe da chiedere cosa significa un paesaggio del genere, e credo che nel Raviola sia una forma poetica per stigmatizzare l’uomo scarpe grosse e cervello fino, che vive il bosco: ancora una volta. La storia del mito – che procede da Omero al fumetto, fino alla categoria “trance” dei moderni videogiochi da consolle – promuove uno scenario dell’umanità un po’ limitato, nell’eterno conflitto tra Potere ed Eroe, ovvero la persona che incarna le qualità necessarie per riconsegnare il controllo della mia vita a me stessa. Sarebbe corretto chiedersi se l’Eroe – ed anche il Potere, perché no? – siano qualcosa di estraneo alla nostra esperienza di vita, come fossimo osservatori passivi che attendono un Unto … come sappiamo il Re dei Re venne con altri destini, che non comandare Davidicamente coi testicoli del nemico per trofeo, ma è plausibile che tutti noi si sia un Eroe, ed anche il Potere, in alcune occasioni della vita, senza che questo sia eclatante: se lo siamo spesso è facile che se ne faccia una professione, ma quando sappiamo nel nostro cuore che è avvenuto spontaneamente, e senza qualche mito del passato CAPITOLO SETTE: IL PIANETA QUOTIDIANO Zerman, luglio 2010
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