Trevinano è stato sempre un centro cosi piccolo e lontano dalle grandi 
vie di comunicazione, che ben di rado ha costituito oggetto di 
particolari brame da parte dei potenti; e tuttavia, trovandosi proprio 
al confine tra zone in perpetuo contrasto tra loro per il predominio 
su questi territori, ha subito lungo i secoli varie vicende e passaggi 
dall'uno all'altro padrone, dall'uno all'altro feudatario. 
Non è facile raccogliere notizie significative sul suo passato; 
d'altra parte questi cambiamenti di padrone non significavano gran che 
per la povera gente: cambiavano i suonatori, ma la musica era sempre 
la stessa. 
Abbiamo la certezza che il nostro territorio (non il paese...) 
fu abitato dagli etruschi, il misterioso popolo che per sei o sette 
secoli, da circa il 1000 a.C., sviluppò la sua raffinata civiltà su 
vaste zone soprattutto dell'Italia centrale, ed ebbe in Chiusi, Orvieto, 
Bolsena, Vulci e Tarquinia alcuni dei suoi centri di maggiore sviluppo.
 
Si ritiene che Proceno derivi il suo nome da Porsenna, il famoso re di 
Chiusi nemico di Roma, il quale appunto nei boschi intorno a questo 
paese sarebbe scampato per un pelo dalle zanne di un cinghiale, 
durante una battuta di caccia. Anche il nome "Trivinano" sembra 
di origine etrusca. 
Della presenza degli Etruschi nella nostra zona sono rimaste, 
dopo circa 2500 anni, alcune testimonianze:urne cinerarie,frammenti 
di vasellame rinvenuti nelle vicinanze di Castelluzzo, Trasecco e 
Campocane. Purtroppo gli oggetti sono stati rivenduti a incettatori, 
senza sottoporli a esame scientifico. 
Il ritrovamento più importante si ebbe nell'anno 1885, quando vicino 
al podere Castelluzzo furono rinvenute undici tegole con scritte 
in lingua etrusca, raccolte prima nell'atrio del castello e in seguito 
trasferite nel museo etrusco di Perugia. 
 Si trattava, comunque, di piccole comunità piuttosto povere, 
a giudicare dalla modestia dei reperti. C'è anche da notare che 
Trevinano costituiva l'ultimo lembo della lucomonia di Chiusi a sud, 
poiché con il Paglia iniziava la zona dipendente dalla lucomonia di 
Vulci con Proceno e Onano, mentre ad est si estendeva quella di Vulsini
(Orvieto) che abbracciava anche i territori di Acquapendente, 
Grotte di Castro (Tiro?), S. Lorenzo e VaI di Lago. 
Assolutamente nulla sappiamo di Trevinano e del suo territorio durante 
il periodo romano e per tutto il basso medioevo, se non quel poco 
che si riferisce all'intero comprensorio aquesiano e procenese. 
Dopo la vittoria dei Romani a Veio, nel 396 a.C., Roma prende il 
sopravvento sulle città etrusche e tutto il nostro territorio 
diventa romano. 
Durante questo periodo viene costruita la via Cassia con il ponte 
sull'Elvella a Centeno, e inizia il disboscamento di vasti territori. 
E' probabile che amministrativamente la nostra zona abbia continuato 
a dipendere da Chiusi, rimasto anche sotto Roma importante come sede 
di Prefettura e, in seguito, come Diocesi. 
Ma il "castello di Trivinano", il piccolo centro abitato, quando e come
incominciò ad esistere? Da chi fu costruito? E' difficile rispondere 
a queste domande, perché mancano i documenti. Si può solo azzardare 
qualche ipotesi. Se già in epoca etrusca, come abbiamo visto, 
esisteva un piccolo insediamento a Castelluzzo, forse con qualche 
sistema difensivo e locali per la raccolta e la conservazione delle 
provviste, può darsi che anche in periodo romano tale "piccolo castello"
esistesse ancora; Castelluzzo, quindi, sarebbe più antico di Trevinano,
che sarebbe sorto molto più tardi, precisamente al tempo di Carlo Magno
che consolidò in tutto il suo impero il regime feudale: 
qualche suo "vassallo" fu "investito" con l'assegnazione di questi 
territori ancora quasi interamente ricoperti di fitta vegetazione, 
e su questo colle, qualche decennio prima dell'anno 1000, fu costruito 
il primo nucleo abitato, debitamente munito di adeguate difese, 
a presidio della strada che dalla Cassia saliva e proseguiva, 
dividendosi presso la località oggi detta Trevinanvecchio, verso Chiusi 
a sinistra e a destra verso la strada "perugina", con la quale si univa
all'altezza della nostra "Monaldesca". 
E' anche possibile che il primo nucleo abitato e fortificato sorgesse 
nella zona dove esiste attualmente il predio denominato 
"Trevinanvecchio", che avrebbe cosi conservato nel nome il ricordo 
di questo primitivo insediamento; ma tale ipotesi non trova nessuna 
conferma in alcuna pur minima traccia di questo ipotetico villaggio. 
Quanto al nome, chi può dire da che cosa derivi? 
Forse da "Trivio", dato che qui la strada si divideva? Non sembra 
probabile, trattandosi di strade assai secondarie; può essere, invece, 
che il nome sia di origine etrusca, come molti altri della zona. 
E' impossibile, comunque, conoscerne il significato. 
La dizione "Trivinano" si trova sempre nei documenti redatti in latino 
e nelle antiche carte topografiche; qualche volta in queste viene 
indicato come "Trevignano" (Luca Holstenio, pittura murale della 
Galleria del Palazzo Apostolico Vaticano -1632; Blaeu 1665; 
De Rossi -Luilier 1669, Salmon 1757). 
In altre topografie viene indicato con il nome "Triviano" 
(Bellarmato 1570, Kaerius 1602), ma evidentemente si tratta di errori 
dovuti alla poca notorietà del luogo.