L'intervista
Intervista al Maestro Ming Wong C.Y. a cura di Gaetano Ruvolo
Domanda: Come si chiama lo stile di Tai
Chi Chuan che insegni?
Ming Wong: Tai Ki Kung , stile Chang Sam Fung.
D.: Che differenza c'è tra Tai Ki Kung e Tai Chi
Chuan?
Ming Wong: È una differenza di pronuncia, legata però
a fattori storici e geografici. Gli americani quando videro per la prima volta
i cinesi praticare quest'arte la chiamarono shadow boxing, "lotta
con le ombre". Quando ha cominciato a diffondersi in Occidente è
diventato famoso con il nome Tai Chi Chuan, così come veniva
pronunciato a Nanchino, caratterizzato da una forma marziale, di 85, 88 o
108 movimenti. Ora si sta diffondendo la pronuncia più esotica di Tai
Ji Quan, secondo il nuovo modo di traslitterare i caratteri cinesi in
voga a Pechino. La forma legata a questa dizione è detta "la forma
breve di Pechino", ed è composta da 24 movimenti. Si tratta di
una versione semplificata, a metà tra la danza e la ginnastica, facile
da imparare e praticata da molti in Cina, anche a causa della riscoperta di
questo esercizio da parte delle autorità cinesi. A Canton si pronuncia,
invece, Tai Ki Kung , e ci si riferisce allo stile originario di Chang
Sam Fung, composto da 64 movimenti, divisi convenzionalmente in "Padre,
Madre e Figli".
D.: Quale è l'origine storica del Tai Ki Kung ?
Ming Wong: Ci sono due origini diverse: l'origine del Tai Ki,
che si potrebbe tradurre come "energia, forza vitale" (ki), "suprema"
(tai), è l'origine stessa dell'universo. È difficile tradurre
un termine come ki perché la parola energia vuol dire molte cose, ci
sono molti tipi di energia: elettrica, meccanica, idrica, e così via
ed uno non sa più di cosa parla. Questo ki, questa forza vitale,
esiste a vari livelli, dal più alto, lo "spirito", al più
basso, gli elementi e la materia. Ma questo non vuol dire che si tratti di
due cose diverse o rigidamente separate: esiste un collegamento tra tutti
i tipi di energia, quest'ultima anzi viaggia continuamente dall'alto in basso
e viceversa. Microcosmo e macrocosmo sono uniti e concatenati proprio da questa
forza in costante movimento. Così nel Tai Ki Kung , kung
vuol dire "lavoro". I movimenti del Tai Ki Kung servono
a collegare il singolo individuo dapprima con il proprio corpo, mettendo in
relazione le varie parti tra loro con un movimento circolare che parte dal
basso e va verso l'alto, poi con i compagni, con il maestro, con la catena
dei maestri, con la natura circostante, con i cinque Elementi che la compongono,
con il sole, la luna ed i pianeti, con la via lattea ed infine con l'universo,
il Tao, il tutto. Tutte queste diverse sfere di relazione spazio-tempo sono
concatenate tra loro come delle ruote dentate che, girando, mettono in moto
tutto il meccanismo. Nel Tai Ki Kung di Chang Sam Fung la parte denominata
"Padre", che precede la "Forma" ("Madre e Figli")
è caratterizzata dal movimento circolare o rotatorio che si imprime
dolcemente alle giunture, sciogliendo le articolazioni ("I Nove Cieli")
e facendo così fluire il ki che si trovasse a ristagnare nelle varie
anse del corpo sottile e di quello materiale.
Il movimento parte dai piedi, dalla parte scura del corpo, la più lontana
dagli occhi e sale lentamente sino a giungere alla punta delle dita, la parte
più chiara e visibile. Salita quindi sino al "Cielo alto"
(i piedi rappresentano il "Cielo basso"), l'energia viene riportata
verso il terreno da una serie di movimenti che simboleggiano la discesa dell'energia
verso il basso: la creazione del mondo materiale, come nelle figure della
montagna, le nuvole, gli animali, gli insetti, gli uomini. Il "Padre"
viene anche chiamato "Cielo" (le nove articolazioni del nostro corpo
sono infatti chiamate "i nove Cieli") e "Tempo". La nozione
di Tempo non è facile da comprendere con la mente, e la pratica del"Padre"
serve proprio ad entrare ed uscire dal "Tempo" con tutto il corpo
nei suoi tre aspetti fondamentali: corpo fisico (il Maiale), energia (il Cavallo)
e mente (la Scimmia). Il "Padre" viene spesso ritenuto un esercizio
noioso, sempre uguale, non bello a vedersi e apparentemente poco importante,
mentre è la pratica fondamentale del Tai Ki Kung . La noia che
si prova a volte è una esperienza di misura del tempo; durante la pratica
un'ora può sembrare lunghissima o nemmeno percepibile, a seconda delle
circostanze.
D.: L'origine storico mitologica del Tai Ki Kung viene fatta
risalire di solito a Chang Sam Fung, eppure tu ne parli come di una cosa molto
più antica.
Ming Wong: Chang Sam Fung ha sistematizzato il Tai Ki Kung
unendo diversi movimenti, dall'origine molto antica, che venivano praticati
da maestri taoisti sulle montagne della Cina. Uno di questi movimenti è
quello chiamato Siu Kao Tin ("nove piccoli Cieli"), di cui
abbiamo già parlato, chiamato anche Kao Lun Kun ("potere,
o lavoro, di nove ruote") e fa riferimento alla concatenazione di queste
nove sfere spazio temporali collegate ai nove piccoli Cieli del corpo umano,
la sue nove giunture. A questi movimenti Chang Sam Fung ha unito quelli dei
cinque Elementi nelle loro manifestazioni terrene (nuvole, montagne, animali)
ed i movimenti più "sociali", quelli della "Madre"
chiamati Sab Sam Sae ("tredici movimenti fondamentali") ed
i "Figli", Kao Zi Lin Uan Kin ("nove Figli continuamente
in movimento"). Questa sistematizzazione è rimasta tale nello
stile che pratichiamo noi ora, mentre ha subito mutamenti nel corso dei secoli,
quando alcuni maestri hanno preferito dare maggiore importanza ad alcuni aspetti
della pratica piuttosto che alla sua totalità. Spostandosi dalle montagne
alla pianura, muovendosi quindi verso una dimensione più sociale, il
Tai Ki Kung si è sviluppato in forme più marziali, che
puntano soprattutto al combattimento, o quelle che insistono maggiormente
sull'aspetto di danza o ginnastica. Insomma in questa frammentazione di stili
si è persa la visione globale del Tai Ki, per puntare verso gli aspetti
che possono suscitare un interesse ed una soddisfazione più immediata.
La parte del "Padre", definita noiosa, non viene infatti più
praticata da alcuna altra scuola, mancando di quelle caratteristiche di bellezza
proprie della "Madre" e di marzialità proprie dei "Figli".
D.: Il Tai Ki Kung fa parte di un insegnamento più vasto?
Ming Wong: Chang Sam Fung ha sistematizzato i movimenti che noi chiamiamo
ora Tai Ki Kung per mostrare più chiaramente il movimento dello
Yin e dello Yang e qual è il loro rapporto. Taluni indirizzi dietetici,
ad esempio, sono interamente costruiti sulla contrapposizione tra Yin e Yang,
ma con una visione statica che non coglie il mutamento insito e continuo in
queste due forze. Si finisce così per avere una lista di cose da fare
e non fare, il bianco e il nero, i buoni e i cattivi. La visione taoista del
mondo, sintetizzata nel confronto tra Yin e Yang è più ampia,
e si collega direttamente a tutte le manifestazioni della natura e della vita,
senza i limiti di una ideologia classificatrice.
D.: Esistono regole e rituali precisi nell'insegnamento di Chang Sam
Fung?
Ming Wong: Esistono sia regole che rituali che servono ad aiutare il
praticante a compiere il cammino suggerito da Chang Sam Fung e dagli altri
alchimisti taoisti.
D.: Si tratta di insegnamenti segreti? Come vengono impartiti?
Ming Wong: Come per altre culture, anche nel Taoismo gli insegnamenti
più "interni", che si riferiscono all'essenza più
profonda dell'individuo, non godono di particolare pubblicità e sono
protetti da quel alone di banalità che maschera talvolta la "semplicità"
degli insegnamenti più profondi. La gente desidera in genere ottenere
una soddisfazione veloce, tangibile, dalle cose che fa e non si accontenta
di insegnamenti dove, come nel Tai Ki Kung , il maestro può
ripetere gli stessi movimenti per dieci lunghi anni senza mai spiegare o parlare
di quello che fa, se non, a volte, con qualche frase vagamente simbolica e
sibillina. Mi raccontava ,un mio allievo che anni fa viveva in India un maestro
di Yoga non famoso, che insegnava ad una ristretta cerchia di studenti pratiche
che risultavano invece, dai libri che questo mio allievo consultava, come
molto elevate. Questo ragazzo di Milano chiese a quel maestro di studiare
con lui ed entrò a far parte della cerchia dei suoi allievi. Il maestro
però diceva poco o nulla, e non solo a lui; quello che riusciva a sapere
il nostro studente doveva strapparlo a fatica dai suoi compagni più
anziani. Il maestro si limitava a sorridergli quando lo incontrava e a domandargli
se avesse dormito e mangiato bene. Dopo un po' di tempo questo ragazzo, sempre
più meravigliato dal comportamento del maestro, chiese agli altri allievi
quale fosse la ragione di tale domanda sempre uguale e questi, ridendo, gli
spiegarono che la cosa più importante per un uomo era quella di trovare
l'armonia nelle azioni più semplici eppure più basilari della
sua esistenza, quali il dormire ed il mangiare, appunto. In questo il Taoismo
assomiglia allo Zen, non tanto quello moderno, più ritualizzato, quanto
quello originario, in cui il maestro stimolava l'allievo ad aprirsi al presente,
alla vita che scorreva intorno a lui. Così il maestro taoista poteva
mostrare in silenzio i movimenti del Tai Ki Kung o viaggiare con i
suoi allievi, come semplici turisti, segnalando a volte qualche aspetto particolare
del paesaggio, commentando lo stile architettonico di una casa o di un tempio,
oppure interrogando i suoi allievi su fenomeni naturali quali la forma dei
rami di un albero, il movimento di un animale, la struttura di una conchiglia.
D.: Che differenza c'è tra il Taoismo e le altre grandi religioni?
Ming Wong: Delle altre grandi religioni si può dire che sono
espressione, più o meno diretta e riuscita, degli insegnamenti di un
maestro particolare, quale Buddha, Gesù, Maometto. Nel Taoismo non
esiste un maestro che si chiami Tao, ma tante testimonianze diverse di maestri
che si rifanno ad una visione comune e globale della vita e dell'esistenza.
Ogni individuo poi, in base alle proprie capacità di comprensione,
afferra quello che può di questa visione, e questo spiega le mille
sfaccettature del Tao, il cui senso reale e profondo rimane tuttavia non chiaro,
difficile da afferrare.
D.: Si parla molto di alchimia taoista, ma in realtà se ne sa
poco.
Ming Wong: Quando si parla di alchimia o alchimisti si pensa subito,
in Occidente, agli alchimisti medievali che cercavano di trasformare in oro
sostanze meno preziose. Le parole in Occidente hanno meno significati di quelle
cinesi, sono più precise e delimitano maggiormente un concetto. Le
parole cinesi sono più ampie di significato, così la parola
alchimia in Cina, oltre a ricordare la ricerca della pietra filosofale che
caratterizza gli alchimisti europei e che costituiva una parte della pratica
degli "alchimisti" taoisti, vuole anche significare i processi di
trasformazione interni dell'individuo, nell'ambito del corpo e della sua Energia,
il ki del Tai Ki Kung . Più generalmente la parola alchimia
simboleggiava la ricerca della conoscenza, che avveniva soprattutto attraverso
le esperienze e gli "esperimenti" dell'individuo.
D.: Quante volte si dovrebbe, idealmente, praticare il Tai Ki Kung
e vi sono delle ore migliori per praticarlo?
Ming Wong: L'ideale è quattro volte al giorno, come facevano
i maestri taoisti sulle montagne. Noi, però, non abbiamo tutto quel
tempo a disposizione e dovremmo praticare quando e quanto possiamo, a seconda
delle circostanze. Sarebbe molto importante farlo almeno una volta al giorno,
tutti i giorni. Quanto alle ore migliori, ci sono quattro momenti ideali per
la pratica. I due più importanti sono dalle 11 alle 13 e dalle 23 all'una
di notte, ovvero a cavallo di mezzogiorno e mezzanotte, quando cambiano lo
Yin e lo Yang. Gli altri due momenti importanti sono l'alba e il tramonto.
D.: Quando hai iniziato a praticare Tai Ki Kung e chi sono
stati i tuoi maestri?
Ming Wong: Ho iniziato a cinque anni, dietro suggerimento del mio bisnonno,
che, come ho poi saputo, era un importante maestro e praticante taoista. Ho
cominciato per gioco e poi mi sono appassionato. Non ho praticato solo questo
stile, che è poi quello insegnatomi dal mio bisnonno, ma tra i dodici
ed i ventidue anni ho praticato un po' tutti gli stili di Tai Ki Kung
, e le relative forme marziali, con diversi maestri. Questo senza abbandonare
mai lo stile di Chang Sam Fung che continuavo a praticare da solo fino a quando
ho incontrato il mio principale maestro, Men Tou Zi, che era stato allievo
del mio bisnonno e che insegnava lo stesso stile.
Men Tou Zi aveva fama di grande maestro e questo gli permise di richiamare
molti studenti intorno a sé, il cui numero si è via via assottigliato
fino a ridursi, a causa della pratica ripetitiva e poco spettacolare, a poche
unità, dalle molte centinaia originarie. Tradizionalmente, prima di
iniziare lo stile Chang Sam Fung, si pratica per tre anni esclusivamente la
posizione della montagna, che serve a rinforzare le radici del corpo, sino
a quando si riesce a mantenere tale posizione per tutta la durata di un bastoncino
di incenso. Raggiunto questo stadio si può iniziare la pratica del
"Padre" e, dopo dieci anni, iniziare qualche movimento della "Madre".
Finalmente, dopo altri dieci anni si può dire che si sta cominciando
ad imparare qualcosa. In Occidente questi tempi sono improponibili, la vita
è estremamente accelerata e nessuno avrebbe la pazienza di percorrere
il cammino tradizionale.
D.: Cosa pensi degli studenti occidentali?
Ming Wong: Generalmente hanno più difficoltà degli studenti
orientali a rilassare l'attaccamento al proprio "io". Gli orientali
sono più morbidi, gli occidentali un po' più rigidi. Inoltre
gli occidentali sono più emotivi, ma questo può essere un vantaggio,
perché se si appassionano alla pratica sono più motivati a superare
gli ostacoli che si possono presentare, mentre gli orientali di fronte agli
ostacoli hanno un atteggiamento più passivo, sono più pronti
a lasciarsi andare. Inoltre, in Occidente accade spesso di vedere degli studenti
che dopo una fase iniziale di impegno spariscono per un po' di tempo. Una
volta superato il momento di rigetto della pratica riappaiono più motivati
di prima. In Oriente, di solito, se uno studente abbandona la pratica, lo
fa definitivamente, almeno con quel particolare maestro.
D.: Quali sono i tuoi prossimi impegni?
Ming Wong: Continuare la normale attività di insegnante di Tai
Ki Kung e di medico tradizionale cinese.