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(PICCOLO VIAGGIO NEL MONDO DYLANIATO)

 

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DYLAN DOG

TIZIANO SCLAVI

GROUCHO MARX

L'ISPETTORE BLOCH

LORD H.G. WELLS

MADAME MARIA TRELKOVSKI


CHI E' DYLAN D0G ?

Dylan Dog, l' "Indagatore dell'Incubo", fa capolino fra le riviste delle edicole italiane ad ottobre del 1986. L'Italia di Bearzot ha rimediato una figura barbina al mundial calcistico del terremotato Messico, la legge Gozzini si prepara ad aprire le porte del carcere a migliaia di delinquenti "non redenti" e Tafkar Dulson si trasferisce in una nuova casa, in attesa di frequentare la quinta classe elementare. Insomma, i tempi sono abbastanza grami e paiono maturi per qualcosa che scuota un ambiente un po' immobile.

Quel "qualcosa" è stato senz'altro "Dylan Dog", albo della Sergio Bonelli Editore che narra le avventure spesso sovrannaturali di un giovanotto di trentatré anni dalle morbide e insieme spigolose fattezze di Rupert Everett, Dylan Dog per l'appunto, inglese di Londra, la cui abitazione e studio è sita nell'ormai mitica Craven Road, al numero sette per l'esattezza: quale, fra le tante "Craven" della capitale britannica, non si sa; ma è lì, ineluttabile da ormai tredici anni.

L'Indagatore è assistito da tal Groucho Marx, sosia perfetto del famoso comico anni '30, che cerca come può (benissimo - dicono i lettori -; malissimo - dice Dylan) di spezzare la tensione che sovente si crea durante le indagini condotte dal protagonista.

Di DD si sa poco e quel poco è avvolto nel mistero: sappiamo che suo padre era un medium fra i migliori (mentre lui ha solo un "quinto senso e mezzo" che talvolta ci azzecca, talvolta ci azzecca no), che una volta era poliziotto, che ha smesso di farlo per amore di una irlandese, che ha avuto un passato da alcolizzato perso. Ma anche queste informazioni tendono a confondersi e a rimescolarsi: così, si scopre dopo cento numeri che il padre vero è il depositario di due anime scisse in due individui, la parte buona esiliata per 666 anni su un pianeta sperduto, la parte cattiva incarnata dal Diavolo (o meglio, da una sua rappresentazione, poiché Satanasso è un vero dilettante al suo confronto), e sua madre non è che uno zombie di cui si innamora; in occasione del primo decennale dalla sua nascita, poi, scopriamo che il motivo per cui Dylan è diventato un alcolizzato (e, successivamente, un ex alcolizzato) è collegato all'amore impossibile per un'affascinante terrorista irlandese.

L'universo dylaniato è popolato da un campionario vastissimo di mostri, intesi nel senso originario della lingua latina: "monstrum", fenomeno, diverso, spesso neanche malvagio. E così abbiamo gli zombie (i più citati nell'intera serie), Jack lo Squartatore, caterve di psycho-killers ognuno con la sua storia di perdizione o redenzione, lupi mannari, fantasmi e deliri, messaggi subliminali e costrizioni mentali, vampiri, golem, mostri delle caverne e mostri delle fogne, demoni e angeli, zone del crepuscolo e mad doctors, esperimenti sulla mente e dimensioni parallele, maledizioni e banshee, folletti e gnomi, giganti e mondi di fantasia. Ma c'è anche la gente normale, ognuna con le sue fissazioni e le sue virtù: impiegati e datori di lavoro, hippie e gentlemen, scaricatori di porto e intellettuali, prostitute e casalinghe, neri e bianchi, britannici e immigrati, ricchi e poveri, arrivisti e altruisti.

Molte sono le donne che, di storia in storia, si avvicendano con velocità e puntualità nel letto a due piazze di Dylan: bionde, more, rosse, ragazzine, coetanee, affascinanti quarantenni e (una volta) donne decisamente mature. Per lo più si tratta di strepitose incantatrici, spesso cedono come pere cotte al fascino del bel tenebroso, alle volte sono combattive come guerrieri e dure come sassi, altre ancora si dibattono fra mille dubbi, pure capita che siano maritate o vedove inconsolabili. Insomma, ce n'è per tutti i gusti e per Dylan "basta che respirino".

Migliaia di cognomi, migliaia di personaggi che intrecciano le loro esistenze con quelle dell'Indagatore, talora compagni di sventura, talaltra infidi e imprevedibili scorpioni. E' raro che ricapitino dalle parti di Craven Road, perché incombe su di loro una morte violenta, o un fato particolarmente distratto li porta per altre vie. Ma alcuni sono diventati presenze fisse, o quanto meno ricorrono abbastanza usualmente: fra i primi, abbiamo il simpaticissimo lord H.G. Wells, solo omonimo del giornalista americano autore di capolavori quali "L'isola del dottor Moreau", e in possesso di una cultura enciclopedica, spesso utile alle indagini dylaniate; la veggente (ultra ?) centenaria madame Maria Trelkovski, in perenne contatto con gli spiriti dell'Aldilà; l'ispettore Bloch, mentore e amico di Dylan, sempre afflitto dal timore di perdere una pensione che meriterebbe, per come affronta casi inestricabili e poco "normali"; Jenkins, poliziotto croce (pesantissima) e delizia (minima) del succitato Bloch, un emulo di Groucho senza l'arguzia del secondo; fra i secondi, meritano la citazione Xabaras, il demone-stregone-mad doctor che perseguita Dylan con la promessa di uno scontro finale, che puntualmente verrà; Morgana, l'ingenua e voluttuosa zombie che quasi scorda la sua non-morte per innamorarsi di Dylan; Anna Never, attrice distratta (o sarebbe meglio dire catastrofica); il dottor Samuel Bronsky, psichiatra dalle idee piuttosto aperte; il professor Hicks, abitante-custode della Zona del Crepuscolo; il dottor Hicks, mad-doctor per eccellenza; Hamlin, proprietario di un negozio di bric-à-brac soggetto a repentine scomparse; la Morte, amica dolce e terribile di Dylan; il rabbino Allen, fonte di saggi consigli; Kim la strega dell'Ovest e il suo gatto nero Cagliostro, vincolati da un segreto rapporto di padronanza-servitù; Godfrey, potente medium indiano; l'Uomo dai due volti, demone direttore della sezione burocratica dell'Inferno; Jamais Nonplus, stregone voodoo temibile e rispettato; Whitty Davies, scrittore di fantascienza con un passato di contatti con gli alieni; Johnny Freak, il mezzo-uomo che ha diviso il popolo dylaniato fra "commossi" e "anti-melensaggini"; il dottor Christopher Killex, ricercatore folle della sede dell'anima.

Accade sovente che Dylan Dog si sposti da Londra, per lo più per recarsi nei sobborghi o nella vecchia, cara e nebbiosa campagna inglese, raramente per sbarcare sul Continente o per traversare l'Oceano Atlantico: infatti, soffre di mal di mare, e dell'aereo non si fida perché dev'essere la magia a permettere che certi bestioni si mantengano per aria.

Oggi Dylan Dog ha quarantanove anni... o dovrebbe averli, visto che le sue avventure seguono il trascorrere del tempo, ma pare ci sia stata una sorta di tacita risoluzione da parte dello staff tecnico nel senso di mantenerne i tratti fisici fissi ai trentatré originali. D'altronde, fra la numerosa schiera di disegnatori che di volta in volta si sono succeduti nell'illustrare le storie soltanto il maestro Tacconi ha reso un Dylan abbastanza in linea col sopravvenire delle rughe... peccato che, fra un suo albo e l'altro, trascorra molto tempo, e che finora abbia contribuito assai poco.

Fra gli sceneggiatori, se eccettuiamo il "papà" Tiziano Sclavi (che comunque, anche nei periodi di riposo, necessari per ricaricare le pile che un personaggio complesso come Dylan consuma, mantiene sempre un ruolo di direzione), i più proficui si sono ad oggi rivelati Claudio Chiaverotti, che però pare essere passato a tempo pieno a curare le vicende del suo Brandon D'Arkness, e Pasquale Ruju, poliedrico doppiatore televisivo (è il dottor Rick Bauer nella soap-opera "Sentieri") che si è fatto valere abbastanza presto, seppure a mio giudizio con storie poco originali e spesso contestate dai "puristi" della serie. Ma meritano di essere ricordati anche Paola Barbato, sempre più sorprendente con le sue storie angosciose; Mauro Marcheselli, che da un po' di tempo a questa parte si è sacrificato sull'ara della Dylan Dog Horror Post; il visionario Gianfranco Manfredi, che ha regalato ai lettori una angosciosa storia in due parti piena di ragni per tutti i gusti; Luigi Mignacco, che alcuni ricordano per simpatici divertissements come "I conigli rosa uccidono".


CHI E' TIZIANO SCLAVI ?

Felice, ma anche preoccupato, per il successo che il suo Dylan Dog, unico (più che raro) Indagatore dell'Incubo, ha riscosso presso il pubblico giovanile e non, Tiziano Sclavi ha sempre avvertito la responsabilità che gestire un personaggio a volte scomodo, quale sa essere l'ex-sosia di Rupert Everett, comporta. D'altronde, come non capirlo ? Le cifre relative alla tiratura che serie inedita, ristampe, superbook e altri albi hanno inducono a definire il fumetto bonelliano come un fenomeno senza confronti e precedenti, anche oggi che sono passati tredici anni da quell'uggioso giorno in cui un nuovo eroe fece comparsa in edicola. Un fenomeno di costume, certo, ma non solo. Migliaia di articoli, ben distribuiti fra fanzine del ramo e quotidiani autorevoli; gli "Horror Fest" a Milano, che hanno conosciuto fino all'ultima edizione un notevole afflusso di pubblico; merchandising a non finire, diritti cinematografici, campagne sociali col volto rassicurante e un po' malinconico di Dylan a campeggiare sulle pareti delle nostre città. Diciamola tutta: è un fumetto superiore a qualsiasi tentativo precedentemente compiuto nel campo dell'orrore.

Ma parliamo di Sclavi, una buona volta: nato a Broni (Pavia) il 3 aprile 1953, ha dunque 46 anni. Pubblica articoli e racconti sul Messaggero dei Ragazzi nel 1971, nel 1973 approda con lo pseudonimo di Francesco Argento al Corriere dei Ragazzi, dove scrive racconti gialli, raccolti un anno dopo nel volume intitolato I misteri di Mystère (ed. Bietti). Seguono sceneggiature anonime per la serie Gli Aristocratici di Alfredo Castelli, il romanzo Film (col suo vero nome) e un breve giallo a puntate (come Argento). Ancora, racconti gialli e fantascientifici sulla terza pagina di Stampa sera; nel 1975 si firma Argento per l'ultima volta col romanzo horror Un giorno di sangue; continua le collaborazioni anonime o firmate, e bisogna dire che oramai è divenuto oggetto del desiderio per le case editrici. Nel '76, redattore tuttofare per il Corriere dei Ragazzi, cura Altai e Jonson, serie animata dal pennello del maestro Giorgio Cavazzano, imbastita sulle avventure di due detective; sempre per il Corriere, finchè tale proficuo impiego durerà, altre storie come Archivio Zero e Bizzarro; e non dimentichiamo gli articoli per i periodici del Corriere della Sera, nessuno escluso.

Con l'agonizzare del Corriere dei Ragazzi, in un periodo particolarmente critico per il fumetto italiano, Tiziano passa al Corriere dei Piccoli e aumenta le collaborazioni. Giornalista professionista, è estremamente poliedrico, passando dai quiz per i giovani telespettatori di Rai Uno ai libretti editi da Coccinella e alla fantascienza di Guerre Terrestri (Rusconi, 1978).

1978: l'anno dell'incontro col vulcanico e frenetico Sergio Bonelli, dell'omonima (e famosa) casa editrice. A partire da due anni più tardi, cioè dal 1980, Sclavi sceneggia vari episodi di Zagor, Ken Parker, Mister No, Kerry il Trapper e via dicendo. Nel 1984 dirige la rivista Pilot per quindici indimenticabili numeri. Ma è ancora presto per il fumetto "d'autore", così si preferisce un ritorno alle serie popolari. A questo punto Tiziano ne propone una che verta sull'horror, lui che è appena reduce dalla pubblicazione del suo Mostri, per i tipi delle edizioni Camunia. E' così che nasce Dylan Dog: contraddistintosi sin dagli esordi per la rilevante presenza di una "regia" (le sequenze iniziali de L'alba dei morti viventi dà questa forte e indelebile impressione), il fumetto tratta delle "anormali" indagini che, al prezzo di cinquanta sterline (di recente aggiornate a cento) al giorno più le spese, l'inglese Dylan Dog svolge per conto di chi sia tanto saldo di nervi da resistere all'agghiacciante e straziante urlo di dolore (o di minaccia, chi lo sa ?) che lo accoglie quando preme il tasto del campanello al numero 7 di (una delle tante) Craven Road in Londra.

Insomma, un autentico e rivoluzionario fenomeno di cultura e costume è "Dylan Dog", come ho detto all'inizio. Ma anche qualcosa di più. Basta chiederlo alle centinaia di migliaia di appassionati sparsi ai quattr'angoli di Italia per rendersene conto.


CHI E' GROUCHO MARX ?

Chi è ? Be', Dylan lo definisce "assistente, amico e rompiscatole personale", ma anche in molti altri modi, peraltro difettosi di originalità. Perchè alla fine l'impressione che il cliente, colpevole solo di aver osato suonare a quel folle campanello - che proprio Groucho volle, per illustrare a suo modo la sua idea di "indagatore dell'incubo" - e di essersi visto aprire la porta da un tizio baffuto e occhialuto altrettanto folle, ne trae è quella di un individuo estremamente gioviale e amante della vita, quasi incapace (ai limiti dell'infermità di mente, suggerisco io) di lasciarsi abbattere dall'inesorabile crudeltà del fato umano. Proprio il contrario del suo capo Dylan, che é uomo come ognuno di noi (difficile instaurare una stabile relazione amorosa con lui, spesso narcisista e preoccupato del tempo che passa) e che come tale non può sottrarsi alle impertinenti, più che salaci, battute che l'assistente gli rifila sulle sue facoltà mentali, per niente soggiogato all'idea che un capo sia essere superiore al dipendente. Anche perchè Dylan non lo paga, e raddoppiargli la paga sarebbe assolutamente inutile, così come minacciare di levargliela... tanto quei due matti sono sempre in bolletta sparata...

Insomma, Groucho è il massimo della simpatia, è onnipresente (tranne quando serve, e questo sovente crea problemi di non poco conto per il suo capo), fantasmagorico, un autentico gigante del nonsense. A volte, quando la tensione è così insopportabile che si spera non duri (checchè ne dicesse Oscar Wilde in L'importanza di essere Ernesto), sembra lui il vero eroe e Dylan la sua spalla. A proposito, particolare da poco: è la fotocopia sputa...cchiata del grande Groucho Marx, folle raggio di sole co(s)mico nel sonnolento e grigio scorrere degli anni Trenta del secolo appena trascorso; ha la sua andatura, il suo stile nell'abbigliarsi, il suo eloquio a volte trabordante e insidioso, il suo aspetto fisico... anche se è probabile che i baffi siano finti e che da un momento all'altro possa cambiarsi... in Tom Cruise, per esempio.

Assistente, dunque; in realtà mitraglia-barzellette, come già detto. Il suo unico momento eroico è quando lancia la pistola a Dylan Dog, quasi sempre scarica. Un'ultima notazione: scarsa propensione alle relazioni sessuali, anche se in questi ultimi anni si è rifatto (pur non potendo competere con quella macchina auto-da-fè che è Dylan).


CHI E' L'ISPETTORE BLOCH ?

Dopo tanti anni, i lettori di "Dylan Dog" ci sono abituati, appare inevitabile insomma: dove c'è Dylan, c'è anche l'ispettore Bloch a fargli da "sponda": certo, voluminosa; certo, seriosa. Ma bisogna dire che l'Indagatore spesso e volentieri ha bisogno del "vecchio": perché lo tiri fuori dai guai (nei quali si intestardisce a cacciarsi), perché gli apra (per liberarlo) le porte del carcere, perché soffra a botte di svenimenti al posto suo ogni qual volta sulla scena di un delitto gli ettolitri di sangue si sprecano (e in un fumetto dell'orrore è normale, no ?).

Resiste ad un mestiere da cani e spesso crudele grazie ad una scorta di antiemetici che sicuramente ha fatto la ricchezza di chi li fornisce in quantità industriale a Scotland Yard; è un uomo malinconico, triste anche quando scherza (e non scherza dal '48), ombroso e nostalgico dei "bei tempi", spesso tenero come un orso, e perciò necessario a condire la storia di quell'umanità che gli orrori dylaniati sembrano aver dimenticato. Di lui si sa pochissimo, neanche il nome, nè tanto meno particolari della sua privacy, non è sposato e forse la parte più bella della sua vita è quando sta al lavoro. Ma è certo un essere umano come tanti, pur non essendo - come tanti - vittima delle proprie paure e dei propri timori.


CHI E' LORD H. G. WELLS ?

Lord Herbert George Well fa la sua prima apparizione risale all'albo n. 5, "Gli Uccisori". Si tratta di un Pari di Inghilterra, ricchissimo, di intelligenza inarrivabile, conoscenze e interessi praticamente sconfinati: informatica, magia, cibernetica, mitologia celtica, teorie economiche, storia, filosofia... Oltre alla storia d'esordio, il suo dotto aiuto è determinante anche in "La casa infestata", "Ai confini del tempo", "I killer venuti dal buio", "La Fata del Male", "Il Signore del Silenzio", "Sogni", "Incontri ravvicinati" ed altri ancora. 'Piuttosto', 'piuttosto anzichenò' e 'anzichenò' sono le sue esclamazioni tipiche.

Inventa il rilevatore di energia negativa ('bad-detector'), è assistito da audioanimatroni, dai Sette Nani a Betty Boop, fino ad allestire una squadra di "sè-stesso", discernibili dall'originale veramente con difficoltà. II più delle volte va in giro curiosamente abbigliato (quasi sempre in canotta e boxer), riscuote col gentil sesso un successo notevole, come testimoniano le procaci compagne con cui gli capita di essere sorpreso da Dylan, che lo consulta ogni volta che la storia si ingarbuglia terribilmente: per giustificarsi, cita materie astruse per le quali starebbe impartendo "ripetizioni" alle suddette maggiorate.

Il suo rapporto con Groucho è tutt'altro che idilliaco: nonostante l'assistente perda inevitabilmente le staffe, lord Wells si ostina a chiamarlo "maggiordomo" e a considerarlo la "servitù" di Dylan. Ma pare che, a partire dal penultimo albetto "Dylan Dog presenta: Groucho !", fra i due la relazione stia migliorando.


CHI E' MADAME

MARIA TRELKOVSKI ?

La prima partecipazione a DD della più grande veggente d'Inghilterra, la "medium che va al maximum" secondo l'acuta ridefinizione di Groucho, risale all'albo n. 25 della serie regolare, "Morgana", quando, insieme alle amiche Glenda e Dora e allo scrittore Crandall Reed (forse lo stesso creatore di mondi paralleli di "Storia di Nessuno" ?), coinvolge l'Indagatore dell'Incubo in una seduta spiritica.

Donna di età indefinibile, è spesso latrice di funesti eventi. Possiede una rarissima copia delle "Vaticinationes Inutiles", scritte dall'Uomo dai due volti per una speciale edizione di "Giochi senza frontiere". A lei Dylan ricorre praticamente ogni volta che deve vedersela con qualche anima particolarmente inquieta. In un'occasione ("Inferni") ha motivo di lamentarsi del giudizio dell'uomo, per averla convinta ad architettare una finta seduta, che si conclude con una sonora presa in giro.

Soventemente, usa dire che Dylan le tira "barili" al posto di "bidoni". In "Frankenstein !" presenta sua nipote Diana all'Indagatore, il quale - aspettandosi chissà quale "carampana" - si ritrova invece una bella figliola, che impalma tempestivamente.

Il suo spirito-guida è Akhemon. Anche Kim la strega è sua nipote.

Be', questo è quanto. Prosegui pure il tuo tour nel sito !