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STORIA DI ROMA



LA REPUBBLICA

La dittatura di Silla
(82-79 a.C.)

 

Le liste di proscrizione - La repubblica fantoccio - Le riforme sillane - Silla si ritira




Le liste di proscrizione

La dittatura di Silla passò alla storia per la ferocia. Nel biennio 82-81 a.C. Silla formò le cosidette liste di proscrizione (tabulae proscriptiones): erano delle liste nelle quali lo stesso Silla si produceva in un elenco di persone da eliminare, dichiarandole fuori legge e possibili di uccisione.
Il metodo era dei più brutali, un classico delle dittature più efferate: si dice che le liste avessero gettato nel terrore chiunque, compresi gli amici, che probabilmente non erano esclusi da qualche arbitraria menzione.

Silla condannò subito 40 senatori e circa 1.600 equites. Le esecuzioni avvenivano sul posto, dove il condannato si trovava al momento. I capi d'accusa erano fittizi o pretestuosi: una semplice conoscenza con alcuni oppositori, la presunta ospitalità a presunti nemici di Silla, e così via. Paralizzati dal clima di terrore, nessuno osava contrapporsi all'orgia di sangue.
Silla, Crasso e lo stesso liberto di Silla, Crisogino, beneficiariono in particolare delle uccisioni dei più ricchi notabili (erano in molti fra quelli proscritti) per inglobare il loro patrimonio. Stesso meccanismo fu allargato a tutti i suoi uomini di fiducia.

Silla affrancò poi 10.000 schiavi fra i puoi forti e abili, a suo tempo dichiarati fuori legge dai democratici, e ne fece la sua guardia personale, attribuendo loro il nome di Cornelii. Ai suoi 120.000 soldati riservò ampi appezzamenti di terra in tutta la penisola, un altro tassello nel reticolo di clientele che il dittatore stava formando nel tentativo di rendere stabile il suo potere.


La repubblica fantoccio

Silla fondò il suo potere dittatoriale rispettando giuridicamente la forma di stato repubblicana.
Visto che gli ultimi due consoli democratici erano morti, il potere passò momentaneamente nelle mani di Valerio Flacco, il senatore principe. Egli presentò ai comizi un pregetto di legge che nominava Silla dittatore a tempo indeterminato, in modo da permettergli di restituire l'ordine e il rispetto delle leggi. L'assemblea popolare, terrorizzata dalle incombenti liste di proscrizione, non osò opporsi, e in questo modo Silla divenne dittatore del tutto legalmente, in nome della Repubblica.

Di fatto, quindi, sebbene continuassero le elezioni annuali dei consoli (e lo stesso Silla fu nominato nell'80 a.C.) e sebbene tutti i meccanismi elettivi delle cariche accessorie fossero ancora in funzione, il potere supremo era sempre e comunque in mano al dittatore, che lo esercitava in nome di una legge approvata dal popolo stesso di Roma!

Ovviamente, le leggi democratiche di Cinna erano state abolite e il potere dei tribuni ridotto quasi a finzione. Essi potevano legiferare e deliberare, ma solo previa autorizzazione del senato.


Le riforme sillane

Molte furono le riforme portate a compimento da Silla. Le sue riforme miravano a costituire una nuova nobiltà e a ridare importanza al senato e ai suoi poteri.

Per venire incontro alle nuove esigenze amministrative (il territorio italico romano aveva bisogno di una sistemazione definitiva), Silla portò il numero dei pretori a 8 e quello dei questori a 20. Tutti i popoli italici furono iscritti egualmente nelle tribù: il partito democratico era stato sconfitto e non c'era più l'esigenza di combatterlo su questo versante, così Silla mise in atto le riforme che di fatto avevano scatenato l'ostilità dei democratici nei suoi confronti!

La penisola italica fu divisa in municipalità e in colonia dal sud fino al Rubicone (un corso d'acqua che scorre a nord di Rimini e sfocia nell'Adriatico). Dal Rubicone fino alle Alpi venne creata la provincia della Gallia Cisalpina, che comprendeva, oltre alle colonie e alle roccaforti romane storiche, le molte tribù galliche ormai non più ostili.

Sul fronte interno, Silla abolì la riforma giuridica di Caio Gracco e restituì i pieni poteri giudiziari ai senatori (abolendo di fatto la funzione di controllo degli equites, che vennero accorpati al senato nel numero di 300 nuovi membri). L'ampliamento del senato permetteva di eleggere nuovi rappresentanti tra i nobili in modo da rinnovare e ricostituire una classe dirigente nobiliare giovane e fedele a Silla.

Nel complesso le leggi di riforma di Silla avevano dato un minimo di stabilità all'Urbe dopo anni di sconvolgimenti politici e gettato le basi dell'assetto geo-politico penisulare che sarà poi definitivamente consolidato con l'avvento dell'Impero.


Silla si ritira

Come già detto, nell'80 a.C. Silla, pur restando dittatore, assunse anche la carica di console. L'anno successivo non presentò alcuna candidatura e si riritirò improvvisamente e del tutto inaspettatamente a vita privata nei suoi possedimenti campani. L'anno seguente, dopo essersi dedicato alla pesca e alla stesura delle sue memorie, morì di malattia.

Alcuni sostengono che il suo abbandono della vita politica fu conseguenza della sua malattia, altri invece sostengono che volle lasciare il potere all'apice del successo personale. Resta il fatto che l'influenza di Silla si fece sentire fino alla sua morte e negli anni successivi e che la sua dittatura, sebbene brutale e sanguinaria, aveva dato stabilità allo stato e alle sue istituzioni.

 



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