CUORE DI CANE
di Michail Afanas'evic Bulgakov

L'incipit
"Uuuuhhh! Guardatemi sto morendo. La bufera mi ulula il de profundis nel portone e io ululo con lei. E' fatta, sono fregato."

La storia

Siamo di fronte a un racconto di stampo fantascientifico, nonostante il tutto sia ambientanto nel 1917, a Mosca.

L'emerito professore Filip Filippovic Preobrazenskij, chirurgo ed endocrinologo, decide di effettuare un esperimento su un cane randagio trovato sotto il portone di casa.

Preobrazenskij, assistito dal fedele aiutante Bormental, decide di prelevare l'ipofisi del cane e sostituirla con una umana.

L'effetto è sconvolgente, in breve tempo il cane assume sembianze umane, perde i peli, cammina su due zampe e, soprattutto, parla!

La metamorfosi non è priva di inconvenienti. Come in "Frankenstain jr", la qualità dell'ipofisi trapiantata non è delle più eccellenti, e il cane diventa un "mezzo uomo" ossessionato dai gatti, alcolizzato, ladruncolo e molestatore sessuale...

L'esperimento è chiaramente sfuggito di mano al professore, che si ritrova contro anche il comitato degli inquilini proletari, sempre sul punto di toglierli l'uso di qualche stanza (siamo durante la crisi degli alloggi, quando i proprietari degli appartamenti più grandi venivano costretti con la forza a cederne parte ai cittadini senza dimora).

Poligraf Poligrafovic Pallini, questo il nome che pomposamente si è dato l'uomo-cane (che da cane era stato battezzato semplicemente Pallino), non ci mette molto ad aizzare il comitato contro il professore per esigere legalmente la sua fetta di appartamento.

E' così, tra un guaio e l'altro, si svolge la storia di Pallino, nel frattempo diventato un pezzo grosso dell'accalappiamento gatti.

Il finale a sorpresa è tutto da leggere.

 

Il parere di un lettore

Assieme a "Le uova fatali"," Cuore di cane"è una satira sui rischi della genetica.
La scienza si sostituisce a Dio (si veda la clonazione) e genera, se non dei mostri, pericolose deviazioni. Tutto è umano, soprattutto le vittime, meno umani i cosiddetti scienziati, qui nelle vesti di carnefici.

L'effetto comico del racconto è tutto nel rovesciamento della morale: Pallino, il quale non può che suscitare simpatia e tenerezza, nonostante da uomo si comporti come una canaglia, mette in discussione e sovverte l'ordine morale dei rispettosi scienziati, i quali però non si fanno scrupoli a tagliare il cranio a un cane per i loro esperimenti.

Se in un primo momento il Pallini uomo abbraccia la causa della rivoluzione con dispettosa foga, giusto per fare un dispetto al suo "creatore", di fronte a qualche dovere troppo fastidioso derivante dalla sua nuova condizione di cittadino (il servizio militare!), non si fa scrupoli a rifiutare pavidamente l'onere.

Pallini combatte con dignità la sua guerra contro i gatti, non si cura di nulla, rompe, rovescia, scassa, ruba e molesta, puro istinto senza morale, ai danni di quei rispettosi uomini che l'hanno fatto nascere dal nulla.

Insomma, Pallini è un uomo con il cuore di cane: l'esperimento ha partorito un essere vivente che pensa, soffre, ulula e guaisce, desidera e gioisce, non ci si poteva aspettare niente di meno da un paziente del genere, non certo la freddezza impersonale di una cavia da laboratorio.

Leggetelo, ne vale la pena!

 

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