" Cavallo e cappello, cavallo va, cavallo e sfera. Ah! Ah! Ah!"

Partenza per il Sabba (Acquaforte di Albrecht Durer)

Pronunciata questa formula magica, la strega Isobel Gowdie, della congrega di Auldearne, monta sulla sua scopa e parte in volo verso il luogo dove si tiene la grande assemblea delle streghe. Vi giunge poco dopo la mezzanotte, insieme a molte altre "sorelle". In mezzo alla radura illuminata dalle candele Lucifero riceve i suoi adepti. Anche Isobel gli rende omaggio, rinnovando così il suo voto di fedeltà. Poi i membri della congrega si raccontano gli ultimi incantesimi da loro effettutati con successo. Isobel riscuote l' ammirazione generale spiegando come ha costruito una specie di aratro usando erbe per finimenti e un corno come vomere: "All'aratro ho aggiogato dei rospi, e l'ho fatto passare più volte sul campo, pregando per il frutti della terra". Dopo l'assemblea, si dà inizio alle danze per i riti della fertilità. Le streghe danzano cantando inni di lode accompagnati dal suono di un liuto. Isobel si abbandona alla musica saltando e agitando le braccia o mimando l'atto sessuale per ottenere la fertilità della terra, degli animali e degli esseri umani. Al canto del gallo, la riunione viene sciolta. Isobel inforca la sua scopa e si alza in volo nella tenue luce dell'alba. E' il 1662, in Scozia, e abbiamo appena assistito a un Sabba.

 

Ma chi sono realmente le streghe?

Sono davvero quelle orrende megere con cappello a punta e naso a uncino che volano a cavallo di una scopa? Secondo Johann Wier, autore del trattato "De lamiis" (1577), la strega è colei  "che si crede produca malefici delle più varie specie (in virtù di un patto prodigioso, o di un immaginario accoppiamento con il demonio, per sua libera scelta o per istigazione di questi). E ciò semplicemente con il pensiero, oppure mediante maledizione, o con azioni grottesche e contrarie all'ordine stabilito: come sarebbe il far accendere il cielo di folgori improvvise, suscitare le tempeste, rimuovere le messi fertili nei campi e renderli deserti, far ammalare in maniera innaturale uomini e animali per trovare altrettanto innaturali rimedi, spostarsi in breve tempo per amplissime distanze, condurre danze con i demoni e con essi banchettare o comportarsi da succube, trasformare gli uomini in bestie, ostentare insomma mille mostruose nefandezze". Dunque donne meschine e cattive per natura, che per ottendere i loro turpi scopi non esitano a vendere l'anima al diavolo. Non dimentichiamo che la dissertazione di Wier è stata scritta in un' epoca che considerava la donna inferiore all' uomo sia fisicamente che moralmente.  Questa presunta inferiorità avrebbe reso la donna preda facile del demonio. Il "Malleus Maleficarum", uno dei trattati più completi sulle streghe, afferma che la donna è psichicamente debole e perciò facilmente impressionabile. Inoltre possiede una natura malvagia, è incline all'odio e all' ira, e per vendicarsi è pronta a rinnegare la fede e ricorrere al maleficio. Eppure è possibile dare un diverso valore alla figura della strega. Possiamo pensare alla strega come a una donna depositaria di conoscenze e poteri misteriosi, ma non necessariamente malvagia. Una donna profondamente in sintonia con la natura, il cui scopo è quello di cogliere il divino istinto nelle cose e di sfruttare queste forze soprannaturali per scopi benefici. Un po' indovina, un po' guaritrice, un po' psicologa, la strega unisce la sua conoscenza degli effetti terapeutici delle erbe e di altri elementi naturali alla suggestione del rito magico. In questo modo si appropria di un potere che, in quanto donna, non le spetta, e diventa così una ribelle nei confronti dell' autorità maschile ed ecclesiastica.  Ciò non può che generare paura. E dalla paura all' odio e alla persecuzione, il passo è breve.

(Dylan Dog, Almanacco della paura 1994)

continua.....

Una strega che ha assunto sembianze animali

(stampa Medioevale)

Incontro romantico tra strega e demonio

(da un' incisione su legno XV Secolo)