Il Lapacho è un albero originario del Brasile ma che si
è sparso in tutto il Sud-America. Non è, come molte
persone pensano, una pianta tipica della foresta pluviale tropicale,
ma si trova meglio in regioni più fresche, in alta montagna.
A parte il brasile, si trova nel Nord dell'Argentina, nel paraguay
e nelle zone montagnose della Bolivia e del Perù.
La famiglia delle Bignoniacee, a cui appartiene il lapacho, consiste
di circa 100 specie, di alcune delle quali è difficile
parlare, anche per gli specialisti. Nel Nord America, alcune vengono
coltivate come piante ornamentali. Nei paesi in cui lo spagnolo
è la lingua più diffusa, alcune varietà sono
chiamate lapacho, mentre in Brasile, di lingua portoghese, il
nome è Pau d'Arco o ipe roxo. Sono anche usati nomi come
taheebo, queschua, tabebuia. A causa dei numerosi nomi e della
forte rassomiglianza tra le varietà di genere, c'è
una notevole confusione su quale specie sia più adatta
a scopi terapeutici. Recentemente è stato deciso che la
varietà a fiori rosa-porpora proveniente dal Sud America
(Tabebuia Avellanedae) ha l'azione medicinale più forte.
Medicina popolare
Il lapacho viene usato come erba medicinale da più di mille
anni. E' uno di quesi rimedi considerato indispensabile dagli
indiani Callawaya del Brasile e dagli Incas, Secondo racconti
dell'epoca, gli incas usavano il lapacho per curare molte malattie,
comprese quelle degenerative. Anche gli Indiani brasiliani usavano
la parte interna della corteccia per un gran numero di disordini,
come infiammazione intestinale, dissenteria, febbre, mal di gola,
ferite, artriti, cistite, problemi del tratto respiratorio, morsi
di serpente e vari tipi di carcinoma.
Costituenti attivi
Centinaia di anni di esperienza hanno insegnato che la parte interna
della corteccia dà i migliori risultati terpaeutici, ma
anche la parte più esterna ed il legno contengono, in quantità
minore, principi attivi. Uno dei problemi è la variabilità
del contenuto in principi attivi, che dipende dalla varietà
e dalla parte di albero usata. Questo evidentemente spiega i diversi
gradi di successo terapeutico.
I costituenti più importanti sono 18 differenti chinoni,
comprendenti sia naftochinoni che antrachinoni, che raramente
si trovano insieme nella stessa pianta. i naftochinoni, lapachol,
b-lapachone e xiloidone sono considerati i più importanti.
Altri costituenti sono la quercetina, il lapachenolo, il carnosolo,
gli indoli, coenzima Q, alcaloidi come tecomina, acidi idrossibenzoici
e saponine steroidee(11, 27, 28).
Il lapacholo è stata la prima sostanza chimica del lapacho
ad essere ricercata approfonditamente. E' stata isolata già
dal 1882 e la formula chimica è stata definita nel 1896.
L'azione anti-batterica è stata scoperta in Brasile nel
1956 e nello stesso anno più tardi lo stesso gruppo di
ricerca ha isolato l' a e il b- lapachone e lo xiloidone; questi
costituenti hanno anche dimostrato di avere potere battericida
e fungicida (27, 28). Un numero considerevole di altri componenti
attivi furono scoperti nel 1967 all'Università di Aberdeen
(11). L'azione antibiotica, così come l'attività
antitumorale, dipende soprattutto dalla capacità del lapacholo
e degli altri naftochinoni di interferire con il metabolismo mitocondriale
dell'ossigeno, attraverso l'inibizione del trasporto elettronico
(5, 6, 14, 15, 19, 20 23, 43)
Ozono
Il lapacho cresce ad altitudini in cui poche piante possono sopravvivere
e dove l'atmosfera ha un elevato contenuto di ozono. Alcuni dicono
addirittura che l'ozono è un costituente del lapacho, ma
questo gas instabile e potenzialmente rischioso viene rapidamente
alterato. Il lapacho ha sviluppato un unico sistema enzimatico,
che il dannoso, ossidante ozono utilizza per trasformare i costituenti
specifici della pianta, attraverso un considerevole numero di
passi intermedi, in lignina, un importante costituente del "legno
". Durante queste trasformazioni sono rilasciati un buon
nunmero di "radicali liberi" e, per contrastare l'attività
di questi radicali, il lapacho ha a disposizione un potente antiossidante,
il carnosolo, che mantiene entro i limiti la quantità di
radicali liberi. Questo antiossidante è uno dei numerosi
costituenti attivi che contribuisce all'attività antitumorale
del lapacho. (10)
La pianta intera contro i costituenti isolati
La ricerca è stata intrapresa con i costituenti attivi
isolati dalla pianta lapacho. Il tempo e anche le azioni terapeutiche
delle sostanze isolate si sono dimostrate inferiori a quelle dell'estratto
della pianta in toto. Con la continua purificazione degli estratti
dei singoli costituenti si è notata una attività
declinante. Il sinergismo - cioè l'aumento dell'effetto
attraverso l'azione combinata dei differenti costituenti attivi
- sembra giocare un ruolo importante. Questo è vero sia
per l'azione antibiotica che per quella antitumorale. (28, 31)
Carcinoma
Sebbene il lapacho sia stato usato per secoli in Sud-America dalla
medicina popolare per trattare un'ampia varietà di disturbi,
comprese le malattie degenerative come il carcinoma, altrove è
rimasto sconosciuto fino a tempi recenti. Solo durante gli anni
50 la ricerca scientifica se ne è occupata: l'equipe del
professor Osvaldo Gonsalves dell'Università di Recife ha
dimostrato l'azione antibiotica di molti costituenti attivi. Nello
stresso periodo, il Professor Walter Radames Accorsi ha condotto
studi clinici su ampia scala in un ospedale di san Paolo, usando
il lapacho per trattare pazienti colpiti da leucemia, carcinoma,
stati infiammatori e immunodeficienza. I risultati sono stati
molto promettenti e la loro pubblicazione ha sollevato molto interesse,
non solo in Brasile ma in tutto il mondo. I risultati del Professor
Accorsi sono stati inseriti nella Farmacopea Brasiliana, che stabilisce
che il lapacho può essere usato in tutti i titpi di carcinoma
e leucemia.
Un gruppo di medici generici di San Paolo ha continuato il lavoro
del Professor Accorsi con la ricerca clinica sul lapacho. I pionieri
erano i dottori Teodoro Meyer e Sebastiao Laet, che trovarono
che il lapacho poteva migliorare considerevolmente la condizione
dei pazienti con differenti tipi di carcinoma. Il dott. Laet era
dell'opinione che, sebbene la farmacologia ed i costiutenti del
lapacho non fossero ancora del tutto noti, i risultati non dovessero
essere ulteriormente tenuti nascosti.
Di conseguenza, il giornale brasiliano O cruzeiro, pubblicò
una serie di articoli ben documentati, in cui venivano discussi
i buoni risultati ottenuti con il lapacho. Venivano citati anche
i risultati meno convincenti ottenuti da questi ricercatori (13).
Nella stampa popolare brasiliana venivano pubblicati un numero
crescente di articoli sulle "cure miracolose" di casi
terminali di leucemia e tumore . Tuttavia le autorità brasiliane
reagirono impedendo ai ricercatori coinvolti nella ricerca sul
lapacho di continuare a parlare pubblicamente dei loro risultati.
In seguito si è sentito parlare poco del lapacho, fino
agli anni 80, quando venne rotto il silenzio sulla prima ricerca
brasiliana e vennero resi noti nuovi dati internazionali.
America: nessun interesse in ricerche ulteriori
Come risultato delle storie di successo sul trattamento del cancro
con lapacho , provenienti dal Brasile, i prodotti dell'albero
lapacho furono studiati alla fine degli anni 60 dall'Istituto
nazionale americano del cancro. Dopo risultati inizialmente positivi,
essi arrivarono alla conclusione che il costituente lapacholo
aveva l'attività tumorale più spiccata. Fece poi
seguito ulteriore ricerca con il lapacholo isolato; i risultati
tuttavia furono deludenti e, tenendo conto anche dei lievi effetti
collaterali quali nausea, vomito e azione antivitamina K, l'Istituto
decise di fermare la ricerca.
Si può concludere, non solo sulla base della ricerca precedente
ma su quella di altre ricerche, che i risultati ottenuti usando
la pianta intera erano molto migliori di quelli con costituenti
isolati. (28, 31) Non solo il lapacholo, ma anche altri chinoni,
il carnosolo, gl i indoli, il coenzima Q e le saponine steroidee
hanno mostrato attività antitumorale. Tuttavia l'industria
farmaceutica non è interessata ad investire grandi capitali
nella ricerca sugli estratti della pianta intera poichè
questo tipo di prodotto non può essere registrato, in contrapposizione
ai singoli composti che possono essere registrati dopo una lavorazione
minore.
Per quanto riguarda gli effetti collaterali, la ricerca recente
ha confermato che la tossicità del lapacho è molto
bassa (12, 31), e che l'effetto antivitamina K è ampiamnete
compensato dalle proprietà tipo vitamina K degli antrachinoni.
(34). E' un peccato che l'Istituto Nazionale del cancro abbia
sospeso la ricerca sulla base di considerazioni così dubbie.
Modalità di azione nel tumore
Ci sono molti resoconti anedottici circa l'attività antitumorale
del lapacho in diverse forme di carcinoma (42) e molte teorie
sulle modalità di azione. Questo è poco sorprendente,
visto il numero elevato di composti attivi con azione anti-tumorale
trovati nel lapacho e l'ampio spettro terapeutico di alcune di
queste sostanze. La parte più studiata della pianta è
un estratto della parte interna della corteccia, la coteccia e
il legno, così come i costituenti lapacholo e b lapachone.
Si è trovato che il lapacholo è prontamente assorbito
e ampiamente distribuito nel corpo, con l'eccezione del cervello
e delle cellule del sangue. Il lapacholo sembra avere una altissima
affinità per le cellule tumorali; se vi sono cellule tumorali
nell'organismo, il lapacholo viene ritrovato, circa sei ore dopo
l'assunzione, in concentrazione più elevata in queste cellule.
(35)
Una caratteristica generale dei naftochinoni (specialmente lapacholo
e b-lapachone) provenienti dal lapacho è che interferiscono
con il metabolismo dell'ossigeno delle cellule tumorali e impediscono
la respirazione delle cellule (3, 4, 19, 20, 22) Come risultato
dell'alterata respirazione cellulare del tumore, si creano radicali
liberi, la cui attività distruttiva è mirata sugli
acidi nucleici della cellula tumorale (3, 4) b-lapachone ha inoltre
un'attività anti-virale contro i tipi di virus che possono
provocare il carcinoma e la leucemia (36, 40). Inoltre è
stato dimostrato che la riproduzione del DNA e la sintesi del
RNA nelle cellule tumorali è impedita (25) e l'aggiustamento
del DNA danneggiato nelle cellule tumorali è soppressa
(7, 8).
L'azione protettiva degli antiossidanti in relazione ai processi
carcinogenici è ben documentata. Il lapacho contiene un
antiossidante attivo del tipo carnosolo, correlato al carnosolo
del rosmarino. Esso agisce come spazzino di radicali liberi come
superossido (O2), ossigeno semplice ( ) e perossido di idrogeno
( H2 O2) (10). Inoltre il lapacho contiene indoli. Gli indoli
che sono ampiamente distribuiti nella famiglia delle crocifere,
sono noti per l'attività di disintossicazione dei carcinogeni
e la promozione di produzione da parte dell'organismo dell'antiossidante
glutatione (41). Furachinoni del lapacho e derivati sono attivi
nei casi di leucemia. (1, 32).
Attivita' anti-batterica
L'Università di Recife, Brasile, isolò per la prima
volta negli anni 50 numerose sostanze dal lapacho con attività
antibiotica; il lapacholo si è dimostrato efficace contro
i batteri gram-positivi (p.e. stafilococchi e streptococchi) e
contro la brucella gram-negativa. Tuttavia, la purificazione continuativa
dell' estratto di lapacho portava ad una perdita dell'azione antibiotica.
Si è stabilito che, a parte il lapacholo, una quantità
di altri costituenti con attività antibiotica erano presenti
nella pianta. Poco dopo furono isolati a- e b-lapachone e xiloidone.
Questi composti, oltre ad una attività antibiotica possedevano
anche una forte attività antimicotica.(26, 27, 28)
Attività anti-virale
Oltre alla sua attività battericida, il lapacho dimostra
anche una attività anti-virale. Quest'attività è
basata sull'inibizione dei processi enzimatici che sono necessari
al virus per moltiplicarsi. Vari costituenti del lapacho - per
esempio il lapacholo, b-lapachone, idrossinaftochinoni e il bioflavonoide
quercetina hanno mostrato una azione anti-virale generale (24,
37, 38). Il lapacholo ha mostrato di essere efficace contro il
virus dell'herpes simplex I e II, contro il virus della poliomielite
e della stomatite vescicolare (24, 29) b-lapachone è anche
attivo contro i retrovirus - la classe di virus che possono provocare
cancro, leucemia e AIDS (36, 40) Gli idrossinaftochinoni sono
attivi anche contro vari virus dell'influenza (24) e la quercetina,
a parte la sua attività antiretrovirale è anche
attiva contro herpes, polio e rabbia. (38)
Attività antiparassitaria
Secondo i ricercatori brasiliani, il lapacho e i costituenti isolati
del lapacho sono attivi contro numerosi parassiti tropicali. Il
lapacholo, così come il a- e b-lapachone e la quercetina
hanno dimostrato di avere attività antiparassitaria (28,
30, 33, 39) I disturbi che rispondevano al trattamento con lapacho
o suoi costituenti erano malaria (15, 43) e schistosomiasi (bilharziosi)
(2, 17, 28) b-lapachone mostra una forte attività contro
il Trypanosoma cruzi, l'agente eziologico della malattia di Chagas,
una malattia parassitaria per cui non si conosce alcuna cura efficace.
(9, 18)
Attività fungicida
Anche i funghi sembrano essere sensibili alle sostanze antibiotiche
del lapacho. I chinoni (naftochinoni), specialmente lo xiloidone,
sono molto efficaci contro la Candida albicans e il Trichophyton
che provoca la tigna (16, 26). Un metodo molto utilizzato per
la candida vaginale è l'uso di un tampone immerso in un'infuso
molto forte di lapacho; questo metodo può essere usato
anche per altre infiammazioni vaginali, come la leucorrea e l'infiammazione
della cervice. (11, 40) Spesso questo tipo di trattamento dà
migliori risultati se combinato con l'uso orale di compresse e
tè di lapacho . Inoltre in caso di infezioni del tratto
gatrointestinale, il lapacho può essere utilizzato come
adiuvante.
Diabete
In Messico le foglie delle piante appartenenti alle Bignonacee
hanno una lunga reputazione come rimedi antidiabetici. La ricerca
moderna ha scoperto che l'effetto antidiabetico è dovuto
all'alcaloide tecomina, che è stato isolato nel 1959, ed
ha un'azione sostanzialmente ipoglicemizzante. Esperimenti su
animali hanno dimostrato un margine di sicurezza ragionevole per
la tecomina, tuttavia è molto instabile ed il suo livello
può scendere rapidamente; ma se il livello degli antiossidanti
naturali è elevato, può rimanere stabile per un
tempo molto più lungo. Il problema più grosso è
che la tecomina è localizzata soprattutto nelle foglie.
Molti dei prodotti di lapacho sul mercato sono fatti con l'interno
della corteccia e alcuni con il legno e l'esterno della corteccia,
e sono perciò meno efficaci come antidiabetici anche se
altri costituenti hanno una qualche azione ipoglicemizzante. (21)
Altri usi
Oltre agli usi sopracitati, il lapacho ha anche altre indicazioni,
la cui informazione ci arriva prevalentemente dagli studi del
Professor Accorsi dell'Università di San Paolo. Ha una
significativa attività anti-infiammatoria, specialmente
sulla mucosa del tratto intestinale, vescica e prostata, sull'apparato
genitale femminile, su bocca e gola. Sono stati descrittti successi
anche nel trattamento di polipi intestinali e vescicali e ulcere
intestinali. Il lapacho stimola la formazione delle cellule della
serie rossa. Grazie alla sua azione depurativa, è utile
nelle affezioni cutanee dovute ad una diminuita eliminazione di
prodotti di scarto metabolico; sono anche state riportate attività
come cardiotonico e vulnerario.
PANORAMICA DELLE AZIONI E INDICAZIONI
Azioni
Attività antitumorale, contro la crescita in generale;
antibiotico, antibatterico, virucida, antiparassitario; fungicida;
antiinfiammatorio; depurativo; immunostimolante; tonico generale
cardiotonico; stimolante dei globuli rossi; leggero diuretico;
lieve sedativo; lieve ipotensivo; lieve ipoglicemizzante; lieve
a nalgesico; astringente, antidiarroico; vulnerario; espettorante;
febbrifugo.
Indicazioni
*Azione/ terapia complementare in tutte le forme di carcinoma
e leucemia.
*Infezioni batteriche, p.e, stafilococchi, streptococchi, brucella.
*Infezioni virali, p.e. influenza, raffreddore, herpes, polio,
Epstein-Barr, HIV
*Infezioni da lieviti e funghi, p.e. candidiasi, tigna, piede
d'atleta
*Infezioni parassitarie, p.e. malaria
*Infezioni della bocca, naso e gola
*Disordini del tratto gastrointestinale: infiammazione delle mucose,
colite, morbo di Crohn, polipi, dissenteria, ulcere peptiche
*Disordini del sistema urogenitale: cistite, uretrite, prostatite,
polipi vescicali, vaginiti, leucorrea, infiammazione della cervice
uterina.
*Altre indicazioni: gastrite, ulcera gastrica; ferite, ulcere,
ulcere crurali e fistole; anemia; affezioni cutanee da scarsa
eliminazione, eczema, acne, foruncolosi, psoriasi; artrite, dolori
in generale; arteriosclerosi, debolezza cardiaca; asma e bronchite,
ipertensione.
Dosaggio e formulazioni
Le formulazioni più comuni sono il tè e le compresse.
Un decotto di 15-20 grammi di interno di corteccia in mezzo litro
d'acqua per 5-15 minuti deve essere bevuto almeno una volta al
giorno, preferibilmente 2-3 volte al giorno. La dose giornaliera
normale per le compresse è di 6-9 compresse da 500 mg (ciascuna
contenente 300 mg di interno di corteccia di lapacho in polvere).
* Edward H. Oswald è co-fondatore della Fondazione olandese
per l'informazione sulle terapie naturali ed è responsabile
per la ricerca scientifica di questa fondazione. Negli ultimi
anni 70 si è laureato negli USA in scienza della nutrizione
e da allora sta approfondendo la sua conoscenza della fitoterapia
e, in particolare delle terapie ortomolecolari. Solitamente, come
rappresentante dell'informazione scientifica della fondazione,
tiene corsi per medici e naturopati sulle applicazioni pratiche
della terapia ortomolecolare e della fitoterapia. E' caporedattore
del bollettino della fondazione e pubblica regolarmente sui giornali
ortomolecolari specializzati. Il suo indirizzo è: Stichting
Voorlichting Natuurgeneeswijzen, Slimmeweg 9. 1066 EV Amsterdam,
Olanda.