La settimana di pausa in Hattrick è sempre noiosa.

E’ per questo che lo Svejk Editore ha deciso di pubblicare

 

[b]IL CALENDARIO DELLA NON-HT![/b]

 

Foto alla mano ecco le prime anticipazioni…

 

 

[b]Gennaio[/b]

La prima fotografia non poteva che omaggiare il Mister di tutti noi, il grande Marrundo.

Qui lo vediamo fra le mura domestiche, immerso nel calore della sua cucina d’Arezzo. Le finestre lasciano scorgere le belle colline imbiancate di neve. Un caminetto acceso saetta piccole lingue di fuoco. Un gomitolo di lana infilzato da due ferri per lavorare a maglia giace sul tavolo. Beh, un quadretto domestico davvero insolito per il grande condottiero che tutti conosciamo!

Ed eccolo lì, il nostro eroe. E’ ai fornelli e sta per fare un’altra bella frittata, la specialità delle sue ultime settimane. Gusci d’uova, taglieri ancora odorosi di cipolla, terrine inzaccherate testimoniano il lavoro e la competenza del Mister. Sorride guardando dritto nell’obiettivo e pare affatto imbarazzato d’indossare solo un grembiulino di pizzo bianco.

Seduto sulla cassapanca vicino al caminetto il Nappa, stretto in un golfino di flanella, pare come quelle regine della casa per nulla abituate a stare con le mani in mano. Si rimira di sguincio il suo Marrù e ne sopporta, scalpicciando appena, le avventure culinarie. Lo sbuffo di fumo nero che esce dal forno lo angustia un poco e pare quasi che pensi, “Ecco, sempre cinque minuti di troppo…”

In lontananza, perso tra i fiocchi di neve sulla fascia in alto a destra, Andyvandermeyde tenta disperatamente d’intrufolarsi anche in questa foto.

 

 

 

A breve le immagini degli altri mesi!

Ahoy

 

 

Un sabato senza partite?

Non ci resta che sfogliare il calendario...

 

 

Febbraio
C’è un uomo per cui ogni febbraio è bisestile. C’è un uomo che divide le sue giornate in ore di sonno e ore di dormiveglia. C’è un uomo che quando da piccolo sentiva chiamare “A tavola!” correva subito verso le onde del mare, e poi erano mazzate.
Quest’uomo è Point.
Eccolo qui il protagonista di questa nuova pagina del calendario! Da abituè del glamour guarda dritto nell’obiettivo. Peccato che il fotografo sia in un altro punto della stanza e stia scattando con un’altra macchina fotografica, ma niente da fare, il Point guarda intensamente quella poggiata sul tavolo, sordo a ogni richiamo. Lo vediamo quindi ripreso di profilo e questo ci permette di apprezzare di più la sua fronte inutilmente spaziosa. Sorridendo a bocca semiaperta protende i dentoni, quasi sbadigliasse. Come s’addice a tutti i protagonisti dei calendari è ignudo e, facendo inutilmente il gradasso, si copre le pudenda con una tavola da surf.
Il surf, che passione! Anche la sua casa di Ostia (località amata dai surfisti di tutto il mondo per le impegnative onde che scuotono il suo litorale…) testimonia il suo amore per il vento e per il mare. L’immagine, infatti, ci mostra una stanza attraversata spesso da vorticosi tsunami. In basso a sinistra un piccolo granchio si scava la tana dentro un montarozzino di caffè caduto in terra da tempo; sul davanzale un pedalino spunta tra le foglie secche di un geranio; un posacenere colmo di cicce sta in fondo all’acquaio; piccole tracce di muffetta tingono di verde il nero del pane tostato che funge da segnalibro; un posacenere colmo di cicce occupa la ciotola del gatto del vicino; la foto dove è ritratto a bocca spalancata e sguardo vacuo mentre Mike Buongiorno gli rivolge la prima domanda del quiz “Piccoli incompresi” (la domanda era “Quanti sono i sette nani?”…) è caduta nel sugo di pesce della settimana prima; un posacenere colmo di cicce s’intravede dentro il frigo aperto; il paginone centrale di una rivista per soli uomini sostituisce il vetro rotto di una finestra; un computer acceso ci rimanda la schermata della Conference niubbi e la scritta “Point, basta domande!”; un posacenere colmo di cicce sta scappando da questa casa...
Alle spalle di Point il finestrone con i vetri ancora interi ci offre lo squarcio di un mare nero, gonfio di freddo e burrasca. In lontananza, sulla fascia in alto a destra, Andyvandermeyde resiste al mal di mare e a bordo di un pedalò tenta disperatamente d’intrufolarsi anche in questa foto.

 

 

 

 

 

Marzo

Fett’unta, finocchiona, pecorino e bacelli, pappa col pomodoro, ribollita, abbacchio, ossobuco, caciucco, sorbetto, fiorentina al sangue, fagiolini e patate lesse, insalata mista, mascarpone, macedonia, tozzetti co’ vin santo, chianti, caffè, ammazzacaffé, fagioli con le cotiche…

“Sono giornate così, non sempre s’ha appetito. Oggi poi veniva il fotografo, meglio stare leggeri. Semmai dopo si fa un salto al baroccino a pigliare un panino al lampredotto.” Certo, una fotografia non parla, ma lo sguardo che intercorre tra Drakuun e Cratore vale cento parole.

Ebbene sì, questo mese siamo a Firenze. La foto ritrae i nostri due eroi a tavola, nella saletta che una nota trattoria di San Frediano riserva loro per unire il pranzo con la cena. Letteralmente.

Come tradizione dei calendari vuole seggono ignudi e crudi come mamma l’ha fatti. Ritrosetti, si riparano timidoni con i tovaglioli stretti al collo: un lenzuolo matrimoniale viola per Cratore, uno spinnaker di Luna Rossa per il Drak.

Drakuun, mentre usa come stuzzicadenti la mazza in alluminio esibita al raduno romano, sovrappensiero disegna piccoli carrarmatini sovietici sulla tovaglia. Tanta nobile e indifferente superiorità cela in realtà turbamenti di cuore e tempeste ormonali. Il Drak, eterno romantico, sguincia da tempo la popputa cameriera, figlia di una ben nota tabaccaia, e ripassa mentalmente la serenata di rutti che stasera le intonerà sotte le finestre. La composizione, frutto del sudore del suo stomaco, inizia così: Rutti rossi per teee / ho intonato staseraaa / e la mia mazza di ciccia lo saaa / cosa voglio da teee/ beurp…

Cratore, viceversa, rigirandosi fra le mani il conto con le consumazioni riportate nell’incipit, si chiede quando finirà. Non la dieta che lo sta debilitando, ma la querula voce che lo assilla ovunque. Il fatto è che non riesce a fermare il ronzio ininterrotto della voce del Bersa (per gli amici, Bercia) che da giorni gracchia al suo cellulare. Il cellulare è rimasto in auto. L’auto è in un parcheggio. Sotterraneo. A Rifredi. Ogni tentativo di spegnere l’apparecchio è risultato vano e il sibilo di quella voce chioccia penetra ovunque, fendendo muri e portiere. Il Bersa sta spiegando al Cratore, con sofistica pignoleria, l’infallibile bontà delle scelte tattiche che hanno portato la propria squadra a perdere l’ennesimo derby col Cratore stesso… Per fortuna le batterie, seppur al litio, non sono infinite. Le batterie del Bersa, purtroppo sono inesauribili: va a fagioli.

Poggiato sul tavolo l’ultimo numero del Vernacoliere recita: “Il Bersa cià la fava stiappona! ‘Un è bona a ‘na sega, l’è proprio da niubbi!” Chissà da chi viene la soffiata…

In lontananza, sulla fascia in alto a destra, Andyvandermeyde, travestito da cameriere, porta su un vassoio due mentine e tenta disperatamente d’intrufolarsi anche in questa foto.

 

 

 

 

 

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[b]Marzo[/b]

La foto di questo mese è davvero strana. Innanzitutto è a forma di sassolino. S’è mai vista una foto così? Mah…

L’ho trovata dentro una scarpa e, sebbene da mezz’ora me la rigiri fra le mani, non ho ancora capito chi sia il protagonista di questo mese! Non si vede…

Aiutatemi un po’. Allora, c’è una stanza senza finestre, male illuminata da neon intermittenti e luci azzurre di monitor. Non fosse ridicolo il solo pensarlo sembrerebbe un bunker in tempo di guerra. A sinistra un lettuccio sfatto. Accanto vassoi in alluminio con avanzi di cibo scaldati al microonde, bottiglie vuote, giornali spiegazzati. Testimonianze di lunghe giornate di isolamento e battaglia? Una confezione aperta attira la nostra attenzione. Si legge: “Bistecche di cammellature”. Accanto giacciono diverse scatole di alka-seltzer. Usate.

Sulla parete dietro la testiera del letto è affissa la locandina del Dottor Stranamore. Ai piedi del letto una sedia e sulla sedia un elmetto. Volantini, tipo quelli elettorali per capirci, sono rovesciati sul pavimento. In alcuni si legge qualche corbelleria sul nuovo contro il vecchio, in altri lunghe tirate contro gli invertebrati vermiformi estimatori di birra, altrimenti detti anellidi. Una cartina dell’Italia è appesa al muro. In terra una scatola piena di tante bandierine blu. Sembra aperta con troppo anticipo e frettolosamente richiusa.

Sulla stessa parete si vede un bersaglio con la scritta Elezioni. Sotto una tempesta di freccette s’intravede una foto, non è chiaro chi vi sia ritratto, ah ecco, si legge qualcosa, ma male, …unt, no, …unf, sì sembra unf… Chissà com’è il nome intero? Un’altra foto ritrae un qualcuno ridotto a San Sebastiano trafitto. Anche qui il nome è illeggibile… erol… lone… Boh… Sotto, a biro, un nitido commento: “Questo c’è cascato!”.

Uno scaffale regge a stento dei tomi. Un titolo attira la nostra attenzione: "Massa e potere", famoso saggio sulla psicologia del controllo sociale. Una seggetta da ospedale, di quelle col vasino sotto per intenderci, è bardata con festoni dorati. Ad un occhio ingenuo potrebbe sembrare un tronetto.

Un giradischi ha sul piatto un vecchio vinile. Leggiamo: Piotr Ilich Cjaikovski, Il lago d’el cigno. La puntina, urtata con forza, ha tracciato un lungo solco trasversale, proprio prima dell’episodio della sconfitta d’el cigno. Della morte, volevo dire, della morte del cigno.

Sopra il tavolino centrale c’è una bambolina. E’ coperta di polvere, ma è piena di spilli. Soprattutto nella zona dello scudetto tricolore.

Mah, un vero mistero. Cose davvero incomprensibili.

O il protagonista di questo mese è inconsistente come l’aria. O si gonfia e si sgonfia a seconda dei momenti, e ora dev’essersi sgonfiato. O è ormai un prodotto commerciale che vende bene e allora è per quello che non si può più vedere perché, si sa, in Conference non si può parlare di prodotti commerciali.

C’è del marzo in Danimhattrick, direbbe il poeta.

In lontananza, sulla fascia in alto a destra, Andyvandermeyde fischietta indifferente e non ha alcuna intenzione d’intrufolarsi in questa foto a forma di sassolino.

Ora fuori dalla scarpa.

 

 

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[b]Aprile[/b]

 

Primavera vuol dire freschezza, vita nuova, anche giovanile inesperienza se volete, o niubbaggine, come direbbero alcuni maligni. E allora quale migliore rappresentante della niubb… ehm, della fresca primavera, se non il buon Mac!

Eccolo lì McAskya, che ci accoglie nella sua casa di Loano. Davvero la casa di un grande viaggiatore, piena di ricordi e di testimonianze. Come dimenticare, infatti, il lungo viaggiare che ha portato questo novello eroe dei due mondi in molti paesi del Sudamerica. E la casa di Loano ne porta evidenti le tracce. Ecco allora che il monumentale albero che fa bella mostra di sé in salotto ci proietta immediatamente nelle calde umidità delle foreste pluviali. Ad un occhio inesperto potrebbe anche parere un banale tronchetto della felicità, ma la targhetta scritta a biro che spunta dal terriccio c’informa puntuale che in realtà l’arbusto è un esemplare rarissimo, dono degli indios guaranà. E quella misteriosa bambolina da rito woodoo sopra un libricino nero pieno di nomi? Sembra un pupazzotto tirolese in brachette di cuoio, ma in realtà arriva dal cuore di Haiti. Così dice il foglietto scritto a biro. Anche il sombrero che indossa il buon Mac è davvero speciale. Ai più potrebbe anche ricordare un cappello d’alpino, soprattutto per quella piuma che spunta dal feltro verde, ma il solito foglietto ci ricorda che quello è invece un sombrero da montagna, rarissimo e tepiduccio. Ma quante ne sa, questo Mac! Che a vederlo così  sembrerebbe non essere mai uscito da Loano e invece, zacchete, ti gira il mondo!

La sua casa è anche il suo studio. Chi non ricorda infatti che il buon Mac è anche uno strizzacerv… ehm, un affermato psicologo. Diventato notissimo con la collana di testi scientifici intitolata “Vi è mai successo che…?”, il Mac è l’àncora di salvezza di tutti quelli che hanno un problema grave da risolvere e che si rivolgono a lui con la consueta formula “McAskya AIUTACI TU!”. Lo testimonia anche il libro degli ospiti all’ingresso…

Ecco allora che il fotografo l’ha ritratto durante una seduta con un paziente disperato. Per tutelare la privacy del paziente, comodamente disteso su un’amaca, il buon Mac ha pensato bene di mettergli in testa un sacchetto di plastica, ben stretto. Quante ne sa! Davvero potrebbe insegnare a tutti un sacco di cose, altro che niubbo! La foto ci mostra un serio professionista al lavoro, seduto in poltrona, ignudo, col suo sombrero da montagna in testa e il bloc notes col lapis a coprire le pudenda. O perlomeno sembra un lapis, quella cosa lì.

La seduta di oggi è molto delicata e non solo per il poco tempo a disposizione prima che il paziente diventi cianotico. Il problema che tormenta il paziente è grave e irrisolto: è uno scambista represso. Vorrebbe tanto scambiare, ma non può. Gna’a fa’. Fin da piccolo, molti anni fa, neppure le figurine volevano scambiare con lui. Quindi, va da sé, ora è diventato il più acerrimo nemico degli scambi. Un bel problema per il Mac. Non solo, ma sedutosi sulla riva di un fiume ad aspettare il passaggio di alcuni amici, l’attempato paziente è stato travolto dallo smottamento della sponda provocato dalle piogge, ed è finito in acqua. Per questo ora lo vediamo fradicio d’acqua sgocciolare fango dall’amaca.

Chissà che soluzione troverà il buon Mac… Ops, ma pare che il Mac si sia appisolato sotto il suo sombrero! E ora? Chi libererà il paziente represso dal sacchetto di plastica in testa?

In lontananza, sulla fascia in alto a destra, Andyvandermeyde accenna a dei passi di Samba insieme a tre viados e tenta disperatamente d’intrufolarsi anche in questa foto.

 

 

Ahoy

 

 

 

 

 

 

 

[b]Maggio[/b]

 

Ei fu. Siccome immobile, [br]
dato il mortal sospiro, [br]
stette la spoglia immemore[br]
orba di tanto spiro, [br]
così percosso, attonito[br]
il Mix al nunzio sta…[br]

 

Già, ogni cinque maggio è la solita storia. Un giorno crudele per il tenero cuore del Mix.

E sì, cari amici, oggi siamo qui a raccontare il calendario di maggio e il perfido fotografo ha deciso di immortalare l’interista Mix. E per di più s’è presentato a casa sua proprio il 5 maggio! Si può essere più crudeli?…

E allora eccolo lì quel pulcino bagnato del Mix. Seduto in un cantuccio stringe in mano la quattordicesima birra, ma così, svogliatamente, perché questa proprio gli non riesce di buttarla giù. Un po’ come il quattordicesimo scudetto della beneamata, che proprio non si decide ad arrivare…

Accanto a lui siede Gianni Poli, indosso una maglia della Nazionale comprata dai cinesi per tre euro. Meditabondo, si chiede cosa significhi questa parola. In attesa della risposta gira al Mix una rollatina appena accesa.

 

Dall'Alpi alle Piramidi, [br]
dal Manzanarre al Reno, [br]
di quel securo il fulmine[br]
tenea dietro al baleno… [br]

 

Quante partite, quante speranze, quante gioie hanno condiviso questi due campioni! Il Presidente e la sua giovane promessa! E’ bello vederli ora qui, uno accanto all’altro, lo sguardo lontano, appena appena un po’ perso e vacuo… Alle pareti foto e ritagli di giornale: il Mix e Gianni al night ubriachi mentre importunano una cameriera, il Mix e Gianni al casinò mentre si sputtanano gli incassi del sabato, il Mix e Gianni mentre fanno le corna in una foto di gruppo imitando qualcuno più in basso di loro, il Mix e Gianni sorpresi a mingere contro un auto azzurra targata Arezzo…

 

Fu vera gloria? Ai posteri[br]

l'ardua sentenza…[br]

 

Il Gianni controlla meccanicamente il telefono, in continuazione. Ormai è un tic. Fa così da quando aspettava da un momento all’altro la chiamata del Mister di tutti noi. Ormai le speranze sono venute meno. Ma il tic, quello, è rimasto. Il Mix, intenerito, gli ripassa la brace fumante.

Ignudo, il calendario lo impone, il Presidente si copre le vergogne con una Kyttina, regaluccio di qualche impavida spasimante. Uno sguardo alla bottiglia e via, se ne ingolla un altro sorso. Riuscirà prima o poi a vincere… Ehm, a finire, dicevo, a finire questa maledetta quattordicesima birra!…

In lontananza, sulla fascia in alto a destra, Andyvandermeyde, maglietta nerazzurra indosso, singhiozza sommessamente contro un muro.

 

 

 

 

 

 

 

[b]Giugno[/b]

 

Pareti bianche, mobili di fòrmica verde, un vago odore di disinfettante al mughetto, luci al neon, armadietti con ante a vetro, un lettino… matrimoniale. Sì il posto è questo.

Come avrete capito la foto di questo mese ci porta dritti nello studio medico di un notissimo luminare e del suo altrettanto noto assistente. Ed eccoli lì, il Dottor Sverolone e il suo assistente Gatei! Sorridono amabili e si preparano a visitare un piccolo paziente. Il Dottor Sverolone, va da sé ignudo, copre le villose pudenda con un bandiera svedese dove campeggia la scritta Qqusåiohårtkkhankanuupåjedattfixå, che tradotto significa “Un aulin e passa tutto”. Sorride rassicurante guardando il piccolo paziente e s’infila rapido i guanti di lattice e paiette nere. Quanta professionalità, quanta attenzione ai particolari, quale capacità di mettere tutti i pazienti, soprattutto i più piccoli e spauriti, a loro completo agio! L’assistente Gatei non è da meno e, coprendo le sue nudità dietro una parannanza di cuoio e strass, armeggia rapido e professionale fra i ripiani di un armadietto. In breve tempo ha già disposto sul tavolo il necessario per l’impegnativa visita: una museruola borchiata, delle catene, un set completo di lamette, un divaricatore, un gatto a nove code, due paia di manette rosa, tre etti di gorgonzola piccante, il cd dei Village People.

Quanti noti manager sono passati da questo studio! Quanti campioni si sono affidati alle sapienti cure del Dottor Sverolone e del suo assistente Gatei! E tutti sono usciti soddisfatti, pronti ad affrontare ogni asperità della vita dopo quel fatale incontro… Non ci fosse il segreto professionale a custodire le innumerevoli cartelle cliniche, sono certo che se ne scoprirebbero delle belle! Solo la foto del Nappa, maestro e stimolo continuo dei nostri eroi, foto che campeggia ammiccante sulla parete dietro il lettino matrimoniale, può dire di averne davvero viste di tutti i colori…

Bene, tutto pare pronto per l’agognata visitina, tanto che anche il piccolo si prepara per… Ma… Attenzione! Il piccolo paziente non è un bambino, bensì Hutton, il puffo toscano, evidentemente indirizzato colì dai premurosi conterranei aretini per una visitina di controllo. E allora, inserito il cd dei Village People nello stereo, l’assistente Gatei accende le luci rosse e s’infila fra i capelli le piume da capo indiano, mentre il Dottor Sverolone accenna flessuoso i primi passi di danza, stringe fra i denti una rosa e fa scivolare a terra la bandiera svedese... Lasciamo i nostri medici alle cure del paziente e usciamo in punta di piedi da questo ambulatorio… Prima che sia troppo tardi…

In lontananza, sulla fascia in alto a destra, Andyvandermeyde si dimena civettuolo dentro una camicia di forza di lamè rosa e tenta disperatamente d’intrufolarsi anche in questa foto.

 

 

Ahoy

 

 

 

 

 

 

 

[b]Luglio[/b]

 

Ssshhh… Silenzio… E mettetevi le pattine quando entrate, così i tacchetti degli scarpini da calcio non faranno rumore. Zitti zitti, che altrimenti si sveglia. E fate come me, parlate sottovoce.

La foto del mese numero sette non poteva che essere sua. Di chi? Guardate un po’ là in fondo, ora che vi siete abituati alla penombra. Vedete quel comodino con sopra una macchinina rossa e una rara edizione di “Impara a giocare ad Hattrick in 24 ore – Metodo ed esercizi”, manuale di un tal Bjorn? Vedete quel lettuccio dalle cui coltri spunta un sorriso beato e un lieve russare? Vedete quella maglia rossa col tricolore cucito? Non l’avete ancora riconosciuto? Beh, allora vuol dire che a suo tempo non v’ha mai bannato, e ha fatto male! Ma sì, è il Campione d’Italia, e l’ex giemmone, è the one who scored a penalty to El Gato Dìaz (traduzione in cuffia per chi non sa l’inglese), è lui, anzi, è Sluice!

Pare che dalla gioia, alla fine del Campionato scorso, si sia addormentato come un bambino e da allora non abbia mai smesso di dormire. E di sognare. Sicché Sluice sogna di essere ancora primo in Campionato, sogna di Angrilli e Fiorentini in testa alla classifica cannonieri, sogna di essere in piena corsa per la Coppa, sogna le care vecchie Conference di una volta, sogna sogna, sogna…

Sono sogni bellissimi, chi non vorrebbe farli? I sogni son desideri e, a volte, alcuni riescono anche a farli diventare realtà. Ma solo alcuni. Ed allora eccola lì la famosa bacheca della Plastic Red: due Scudetti, tre Coppe Italia, quattro stelline di Promozioni… Beh, una bacheca ce l’abbiamo tutti, non resta che riempirla. Già…

Zitti un po’, là in fondo! Tonino e Aziz, andate fuori a scambiarvi le figurine della Serie A! Monelli, impareranno mai niente… 

E così lo Sluice dorme placido da quel dì, dicevo, accudito e coccolato dal buon Emiliani, vecchio capitano e Mister.

E allora, si chiederanni alcuni, allora chi le faceva le formazioni della Plastic in questa stagione? Beh, ora possiamo dirlo. In Campionato le formazioni le ha sempre fatte Point, e infatti… In Coppa, viceversa, le faceva Mr o55o, e infatti… Poi sono arrivate le vacanze, i pranzi in collina con gli amici, le gite, insomma Mr o55o s’è distratto e così l’ultima formazione della Plastic per la Coppa l’ha fatta Point. E infatti

Che strano, pare che fuori cominci a nevicare. E Marrundo, Stefano e il Nappa intonano, vestiti di rosso e con le barbe bianche, un canto in “arezzino”, con appena un filo di voce, per fortuna… Non fosse la foto del mese di luglio sembrerebbe proprio la notte di Natale. Beh, e se lo fosse davvero?

In lontananza, sulla fascia in alto a destra, sotto il camino, Andyvandermeyde dentro un lettino di flanella si stringe ad un cuscino e chiede a Babbo Natale di poter sognare un po’ anche lui sogni così.

 

Buone feste…

 

Ahoy

 

 

 

 

 

 

[b]Agosto[/b]

 

“Tutti al mareee, tutti al mareee, a mostrar le chiappe chiareee!…”

E alla fine agosto arrivò, le città si svuotarono e le spiagge si gremirono. Come meglio ritemprare le provate membra e le spremute meningi se non abbandonandosi dimentichi di sé sull’arenile? E allora ecco che questo mese abbiamo sotto gli occhi una bella e solatìa foto di gruppo.

Il sole è ancora alto nel meriggio e il luccichio lieve del mare oltre la battigia è un balsamo per il cuore. Il tiepido arenile brulica di bagnanti ignudi, trattandosi, of course, di spiaggia nudisti.

C’è tutto il Cartello di Mergellin che sulle note di Piscaturella (“Si' nata 'nterr'â rena 'e Margellina/ ma tiene 'e sentimente 'e na regina.../ e puorte 'ncuollo nu prufumo 'e mare/ meglio 'e ll'addore 'e tutt''e prufumiere...”) s’appresta a mangiare una bella impepata di cozze appena pescate.

C’è Baluba che gioca in spiaggia a rincorrere una rotellina del mouse serpeggiando fra Galeone e Diamante alle prese con frizzantini e agnolotti (tipico piatto estivo piemontese). Hutton e Rete104, seduti, si scambiano le figurine dei calciatori nel gioco più appassionante dell’infanzia. Rettifico, non sono seduti…

Zio Pey tiene una lezione di mots sincronizato a dei giovani che parteciperanno alla prossima Coppa Italia.

Fra le morbide spume del mare un materassino a forma di kyttina attira gli sguardi. Samia v’è languidamente adagiata, alle prese con una tintarella integrale. Bad feeling non si lascia sfuggire l’occasione e allestisce subito una piccola gradinata da dove è possibile ammirare meglio le… ehm, le piacevoli rotondità del paesaggio. Forst  si muove agile fra i seggiolini presi d’assalto, distribuendo birre e binocoli e non disdegnando, di tanto in tanto, di gettare anch’egli un sguardo verso il mare…

Tre piani il cui arredamento è finito più volte immortalato in note riviste d’interni, attico con giardino pensile, discotaverna nell’interrato, sauna finlandese e bagno turco nella depandance liberty attigua, gazebo con orchestrina d’antan nel parco all’inglese, piccola pista di 2785 metri per kart e minimoto, porticciolo privato, pista di sci ricavata sulla collina adiacente con innevamento artificiale tutto l’anno, fossato colmo d’acqua e ponte levatoio con conchiglia in cima. Questo è il piccolo castello di sabbia a cui da qualche ora sta lavorando il buon Fabchi, tornato per un momento alle gioie d’infanzia. A pochi passi di distanza ZincaDannato ghigna mefistofelico mentre s’avvicina con una ruspa…

Coolbeo dorme beato sulla sdraio, la rosea caduta sul petto a scolpire una abbronzatura a forma di gazzetta. E Rovers ha trovato un lavoretto estivo per imparare finalmente l’italiano: vende saato sperimao lungo tutta la spiaggia…

Che bella l’estate…

In lontananza, sulla fascia in alto a destra, Andyvandermeyde indossa una canottiera ascellare da bagnino, scruta fisso l’orizzonte e spera che i buchi fatti al materassino di Samia gli permettano di entrare da eroe in questa foto.

 

 

Ahoy

 

 

 

 

 

 

 

 

[b]Settembre[/b]

 

Non ho bevuto, credetemi… Vabbè, un pochino, ma poco poco, giusto una vodkina col Point… Due vodkine… D’accordo, erano tre, ma basta lì! Insomma niente di che… Eppure vedo doppio! Anzi triplo…

Mi spiego. La foto che ho in mano mostra un ambiente unico, ma pieno di trabocchetti ottici, di giochi di luce, di pieni che sono anche vuoti. Come quell’opera di Escher, fatta di scale che s’inseguono senza inizio e senza fine, omini che salgono e contemporaneamente scendono, sono in alto e sono in basso sono dentro e sono fuori. Avete presente, no? Ecco. E in questo ginepraio ci sono tre persone. Che sono uguali, ma sono diverse, come direbbe Nanni Moretti. Insomma, l’è an gran casèn, come direbbe zio_ghey.

Il primo omino della foto poggia sulla punta del naso degli occhialini professorali e, seduto ad una scrivania perfettamente ordinata, verga di segni rossi e blu plichi e plichi di carte. Corregge, cassa e striglia. Di quando in quando sbuffa, bofonchia cupi latini motti, infin serra le palpebre a cercar dentro l’alme le forze bastanti a seguitar l’immane impresa: d’infonder insin fra la canaglia l’amor per la bella lingua madre, vilipesa e tòsca. Paco è il nome suo e la sua nomea corre le distese virtuali infondendo speranze ai pii e gettando nel terrore i rei! Orsù Paco, salvator nostro, orsù!... Ehm, vabbè, mi sono lasciato andare…

Il secondo signorino è a pochi metri di distanza, ma è come se fosse lontanissimo. Sta in piedi davanti ad una lavagna, indossa la tuta di una squadra di calcio dal nome anglofono, una sciarpa al collo, un berrettino di lana in testa e gli scarpini da calcio ai piedi. Ricorda un po’ l’Helenio Herrera dei cari vecchi anni sessanta. Soltanto che questo secondo omino, invece del nome della Beneamata, reca sul petto la scritta “Dunf, El Mago de la Bala”. Davanti a lui siedono diversi giovani. Alcuni, rapiti, cercano di prendere appunti, altri si grattano perplessi il cranio, altri ancora guardano l’oratore con indispettita sufficienza e giochicchiano sotto il banco con le macchinine, rosse. El Mago sembra travolto dalle sue stesse parole e, frenetico e rosso in volto, riempie di segni e di numeri la nera lavagna. Fra percentuali, riferimenti a partite, risultanze esperimentali si delineano gli schemi di uno schieramento a contropiede. Frugando tra le pieghe del regolamento il gessetto del Mago ci consegna il contropiede ideale con otto attacanti, due portieri, tre ali, sei cosce, un terzino, un quartino di rosso, quattro fett’unte, due lampredotti, caffè, ammazzacaffè, segni mi raccomando che stasera passo a pagare. E poi domani parliamo di pressing e special event delle ali, non scappate…

Pochi metri oltre in uno spazio che è all’aperto anche se sta sempre dentro quest’unica incredibile stanza, un teppista con indosso la maglia di Igli Vannucchi, e apparentemente identico ai due personaggi precedenti, sta armeggiando con una tanica di benzina intorno ad una macchinina rossa… Mah!...

Che mese bizzarro questo settembre!

Il Point deve essere ancora al bancone, quasi quasi torno da lui per un ultima vodkina…

Nel frattempo, in lontananza sulla fascia in alto a destra, Andyvandermeyde allena il suo portierone titaniho a raccogliere, nelle maniere più diverse, tre pere.

 

Ahoy

 

 

p.s. Un regalino per la A :)

 

 

 

 

[b]Ottobre[/b]

 

Ottobre, il bel mese della vendemmia!

E qui, nella pace del Seminario delle Santissime Giovanili, di vendemmie se ne intendono. Frotte di efebici 17enni scalpicciano ilari sui grappoli d’uva. Alcuni, di natura veloci, s’occupano dei frizzantini, altri, di certo potenti, travasano tini e tini di rossi maturi, altri ancora, son fatti così che volete, hanno un colpo di testa e s’appartano per scolarsi un fiasco in compagnia di certi amici loro, imprevedibili.

Il monastero è arroccato sulle colline di Scandicci e una volta a settimana è meta obbligata per i pellegrini di tutta la penisola. Come gli antichi veleggiavano su Delfi per avere dall’oracolo conforto e auspici, così i contemporanei trottano fino al Seminario per ricevere dal Padre quella benedizione per la pescata del sabato che può salvare loro la stagione. E il Padre, il Santo Padre da tutti venerato non può esser che Lui, il pio Jorgius!

Ad aver fede s’è sempre ripagati ed il buon Padre, prima o poi, non nega mai ad un suo fedele un 17enne buono in una qualche skill primaria. E’ vero, talvolta mette alla prova la pazienza come fece già a suo tempo con Giobbe, un manager israeliano. Costui precipitò dalla Serie A alla VII serie e per sette stagioni di fila pescò solo 39enni con TSI 10. Ma Giobbe non si lamentrò mai e mai perse la fede nel Padre. Sicché, quando ormai si trovava ottavo in VII serie con un debito di 500000 cocuzze che manco c’aveva i soldi per comprarsi ‘na corda per impiccasse, ecco che il buon Padre lo ripagò della sua fede e inventò Point. Giobbe si consolò immediatamente di tutte le sue sfighe!

Che Sant’uomo, questo Padre Jorgius!

Certo, come sempre c’è chi specula sulle santità altrui, chi vorrebbe fare del tempio un mercato, mala tempora currunt, che ve devo di’… Guardate, ad esempio, quei due mercanti che arrivano dal nord. Uno sembra proprio Mix, malfermo sulle gambe e con un alito di vino (molto alto). L’altro, quello con lo sguardo da pervertito e un camice da dottore indossato come l’impermeabile dell’esibizionista, non può che essere il suo compare Gatei. Costoro da tempo campano vendendo ai fedeli i santini del Padre. E delle sue pecorelle...[playerid=51294]

In lontananza, sulla fascia in alto a destra, inginocchiato sotto un altarino, Andyvandermeyde recita contrito 3 Pater jorgius, 3 Ave viola e 3 Dunf gobbus, sperando che un bel giorno il suo portiere titaniho la smetta di raccogliere 3 pere. A volte 4...

 

Ahoy