Le CAPANNE

VILLANOVIANE

Le capanne sorgevano su dei pali e delle basi di legno, avevano forma circolare, quadrata o rettangolare e talvolta due o tre capanne comunicavano tra loro. Per la loro costruzione venivano usati: il legno, la paglia, l’argilla e talvolta dei ciottoli per il pavimento.

In esse sono stati trovati focolari anche con alari, avanzi di pasti, figurine di terracotta, utensili in bronzo e ossa di animali.

ricostruzione ipotetica dell'aspetto esterno della capanna

Vicino ai villaggi vi erano zone specifiche per la sepoltura dei morti: le necropoli. Esaminando queste tombe e i fondi di capanne, gli studiosi hanno potuto comprendere che i Villanoviani allevavano il bestiame,praticavano l’agricoltura e conoscevano l’uso della ceramica e dei metalli.

Sono stati rinvenuti impianti artigianali per la lavorazione della ceramica e fonderie per la preparazione dei bronzi lavorati, soprattutto vasi. Perciò certamente esistevano la categoria dei vasai  e dei fabbri. Mentre l’argilla veniva trovata sul luogo anche in forti quantità,il metallo (in maggioranza la lega bronzea) doveva essere importato da altre zone, probabilmente miniere della zona tirrenica e scambiato con prodotti agricoli o con altre merci che giungevano a Bologna dal nord ( ad esempio l’ambra baltica).

Doveva esserci pure una produzione artigianale legata alla sellatura e bardatura dei cavalli (es. morsi da cavallo, pendagli ecc.).Importante poi era l’attività commerciale che si svolgeva non solo con molte zone dell’Italia, ma anche con diversi paesi europei e dell’Oriente (Greci, Fenici).

Il fiorire dell’attività artigianale e soprattutto l’aumento degli scambi commerciali determinarono un aumento del tono di vita, un accumularsi di beni e di ricchezze nelle mani di singoli o di gruppi ristretti di persone che cominciarono così a divenire ceto dirigente per la loro importanza socio-economica. Ciò si avverte  soprattutto nei ricchi corredi tombali rinvenuti in diverse tombe.