SUBBUTEO

ASD Calcio e Rugby da Tavolo

Maddalonese

Federazione Italiana Sport Calcio da Tavolo

 

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Il programma per la gestione dei Tornei

 

STORIA DETTAGLIATA DEGLI ACCESSORI

 

LINKS utili

www.fisct.it

Il sito ufficiale della Federazione Italiana Calcio da Tavolo dove è possibile reperire informazioni sull'attività agonistica.

www.subbuteoforum.it

Il sito degli appassionati dove si può discutere di Subbuteo e Calcio da Tavolo

hugues.subbuteoclub.com

Un sito con indicazioni e supporto tecnico in inglese

 

 

 

Le foto e la storia raccolta in questa pagina è di proprietà dei rispettivi autori. Qui è stata sintetizzata senza fini di lucro, ma solo per favorire la conoscenza della città di Maddaloni.

 

CONTATTI

Il Presidente dell'Associazione Sportiva Ardolino Antonio

Tel.: 3382398438

e-mail: antoa@libero.it

 

 

DOVE INCONTRARCI

E' possibile incontrare i giocatori della ASD Calcio da Tavolo Maddalonese ogni lunedì sera dopo le 20,30 al locale YouToo di Caserta Località San Benedetto via Arena, 6 (di fronte al Centro Direzionale). Potrete semplicemente guardare gli incontri che si disputeranno, ma anche giocare a piacimento. Vi saranno date tutte le informazioni su regole e possibilità di giocare in modo agonistico.

E’ nata a Maddaloni l’Asd (Associazione Sportiva Dilettantistica) Calcio e Rugby da Tavolo Maddalonese, primo club ufficiale nella storia del subbuteo-calcio da tavolo nella nostra città.

L’ASD Maddalonese è affiliata alla Federazione Italiana Sport Calcio da Tavolo a sua volta riconosciuta dalla Federazione Internazionale (FISTF). La FISCT organizza tornei in tutta Italia tra cui Campionati Italiani e Coppa Italia. In giugno si è svolta in Germania la edizione dei campionati del mondo in concomitanza con quelli di calcio e la nostra federazione è stata ospite di Casa Italia. Anche lì, come quasi tutti gli anni, i giocatori italiani sono stati i più bravi primeggiando sia nella categoria individuale che in quella di squadra.

I tornei ed i campionati vengono disputati nelle seguenti categorie:

  • Open (o assoluta, comprende tutti i giocatori)
  • Espoir (o Under 19, comprende i giocatori nati entro il 19° anno di età)
  • Junior (o Under 15, comprende i giocatori nati entro il 15° anno di età)
  • Femminile (senza limiti di età)
  • Veterani (oltre il 40° anno di età)
  • Squadre (insieme di giocatori appartenenti allo stesso club)

Quindi sono coperte tutte le fasce di età a dimostrazione che è uno sport aperto a chiunque sia appassionato o voglia diventarlo.

Chi siamo

L’ASD Maddalonese è nata dalla voglia di un gruppo di amici, ex giocatori del vecchio subbuteo negli anni Settanta e Ottanta, di rilanciare, far conoscere e diffondere questo gioco-sport capace di regalare emozione, passione e tanto, tantissimo divertimento a chi lo pratica, a qualsiasi livello, agonistico e non. Il gioco del subbuteo-calcio da tavolo, nato nel Dopoguerra in Inghilterra e divulgato successivamente nel mondo, ha subìto trasformazioni e migliorie negli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Oggi, con tanto di federazione italiana riconosciuta a livello di sport promozionali (il prossimo passo sarà l’ingresso nel Coni), attività e tornei suddivisi in serie A-B-C e altre categorie inferiori, il calcio da tavolo sta diventando "grande". Per crescere, però, ha bisogno di nuovi giocatori, magari giovani e giovanissimi. Ecco perché, con la nascita a Maddaloni di questo nuovo club (a cui tutti si possono tesserare garantendosi la frequenza gratuita a corsi di avviamento, stage di approfondimento tecnico, tornei sociali e nazionali), vogliamo provare ad avvicinare, sia che poi resti divertimento puro sia che si trasformi in un’attività sportiva vera e propria, nuovi aspiranti giocatori senza età: si può calcare il vellutino verde del subbuteo da 6 anni sino a 90 e oltre. Vi aspettiamo.

Il nostro programma

Per quest’anno il programma societario prevede di aumentare il numero degli iscritti al club, riaccendendo la passione dei "vecchi" ex giocatori di subbuteo (chi, tra i 30enni e i 50enni di oggi non ha mai giocato? Pochi, crediamo…), attirare e richiamare l’attenzione e la curiosità delle nuove leve, bambini e ragazzi d’oggi. Per tutti loro, oggi, c’è un’occasione in più per tornare (o cominciare) a calcare il velluto verde del subbuteo.

Vengono organizzati due incontri a settimana aperti a chiunque voglia partecipare: il giovedì dalle 19,30 ed il sabato dalle 15,30. In attesa di una sede più consona si effettuano in via La Rosa (nei pressi della stazione ferroviaria).

Si cercherà di preparare la strada per poter partecipare al Campionato italiano di categoria a squadre per l’anno prossimo, oltre che di inserire chiunque voglia partecipare ai tornei individuali.

VI ASPETTIAMO PER DIVERTIRCI INSIEME E FARE UNA SEMPRE PIU’ GRANDE…ASD MADDALONESE

I giocatori iscritti alla Fisct sono poco meno di 600 in tutta Italia. I club affiliati alla Federazione, che a partire dalla stagione 2006-2007 si costituiranno in Asd (asssociazione sportiva dilettantistica) per partecipare a tornei, coppe e campionati federali – nazionali e internazionali – sono una cinquantina in tutta Italia, otto in Campania. I giocatori tesserati, quelli che praticano attività agonistica a livello ufficiale, oscillano tra 600 e 800. Le categorie dei giocatori si differenziano in base all’età e ai punti ottenuti durante la stagione. Esiste poi, per tutti, una classifica a punti nazionale denominata "Open" e senza distinzione di età e sesso. C’è anche, da qualche anno, un’attiva sezione femminile

 

Che cos’è la Fisct?

La F.I.S.C.T. è la Federazione Italiana Sport Calcio da Tavolo che si occupa della divulgazione di questo fantastico sport. La Federazione Italiana Sport Calcio da Tavolo nasce nel 1994 in seguito allo scioglimento dell'A.I.C.I.M.S. (Associazione Italiana Calcio in Miniatura Subbuteo) che porta alla creazione della nostra federazione. La F.I.S.C.T. ha ottenuto subito il riconoscimento dalla federazione internazionale F.I.S.T.F. (Federation International Sport Table Football) ed è perciò in grado di organizzare manifestazioni internazionali e di partecipare ai campionati del mondo. L'attivita' agonistica nazionale e' presente sul tutto il territorio italiano, racchiusa in un calendario dove sono previsti anche tornei internazionali.

CHIUNQUE VOGLIA GIOCARE A SUBBUTEO-CALCIO DA TAVOLO NELLA ZONA PUO' TELEFONARMI AI NUMERI PRESENTI NEL SITO OPPURE SCRIVERE TRAMITE E-MAIL AGLI INDIRIZZI: 

antoa@libero.it oppure anarsoft@libero.it

 

Breve storia di Maddaloni

La città di Maddaloni (m 73 s. I. m.), con circa 40000 abitanti, è un importante centro agricolo e industriale della provincia di Caserta, con attività nel settore alimentare, del cemento e dell'elettronica ben collegata a livello regionale e nazionale da assi di collegamenti viari e ferroviari. Oltre la rilevanza industriale, è un'antica ed interessante cittadina, con ricco patrimonio artistico, situata ai piedi della collina. S. Michele, circondata da un fertile territorio che conserva abbondanti testimonianze di un ricco e interessante passato ed offre visioni ampie e sorprendenti del paesaggio della Campania interna. Il suo nome compare per la prima volta, nella forma "Mataluni ", nel 774, in un documento firmato da Arechi, principe Longobardo.
Nella pianura sottostante sorgeva l'antica città di Calatia circondata da una ricca e interessante necropoli. Calatia fu occupata una prima volta dal Console Caio Giunio Bubulco nel 309 a.C. e si diede ai romani nel 211, al tempo della seconda guerra punica, dopo aver parteggiato per Annibale. Dopo la distruzione di Calatia nell' 862 da parte dei Saraceni, gli abitanti si rifugiarono sul colle ove fondarono il borgo Mataluni.
Dal 1465 fu feudo, col titolo di ducato, dei Carafa, ai quali appartenne ininterrottamente per oltre tre secoli. Fu uno dei centri del baronaggio di Terra di lavoro, sempre ribelle alla monarchia. Il periodo più florido per Maddaloni fu il settecento, come attestano le numerose testimonianze architettoniche, civili ed ecclesiastiche. Una caratteristica attività artigianale di Maddaloni è la fabbricazione delle sedie, retaggio della gloriosa e varia attività artigianale del passato. Il nucleo più antico è addossato alla collina, in zona abitata da epoca remota; successivamente la città si sviluppò verso la pianura, tra i monumenti di pregio storico-artistico e siti di interesse paesaggistico all'interno della città e sparsi nel suo territorio, si ricordano: la chiesa dell'Annunziata, la cui forma è dovuta sostanzialmente alla ristrutturazione eseguita nei primi anni del sec .XVII; il Municipio che ha nella facciata l'antico sedile; la chiesa del Corpus Domini, con elegante campanile su disegno di Luigi Vanvitelli; la chiesetta di S. Agnello, attualmente sconsacrata e in cattivo stato, il cui campanile ha nella base grandi massi di età romana e avanzi di una portale a ogiva chiuso; la barocca chiesa di S. Francesco d'Assisi con alta cupola e pregevoli oggetti d'arte all'interno; il Convitto Nazionale, già convento dei Francescani, nel cui chiostro è ancora conservato un arancio piantato, secondo la tradizione, da S. Francesco; il Museo Civico che, in mancanza di altre specifiche strutture museali, accoglie al suo interno anche numerose testimonianze proveniente dall'antica Calatia - tra cui ceramiche, bronzi ed altri oggetti.
Di grande interesse, anche dal punto di vista paesaggistico, è il Castello posto a m 175 s .I m. Preceduto dalla torre inferiore cilindrica, dell'ultimo decennio del 13OO, il Castello, ricordato nel Medioevo col nome di Castrum Kalata Maddala, è a pianta irregolare e ha un torrione quadrato. Vi si abbraccia un ampio panorama che spazia, a 36° gradi, dal M. Somma, a Napoli, alle isole del golfo, alla pianura campana. All'estremità del colle il complesso termina con un'altra torre, più piccola di quella inferiore, forse di origine longobarda.. Altro luogo di interesse paesaggistico, da cui è possibile la visione del territorio interno dalle Mainarde alla Maiella, è la vetta della collina di S .Michele. Ancora nei dintorni di Maddaloni sono da segnalare il M. Calvi ( m. 535 s. l. m .) e il M. Longano ( m 580 s. l. m. ), ed infine , a pochi chilometri di distanza i ponti della valle, gigantesca costruzione in tre ordini sovrapposti di archi, tra le realizzazioni più note del regno di Carlo di Borbone. Vennero costruiti da Luigi Vanvitelli dal 1753 al 1759 per farvi passare l'Acquedotto Carolino che, con le acque provenienti sopra tutto dal M. Taburno, alimenta le cascate del parco della reggia di Caserta.
Numerose le presenze archeologiche, che in epoca antica circondava la città di Calatia e disseminate sull'intero territorio che testimoniano come la intensa frequentazione dell'area non fosse limitata all'ambito urbano ed alle necropoli circostanti, ma coinvolgesse territori più ampi: prove ne sono le consistenti tracce della centurazione, i resti di strutture abitative e di infrastrutture che continuano a nascere.

Il Castello di Maddaloni

Chi arriva a Maddaloni resta senz'altro incuriosito dalla torre che si trova sulla collina del Tifata ed è poi attratto dal castello d'origine romana immerso nel verde. Si sa che Maddaloni ha una storia molto antica legata al castello. Giacinto De Sivo recuperò una prova dell'esistenza del castello già fortificato all'epoca delle guerre puniche. In un suo libro cita, infatti, un passo delle " Historiae " di Tito Livio (Lib. XXV) in cui è scritto: " In valle oculta, post Tifatam, montem imminenten Capuae, consedit. Adveniens quem Castellum Galatiam praesidio vi pulso coepisset…".
Oggi è impossibile verificare simile affermazione, ma si può considerare che la storia di Maddaloni è legata a quella di Roma per i numerosi reperti ritrovati (crete, bronzi, statue togate, ecc.)
Ma il primo documento in cui si cita esplicitamente Mataluni provvista di un castello è datato 1099(Castrum Kalato Maddala).L'insediamento fortificato, che sorge in una posizione strategica, è costituito da tre nuclei: il castello fu costruito in posizione centrale, la torre di Artus alta 33 metri fu innalzata vicino al castello, mentre la torre superiore piccola, detta Castelluccio, alta 20 metri è posta su una collina più alta ed isolata. Tali costruzioni furono edificate cosi' in epoca longobarda per la protezione dei nuclei abitati. In epoca normanna, con l'unificazione di tutte le Regioni Meridionali, Mataluni ebbe il Regio presidio e venne fortificata. Con Ruggiero II il Normanno che nel 1134 fortifico' il Castello, divenne luogo di incontri e di soggiorno di importanti personaggi della monarchia. Il Castello di Mataluni, fu riparato in epoca sveva, durante il regno di Federico II e si arricchì in epoca angioina della torre cilindrica in tufo con base poligonale. Questa torre eretta fra il 1390 ed il 1402 da Carlo Artus d'Angiò, che in tale epoca tenne il feudo, rappresentava un rafforzamento del sistema difensivo. Acquistando il feudo, Carlo Artus, lo conservò con la forza dalle armi e ne accrebbe e migliorò le difese facendo edificare la torre cilindrica che ancora oggi ammiriamo e che è il simbolo di Maddaloni. Nell'autunno del 1460, il castello fu assalito, conquistato e dato al fuoco da Ferrante d'Aragona in guerra contro Giovanni d'Angiò ed i baroni ribelli.
Dopo l'incendio i nuclei abitati furono spostati e ricostruiti in pianura e tutta la zona pianeggiante sottostante il castello fu sistemata dai Carafa, quando, creata la contea da Ferrante d'Aragona, fu investito del feudo il capitano Diomede Carafa, la cui famiglia reggerà le sorti di Maddaloni per 350 anni. Nel 1799 con l'abolizione del feudo e le stranezze dell'ultimo duca Marzio DomenicoV, finì la dinastia dei Carafa. Il castello abbandonato e diroccato, con le colline sottostanti furono ereditati dal Principe di Colobrano che nel 1821, li vendette ad Agnello De Sivo, figlio di Giacinto, che trasformò il castello e le torri in una splendida dimora che fu sede nell'età borbonica di splendide feste e battute di caccia. Il 14 settembre 1860 Maddaloni fu occupata dai garibaldini. Con Garibaldi a Maddaloni finì l'epoca borbonica e il Reame durato 730 anni e cominciò un periodo di degrado. Al tempo della II guerra mondiale il castello fu definitivamente abbandonato e lasciato al saccheggio delle truppe alleate.
L'entrata del castello è posta a nord-est attraverso una torretta quadrata. L'edificio è a pianta irregolare ed ha subito nei secoli molte modifiche. All'interno vi sono collocate su due o tre piani molti locali abitativi e nel sotterraneo, usato come deposito, vi erano locali per cisterne e cunicoli adatti alla fuga in caso di pericolo. Sul lato opposto, c'è un grande locale collocato vicino all'ingresso corrispondente al Mastio.
Da un ingresso laterale si accede in una sala molto grande, di trattenimento, da pranzo, coperta da una volta a padiglione; questa, rispetto ad altre sale, si presenta più elevata di circa 60 cm, ha le pareti affrescate con motivi geometrici ed un camino laterale. Accanto vi sono altri ambienti anch'essi affrescati, forse adibiti a camere da letto. All'esterno vi è una cinta muraria che aveva il compito di difendere il castello. La cinta circondava anche un giardino ricco di piante esotiche.
La torre cilindrica grande è posta a sud del castello. Essa si presenta con un fossato circostante, in parte colmato da una muraglia con lunette di guardia e da una torretta quadrata che copre la porta d'ingresso. Alla torretta è addossata, all'interno del fossato, una scala in muratura che conduce al terrazzo da dove, attraverso un ponte levatoio, si raggiungeva l'apertura d'accesso al primo livello della torre. Essa è alta circa 33 m e la sua base ha la forma di un poligono regolare. Nel lato sud della torre era conservato fin dal 1975 lo stemma degli Artus. La torre superiore piccola, detta "Castelluccio", nell'antichità aveva una forte funzionalità difensiva. Essa era circondata da una doppia cinta muraria e aveva un'ampia veduta da tutti i lati. La costruzione consiste in una torre cilindrica, alta circa 20 m, sviluppata in due piani. Il terrazzo di circa 4 mq non doveva consentire le manovre a più di due difensori e quindi la torre era adatta più ad una difesa passiva o ad un posto di vedetta che ad una difesa piombante. Attualmente la parte superiore della torre non è integra e numerosi crolli avvenuti nel corso degli anni ne rendono impossibile la visita.

I PONTI DELLA VALLE

Il capolavoro vanvitelliano fu commissionato dal re Carlo III di Borbone, da cui il nome  "carolino", al fine di alimentare gli spettacolari giochi d’acqua previsti nei giardini della Reggia di Caserta. Rappresenta una delle più ardite opere di architettura idraulica di tutti i tempi.

 Partendo dalle sorgenti alle falde del Taburno, ad una quota di metri 254 slm, l’acquedotto arriva, dopo un percorso di 38km, con una pendenza di 0.5 mm per metro, alla quota di m 203.50 slm alla cascata del Palazzo Reale, con una portata d’acqua che raggiungeva i 700 litri al secondo.

 L’inizio dei lavori di costruzione delle "arcate", così come il Vanvitelli amava chiamarle, ebbero inizio nel marzo del 1753, due mesi dopo seguì la posa in opera della prima pietra alle sorgenti del Fizzo (21 maggio); terminarono nel novembre del 1759 e l’acquedotto intero inaugurato il 7 maggio del 1762.

 Costo dell’intera opera : 600.000 ducati.

Con i suoi 529 metri di lunghezza, 55.80 metri di altezza massima, tre ordini di arcate di 19, 28 e 43 per un totale di 90 arcate, il grandioso ponte unisce i monti Longano (est) e Garzano (ovest).

 A ridosso dell’ordine superiore di arcate, ove scorre l’acqua, fu realizzata una piccola strada ricoperta da basolato bianco. Mediante piccoli passaggi ricavati tra i vari archi è possibile attraversare agevolmente, in tutta la lunghezza dell’opera, gli ordini di arcate mediano e superiore

  

 

ETA' DEL RAME

La presenza più antica a Maddaloni è attestata all'età del rame (2500-1800 a.C.). Gruppi di  pastori stanziavano sulle  colline di S.Michele, pascolando  le  loro greggi che rappresentavano la principale forma  di sostentamento.  Le donne  modellavano vasi di argilla  necessari per   la cottura  dei  cibi ed il trasporto dell'acqua.  Gli uomini   procuravano il   cibo con la   caccia   e costruivano capanne di arbusti e di foglie, a volte  ricoperte di argilla. Le notizie   riportate sono  confermate  dal rinvenimento di numerosi frammenti di vasi (ceramica a scaglie riferibile alla Civiltà del Gaudio) in  un ampio   pianoro,  servito da una sorgente  e da una riserva naturale di argilla posta alle spalle della torre piccola longobarda. I frammenti, catalogati, sono ora esposti presso il Museo Civico della città.

ETA' DEL BRONZO   (1800 - 900 a.C.)

Gli utensili usati:    coltelli, asce, raschiatoi,  sono  ancora, per la maggior   parte, di pietra (selce).  Si scopre l'agricoltura, l'uomo scende in pianura dove il terreno  è  più  fertile. E'  ipotizzabile  in   questo  periodo  la presenza  di  due  insediamenti:   il  più  vecchio,   in  collina,  il nuovo, in pianura, dove poi sorgerà Calatia

ETA' DEL FERRO

Gruppi  di  capanne   si  espandono  in   pianura.  Si  sviluppa notevolmente l'agricoltura, con il ferro si    costruiscono nuove armi,  l'abbigliamento  femminile  si   arricchisce   di bracciali e fibule  (le nostre spille).  Glio   Osci,  abitanti  di queste terre e nostri più  lontani   antenati,  acquistano  ceramiche  e  oggetti ornamnentali   dalle  vicine  colonie  greche  di Ischia e Cuma. Migliora per imitazione la produzione artigiana locale. L'antico insediamento  viene   conservato  come  posto di vedetta e di controllo delle vie di comunicazione.

SECONDA ETA' DEL FERRO

Il probabile sistema  sociale  tribale  porta   all'unificazione. Si raggruppano    capanne   che     vengono  circondate  da  una palizzata    difensiva   e  da  un  fossato.   Si    selcia  la  strada principale, la futura via Appia. Il lavoro dei campi è notevole. Gli Etruschi porteranno da noi il sistema della coltivazione alta della vitetra  filari di  alberi.  Sorge Calatia,   la  cui probabile etimologia "cal" riporta al significato di luogo fortificato. L'ordine politico e religioso è tenuto da un capo, alla cui morte gli vengono  tributati  grandi  onori.  Questa  fase è attestata a Calatia   da   tombe  con  ricchissimo  corredo   (monili in oro, argento, elettro ed ambra) che risalgono allo VIII secolo a.C.

PERIODO ETRUSCO

Nel VI secolo a.C. gli Etruschi sono presenti nel nostro territorio. Calatia entra a far parte di una confederazione di 12 città ( la dodecapoli etrusca) con a capo Capua. Vasi di bucchero (argilla mescolata a polvere di carbone, tipica produzione etrusca) con un particolare aspetto nero brillante che imita il metallo, sono stati ivi recuperati dalla Sovrintendenza. Un aristocratico di Vulci, nel Lazio, Vetes Kielas (Vete Chiela), interessato al commercio del vino, invia, nel 525 a.C. circa, un' anfora vinaria a Calatia con la scritta in caratteri etruschi. In questo periodo alle capanne si sostituirono le case in pietra ricoperte con tetti di tegole.

PERIODO SANNITA

Sconfitti dai Siracusani,  nella  famosa  battaglia   di  Cuma del 474 a.C., gli Etruschi vengono  attaccati duramente anche dai Sanniti in cerca  di  fertili pianure.  A  Capua vengono uccisi i capi etruschi e la città divenne sannita. Anche Calatia segue la stessa sorte. Ora   la  città batte moneta  con la propria zecca, con  la  legenda   KALA, KALAT o KALATI.  Fatto  eccezionale conia  anche   monete  d'oro. Nel 309  a.C.  il console Caio Giulio Bubulco conquista Calatia che cade così nelle mani dei Romani. L'Appia,  la  più  importante  delle  strade   romane, attraversa Calatia  che  acquista  ancora  più importanza  con il controllo delle  vie  di  accesso  al Sannìo.   Nel 321 a.C.  (anno 433 di Roma), durante la seconda guerra sannitica, l'esercito romano, sotto il  comando  dei consoli  Spurio Postumio Albino e Tito Veturio Calvino, si accampa a Calatia, ma subisce l'onta delle Forche   Caudine.  Alleatasi  in  seguito  con  Annibale   (215 a.C.),  Calatia  viene  riconquistata  e  aspramente   punita dai Romani  e  diventa  cittadina  "sine suffragio"  (senza diritto di voto).   Un famoso  personaggio   di  Calatia,  Aulo  Attilius Calatinus, console nel 258 e nel 254 a.C. diventa dittatore nel 254 a.C. Nel 59 a.C. Giulio Cesare vi trasferisce una colonia di veterani. Calatia cade nell'oblio.Nell'era cristiana a Calatia si costruiscono molte chiese su vecchi templi; la più importante è quella dedicata a S.Giacomo, probabilmente episcopio della città.

IL MEDIOEVO

Calatia, sede vescovile, è attaccata e distrutta varie volte dai Saraceni (già nel V secolo il vescovo S.Augusto è costretto ad abbandonare la città, rifugiandosi nel vicino borgo di Mataluni). Distrutta definitivamente nel 880, anche i cittadini abbandonarono Calatia riparando nella più protetta Mataluni ed il vescovo preferirà spostare la sua sede a Casa Hirta (ora Casertavacchia). Nel cortile del Villaggio dei Ragazzi, già antistante il vecchio Palazzo Ducale, si svolgeva la fiera settimanale sotto il controllo del Duca. La piazza , nel 1702, come ricorda il Piccicchelli, era luogo di passeggio, riunioni, affari. Nel '600 Mataloni è uno dei più importanti centri del reame. Artisti illustri, come il fiorentino Giovanni Balducci, che dipinge il soffitto a cassettoni della Chiesa dell'Annunziata, Pompeo Landulfo, Marco Pino, i Funaro, Fabrizio Santafede, Paolo de Matteis, Mattia Preti e Francesco de Mura si avvicendano nella nostra città lasciando un patrimonio pittorico culturale di inestimabile valore. Nel 1734, Carlo III di Borbone, infante di Spagna, duca di Parma e Piacenza, viene a prendere possesso del Regno di Napoli. Maddaloni gli riserva grandi accoglienze. Nel Palazzo Ducale, Domenico Marzio V Carafa gli consegna le chiavi della città. Il munifico sovrano concede a Maddaloni il titolo di Città. Nel '700 Maddaloni conta circa 9500 abitanti. E' fiorente l'artigianato della maiolica (faenzari e riggiolari), della sedia impagliata (seggiolellari), quest'ultima ancora presente nella nostra città. Viene ampliata la chiesa del Corpus Domini su progetto del famoso architetto Luigi Vanvitelli, autore della Reggia di Caserta.  Durante la costruzione del Palazzo Reale e dei Ponti della Valle, spesso il Re e la Regina si recano a Maddaloni, ospiti del Duca, per assistere alle esercitazioni di squadroni di cavalleria.