Condizioni e obiettivi delle strategie energetiche di fronte alla crisi del petrolio

Ve lo siete persi? Cosa stavate facendo, quel dì del 20 novembre 2000 alle ore 16:30? Non sapevate che nell'aula A dell'Università c'era niente meno che Carlo Rubbia - Nobel per la Fisica? E il dibattito - ci credreste - era organizzato da Punto a Sinistra, in collaborazione con l'Erba Voglio e l'ICOS. C'erano quattro buoni motivi per venire:

1) Rubbia's Show (chi l'ha visto lo sa), con le sue rivelazioni da Nobel

2) Il banchetto alla fine... veramente fantastico

3) Una bionda in prima fila (motivo oltremodo futile ma che rispetto moltissimo)

4) Esperimento dell'inscatolamento di sardine (più di 300 persone in un'aula da 250!)

Vista l'importanza dell'evento (autoelogio e autoesaltazione tipica degli uomini/donne troppo pieni di sè!!) il Rettore Magnifico dell'Università Carlo Secchi ha introdotto la manifestazione.

Resoconto serio (o quasi): per un resoconto super partes, date un'occhiata a TRA I LEONI di Dicembre 2000

Subito dopo è seguito l'intervento del premio nobel per la fisica Carlo Rubbia, che ha illustrato gli scenari della ricerca e della sperimentazione. Egli ha sostenuto che, di fronte alla crisi del petrolio ovvero della maggiore risorsa energetica del pianeta, occorrono risposte immediate per quanto riguarda le energie alternative. La ricerca e la sperimentazione sono quindi indispensabili per risolvere il problema. Sono tuttora presenti alcuni progetti all'avanguardia, due in particolare: l'energia nucleare e quella solare (attraverso i pannelli). Il primo è più antico e anche il più discusso per i gravi problemi connessi con il suo utilizzo: lo smaltimento dei rifiuti tossici, il grado di sicurezza da incidenti (remember Chernobyl?) e i costi sono problemi non risolvibili nemmeno grazie all'introduzione dell'uranio 232, meno tossico e più assorbibile dalla natura (potrebbero usarlo gli americani per bombandare, no?!!??), e grazie a miglioramenti nelle tecniche che hanno sensibilmente ridotto i costi e aumentata la sicurezza. Lo stesso nobel ha subito frenato ogni entusiasmo dichiarando che l'estrazione dell'uranio 232 è operazione difficile e costosa. Per questo occorre aggiungere all'energia nucleare quella solare. Anche questo progetto ha non pochi problemi di utilizzo e i costi sono elevati per la mancanza di tecnologie all'avanguardia. La difficoltà più grande sta però nel trovare i luoghi adatti per sfruttare i pannelli compensando i costi. Rubbia ha quindi mostrato la mappa dell'Europa e del mondo e ha indicato dove ciò è possibile: i luoghi più favorevoli sono il Sud America e il Centro Africa. Per l'Italia è però possibile sfruttare la Sicilia e la Sardegna. Occorre quindi un accordo fra le nazioni per poter utilizzare al meglio queste risorse, specialmente nelle zone dove guerre e conflitti sono all'ordine del giorno. La strada da percorrere è ancora lunga ma questo non può che essere uno stimolo, un incentivo, per migliorare: lo sforzo deve essere comune e tendere ad un unico obiettivo e cioè l'innovazione e la tecnologia. Si sono poi succeduti numerosi interventi nei quali sono emerse molte diversità di vedute sia su quale sia l'energia alternativa del prossimo futuro sia su il modo di creazione di tale energie. Si è anche sostenuto che l'energia alternativa del futuro potrebbe essere un'energia del passato come il carbone e questo ha suscitato un vivace dibattito. Il consigliere energia del Movimento dei Consumatori ha poi messo in evidenza le poche garanzie e la poca chiarezza verso i consumatori da parte delle istituzioni.

Elenco degli intervenuti

Ore 16:30 Introduzione CARLO SECCHI Rettore Magnifico dell'Università Bocconi

Ore 16:45 Gli scenari della ricerca e della sperimentazione:

CARLO RUBBIA Premio nobel per la fisica - Presidente ENEA

Ore 17:15 La politica energetica e i suoi limiti SERGIO VACCA' Direttore IEFE - Bocconi

Ore 17:45 Interventi di MARCELLO COLITTI - Presidente UNI

LUIGI DE PAOLI - Condirettore IEFE - Bocconi

ENRICO DE VITA - Consigliere energia Movimento Consumatori

ANGELO INVERNIZZI - Responsabile piani e ricerche CESI

SANDRO NOTARGIOVANNI - Segreteria nazionale FNLE-CGIL

ANDREA RANIERI - Segretario nazionale ricerca CGIL

RINALDO SERGENTI - Consigliere energia Assocarboni

CLAUDIO SERRACANE - Responsabile Ricerca e Sviluppo Edison Conclusioni

ANDREA MARGHERI Presidente ICOS

 

L'Intervista Esclusiva a Carlo Rubbia

Manca ancora una buona mezzora all'inizio della conferenza. Io (Carlo) e Peppe ci dirigiamo verso Rubbia, che, con altri relatori, stanno confabulando in un angolo: chissà cosa si stanno dicendo? Chissà in quali complicate e scientifiche discussioni saranno impegnati? Magari le sorti della ricerca scientifica si stanno ora decidendo... e invece no! All'inizio ci pare impossibile, poi drizziamo meglio l'orecchio... Rubbia sta raccontando una barzelletta!!!!!!!!!!

D'altronde anche uno scienziato può scherzare. E noi l'interrompiamo, chiedendogli di concederci solo un paio di minuti per qualche domanda (e il paio di minuti il Rubbia li prende alla lettera, dichiarando agli altri relatori: "Sistemo in un attimo questi ragazzi e sono da voi").

Forse ora voi penserete, leggendo le risposte del nobel, che chi ha scritto quest'articolo ha tagliato un po' troppo le righe, ma... in verità è il nobel che dava risposte scheletriche!

1) Egregio, dottor, nobel, president, ecc ecc Rubbia in che stato di salute è la fisica italiana?

Non ci si può chiedere in che stato è la fisica italiana. Siamo giunti ad un punto in cui si può parlare di una vera e propria internazionalizzazione. Non esiste una fisica italiana o tedesca, esiste una fisica europea. D'altro canto, però, lo stato italiano investe troppo poco nella ricerca scientifica: si parla dell'1%, contro il 2,3 % della Germania e il 3% dgli USA e del Giappone. Manca, in buona sostanza, l'aumento dei fondi necessario... alle richieste che la comunità scientifica porta al governo (4000 miliardi) la risposta è stata lo stanziamento di soli 170: questo è troppo poco.

2) Cosa si può fare?

Si può e si deve investire in materia grigia, così come si investe al sud o nella new economy. E' fondamentale utilizzare le menti scientifiche e promuovere la ricerca. Spesso ci si preoccupa di più delle pensioni per gli anziani, ma si dimenticano i giovani, che sono il futuro del nostro paese. Bisogna creare competitività, investendo capitale nella materia grigia.

3) Cosa ne pensa allora dei parchi tecnologici? Sono una soluzione al problema?

Innanzitutto essi sono solo un'espressione della ricerca scientifica. Non si può pensare che sia sufficiente questo: certo sono importanti, ma non sono tutto. La loro applicazione è stata giustificata per risollevare l'economia del sud, ma bisogna incentivare la ricerca in ogni parte del paese.

4) Posto quanto detto, vi è quindi in atto una migrazione delle menti dall'Italia all'estero?

Sicuramente uno scienziato che lavora ll'estero può godere di più fondi: questa disparità di stile non dovrebbe esistere. Bisogna però anche dire che questa migrazione non può essere considerata solo negativa: il giovane che va all'estero si fa esperienza e questa è fondamentale nel suo percorso di scienziato. Non dobbiamo pensare a creare una Ricerca Italiana ma dobbiamo invece pensare a dei laboratori dove le esperienze dei singoli paesi si integrano, dove gli scienziati si scambiano conoscenza. Un passo avanti è la creazione di un laboratorio di confronto a livello europeo, ad esempio.

e poi non c'è più tempo. Ci saluta, lo ringraziamo e se ne va, a parlarci di Energie Alternative. Forse l'intervista è stata troppo breve (d'altronde i geni sono così), ma quando Rubbia lascia la conferenza non volendo rilasciare dichiarazioni al TG3 che era venuto per lui, ci sentiamo soddisfatti:

abbiamo l'esclusiva!