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La grande truffa

(Pubblicato su "L'Unità" del 27/7/2002)

Ancora una volta il Centro-Destra ha tradito le sue promesse elettorali; dal DPEF si è appreso, infatti, che diminuiranno i servizi sanitari pubblici e garantiti, con un passaggio alle mutue sostitutive e alle prestazioni legate ai contributi versati e non alle necessità, che saranno "riviste" le pensioni, che sarà privatizzato parte del patrimonio culturale e costiero del nostro Paese. Lo stato sociale, che ha garantito l'eguaglianza dei diritti a coloro che non potevano permetterselo, è attaccato, ridotto, svilito. Ma non si tratta soltanto di una, seppur grave, truffa elettorale; Berlusconi ha dimostrato, così come è avvenuto in precedenza con i governi Thatcher o Reagan (o Bush), che l'assioma che basti diminuire le tasse (per inciso, ai ricchi, ndr) per far crescere l'economia, aumentare le entrate complessive e, quindi, mantenere il livello di servizi, è falsa. Quando si diminuiscono le tasse si crea inevitabilmente un buco di bilancio non sostenibile che determina, e giustifica, un intervento sullo stato sociale. L'ipotesi "Meno tasse per tutti" implica, semplicemente "Meno servizi per tutti", o meglio, meno servizi per chi non può permetterseli. Solo in pochi, però, hanno capito che il difetto sta nel "modello" e non (o non solo) nella persona che lo applica.

Carlo Samori


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20 DICEMBRE: UNA GENERAZIONE CONTRO


Il 20 dicembre si sono chiusi i cosiddetti "Stati generali della scuola", che avrebbero dovuto segnare, nelle intenzioni del Ministro Moratti, l'occasione giusta per lanciare la sua riforma della scuola italiana. Non sono stato personalmente a quell'assemblea ma, trovandomi a Roma, ho potuto con piacere assistere alle proteste organizzate dai giovani studenti e conoscerli di persona.
Parlando francamente, sono rimasto davvero impressionato sia da loro sia dalla manifestazione che hanno organizzato: oltre centomila ragazzi hanno "assediato" la sede dell'incontro per protestare in modo assolutamente pacifico contro una riforma che, a detta loro e a parer mio, ci porterebbe indietro di moltissimi anni.
Questi ragazzi che oggi protestano hanno ben chiaro il pericolo di una scuola privatizzata, che perde la sua laicità e che fa rinascere le scuole di avviamento professionale, perciò hanno avuto la forza e il coraggio di scendere in piazza per protestare e, addirittura, di contestare il discorso del Premier nei modi più vari, fino ad arrivare a voltargli le spalle durante il suo intervento. Anche noi dobbiamo comprendere che la loro protesta è giusta, unendo così le nostre forze alle loro per salvare la scuola e l'istruzione pubblica: bisogna stare e vicino e combattere insieme a questa nuova generazione di "ribelli", che il 20 dicembre si è risvegliata.
Ma chi sono questi ragazzi che hanno protestato? Sono quella nuova generazione di giovani che è nata a Seattle ed è maturata a Genova, pieni di idee e di ideali ma anche estremamente concreti, contrari a qualsiasi forma di strumentalizzazione politica della loro protesta.
A caratterizzare la loro manifestazione, infatti, accanto ai soliti slogan e cartelloni contro la riforma, c'era uno spirito genuinamente riformista, che hanno maturato proprio dopo i fatti di Genova, grazie al quale si sentono e vogliono essere percepiti come gli interlocutori privilegiati con le istituzioni sul problema "scuola". Proprio grazie alla loro ansia riformatrice e ad uno spirito concreto e dialogante hanno visto accanto a loro nella protesta anche genitori, professori, no-global ed esponenti delle aree più disparate che si sono comunque sentiti a loro agio a manifestare con loro.
Hanno tante cose da dire e vogliono essere ascoltati, perciò si sono rifiutati in gran parte di partecipare ai lavori di questi "Stati generali", che dovevano essere solo uno show, una sorta di comodo salotto televisivo dal quale il ministro Moratti avrebbe potuto illustrare la sua grande riforma, falsamente concordata con tutto il mondo della scuola.
Invece i giovani si sono dimostrati molto più maturi dei loro padri e, desiderosi di riprendere un vero cammino di rinnovamento purtroppo interrotto, ci hanno ricordato che la politica non è uno spettacolo e che le convention non sono i luoghi delle riforme ma del business, facendo così fallire il progetto della Moratti.
Anche se probabilmente non otterranno tutti i risultati che si aspettavano, questi ragazzi ne hanno già centrato uno: hanno dato la prima grande sconfitta culturale al Governo e alla Destra, rifiutandosi di scendere sul loro terreno e proponendo un'alternativa. Da qui devono ripartire quelli che troppo spesso invocano un'alternativa culturale alla Destra, che in molti cercano ma che in pochi sanno effettivamente indicare.

CARLO BISCAGLIA

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Tangentopoli non è mai esistita

"Tangentopoli non è mai esistita, è stato tutto un complotto condotto da magistrati eversivi (cellule del PCI) per far cadere una classe dirigenza onesta". Non è mai esistita la tangente ENIMONT, non è mai esistito Chiesa (preso con le mazzette in mano), il crack Ambrosiano, De Lorenzo e la malasanità e non sono mai esistite neanche le autostrade mai ultimate perchè erano spariti i soldi. Mi viene in mente una decina di anni fa, all'epoca di Falcone e Borsellino, quando qualcuno diceva "La mafia non esiste, è solo delinquenza non organizzata".
Guardo allora la foto di gruppo del "nuovo" governo: quante facce note, quante invece che solo qualche anno fa stramaledivano la corruzione romana o denunciavano il malcostume democristiano e socialista. Bossi, Fini e i loro fedeli hanno cambiato idea; quando allora gridavano tolleranza zero, ora sono asserviti alle cause del "padrone", sazi di comode poltrone di governo. Assieme a loro governano e militano quelli stessi protagonisti di tangentopoli come Cirino Pomicino, De Lorenzo o i socialisti De Michelis e Martelli; i media del "padrone" li hanno purificati e, finalmente, sono tornati sull'altare. In molti casi sono le stesse persone che accusavano Falcone di essere comunista, così come faceva Riina ("giudici comunisti") o come un figlio di un gerarca fascista che, ubriaco, aveva travolto e ucciso un passante ed era stato condannato (durante il ventennio). Il mezzo è sempre quello, il discredito dell'operato della magistratura; perchè l'Italia è onesta e la mafia, la corruzione, gli appalti truccati e le tangenti non esistono e non sono mai esistiti.
Questo purtroppo è ciò che il Polo vuol far credere (e forse c'è riuscito) agli italiani, questo però non è vero.
Perché allora è andata al governo quella stessa vecchia classe dirigente, perchè il pubblico ministero viene definito come colui che compie il reato e non che lo persegue?
Non si può nascondere i propri errori dietro alla propaganda dei media del "padrone", perchè l'errore fondamentale l'ha compiuto la sinistra, non portando più in piazza il proprio sdegno, il proprio impegno, la propria voglia di cambiare, come invece faceva allora a sostegno della lotta alla mafia e alla corruzione, ma che ora ha dimenticato. Solo in campagna elettorale si è denunciato il "padrone" per i suoi processi; ma l'imputato non è mai stato solo lui, ma un'intera classe dirigente che tornava al potere come se nulla fosse successo, come se tangentopoli non fosse mai esistita. La colpa è di una sinistra che ha abbassato i toni sulla giustizia, andando a patti con tale classe dirigente (legittimandola) per attuare un processo di riforma (fallito), lasciando però soli i magistrati contro l'opinione imperante del "padrone" che per anni ha forgiato la realtà che volevano: tangentopoli non è mai esistita. Io allora non ho mai avuto quindici anni.
Peccato che la verità che ricordavo fosse diversa

Carlo Samori
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Le Follie Dell'Avvocato Taormina

C'era una volta un famoso ed abile penalista, l'Avv. Taormina, che difendeva "presunti" mafiosi come il Sig. Prudentino e molti suoi "amici", garantendo il sacrosanto diritto di ciascun cittadino alla difesa.
Ma un bel giorno uno dei suoi migliori clienti, per reddito e rapporti conflittuali con la giustizia, gli offerse un bel collegio elettorale alle prossime elezioni, nella sua coalizione. Data la capacità autolesionista dimostrata dagli avversari e il predominio sui mari e sui cieli dell'informazione dello sfidante, egli vinse ed entrò in Parlamento. Ma le capacità e le conoscenze del nostro erano sprecate per il ruolo di semplice comparsa: un posto da Sottosegretario agli Interni gli era sicuramente più consono.
Buon gusto a questo punto avrebbe richiesto che il nostro sospendesse la sua attività professionale, perché è forse discutibile che chi si occupa di sicurezza dello stato, difenda anche i maggiori nemici dello stesso. Ma si sa che il Conflitto d'Interessi si porta molto in questi ultimi anni in Italia (Berlusconi, Lunardi, ma anche Bassolino e Rutelli sono gli stilisti che l'hanno imposto).
Ma qualche giorno fa la realtà ha superato la fantasia! All'Avv. Taormina sono state assegnate le deleghe per la lotta al racket e all'usura, nonché il compito di sostegno alle vittime della criminalità. Ci troviamo così ora nella vergognosa e italianissima situazione in cui un difensore di mafiosi deciderà come assegnare i fondi alle vittime dei suoi clienti e si occuperà dei commercianti che subiscono il pizzo, magari estorto dai suoi stessi difesi. Infine dovrà decidere come combattere e contrastare la criminalità, che poi a lui stesso si rivolgerà per essere difesa.
Allora come agirà l'avvocato Taormina? Rinuncerà ai miliardari guadagni della sua attività professionale, andando contro gli interessi dei suoi clienti, o farà proprio il pensiero di un altro esponente del nostro governo, il Min. Lunardi, per cui: "con la Mafia bisognerà imparare a convivere."?
E questo è solo uno degli incredibili conflitti d'interesse (grazie anche all'incapacità degli uscenti governi di sinistra), leggi emanate, progetti in definizione, gaffe internazionali che il governo di Centro-Destra ci sta regalando: depenalizzazione del falso in bilancio e abolizione della tassa di successione per i redditi superiori a 300 milioni (un aiuto concreto ai poveri d'Italia); taglio delle scorte ai magistrati (vendetta?); nuove rogatorie (che hanno da subito facilitato l'opera dei difensori di terroristi, mafiosi e faccendieri); rientro dei capitali dall'estero (legge inutile se non dannosa legge, perché non vi è convenienza ad un vero rientro, ma solo a fare delle simulazioni); gestione dell'ordine pubblico a Genova (le immagini sono lì a testimoniare che non "è andato tutto bene!", perché allora rimuovere capi della polizia e prefetti?); emersione del lavoro nero (per cui chi ha frodato la legge e negato i diritti ai lavoratori si vede premiato con sgravi fiscali da cui sono esclusi gli imprenditori onesti!); il proliferare di vie dedicate a Benito Mussolini - Statista- (es. Catania) e ad altri Fascisti; eliminazione della legge sull'aborto (da parte del Min. Buttiglione); proposta Fini-Bossi sull'immigrazione (si entra solo se si ha già un lavoro, ma non si emigrava per trovarlo?) esclusione dell'Italia da tutte le decisioni internazionali più importanti (incontro di Bruxelles, comunicazione dell'attacco USA); l'attacco di Gasparri alla RAI; la follia del Ponte sullo Stretto…. and many more)
Basterebbero poche di queste posizioni per costruire una opposizione dura, partecipata ed efficace che ridia credibilità alla Sinistra. Ma non possiamo chiedere la luna! A sinistra troviamo un partito in crisi nera che è impegnato da mesi sulla scelta di un nome, un altro che è una specie d'ircocervo che non si sa cosa sia, ne cosa faccia, un terzo che si sta rifacendo il trucco per mettere il suo cappello sul Movimento dei Movimenti.
Allora risulta evidente di come solo dal basso possa nascere un indignata reazione a questa fatale miscellanea di incapacità e faziosità, d'interesse privato, oscurantismo reazionario e fascismo strisciante. Tale reazione sarà di tutti coloro che danno alla parola "etica" ancora un valore, di chi crede che si debba "vivere per fare politica e non vivere della politica", di coloro che si sbattono perché credono nella possibilità di creare un mondo nuovo e migliore. E questo a prescindere da Destra e Sinistra, perché se tale situazione non può non scuotere dal suo torpore qualsiasi persona che si dice "di Sinistra", non dovrebbe almeno infastidire chi si ritiene liberale, laico e democratico?
Come mi piacerebbe ogni tanto sentire una voce contro alzarsi dalle ordinate fila dei nostri avversari, ma temo purtroppo che questa sia l'unica vera favola della giornata.

Giovanni Petrini

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I VALORI DELL'ANTIFASCIMO PER CONTRASTARE LA RIVALSA DEI NUOVI FASCISTI

Recentemente stanno accadendo cose strane: vie intitolate ad un tal "Benito Mussolini-statista", busti di podestà che vengono esposti sui lungomare, giovani e vecchi che accorrono a Predappio il 28 ottobre, corse alla riablitazione dei "repubblichini", lapidi di Mussolini che riemergono e amministrazioni comunali che vorrebbero eliminare tutto ciò che sa di Resistenza e di Antifascismo dalla propria città.
Tutto questo deve fare riflettere; se infatti si inseriscono questi fatti nel più ampio quadro di riabilitazione di tangentisti e politici corrotti, di criminalizzazione dei magistrati, delle polemiche sull'aborto e di tante altre polemiche il quadro sembra essere molto più drammatico di quello che possa sembrare.
Siamo infatti difronte al tentativo di rivalsa di quegli uomini e di quelle culture che, sconfitte dalla Storia e dai loro errori, tentano una rivalsa sui loro "nemici" attraverso la Casa delle Libertà. Intregalismo cattolico, vecchie logiche di potere democristiane e socialiste, fascisti e imprenditori corrotti hanno trovato così il modo non solo di poter ritrovare il potere perduto, ma anche di potersi riabilitare agli occhi della Storia.
Questo tentativo è odioso e deprecabile se si tratta di una manovra di riabilitazione dei tangentisti o di rivincita delle correnti integraliste cristiane. Diventa, invece, assolutamente inaccettabile quando si manifesta come tentativo di riabilitazione del Fascismo: questo mina alle fondamenta lo Stato democratico e contro questo va intrapresa una seria e duratura iniziativa culturale e riproponga i valori dell'Antifascismo al centro non solo della politica italiana, ma della vita di ogniuno di noi.
Su questo punto, infatti, hanno fallito i partiti della Prima Repubblica, e da quì bisogna ripartire.
L'Antifascismo è stato si il collante di un quadro politico a volte anche tesissimo, ma i partiti non sono mai stati capaci di passare dal riconoscimento dei valori della Resistenza alla creazione di una Cultura Antifascista. Le basi dei partiti, particolarmente di quelli moderati, hanno continuato quindi a covare sentimenti e valori fascisteggianti, come l'intolleranza verso gli immigrati, che erano sopiti unicamente grazie all'opera di una classe dirigente (basti pensare a Moro o De Gasperi) che fu capace di tenerli a bada.
Il limite di quella classe dirigente fu proprio nella mancanza di proporre una controcultura Antifascista, cosa in cui invece furono capaci i partiti della Sinistra, permettendo perciò un riemergere di questi sentimenti e dei personaggi che da sempre li propugnavano una volta crollato quel sistema di potere.
Ora ci attende il compito più difficile che è quello non solo di fare ricordare cosa il Fascismo è stato, ma di infondere in tutti i valori della Resistenza. Ciò non vuol dire rifuggere il confronto con quanti in buona fede vogliono ripensare alla nostra storia degli ultimi 50 anni, ma non bisognerà mai dimenticare che il Fascismo fu il peggior male che l'Italia abbia mai avuto e che tra fascisti e antifascisti c'era una bella differenza: i secondi erano dal lato giusto della baricata, gli altri NO!
Dobbiamo essere capaci di rilanciare la Resistenza e l'Antifascismo per fare in modo che nessuno un domani possa nemmeno pensare ad una Via Benito Mussolini-statista.

Carlo Biscaglia

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I Suoi Primi Cento Giorni

Sono passati i primi cento giorni del governo, sono passati quelli che dovevano essere i nostri primi cento giorni: nostri, perchè il governo deve fare gli interessi del nostro paese, dei nostri concittadini. Tracciamo un bilancio dell'operato del governo e del parlamento nei primi cento giorni che dovevano cambiare l'Italia: quali riforme giuste ha realizzato? Quali provvedimenti ha messo in atto per il boom economico promesso?
Analizziamo i fatti, uno per uno:
Conflitto d'interesse: i presidenti delle camere (del Polo) nomineranno dei garanti il cui potere è limitato all'osservazione dell'attività dei membri del governo e alla possibilità di suggerire a colui o a coloro in conflitto d'interessi di astenersi dal votare una legge o a farsene promotore. Non è prevista alcuna sanzione nè alcun potere che limiti l'operato: vi ricordate le sanzioni monetarie al TG4 dopo le campagne elettorali per non aver rispettato la par condicio? Scordatevele: non sono più necessarie:
Rogatorie: il parlamento ha appena tradotto in legge un trattato con la Svizzera che impedisce di acquisire come prove valide le rogatorie che sono incomplete o che hanno vizi di forma: per vizio di forma si intende anche la mancanza di un semplice timbro che ne autorizzi l'utilizzo in Italia. Il Polo ha ragione quando dice che questa legge recepisce una direttiva comunitaria: peccato che finora la Svizzera non abbia mai messo tale timbro. E guarda caso è il pool di Milano a dover richiedere le prove nuovamente contro Previti, caro amico di Berlusconi: tutte le prove bancarie ora regolarmente acquisite come copie dell'originale non valgono più e dovranno essere richieste. E' un caso che le banche non siano obbligate a tenere tali carte (originali) per più di dieci anni, e che ormai tali tempi siano scaduti, così da rendere impossibile l'apposizione di quel semplice timbro, visto che gli originali non ci sono più!
Peccato inoltre che questa nuova legge renda difficile anche la raccolta di prove per centinaia di altri processi, anche per mafia, pedofilia o per usura. E' anche un caso che il procuratore Carla Del Ponte (la stessa che è riuscita a raccogliere le prove contro Milosevic e a farlo estradare) sia insorta contro tale legge. Alla faccia della lotta contro l'illegalità!
Falso in bilancio: è stato abolito: qualcuno del Polo l'ha chiamato contabilità creativa. La verità è che alcuni onorevoli membri polisti del nostro parlamento abbiano risolto un altro po' di problemi giudiziari. Forse, però, è solo un caso!
Finanziaria: avevano promesso un aumento del PIL del 3%, ora si parla solo del 2% (meno del governo dell'Ulivo). Le tasse poi non sono calate. Se però l'anno prossimo i conti non tornassero, cosa importa? Basterebbe dare spazio alla creatività, tanto il falso in bilancio è stato abolito!
Rientro dei capitali: la proposta di legge prevede che i capitali italiani detenuti all'estero non denunciati (e quindi illegali) potranno rientrare in Italia con una multa del 3-4%. Conveniente, no? Basta pensare ai numerosi fondi per il quale è indagato l'on. Berlusconi detenuti in Svizzera: finalmente ora potranno tornare a casa.
Tremonti bis: è stata prevista la detassazione degli investimenti delle imprese, estesa anche a quelli pubblicitari. Il perchè di questa precisazione? Basta accendere la TV.
L'abolizione della tassa su donazione e successione: l'Ulivo aveva limitato tale tassa alle fasce ad alto reddito (se il bene superava i 350 milioni). Il Polo ha previsto l'esenzione anche per i ricchi: un altro provvedimento necessario per cambiare l'Italia? Sarà un caso, ma ora il nostro presidente del consiglio potrà donare alcuni sui beni ai figli senza pagare le tasse; sarà questa la soluzione definitiva del conflitto d'interessi?
Scorte ai magistrati: abolite molte scorte ai magistrati che hanno lottato anche contro la mafia o che hanno dato l'avvio alle indagini su tangentopoli. Erano troppo dispendiose. Quando però si aumentano gli stipendi dei dirigenti in Sicilia, i vincoli di spesa dove sono?
Articolo 18: Si è anche parlato dell'abolizione dello scomodo articolo 18, che impedisce agli imprenditori di licenziare senza giusta causa sindacalisti o personaggi scomodi all'interno dell'azienda: forse è un caso, ma c'è un imprenditore molto importante alla guida del nostro Paese.

Questo è ciò che ha fatto il nostro governo del cambiamento. Ma allora ci chiediamo: ha fatto i nostri interessi -gli interessi di tutti i cittadini italiani - o i suoi interessi privati?A quando allora la reintroduzione dell'immunità parlamentare, faticosamente abolita negli anni di Tangentopoli?

Carlo Samori

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La Mia Marcia

(pubblicato su "Repubblica" del 18 Ottobre 2001)

Domenica sono stato ad Assisi, alla marcia della pace. Descrivere tutto ciò che ho visto e provato è difficile, ma cercherò di scegliere con cura le suggestioni e le emozioni da conservare nel cuore. Mi sono commosso quando, alla partenza, un bambino ha cercato invano di afferrare la bandiera della pace alzata dal fratello maggiore più in alto e, quindi, irraggiungibile come la pace stessa. Quando poi il corteo è dovuto salire su una collina, ho visto dietro di me un torrente di persone senza fine e ho visto i gruppi compatti, i tanti colori, mischiarsi, le tante bandiere sfiorarsi, quasi abbracciarsi. Ho visto anche tanti volti felici, sorridenti, senza rabbia in volto; marciando con loro, ho dimenticato per un giorno i problemi del mondo. Ho sentito gli scout cantare "Bella ciao", mentre i ragazzi dei centri sociali suonavano assieme ai "traditori" diessini, uniti da una canzone di De Andrè. Ho visto un bambino che chiedeva pace da un balcone, sommerso dagli applausi del corteo, mentre più avanti alcuni ragazzi del posto riempivano le borracce degli assetati. Ho visto un'anziana signora che si sporgeva dalla finestra per salutare quella marea di gente festante e pacifica, imitata dalle vetture dei passanti che ci sfrecciavano facendoci il segno della pace.
In questi giorni è stato detto che l'Ulivo e il centro sinistra sono falliti, proprio per il voto disgiunto sulla guerra. Ad Assisi c'erano tutti i partiti di sinistra e di centro sinistra, le organizzazioni non profit, le associazioni per i diritti umani, i curdi e gli arabi, le associazioni ambientaliste, ma anche gli scout, i frati francescani, le associazioni cattoliche. Il centrosinistra può anche essere morto in parlamento, ma ad Assisi qualcosa di più grande ed importante è nato: la marcia della pace non solo ha riunito tutte le anime del centrosinistra, ma ha dimostrato che centinaia di migliaia di persone sono pronte a manifestare ed ad impegnarsi per chiedere, pace, libertà, diritti umani e "pane e acqua per tutti". Queste persone, così diverse e così simili fra loro, difficilmente formeranno un'alleanza politica, ma dovrà essere il centrosinistra a farsi portavoce di questi valori in parlamento, costruendo una proposta politica seria, concreta e sociale, la cui mancanza ne ha decretato la sconfitta alle elezioni. Questa marcia, come a Genova (anche se allora i valori furono sconfitti dagli scontri), ha dimostrato che sempre più persone credono che sia necessario un mondo diverso, un mondo migliore. Da domenica questo mondo non è più solo necessario, ma anche possibile.

Carlo Samori

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7 Ottobre: un Sì per il Progresso

Dal 1992 si è affacciata con prepotenza sulla scena politica italiana la parola federalismo. Il quadro politico italiano era totalmente impreparato a questo tema, complici la politica democristiana e socialista che avevano sempre preferito gestire i loro giochi di potere e controllare, così, il Paese da Roma. Il successo di quella idea, vecchia come il mondo, coincide quindi con la crisi di un sistema politico e con l'ansia di rinnovamento che veniva dalla società, stanca di sentire le istituzioni così lontane. Da allora un gran discutere si è fatto attorno al federalismo e alle sue forme, quando, alla fine della scorsa legislatura, è stata approvata una riforma della costituzione che rende l'Italia un Paese veramente federale. Le innovazioni sono tante, e alcune addirittura rivoluzionarie. Basti solo pensare che nel nuovo testo costituzionale non sono vengono più elencate le materie di competenza delle regioni (com'era fino a ieri), ma esattamente il contrario: ora lo stato avrà solo otto fondamentali materie sulle quali legiferare, mentre viene lasciato il resto alla legislazione regionale (una sorta di rivoluzione copernicana).
Inoltre sarà inserito nella Costituzione il principio di sussidiarietà, che avvicinerà sempre di più le istituzioni ai cittadini, garantendo loro una capacità di iniziativa sempre maggiore. Il federalismo fiscale permetterà alle regioni e agli enti locali di disporre di una quota molto più ampia di fondi, sempre però nell'ottica di una solidarietà nazionale, garantendo i trasferimenti alle regioni più povere e non confondendo l'autonomia con la secessione (come qualcuno vorrebbe).
Per eliminare le lungaggini burocratiche viene anche abolito il CO.RE.CO. (Comitato Regionale di Controllo), rendendo le regioni più libere e autonome. A questa riforma federalista il Polo ha detto no in parlamento, rendendo necessario un referendum confermativo. A questo referendum il Polo è però diviso, fra la destra leghista (che confonde autonomia con secessione) o di A.N. (centralista) e molti esponenti che hanno apprezzato la riforma, invitando a votarla: fra questi, due presidenti di regione del Polo, Ghigo (Piemonte) e Fitto (Puglia).
Il processo di rinnovamento del Paese non può e non deve fermarsi di fronte alle nuove critiche di chi già una volta aveva fatto fallire le riforme in Bicamerale. Votare sì al federalismo è ancora più importante se si vuole fermare il secessionismo e l'egoismo della Lega Nord. Bisogna quindi votare sì e bisogna essere in tanti, per evitare la dannosa e pericolosa devolution di Bossi. Votare sì non sarà, infine, una rivincita dell'Ulivo sul Polo, ma una vittoria dell'Italia federalista e solidale sull'Italia divisa ed egoista.

Carlo Biscaglia

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Dopo New York
(pubblicato sia su "L'Unità" di Martedì 18 Settembre sia su "Repubblica" di Mercoledì 19 Settembre!!)

Immagini come quelle delle Twin Towers raramente si dimenticano, gesti di terrorismo come questi non possono che essere condannati. Senza esitazioni. Perchè nessuna causa può giustificare l'omicidio di migliaia di persone innocenti.
Di fronte ad una strage di malvagità pari a quella di Hitler, il mondo deve reagire, e con fermezza: nessuno può infatti dubitare della legittimità di un'azione di forza contro i responsabili, se necessario. Questa azione non deve però scatenare una guerra, soprattutto contro un popolo o una nazione, l'Afghanistan, che è schiava di una minoranza di integralisti, i Talebani. - Non bisogna far vincere la spirale della violenza -, usando la voce del Pontefice (una delle poche sensate - e inascoltate - in questo momento), dando sfogo ad istinti vendicativi o rappresaglie, che sono alla causa del conflitto arabo-israeliano; facendo un passo indietro, basta ricordare quando, all'uccisione di un erede al trono, l'Impero Austro-Ungarico rispose dichiarando guerra al Paese che era sospettato di difendere gli attentatori. Ed è scoppiata la Prima Guerra Mondiale.
E' esattamente ciò che qualcuno vuole che accada, seguendo gli istinti primordiali di vendetta e l'equazione semplicissima (ma sbagliata) di far ricadere le colpe di una setta di fanatici o di una minoranza ad un popolo intero. Altrimenti diventiamo come loro, come chi crede che sia giusto trucidare migliaia di persone innocenti perchè l'America è il simbolo del mondo occidentale: siamo disposti ad accettare le centinaia o migliaia di morti, anche civili e disarmati, che saranno vittime della nostra rappresaglia?
Le ripercussioni di tale atto sarebbero inoltre gravissime, perchè ciò che i terroristi vogliono è una guerra - una guerra santa contro le potenze occidentali - ed il mondo arabo, ad una aggressione al Paese (e non ai responsabili), potrebbe schierarsi contro gli U.S.A.: il Kuwait finanzia infatti la Jihad islamica direttamente e l'Arabia Saudita (sebbene fedele alleato americano) indirettamente, l'Iraq ha giurato vendetta agli U.S.A. (per non citare la Libia) e molti altri Paesi arabi hanno regimi illiberali e coltivano un odio profondo e radicato contro il mondo occidentale. Non diamo loro una scusa per provocare una guerra di portata mondiale: puniamo i responsabili e salviamo la pace. Questa è la sfida che dobbiamo cogliere, per evitare che a 10000 innocenti se ne aggiungano milioni.

Carlo Samori

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La Replica di Zeno

Vorrei aggiungere alcune cose sulla questione Twin Towers...considero veramente arroganza quella degli Usa che non sembrano interrogarsi sulle cause della strage di martedì bensì continuano a pronunciare la parolaguerra. E'chiaro che vogliono solo salvare la loro egemonia mondiale ma temoche in caso di attacco all'Afghanistan si aumenti l'escalation di terrore polarizzando le posizioni degli stati, in particolare quelli mediorientali, indecisi tra l'appoggio incondizionato e il sostegno ai talebani fortemente voluto da qualche fondamentalista. Eppure, un modo per fare in modo di togliere radicalizzazione agli schieramenti in competizione è quella di farepressione su Israele affinchè si crei uno stato palestinese libero e autonomo delle risorse. E'una decisione difficile questa perchè per gli Usa vorrebbe dire rompere con il loro tradizionale alleato in medioriente, Israele, stravolgendo ampiamente il gioco delle alleanze in quell'area. D'altra parte una tale soluzione porterebbe alla scomparsa di uno dei tradizionali cavalli di battaglia di chi vuole un fronte unico islamico contro il nemico israele ed il satana sionista americano.
Oggi invece gli Usa sembrano orientarsi più sulla logica della violenza dettata a colpi di sondaggi. Una violenza che molto probabilemente porterà soltanto ad ammazzare altri civili innocenti, solo in misura minore rispetto ai fatti dell'11 settembre così nessuno se ne accorgerà e crederà di vivere spensieratamente nel bene, nel giusto, nella tolleranza. E' un'occasione che sta perdendo Bush, quella di far vedere come gli stati uniti siano per la pace su tutti i livelli e non solo quando fa comodo a loro. Zeno... to reply...compila la form posta all'inizio della pagina...

Zeno's Fan

Mi sembra che zeno abbia colto il punto. Vedremo ora cosa faranno questi amerikani.
ciao
stefano

Globalizzazione e Sinistra

A Genova i DS non c'erano. La decisione finale è stata presa dopo i terribili fatti di Venerdì 20 Luglio: la mancanza non si è però limitata alla piazza, perchè si è estesa al dibattito e al confronto con il GSF. Anche in campagna elettorale, i DS hanno semplicemente ignorato non solo il complesso tema della globalizzazione, ma anche le problematiche del lavoro e della flessibilità, di un reddito minimo o dell'immigrazione: i risultati elettorali hanno sancito un impietoso -quanto meritato- minimo storico. I DS, e più in generale l'Ulivo, hanno perso l'occasione di distinguersi dal qualunquismo del Polo: l'affermazione di un progetto politico forte avrebbe mostrato la pochezza dell'altra parte, solcando nettamente la differenza (invece di assomigliarle) tra la destra liberista e antiliberale e la sinistra sociale e democratica.
Non è la prima volta che "Il Partito"(come si definiva il PCI e ora si definiscono i DS) si dimostra chiuso alle nuove tendenze nè riesce a capire che, dopo un lungo inverno delle idee post-caduta del muro e del comunismo, migliaia e migliaia di persone vogliono scendere in piazza per un mondo migliore; non è quindi un fatto sorprendente nè tanto meno drammatico - e questo non per sminuirne la gravità.
Proprio nel mitizzato '68-'69 molte aree del PCI si dimostrarono restie a dare il loro appoggio ad un movimento universitario non legato espressamente al "Partito" e comprendente anche quei cattolici che pure votavano DC ma che volevano cambiare: la funzione del PCI e della CGIL allora furono di dare legittimità politica al movimento e di far rientrare gli operai nelle fabbriche e gli studenti nelle università, ottenendo un seppur limitato cambiamento.
I DS ora non possono e non devono esitare ancora: il popolo di Seattle e di Genova non è infatti un movimento marxista o rivoluzionario, ma il suo scopo è quello di costruire una società più giusta, attenuando gli aspetti negativi del liberismo, ma nel rispetto delle basi su cui si fonda il mondo occidentale. Il popolo di Seattle persegue insomma un progetto più socialdemocratico che comunista, più riformatore che rivoluzionario: è per questo che i DS possono dare un apporto importante al movimento, moderando le derive violente e più anarchiche che delegittimano l'intero GSF, e costruendo un progetto politico dagli slogan di piazza, così come sta cominciando a fare il governo socialista di Jospin in Francia.
All'interno dei DS e della sinistra si svolge anche uno scontro generazionale, con una vecchia dirigenza che non capisce il significato di questa nuova lotta in un partito in cui molto spesso i posti di potere sono cristallizzati da tempo e le organizzazioni giovanili faticano a trovare una strada o a farsi semplicemente ascoltare: gli effetti di Genova hanno portato molti giovani ad allontanarsi dai DS, generando un circuito vizioso di invecchiamento che non può che rendere più difficile l'attuazione di un nuovo progetto politico, pur auspicato dalla mozione del "vecchio" Berlinguer. A Genova i DS non hanno saputo cogliere l'occasione per coinvolgere le nuove generazioni all'interno del partito: dopo Genova l'obiettivo prioritario è cambiare il partito -per cambiare il mondo poi.

Carlo Samori

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Uno Scudo Cosmico Per Fermare I Clandestini

Portofino. Raggiunto l'accordo Berlusconi-Bush sullo scudo cosmico. L'uomo più importante al mondo e l'operaio più pagato al mondo si sono incontrati nel nuovo yacht da 63 miliardi dell'on. Berlusconi: quello vecchio da 35 miliardi -precisa il giornale "Libero"- è stato donato da Silvio al fratello Paolo, grazie alla nuova legge che ha detassato le donazioni, fatta approvare dallo stesso Berlusconi con un risparmio di ben 1 miliardo e 50 milioni. - Grazie allo scudo cosmico - ha precisato lo stesso presidente del consiglio - l'ingresso illegale di clandestini, droga e sigarette sarà definitivamente sconfitto. - Lo scudo cosmico, secondo gli scienziati americani della NASA, è dotato di missili intelligenti, già sperimentati con successo in Jugoslavia e Iraq, che individuano con una precisione millimetrica i clandestini e li colpiscono senza possibilità di errori o di fuga.
Lo scudo cosmico si inserisce perfettamente nel progetto di contenimento dell'immigrazione, clandestina e non, nel nostro Paese; dal prossimo ottobre saranno ammessi in Italia solo coloro che abbiano già un lavoro. Nei Paesi in via di sviluppo saranno presto attivati dei cyber-point che permetteranno alle nostre aziende di scegliere personalmente gli extracomunitari di cui hanno bisogno - scelta che ha già ottenuto ampio consenso della Confindustria. Naturalmente non saranno ammessi coloro che si siano macchiati nel passato di reati aberranti quali l'essere comunista, omosessuale o giudice che abbia condannato degli innocenti per reati di falso in bilancio, associazione a delinquere e tangenti. L'ingresso al nostro Paese viene limitato a ben 6 mesi per chi ha un contratto di lavoro a tempo determinato e a ben 2 anni per chi a tempo indeterminato; in questo modo l'immigrato regolare può accumulare tutto il denaro di cui a bisogno per vivere felice (nel suo Paese). Alla fine del contratto, dovrà infatti essere reimpatriato, senza possibilità di un nuovo soggiorno.
Grande soddisfazione è stata espressa dalla Lega Nord: l'on. Borghezio ha detto che presenterà una proposta in parlamento per estendere l'utilizzo dello scudo cosmico anche per gli immigrati che abbiano terminato il loro permesso di soggiorno e non siano stati reimpatriati in 24 ore. L'on. Bossi ha proposto: -visto che gli extracomunitari sono tutti uguali e non si possono distinguere uno con l'altro, la cosa migliore abbiamo stato fatto inserire un microchip nella pelle di ogni immigrato, regolare e non, che permetta alle bombe intelligenti di colpire con precisione il bersaglio senza possibilità di errore. -
Il costo dello scudo cosmico per l'Italia sarà solo di 10000 miliardi, ottenuti grazie al risparmio di 2000 miliardi per il fondo contro l'AIDS deliberato dal recente G8, di 5000 miliardi di tagli a pensioni e sanità e di 3000 miliardi ottenibili riscuotendo i debiti dell'Italia nei confronti dei alcuni Paesi in via di sviluppo.

Carlo Samori

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