Didattica

(programma CdF e Istituti)
Riforma Universitaria, Un Nuovo Modello Didattico, Stage e Scambi, Corsi di Lingue

 

Il Consiglio di Facoltà (CdF) è l’organo che si occupa dell’attività didattica generale (calendari accademici, caratteri fondamentali del modello didattico...) I Consigli di Istituto si occupano invece di coordinare le modalità didattiche degli insegnamenti delle materie di loro competenza. Gli istituti sono 10 (Economia Politica; Storia Economica; Diritto Comparato; Metodi Quantitativi; Strategia ed Economia aziendale; Amministrazione, Finanza e Controllo; Economia dei Mercati e degli Intermediari Finanziari; Economia e Gestione delle imprese; Organizzazione e Sistemi Informativa; Pubblica Amministrazione e Sanità; )

La riforma universitaria in atto porta con sé numerosi, profondi cambiamenti e rende molto importante l’attenta e propositiva partecipazione degli studenti all’attività di questi organi. Il problema più rilevante che i nuovi rappresentanti degli studenti dovranno affrontare sarà quello della realizzazione dei bienni di laurea specialistica e della conseguente revisione delle lauree triennali.

Alternativa Democratica si propone di partecipare attivamente al cambiamento in atto, al fine di proporre le modalità didattiche che tutelano e valorizzano al meglio la libertà di scelta degli studenti quale carattere distintivo di un modello didattico in grado di garantire la qualità della formazione offerta dall’università.

 

 

Riforma universitaria

Tra problemi, rischi ed opportunità

 

Due anni fa è entrata in vigore la riforma dell’università (il 3+2 di Berlinguer e Zecchino). In sostituzione delle lauree quadriennali, essa ha istituito un percorso composto da due moduli: la laurea triennale, in cui affrontare le problematiche generali della materia oggetto di studio, e la laurea specialistica, in cui approfondire alcuni aspetti di quanto studiato nel modulo triennale.

Per la riforma, i due moduli sono parti di un percorso unitario e devono essere caratterizzati da un forte nesso di continuità.

A nostro avviso, il punto di forza della riforma è quello di consentire agli studenti di costruirsi un proprio percorso universitario, coerente con i propri interessi e le proprie aspirazioni (professionali e non). Tuttavia, la sua applicazione ha alcuni difetti di difficile soluzione. In particolare, la necessità di aver completato il primo modulo per iscriversi alla laurea specialistica rischia di allungare inutilmente la durata dell’intero percorso. Infatti, anche un piccolo ritardo nel conseguire la laurea di primo livello (ad es. anziché luglio, ottobre 2004) costringerebbe lo studente a ritardare fino all’anno successivo l’iscrizione al biennio (settembre 2005).

 

A partire da queste considerazioni, riteniamo fortemente auspicabile che:

 

ü        L’università garantisca a tutti gli studenti delle lauree triennali la possibilità di iscriversi al biennio di laurea specialistica. Affinché questa possibilità non sia soltanto teorica ma anche reale, è necessario che l’università istituisca un numero sufficiente di classi specialistiche, e che non mutino radicalmente le condizioni di iscrizione (come il sistema di tasse e contributi);

ü        Sia risolto il problema del tempo dell’iscrizione. Un’idea potrebbe essere quella di permettere l’iscrizione alle lauree specialistiche all’inizio di ciascun semestre (questa soluzione, certamente complessa dal punto di vista organizzativo, è già stata adottata dal Politecnico di Milano).

 

Tuttavia, al momento in cui scriviamo, sembra che l’università sia intenzionata a restringere l’accesso alle lauree specialistiche.  Questa scelta, in sé criticabile, ci trova decisamente contrari perché va a ledere la comprensibile aspettativa di molti studenti, già iscritti ad una laurea triennale, a completare il proprio percorso di studi nella nostra università. Una limitazione dell’accesso alle lauree specialistiche, infatti, andava senz’altro comunicata al momento dell’iscrizione al primo dei due moduli, e non può essere comunicata a metà dell’intero percorso.

 

Pertanto, Alternativa Democratica propone che, quantomeno, venga adottato un regime transitorio che tuteli l’aspettativa degli studenti già iscritti a completare nella nostra università il proprio percorso di studi, permettendo loro di iscriversi alle lauree specialistiche.

 

 

Un modello didattico a misura di studente

 

L’attuale modello didattico è stato adottato quattro anni fa dalla nostra università, in vista della riforma universitaria, con l’obiettivo di far coincidere la durata reale dei tempi di laurea con quella legale. I forti elementi di rigidità che lo hanno sin da subito caratterizzato, non ostante le numerose correzioni introdotte nel tempo, sono divenuti ancor più drammatici con l’introduzione delle lauree triennali.

Possiamo infatti affermare che esso si distingue: per la rigida divisione del tempo dedicato allo studio da quello dedicato alla verifica; per tipologie didattiche e di verifica fortemente standardizzate, anche per insegnamenti molto differenti; per i piani di studio poco differenziabili.

 

Alternativa Democratica ritiene che sia necessario rivedere l’attuale modello didattico, per renderlo maggiormente adattabile ai tempi ed al metodo di studio di ciascuno studente ed alle caratteristiche dei diversi insegnamenti, permettere un maggiore approfondimento personale ed un approccio più critico ai temi studiati.

 

Pertanto proponiamo che:

 

ü        Si ripensi l’attuale separazione tra tempi di studio e di verifica per istituire appelli di recupero fuori sessione, in momenti diversi da quelli dedicati alle prove intermedie;

ü        Nel secondo semestre, vengano istituiti appelli di recupero per gli insegnamenti del primo semestre (e non solo per quelli degli anni precedenti);

ü        Gli appelli, all’interno di ciascuna sessione, vengano distanziati il più possibile;

ü        Le prove intermedie siano razionalmente distribuite su tutto l’arco dei giorni di sospensione, avendo cura, comunque, di lasciare almeno un giorno tra una prova e la successiva;

ü        Si organizzino le date degli appelli e delle prove parziali in modo da farle cadere sempre almeno tre giorni dopo la fine delle lezioni;

ü        Si verifichi la corrispondenza del reale carico didattico al peso in crediti di ciascun esame;

ü        Si provveda ad una verifica dei programmi degli insegnamenti, eliminando le eventuali ripetizioni e le parti obsolete, per garantire l’anzidetta corrispondenza;

ü        Si ricerchino nuove e più articolate modalità didattiche e di verifica, coerenti con le caratteristiche di ciascun insegnamento.

 

 

In particolare, l’avvio delle lauree specialistiche richiede un ripensamento dell’attuale modello didattico, in modo da garantire la reale possibilità di approfondire e rielaborare criticamente i temi trattati ed evitare che la laurea specialistica sia una semplice rivisitazione di quanto già fatto al triennio.

 

A nostro avviso, ciò richiede in particolare che:

 

ü        I piani di studio delle lauree specialistiche prevedano un elevato numero di percorsi e di insegnamenti a scelta degli studenti, per soddisfare e valorizzare le esigenze di ricerca ed approfondimento degli studenti;

ü        Il numero di esami sia tale da permettere agli studenti di dedicare a ciascuno di essi il tempo necessario allo studio ed all’approfondimento personale.

 

Infine, crediamo necessario fare ulteriori sforzi per innovare e migliorare ulteriormente la didattica d’aula e, quindi, fornire agli studenti gli strumenti necessari ad impiegare utilmente il tempo dedicato allo studio. In questo senso sono stati fatti notevoli sforzi, valorizzando elementi quali: lavori di gruppo, seminari, rapporto diretto tra studenti e docenti. Purtroppo però, per molti insegnamenti, la lezione ex cathedra è ancora l’unica tipologia didattica impiegata.

Notiamo con preoccupazione, anzi, che per un numero crescente di insegnamenti è prevista una sorta di obbligo di frequenza. Noi non condividiamo questa modalità che, per un verso, tende a mascherare lo scarso interesse suscitato da certe lezioni (eccessivamente ripetitive, troppo simili ai testi di studio, prive di spunti di riflessione), e per l’altro comprime la libertà dello studente di scegliere e seguire un proprio metodo di studio.

Ultimo elemento che non condividiamo dell’attuale modello didattico è l’impossibilità di rifiutare un voto sufficiente. La possibilità di rifiutare il voto, oltre ad essere un correttivo alla naturale soggettività della valutazione del docente, ha la fondamentale funzione di permettere allo studente di correggere eventuali errori nella propria preparazione e di affrontare con più serenità l’esame. Ne proponiamo pertanto la reintroduzione.

 

 

La riforma dell’università non deve far dimenticare i problemi specifici del terzo e quarto anno. In particolare, Alternativa Democratica ritiene necessario che i cambiamenti in atto (di programmi, piani di studio, etc..) non si risolvano nella diminuzione dei servizi e delle opportunità offerte sino ad oggi agli studenti delle lauree quadriennali. Inoltre, ogni miglioramento del modello didattico deve andare a vantaggio di tutti gli studenti siano dell’ordinamento triennale o quadriennale.

 

In particolare riteniamo necessario:

 

ü        Istituire classi di recupero per gli insegnamenti non più impartiti, anche per gruppi formati da meno di 50 studenti, soprattutto per gli insegnamenti dei corsi monoclasse. Infatti, i corsi per l’ordinamento triennale hanno programmi diversi e non possono svolgere questa importante funzione;

ü        Mantenere l’attuale numero di corsi opzionali offerti dall’università, indipendentemente dalla soglia minima di 15 iscritti. Infatti, con un unico anno di corso attivo, questa soglia sarebbe difficilmente raggiungibile per molti insegnamenti caratterizzanti dei corsi di laurea monoclasse;

ü        Potenziare le strutture del centro linguistico per permettere, ai moltissimi studenti che ancora non lo hanno fatto, di conseguire il Toefl.

 

 

Stage e scambi

 

La possibilità di svolgere stage presso importanti istituzioni, o di internazionalizzare il proprio piano di studi attraverso i progetti di scambio con le università straniere è una delle più interessanti opportunità offerte dalla nostra università. Tuttavia, svolgere queste esperienze crea non pochi problemi, legati a differenti fattori: i programmi dei corsi delle università straniere, non sempre compatibili con quelli della nostra (problema reso più complicato dalla revisione degli insegnamenti, richiesta dalla riforma); le incertezze relative alla conversione degli esami sostenuti all’estero ed alla procedura da seguire a tal fine; la necessità di laurearsi entro luglio per potersi iscrivere, l’anno successivo, al biennio di laurea specialistica che va ad aggravare i sopraccitati problemi.

Infine, per alcuni indirizzi, il numero e l’interesse delle mete disponibili non è affatto adeguato alle richieste ed alle esigenze degli studenti.

 

Perciò noi proponiamo che:

 

ü        L’università dedichi maggiore attenzione alla ricerca di mete per stage e scambi, per tutti gli indirizzi;

ü        Siano create precise regole di conversione degli esami sostenuti all’estero e procedure trasparenti di verifica della compatibilità dei loro programmi, per dare agli studenti, prima della partenza, certezza su quali insegnamenti verranno poi effettivamente convertiti.

 

Inoltre reputiamo necessario fare finalmente chiarezza su:

 

ü        La possibilità di sostenere, in anticipo sulla sessione ordinaria, gli esami del semestre che precede la partenza (che non può essere affidata al buon cuore di qualche professore);

ü        La convertibilità degli stage quali altre attività formative (e relative procedure).

 

 

Corsi di lingue

 

Per quanto riguarda i corsi di lingua obbligatori, la situazione si è fatta molto complessa.

Per quanto riguarda il terzo e quarto anno, l’idoneità di lingua inglese era stata sostituita con una prova del tutto particolare: il Toefl. Non possiamo non notare che i corsi di preparazione alle lingue erano, e sono tutt’ora, del tutto inadeguati a fornire gli strumenti per una prova così particolare; infatti, i moduli di lingua inglese sono stati utilizzati molto poco, le aule informatiche del centro linguistico dove fare delle simulazioni per detta prova sono sovraffollate e un grande numero di studenti, anche prossimi alla tesi, non ha ancora conseguito la certificazione di inglese. Per risolvere questa situazione, l’università si è affidata ad un corso di inglese via internet ma non pare proprio che questo possa risolvere il problema.

Per le lauree ad ordinamento triennale, l’università ha reintrodotto, per le due lingue obbligatorie, la prova di idoneità, gestita direttamente dal centro linguistico. Inoltre, con intenzioni condivisibili, ha deciso di inserire le idoneità nel piano di studi, al pari degli altri esami. Tuttavia, nel fare questo, per un verso non ha considerato i diversissimi livelli di partenza dei vari studenti (specialmente per quanto riguarda l’inglese), per l’altro non è riuscita ad incastonare le lezioni di lingua (che necessariamente devono essere articolate su diversi livelli, a seconda delle conoscenze di base degli studenti) all’interno dell’orario delle lezioni. Il risultato è stato il crearsi di numerose sovrapposizioni d’orario che, il più delle volte, non consentono di seguire i percorsi di lingua straniera.

 

Pertanto, Alternativa Democratica propone di:

ü        Potenziare le strutture del centro linguistico per offrire agli studenti gli strumenti per conseguire le certificazioni di lingua richieste;

ü        Rivedere l’organizzazione dei percorsi di lingua, differenziando maggiormente gli orari delle lezioni;

ü        Ripensare attentamente la scelta di inserire gli insegnamenti di lingua nella struttura del piano di studi, valutando l’ipotesi di ritornare al sistema delle idoneità libere (non inserite in un determinato anno di corso);

ü        Istituire dei corsi ad hoc par il superamento del Toefl, per quegli studenti che non hanno le conoscenze di base necessarie a sfruttare i servizi già offerti.