David Hines

"Nebula"

Spice Rack Records (2005)

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Recensione di R. Guarnieri

Altro che crisi,il mercato del jazz-rock non conosce pause, sfornando autentici capolavori in serie, nonostante poi il tutto avvenga tramite etichette piccolissime e con un fragile supporto di distribuzione. David Hines è un bassista di straordinaria tecnica, altrettanto si puo' dire per la band che lo accompagna negli otto pezzi che compongono questo imperdibile capolavoro strumentale, nel quale ipezzi richiamano i fast imperiosi della fusion inglese anni settanta-ottanta.Spicca alle tastiere il nome di Steve Hunt, collaboratore di Allan Holdsworth sino a qualche anno fa', lo stesso chitarrista compare in " Skippi ", primo brano dell'opera, con un assolo fra i piu' belli mai sentiti. Da evidenziare pure la grande tecnica dell'altra chitarra di Steve Kirby ed il lavoro incredibile del drummer Steve Michaud. Se volessi paragonare la band ad un gruppo prog-metal potrei assolutamente definirli come i Dream Theater della fusion, visto che l'altissimo tasso tecnico trova pochissimi altri riferimenti nel settore nel quale il quintetto opera. Di certo si tratta di un cd che qualsiasi gruppo italiano strumentale dovrebbe ascoltare, anche per trarne delle idee vincenti per la propria carriera. Merita il massimo dei voti perche' non ho ascoltato alcuna pecca e perche' i continui richiami al miglior stile
holdsworthiano sono eseguiti con perizia strabiliante. Una macchina perfetta, con cinque ingranaggi che lavorano alacremente e con risultati oltre piu' ogni rosea aspettativa.