E 10! Questa è la conclusione della fic che mi è costata più fatica di tutte.. che ci volete fare, io sono cunicolare già di mio, quindi se la storia si complica siamo rovinati! Ora, dato che ho un sacco di ringraziamenti da fare, a fine fic troverete tutti i Credits, per ora accontentatevi di sapere che i ragazzi di SD sono tutti di Inoue e soci fino a quando non vincerò al Superenalotto e gli sottrarrò Mitsui per Stella e Akira mon amour a mero scopo personale! Se volete qualcuno dei ragazzi non avete che da scrivermi a snow_is_falling@hotmail.com e sperare che la dea bendata sia dalla nostra! Ciao*ciao!!

CH.10

SO

Non aveva voglia di alzarsi. Per andare dove, poi? Allontanò le coperte con un calcio e si mise a sedere con le gambe incrociate sul letto, cercando di staccare per un momento la moviola della

serata precedente che rimbalzava nella sua testa da troppo tempo.

Dopotutto, aveva ancora tante cose belle nella sua vita: la famiglia, gli studi, le amiche.. e poi mica finisce tutto se il tuo fidanzato ti molla! Si stirò pigramente prima di gettare un'occhiata alla sveglia, ma il suo sguardo venne catturato dalla fotografia che stava lì di fianco dove comparivano i magnifici 3 della sua vita: Hisashi, Ayame ed Akira.

"Al diavolo!" sbuffò capovolgendo la cornice smaltata e decidendosi a fare una doccia.

Finito di allacciare l'ultimo bottone dell'abito di jeans, infilati i sandali, era pronta ad affrontare la sua migliore amica che al tavolino di un cafè avrebbe appreso le novità della settimana. Avrebbe voluto chiamarla la notte precendete ma.. Il suono della sua voce, i suggerimenti sensati che Ayame le avrebbe dato l'avrebbero indotta ad un pianto senza fine, un pianto che uno come Akira non meritava.

Scese poco dopo dalla metro, ed un quarto d'ora dopo gli occhi stupiti di Ayame la stavano fissando tra una sorsata di the e l'altra.

"Non hai davvero nulla da dire?" chiese Keiko torturando con un cucchiaio la fetta di torta che aveva ordinato ma che non riusciva a mangiare.

"Dico che non è possibile" Ayame scosse la testa guardando la strada attraverso l'enorme vetrata

"Dico che devi parlargli e cacciargli in quella testa che voi due siete una coppia meravigliosa e che non potete separarvi solo perchè lui è un idiota bacchettone!". Keiko la guardò a lungo, e per un momento provò una cocente invidia per Hisashi. Lui maveva accanto una donna intelligente e sensibile che lo amava davvero e lei aveva perso tempo con una persona che aveva larghe vedute a patto che non si trattasse di faccende personali. Improvvisamente le tornò in mente una frase che Akira le aveva detto quando non sapeva ancora che era lei l'amichetta di Hisashi al liceo: "Pensa a quella povera ragazza, che battesimo di fuoco ha avuto!"..

Come aveva fatto da vittima a diventare carnefice?

"Gli parlerò io, e poi.." iniziò Ayame piena di entusiamo

Keiko si strinse nelle spalle "Non servirebbe a nulla, credimi. Ho provato in tutti i modi a spiegargli come sono andate le cose, gli ho detto a chiare lettere che per me è una storia chiusa che appartiene al passato ma lui non mi ha nemmeno ascoltato.. In fondo in fondo.. Parliamoci chiaro Ayame, se mi avesse amata la metà di quello che diceva non avrebbe messo fine alla nostra storia in dieci minuti!"

Finalmente era riuscita a dirlo.

Ayame guardò l'espressione tesa dell'amica, le sue dita raccolte intorno ad un piccolo cerchietto argentato. "Aya-chan.." iniziò Keiko porgendole la fedina "Potresti restituirla tu questa? Io..Non credo di farcela!". Ayame rigirò per qualche secondo l'anello tra le dita, ancora stordita dalla cinica lucidità con cui Keiko vedeva le cose "Vorrei, ma non posso." sospirò appoggiando il piccolo oggetto sul tavolino "Io sono convinta che tu e lui abbiate ancora molte cose da chiarire e non c'è momento migliore di questo. Se solo non foste così cocciuti!" concluse incrociando le braccia. Keiko infilò l'anello al dito fissandolo per qualche secondo "La verità è che è finita, ed è finita nel modo peggiore possibile.. E tutte le volte che vedo questo anello mi assale una rabbia così forte perchè in fondo in fondo lui non ha capito un accidenti di niente!" aveva una voce talmente strana che per un momento Ayame credette che Keiko sarebbe scoppiata a piangere.

"Anche se, come dici tu, è finita.. Keiko, perchè dovete chiudere una storia in questo modo assurdo? Dopotutto non potrete evitarvi per tutta la vita.. quindi.. Và da lui e chiedigli il perchè di questo comportamento demente, e ricordati che più si tiene ad una cosa più grandi sono le cretinate che si fanno!" disse Ayame, iniziando un lunghissimo discorso di incoraggiamento che sortì l'effetto desiderato, tanto che Keiko aveva passato le ultime due ore a cercarlo per tutta la città, mentre ogni tipo di pensiero le si affacciava alla mente. Come si sarebbe comportata se l'avesse visto con un'altra ragazza? Sorrise tra sè e sè, pensando che probabilmente lui era già con qualcun'altra.. Dopotutto doveva recuperare il tempo perduto con lei, no?

Si fece indicare da un ragazzo la strada per il molo, ed in poco tempo si ritrovò a passeggiare per il lungomare abitato da pescatori che non facevano altro che lanciarle inviti maliziosi.

Non era mai stata in quel posto nonostante i continui inviti di Akira che in ogni sua descrizione lo faceva apparire come un paradiso. Ed un paradiso era, con l'acqua appena increspata da un venticello caldo e l'orizzonte che si confondeva con il cielo sotto il brillante sole del primo pomeriggio. Anche se non avesse trovato quello che cercava avrebbe comunque registrato quel posto come meta di future passeggiate "magari i compagnia del prossimo fidanzato" sorrise amaramente tra sè e sè, vedendo la familiare figura di Akira seduta su un pilone.

Si avvicinò senza far rumore al ragazzo che, con suo grande sollievo, era solo soletto.

"Come stanno i pesci oggi?" chiese semplicemente.

Quando Akira la vide, credette che i suoi pensieri avessero preso improvvisamente corpo .Non aveva pensato ad altro da quando lei se ne era andata sbattendo la porta, aveva alzato il ricevitore del telefono mille volte per chiamarla ma.. Ora non ricordava neanche una sola delle scuse che puntualmente lo avevano fatto desistere. Bloccò il sorriso che gli stava per spuntare sulle labbra e improvvisamente gli sembrò di tornare alla prima volta che l'aveva vista accanto ad Ayame.

Nove mesi fà gli era bastato incrociare il suo sguardo per decidere, ed ora gli occhi di Keiko erano diventati qualcosa da cui fuggire.

"Così così" rispose distrattamente facendole posto accanto a sè, ma la ragazza sembrò non aver neanche colto l'invito, impegnata com'era a rigirare un piccolo oggetto lucente tra le mani.

"Io..Ecco, ti ruberò solo poco tempo.." iniziò Keiko prendendo posto accanto al ragazzo "Volevo solo proporti di finire la nostra storia in un altro modo.. Se non per affetto almeno per educazione e rispetto reciproco, dato che non potremo evitarci per sempre!" disse lentamente guardando i giochi di sole sull'acqua. Akira annuì lentamente aspettando che gli occhi della ragazza tornassero sul suo viso e quello che sentì chiudergli lo stomaco non era certo ciò che uscì dalle sue labbra. "Potremmo sempre restare buoni amici!" sorprese anche sè stesso come la sua voce rendesse ancora più squallida quella proposta.

Keiko strinse la bocca in un sorriso, ed ispirò profondamente "Certo, perchè no? Magari potremmo anche uscire a mangiare qualcosa una di queste sere!" disse non riuscendo a trattenere una punta di sarcasmo. Aprì il pugno e sotto il sole di primavera la fedina brillò con tutta la sua forza.

"Perchè l'hai tolta?" chiese la sua voce profonda. Akira la guardò stupefatto: era stato lui a metterla al medio di Keiko il giorno del suo compleanno e lì avrebbe dovuto rimanere.

"Perchè non ho più motivi per portarla!" disse facendola scivolare sul ruvido cemento del pilone accanto alla mano del ragazzo.

"Tanto per me è tutto facile, vero Keiko?" per un momento, un momento solo i suoi occhi ripresero la stessa espressione gelida della sera precedente.

"No, ma tu avrai la pacca sulla spalla ed io l'infamia.. E' davvero buffo, per gli uomini esistono solo aggettivi simpatici: playboy, dongiovanni, rubacuori.. E per le donne? Le donne hanno solo giudizi ed insulti.. Ma questa è una storia vecchia come il mondo!" sospirò la ragazza rivolgendo il viso al sole.

"Io non ho mai detto che ti ritengo una poco di buono!" mormorò Akira avvicinandosi leggermente.

"E allora perchè hai fatto del tuo meglio per farmici sentire?" disse Keiko chiudendo gli occhi.

"Perchè il solo pensiero che qualcun altro ti abbia avuto mi fà uscire di testa, Keiko.

Perchè non accetto che tu abbia potuto guardare Hisashi come guardavi me, che tu lo potessi desiderare come desideravi me .. Io ero.. Sono geloso fino alle ossa di quello che voi avete condiviso, di quello che lui ha avuto da te e poi questa dannata fedina.." quando la sua voce si ruppe Keiko capì che quello che lei dipingeva come un mostro era solo un ragazzo spaventato.

"Forse non l'accetti perchè non è così. Sai, quando abbiamo iniziato ad uscire insieme tutte le mie amiche mi dicevano di lasciar perdere, di non illudermi di avere una storia seria con il principe dei flirt.. Eppure.. Eppure io lo sapevo che tu non eri così, o almeno che non ti saresti comportato così se il nostro rapporto si fosse basato su qualcosa di più solido che un letto.

Ho messo da parte tutte le gelosie nei confronti delle tue ex, ho chiuso la porta a tutto tranne che a quello che tu stesso mi mostravi come il vero Akira ed io ti ho visto per quello che sei, non per quello che hai fatto prima di conoscermi. Con te mi sono sentita finalmente me stessa, potevo rispettare i miei tempi, tanto non dovevo tenerti legato con nessun mezzuccio.

Quando guardo Hisashi vedo solo la mia ingenuità di ragazzina, i miei errori, il mio voler essere quello che qualcun altro voleva." nella voce di Keiko non c'era rimorso, nè cattiveria. Questa era semplicemente la verità. "Io ed Hisashi abbiamo condiviso solo un'illusione : quella di trovare l'uno nell'altra un'ancora di salvezza dalla nostra solitudine, ma abbiamo commesso un errore dietro l'altro.". Akira la guardò ancora per un momento, finchè lei non si alzò per andarsene.

"Aspetta!" la mano del ragazzo prese il suo braccio, riconducendola a sedere." C'è ancora una cosa che ti devo dire". Keiko lo guardò dritto in faccia e l'espressione seria che aveva assunto non la fece pensare a nulla di buono "Non credere .. Non credere che io non ti abbia mai amata e che la nostra storia sia tutta un gioco per me, perchè non lo è. Ieri sera tutta la rabbia che avevo era solo la rappresentazione palese del fatto che io non riesco a buttarmi nulla alle spalle, che a differenza tua io non riesco a mettermi in dicussione, perchè nessuno mi ha mai posto davanti ad una scelta così netta tra quello che dovrei fare e quello che voglio fare. Se tutti i miei principi mi impongono di allontanarti, mi basta una tua parola, un tuo gesto per dimenticarli. La sai una cosa buffa?" disse passandosi una mano sugli occhi "Credo di non averti mai amata così tanto!".

Keiko abbassò lo sguardo, aveva fatto un errore a cercarlo.

"Vorrei poterti dire che sapere che mi lasci per rispetto ai tuoi principi mi dà sollievo, ma non è così. Mentre camminavo per raggiungerti, tra i miei pensieri si era fatta largo anche l'idea di chiederti di ricominciare, ma adesso.." sospirò la ragazza stringendo i cordoni della borsa.

"Cosa?" chiese Akira guardando Keiko alzarsi in piedi.

"Adesso capisco che forse il problema non sono tanto i principi, ma la tua paura insensata di crescere. Non si è uomini nascondendo i problemi dietro a quello che la morale comune ci dice di fare, ma affrontandoli e cercando di superarli una volta per tutte. Il mio passato non è un problema colossale, anzi, del tutto paragonabile alle tue storielle precedenti che io ignoro perchè tu stesso mi dici non essere degne di nota. Akira, come riusciresti a dirmi quello che mi hai detto 10 secondi fà quando ieri sera mi hai ferito a morte? Io non capisco più niente.." disse la ragazza asciugandosi una lacrima. Si era ripromessa di non piangere, di non cercarlo, di smetterla di pensare a tutto quello che avevano ancora da fare insieme ma quando le braccia del ragazzo le si serrarono intorno in un abbraccio svanì tutto. "Adesso basta, basta davvero! Io non posso vivere in balia dei tuoi umori, lo capisci?" disse Keiko sottraendosi alle attenzioni del ragazzo bruscamente. Lo guardò attentamente e senza neanche aspettare una risposta se ne andò.

Non riusciva a smettere di piangere neanche quando si rese conto che tutti i passeggeri del vagone della metro che la stava riportando a casa la fissavano curiosi. Appena arrivata si sarebbe chiusa in camera per una telefonata-fiume con Ayame e poi.. Poi la vita sarebbe continuata anche senza di lui. "Scusa" disse alzando gli occhi per un momento per sincerarsi delle condizioni del ragazzo a cui aveva preso contro sulla banchina della metro. "Scusami tu Keiko!" le rispose la voce familiare di Akira, che da una vita la aspettava alla stazione. "Lasciami andare, non sono nelle condizioni ideali per un'altra discussione!" disse la ragazza scuotendo la testa.

"Non sono qui per discutere, ma per dirti che ho deciso. Non mi interessa più nulla di Mitsui, di Kogure.. Ho capito che l'unica cosa che conta è stare con la persona che ti rende la vita un inferno, ma anche un paradiso. Io ti ho riaperto ferite che dovevano essere dimenticate mentre tu cercavi solo di farmi capire quanto stupidi erano tutti i miei timori. L'ho capito, anche se tardi. Io.. Voglio riuscire a venir fuori da questa cieca gelosia perchè.. Per quanto mi possa far male il passato, non sarebbe nulla in confronto ad un futuro senza di te! " con un rapido movimento la trasse a sè, lasciandole un piccolo bacio sulle labbra.

Keiko lo guardò confusa "Hai battuto la testa o mi prendi in giro?" disse gettando l'ennesimo Kleenex. Il ragazzo sospirò passandosi una mano fra i capelli "Cerca di capire, io ti amo!".

Keiko sorrise leggermente "Eh no bello mio, cerca di capire tu! Se quel bacetto era una prova di tutta la passione che provi per me, siamo messi male!" disse guardandolo di sfuggita.

Akira scosse il capo divertito "Mi stai provocando?"

"Ti stò dicendo che ti amo anche io, deficiente!" rispose la ragazza zittendo il campione del Ryonan con un bacio. Quando si separarono e la prese tra le braccia, Keiko si rese conto che quello era l'unico posto a cui non avrebbe mai rinunciato.

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Prima di tutto un GRAZIE formato monolite a tutti quelli che hanno la pazienza di sorbirsi le mie storie.. Davvero, grazie di cuore. Secondo, grazie alle seguenti persone per essere una fonte costante di inspirazione con le loro vicissitudini (--> sia chiaro, non vi stò dando degli sfigati, stò solo dicendo che mi mettete in moto il cervellino!).

*)Stella: hi hi, tanto già lo sai perchè! Perchè è quella martire che si sorbisce tutti i dubbi e la lettura delle bozze!! Santa donna, ma dove ne trovo un'altra così? E poi..avete letto anche una sola delle sue fic? Io ucciderei per scrivere così !!

*)Ile: che secondo me è paragnosta (--> mi ha chiamato appena avevo battuto il suo nome sulla tastiera! Peggio che 'L'esorcista'!) e che soprattutto condivide la mia insana passione per il bell'Akira, oltre che un'attitudine naturale alla sfiga che non guasta mai (ps: scrivi bimba che sei bravissima!).

*)Sheera: a cui dedico il cap 8, e che si sciroppa tutti i miei problemi metafisici del piffero! Grazie per rimettermi i piedi sulla terra tutte le volte, e grazie perchè nelle nostre mail mi hai dato l'ispirazione per finire stà fic!

*) Mikako: vediamo se riesco a farle venire una emicrania più forte di quelle che già ha..By the way, rimettiti prestissimo e grassie per il sostegno (--> e scusa per il ritardo colossale delle risposte!)

*) AJ & Scilla: Perchè le adoro ed adoro il loro circolo vizioso!! Non riuscirete mai a convincermi a fare spinning!!E poi, lo scrivo anche qui: Aj scrive troppo bene!!

*) Silvia,Cinzia, Giuly, Patty,Simo, Babs & Chiara: Se nessuno riesce a farmi uscire dai gangheri come voi, un motivo ci sarà bene!

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