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Unintended Angel
di Akira14

Serie. Slam Dunk (solo?)
Rating: PG

Pairing: SenKosh/ (accenno di RuHana e YamaTaka)
Dedicato a: Tutti quelli che scrivono splendide fic su Slam Dunk!!!

Note: Ho scritto questa fic mentre avevo l’influenza… Credo che si noti.

Disclaimers:I personaggi appartengono a Takehiko Inoue.

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Perché devono capitare tutte a me? Ho forse fatto qualcosa di male? Beh, sì…A parte innamorarmi di un idiota dai capelli a spazzola. Mi sa che è già abbastanza da meritare la dannazione eterna. Ma non ci riesco.

Nessuno ci riesce, a parte Rukawa…No, forse nemmeno lui. Nessuno ha ancora trovato un vaccino contro i Sorrisi Disarmanti di Sendoh.(SDS)

E sono anche molto subdoli…Prima non ci fai per niente caso, magari li ignori pure, continuando a farti i tuoi comodi. E loro pian piano, poco per volta, ti entrano dentro l’anima, riducendoti ad un’ameba. E le conseguenze possono essere due.

O diventi una gallina starnazzante da far invidia alle fan di Rukawa, oppure ti ritrovi ad essere un burattino nelle sue mani, come me.

Naturalmente non è che mi lamenti, anche se sento le gambe farsi di gelatina e le farfalle nello stomaco ogni volta che mi sorride, e ciò mi fa vergognare non poco di me stesso, è sempre meglio essere un burattino piuttosto che un’oca con i pon-pon che non fa altro che gridare il suo nome.

Perciò ho deciso di difendere il mondo dagli SDS, proteggerlo dal mettersi in ridicolo. Io basto e avanzo.

Così ho deciso saranno solo per me, solo ed esclusivamente miei. E’ utopico, lo so, ma provare non costa niente. E l’intera umanità me ne sarà grata.

E poi devo ammettere che sono gelosissimo di lui. Insomma, vivere con un ragazzo così bello non è mica facile! Vedi persone che te lo vogliono portare via da tutte le parti. Se aggiungiamo che lui è pure un playboy, e che se la fa con tutti…(Beh…Quasi con  tutti, con me no!^^;; NdA14)

E’ facile capire perché non posso vedere di buon occhio nessuno che abbia un atteggiamento anche solo amichevolmente affettuoso nei suoi confronti. O chi è uscito con lui prima di me…Tutta Kanagawa a farla breve.

In particolare Hanamichi e Rukawa. Si sono messi insieme dopo essere stati entrambi mollati da Akira, più per farlo ingelosire che altro. Non si aspettavano di innamorarsi. Ma non si sono ricordati quanto l’amore possa essere imprevedibile. Ora sono inseparabili. Ce ne sono di avvenimenti inspiegabili nella vita!

Ma se mi fossi fatto un’impressione sbagliata? E se Kaede fosse ancora intenzionato a portarmi via Sendoh?

Quel cretino ha avuto anche il coraggio di mandarmi a chiedere al volpino se è disposto a inscenare la parte di sua moglie per l’ispezione degli assistenti sociali. Non può provare a mettersi nei miei panni per una volta? In fondo di ragioni per non fidarmi di lui ne ho una caterva. Angel è la prova vivente che ho ragione.

Chi può riporre la propria fiducia in un uomo che di punto in bianco si ritrova ad essere con una figlia a carico? Quando sono venuto a conoscenza dei fatti, mi sono proprio incazzato. L’ho lasciato e non avevo nessunissima intenzione di tornare sui miei passi.

Avevo le mie buone ragioni.

Se non avessi incontrato Ayako e Ryota,  quel giorno, il più scioccante della mia vita, probabilmente non ne sarei mai venuto a conoscenza. L’ex playmaker dello Shohoku la stava insultando, proprio lì in mezzo al negozio, mentre Ayako lo guardava con aria serafica, tenendo le braccia conserte sul pancione. (ci manca l’ohohoh è poi abbiamo Anzai, no?)

Non è mia abitudine origliare i discorsi degli altri, ma chiunque ne converrebbe con me…Vedere Miyagi arrabbiato con la sua adorata Aya-chan non è un avvenimento cui si assiste tutti i giorni.

“ Sei una… Una…”

“Sì? Ti mancano i termini? Eccoli, se ti possono essere di aiuto: donna di mondo, baldracca, puttana, troia, sgualdrina. Non è strano? Per un uomo che va donne, i termini più usati sono playboy, casanova, dongiovanni. Nessuno dei quali è offensivo. Per una donna sono solo insulti. (ammetto: ho rubato l’idea a un telefilm…^^;;)”

“Che cosa c’entra?”

“Mi duole ricordarti che il 14 giugno, io e te non stavamo più insieme. E che quindi ero libera di andare a letto con chicchessia, e tu non hai il diritto di  farmelo pesare, mio caro.”

“MA DA QUI A FARTI METTERE INCINTA DA SENDOH NE PASSA DI ACQUA SOTTO I PONTI!”

“TIENI AKIRA FUORI DA QUESTO DISCORSO, SE NON TI DISPIACE!”

Il tono di voce cresceva man mano che litigavano. Io mi sono dovuto appoggiare al muro per non cadere per terra. Mi sentivo malissimo. Come se mi si fosse aperto un abisso sotto i piedi. Ayako mi aveva portato via Akira, e gli stava per dare quello che io non avrei mai potuto dargli. Dio solo sa quanto ho maledetto il fatto di essere nato maschio, in quel momento. So che è stupido, ma mi sarebbe piaciuto metter su famiglia con Sendoh.

Ma si sa quanto la legge sia ingiusta, specie nei riguardi degli omosessuali. Io e Aki-kun non possiamo crescere figli nostri, neanche adottandoli. Temono che possiamo dare un’immagine sbagliata della sessualità ai nostri figli? Sbagliata in che senso? Ormai sono talmente convinto che la mia omosessualità faccia parte del mio essere, di ciò che sono, indipendentemente dalla mia volontà, che non riesco proprio a capire come la mia persona, o il mio amare Akira possa far nascere tanti pregiudizi e maldicenze sul nostro conto.

Lui aveva tradito la mia fiducia, tenendomi all’oscuro di tutto, ma io non riuscivo ad odiarlo. Se solo fossi stato più gentile, meno algido e scontroso, magari a Sendoh non sarebbe neanche passato per l’anticamera del cervello di accettare le avance di Aya.

Se solo se…

Masochista come mai, sono rimasto lì a sentire la sfuriata di Ryota. All’ennesimo insulto di quel tappetto (sarai alto tu! NdA14)  ho perso il controllo di me stesso…

“ E brava! Solo una demente come te poteva farsi raggirare da un finocchio come quello! Una testa di cazzo che è idiota come non pochi, con quel sorriso falso sempre stampato sul viso… Complimenti, ti sei fatta ingannare da un tipo falso come l’anima di Giuda!”

Due mani hanno colpito Ryota.

Prima quella di Aya-chan che l’ha schiaffeggiato per bene, poi la mia che l’ha colpito sul naso, rompendoglielo.

“Non ti azzardare mai più a insultare Sendoh! Tu non lo conosci affatto, e non puoi giudicarlo. Quindi stai zitto!”

Poi sono corso via piangendo. Ho sentito vagamente la voce di Ayako che inveiva contro di lui, difendendo Akira.

Perché mi sono comportato così? Non lo so  nemmeno io. Avrei dovuto dargli ragione, ma Sendoh è pur sempre il mio migliore amico, non posso lasciare che qualcuno che non lo conosce nemmeno sputi sentenze su di lui.

Mi sono precipitato a casa sua, per sentirmi assicurare che era falso, che non era successo niente, che Miyagi non era altro che un diffamatore. Sapevo bene che era impossibile. Che dovevo accettare la realtà.

Lui non ha detto niente. Nemmeno quando gli ho espresso tutto il mio disprezzo per la sue sconsiderate azioni, con insulti particolarmente pesanti. Si teneva semplicemente la testa fra le mani, piangendo. Ho resistito a malapena all’impulso di prenderlo tra le mie braccia, tanto pareva debole e indifeso.

Ho affermato che ci sarei passato sopra, a patto che non avesse più nessun contatto con Ayako, né con i suoi ex, che si comportasse in modo più responsabile e che sarebbe sempre arrivato in orario agli appuntamenti.

Lui ha accettato le condizioni. Ed è andato tutto liscio come l’olio, fino a un mese fa.

Poi lei si è presentata con sua figlia a seguito. Per un momento ho temuto che pretendesse che Akira la sposasse. Invece gli ha lasciato quella povera creatura e se n’è andata. Ho visto la faccia del mio ragazzo e mi è venuto da piangere.

Akira stringeva sua figlia al petto, come se fosse stata il suo bene più prezioso, rivolgendole uno sguardo tra l’affettuoso e l’orgoglioso.

La bimba, che fino a pochi attimi prima piangeva a dirotto, ora rideva, vittima pure lei dei SDS. La sua risata era un vero toccasana per l’anima, era così innocente e cristallina da farti sentire improvvisamente in pace con il mondo.

“Non è stupenda Hiro-kun?Guarda come è bella la mia bambina! Ha gli occhi come i miei… Hai visto? Diventerai di sicuro affascinante come tuo padre, dai retta a me An!”

Non sapevo cosa fare… Qualsiasi cosa mi sembrava terribilmente fuor luogo, mi sentivo escluso. E geloso.Geloso di quell’esserino che, apparso da nemmeno dieci minuti, mi aveva già privato dell’affetto di Sendoh. Le parole mi uscirono dalla bocca da sole.

“Scegli, o lei o me.”

“Stai scherzando vero?” Mi sorrise innocentemente, credendo che io stessi facendo una battutaccia.

“NO.”

“ Non è divertente Koshino.” Ahi ahi… Mi chiama per cognome solo quando è incazzato nero con me.

“Mi stai chiedendo di scegliere tra mia figlia, che ha assolutamente bisogno di me, e tu che ne potresti fare tranquillamente a meno? Ti aspetti che io la mandi in un istituto?”

“Sì.”

“Bene, se la pensi così non abbiamo più niente da dirci.”

“ Se è così che la metti tra noi è finita.” Me ne sono andato sbattendo la porta.

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E sono stato così orgoglioso da non parlargli fino ad oggi. Per fortuna mi ha perdonato. Però sta approfittando un po’ troppo della situazione. Va bene che l’ho offeso, ma mandarmi così allo sbaraglio, in una missione suicida, è proprio perfido.

“Rukawa? Posso parlarti un attimo?” Bene, il peggio è passato… Sono riuscito a parlargli senza rendermi ridicolo.

“Che sia solo un attimo, Koshino, ok?” risponde corrucciato.

“Aki…Cioè Sendoh si chiedeva se potresti fargli un favore…E’ urgente.”

“E che cosa dovrei fare di grazia?”

Rimango interdetto per un momento, mai e poi mai mi sarei aspettato che mi avrebbe chiesto subito di cosa si trattava.

“Dovresti… Beh… Akira ha bisogno che tu finga di essere sua moglie, per convincere i servizi sociali a lasciargli sua figlia…” Mi arriva un pugno in pieno stomaco, e mentre ancora a terra, a contorcermi per il dolore, mi dà un calcio in piena faccia.

Il suo viso non è minimamente arrabbiato, ha solo un’aria lievemente annoiata.

“Idiota.” Mi dice andandosene a passi spediti.

Come volevasi dimostrare. L’avevo detto io che non mi avrebbe mai dato retta! Ma Mister Scaricabarili non ci voleva credere! L’unico risultato di questa folle impresa, é un labbro rotto. Ora Rukawa non penserà mica di passarla liscia? Lo rincorro, fermandolo con un calcio volante, che lo colpisce nella schiena. Lui si gira e mi rifila un pugno sul naso. Segue un mio calcio nei “paesi bassi”, e cominciamo a darcele di santa ragione.

Rukawa è più forte di me, ma io non ho nessuna intenzione di farmi battere da quella sottospecie di volpe artica. Si passa ai denti. Vedo una gamba giusto davanti a me, e la mordo con tutta la mia forza. Non si scompone, e mi ficca un dito nell’occhio, per poi graffiarmi il viso con le sue unghie affilate. Dobbiamo proprio sembrare dei bambini. Nessuno, vedendoci nello stato in cui siamo adesso, penserebbe che facciamo 41 anni in due.

Che io ne abbia ventuno e Kaede ne abbia venti. Eh già, Kaede non è l’unico a essere nato a gennaio. Anch’io sono nato in questo mese dimenticato da Dio e dagli uomini, precisamente il sette.

Ma non saltiamo di palo in frasca, e andiamo avanti con la nostra rissa…

Siamo entrambi ridotti piuttosto male, e la gente comincia a fermarsi per godersi lo spettacolo. Se tra di loro scorgessi Akira, mi sotterrerei sotto almeno dieci metri di terra. Dico a lui che è infantile, e adesso mi sto comportando da vero coglione.

“SMETTETELA!”

Per un momento sento una fitta al cuore, temendo che sia Sendoh. Invece è la rossoscimmia. Tiro un sospiro di sollievo. Ma il ghiacciolo non ha la stessa reazione. Impallidisce, diventando più bianco di quanto non lo sia mai stato, e molla la presa dal colletto della mia camicia, sbattendomi a terra.

Hanamichi lo osserva con uno sguardo carico di disapprovazione e delusione, che a mio parere è anche piuttosto ipocrita da parte sua. Come se lui non avesse mai fatto a botte!

“Teme Rukawa! Mi avevi promesso che non avresti più picchiato nessuno, così come ho fatto io. E ho rispettato il nostro accordo. Tu hai rotto il  patto. Come pensi di fari perdonare? E tu Koshino, ringrazia che non ci sia qui il tuo adorato Akira, perché altrimenti una bella lavata di capo non te la toglierebbe nessuno. Alla vostra età siete ancora al livello dei dispetti e delle risse! Dovreste vergognarvi di voi stessi!”

Mi faccio piccolo piccolo. Ha perfettamente ragione, ci siamo comportati da veri idioti. Mi sono offeso come un bambino di cinque anni, e non ho trovato di meglio che ricorrere alla violenza. Mi porge un fazzoletto.

“Tieni, e vai a disinfettarti il labbro, che è conciato piuttosto male.”

“Grazie.”

Mi alzo da terra e mi incammino verso casa del mio koi. Ad un tratto sento la voce di Rukawa farsi strada tra i rumori del cortile.

“Dì a Sendoh che ci penserò, ok?”

Non rispondo. Corro come un pazzo verso la mia meta. Ad aspettarmi c’è lui. Un abbraccio che mi ripaga di tutte le mie fatiche, un bacio che mi fa completamente dimenticare che ho un labbro sanguinante.

“Ahiaaaaaaaaa.”

Non me lo sono dimenticato, purtroppo.

“Oh. Il tuo labbro Hiro-chan! Scusami scusa scusa scusa…Gomen ne. Vado immediatamente a prendere qualcosa per curartelo.”

“Non ti interessa come me lo sono fatto?” gli dico mentre lo sento frugare nell’armadietto del bagno.

“Ti ho mandato da Kaede Rukawa, a chiedergli una cosa che avrebbe ferito l’orgoglio maschile di chiunque. E’ naturale che lui ti abbia picchiato. E tu hai risposto ai suoi colpi solo per legittima difesa, non è vero Hiroaki?”

“Sì. Comunque grazie. Se ci tenevi tanto a farti picchiare da Rukawa, potevi andarci tu.”

“Con Angel appresso? Si è addormentata giusto cinque minuti fa. Credimi, se avessi potuto risparmiartelo, ci sarei andato io stesso. Ma conoscendo Kaede, penso che mi avrebbe picchiato perfino con la bimba in braccio. Capisci che non posso esporla a questi pericoli.”

“Potevi lasciarla a me. Non ho mai ucciso nessuno.” Mi distendo placido sul divano, ma il labbro continua a pulsare e bruciare, e non riesco a smettere di tormentarlo con lingua e denti.

Non posso piangere per una cosa del genere, non posso proprio. Non sono mica una donnicciola.

“Sì, ma tu non l’hai ancora sentita scatenarsi. Ti giuro che se quella peste viene presa da qualcun altro in braccio, qualcuno che non sia io, si mette a gridare talmente forte che dopo pochi secondi ti verrebbe voglia di buttarla giù dalla finestra.Hiro-kun? Ma che fai? Piangi?”

Si avvicina a me con fare apprensivo. Sembra una mamma chioccia con uno dei suoi pulcini.

“Non è niente. Adesso mi passa.”

Si  inginocchia davanti al divano, e io gli do la schiena.

“Hiro…Dovrei metterti al posto il labbro. Se vuoi lo facciamo dopo. Però non piangere, ti prego. Mi fai star male. E guardami mentre ti parlo.”

Mi giro, dandogli lo splendido spettacolo di me che piango come una femminuccia, con gli occhi rossi e gonfi. Lo vedo rimanerci di stucco per qualche attimo. Poi , però, avvicina una mano a me, ed inizia ad accarezzarmi la nuca con movimenti lenti e studiati, per farmi rilassare.

“Ti vergogni di piangere, non è così? Ti fa male dappertutto, e non lo vuoi ammettere. Vediamo cosa posso fare per te. Siediti, prima di tutto.”

Obbedisco e mi alzo lentamente. Lui si siede di fianco a me, ed inizia a disinfettarmi il labbro, incurante dei miei gemiti di dolore. Poi fa lo stesso con i graffi che ho sulle guance.

“Hiro…Hiro…Quando crescerai? Come hai fatto a ridurti in questo stato? Hai graffi ovunque, per non parlare dei lividi, e dello stato in cui è ridotto il tuo occhio destro.”

“Mi sono fatto trascinare troppo dall’ira durante la rissa con Rukawa. E lui non ha gradito. Mi dispiace.”

“Capisco. Siamo due bambinoni, non ce niente da fare.” Solleva le spalle come a dire che non abbiamo speranza di crescere, di maturare.

“Non sei arrabbiato?”

“Arrabbiato? Io? Deluso, ma nemmeno poi tanto. Si vede che sei pentito di quello che hai fatto, e non voglio infierire. Irascibile sei, ed irascibile resterai. A me basta che non picchi il sottoscritto.” Ride, ed io sento il magone dissiparsi istantaneamente.

“Chi ti assicura che non lo faccia?” agito un pugno nell’aria per fargli vedere che non scherzo. Lui prende un cuscino e me lo sbatte in testa. Vuole la guerra? E allora l’avrà. Mi tuffo addosso a lui, e inizio a fargli il solletico. Si dimena, ma non riesce a scapparmi.

“Ahahah….Hiro…Ahahahah…Basta…Ti prego, mi arrendo.”

Lo lascio solo quando diventa paonazzo dal ridere.

“Mi sei mancato Kira-chan.”

Il suo volto si fa improvvisamente serio. Arrossisco accorgendomi di essermi seduto proprio sul suo inguine. Lui sorride maliziosamente, e mi tira giù verso di sé. Continuiamo a rotolarci sul pavimento, in preda alla passione più accesa, quando noto di avere due occhietti blu che mi guardano interessati, proprio mentre succhio uno dei rosei capezzoli di Akira.

“Hiro…Perché ti sei fermato?”

“Abbiamo una guardona in casa. Aspetta che vado a chiudere la porta.”

<Proprio quando lo spettacolo si stava facendo interessante! Non è giusto! Riaprite quella porta!Cattivi!>

Le urla di Angel sono davvero insopportabili, aveva ragione Aki.

“Vado a vedere che c’è che non va. Magari ha solo fame.” Si riabbottona la camicia e precipitandosi nella camera della figlia la prende in braccio, calmandola all’istante.

“Che c’è che non va Angel-kun? Ti sentivi tutta sola? Devi scusarci, ma sai quando uno si fa prendere da certe cose, dimentica tutto il resto.”

La cambia e le dà da mangiare ad una velocità tale che sembra che non abbia fatto altro che badare ai neonati in tutta la sua vita. Io mi sento ancora un po’ confuso e accaldato. Ho ancora il suo odore addosso, e non riesco a controllare le reazioni del mio corpo. Vorrei così tanto continuare il nostro discorso sul tavolo della cucina…

Accendo la tv e provo a non pensarci. Sembra funzionare. Lo sento cantare. La sua voce mi accarezza, fa vibrare ogni singola fibra del mio essere. Ecco che la fatica è sprecata. Ho immaginato di avere quella bocca sopra di me, baciandomi dolcemente con la stessa delicatezza con cui la sua voce sta ora cullando la mia anima, e la mia erezione é ancora più dolorosamente piacevole di prima.

Cerco di ignorarla ma il mio desiderio è troppo forte. La mia mano scende a calmare i miei bollenti spiriti, quando viene fermata da una presa forte e decisa.

“Angel dorme di nuovo. Possiamo finire il nostro discorso…”

Mi trascina per terra, baciandomi, possedendo prepotentemente la mia bocca con la sua lingua calda e umida,  e con un solo gesto fa scendere sia i jeans che la biancheria intima. Le sue labbra scendono sul collo, seguendo la linea della giugulare, per poi passare sullo sterno e scendere fino all’ombelico. So bene dove siete dirette, labbra impudiche e tentatrici.

Sento il suo fiato caldo sulla mia carne. Vuoi farmi impazzire Akira? Beh…Sappi che ci stai riuscendo benissimo. L’eccitazione è talmente tanta da essere insopportabile. Sto bruciando e lui finge di ignorarlo.

“Vuoi che continui, Hiro-kun?” La sua voce è resa roca dall’eccitazione, e ad ogni parola il suo respiro accarezza la mia virilità, rendendomi indifeso ad ogni suo attacco.

“E si chiede?” rispondo arrabbiato.

Scende, baciando la punta del mio pene, con una lentezza a dir poco irritante.

Suona il campanello.

Maledico chiunque abbia suonato, e fortunatamente Akira lo ignora e va avanti nella sua opera. Il suono diventa sempre più insistente.

“Arrivo, arrivo. Sto arrivando, cazzo!” Si alza lasciandomi lì sull’orlo di un orgasmo non raggiunto.

“Eh no. Ora lo sistemo io quello scocciatore!” Mi rivesto in fretta e furia e apro la porta furioso come non mai.

La visione della persona che mi sta di fronte, mi fa scompisciare dalle risate.

Rukawa.

Che indossa una gonna grigia lunga fino ai piedi, con uno spacco sul fianco sinistro, e un maglioncino di lana nero sopra. Alle orecchie innumerevoli orecchini d’oro.

E gli occhi erano accuratamente truccati di azzurro, con tanto di matita e mascara.

Guardandolo meglio, devo ammettere che potrebbe tranquillamente passare per una donna. Ora capisco perché Aki-kun ha scelto lui. Voleva qualcuno che non l’avrebbe mai ricattato, tirando fuori che se non avesse fatto quello che voleva avrebbe svelato la farsa.

Kaede non è quel tipo di persona.

“Guarda, guarda! Mia moglie e il mio amante che chiacchierano amabilmente!” Cade a terra steso da due pugni, il mio e quello di Rukawa.

“E’ sempre il solito idiota.”“Concordo.”

Kaede accenna un sorriso vedendo la piccola Angel. Poi ispeziona attentamente la nostra abitazione.

“Pensavo peggio. Rimboccati le maniche, e pulisci tutto.”

“Perché tu sei paralitico?”

“Questa non è casa mia. E poi non vorrai mica che mi si rovini il trucco sudando!”

Calmati Hiroaki. Conta fino a dieci e stai tranquillo. Lavo i pavimenti, fino a renderli così splendenti da potercisi specchiare, rifaccio i letti, lavo montagne di piatti che sembrano giacere nel lavandino da qualche secolo, insomma faccio la massaia perfetta. Lavoro fino a tarda sera, con Sendoh che mi dà una mano.

Dopotutto è pur sempre casa sua. Ru ci guarda con aria di superiorità, per addormentarsi pochi minuti dopo sul nostro divano. Ci addormentiamo entrambi, stremati, sulla moquette del soggiorno e sento Kaede scendere dal suo giaciglio, e darmi una mano a raggiungere il letto.

“Se dormite per terra domani avrete mal di schiena. Dammi una mano a mettere a letto Akira. Mi occupo io degli ultimi particolari.”

Annuisco, anche se non standoci più assolutamente dentro, non so a che cosa ho detto sì. Dormo, sognando stupidaggini fino alla mattina successiva, crogiolandomi nel caldo abbraccio di Sendoh. Veniamo svegliati dal suono di quel ca…volo di campanello.

Mentre mi vesto in fretta e furia, e sento le voci degli individui che hanno avuto il coraggio di venire alle…

Che????????????????????

E’ mezzogiorno! E’ Rukawa ad alzarsi per andare a rispondere. La vedo male.

“Siamo Yoshiki Yamazaki e Satoru Takaiwa dei servizi sociali.” (1)

La vedo molto male.

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(1) Questi personaggi sono di Hiroyuki Asada.

Unintended angel 03

Unintended angel 01

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