Se la vita fosse facile by Focuzza Mit/Kog Disclaimers: i personaggi non sono miei ma di papà Inoue Note: Nella mia mente bacata (c’è anche il verme che ci cammina dentro) questa è una lettera che Mitsui bello (ma che fico, che fico) scrive a Kogure. *** Sei diventato così importante nella mia vita e non so nemmeno com’è successo prima ti consideravo solo un amico ora invece sento di provare qualcosa di più grande dell’amicizia senza di te mi sentirei perduto chissà se questo è amore? Non penso di aver mai amato nessuno come amo te sei una pedina fondamentale della mia scacchiera senza di te perderei sempre, perderei contro questa vita fatta di tante delusioni e di alcune piccole gioie. Nei momenti di sconforto mi sei sempre stato vicino sei stato la mia spalla su cui piangere, il mio pungiboll (non so se si scrive così me un po’ ignorante) su cui sfogare la mia rabbia, la persona da attaccare quando gli altri ti fanno arrabbiare sei sempre stato vicino a me senza mai pretendere niente in cambio. Un giorno a casa tua ho fortemente desiderato di dividere per sempre la mia vita con te pensa un po’ proprio io che ho paura dei rapporti duraturi, io, colui che appena una persona gli si avvicina troppo scappa. Mi fai ridere con le tue battute e a volte t’invidio perché vorrei essere io sempre così allegro, a volte mi è anche capitato di piangere per te perché ogni volta che mi sei accanto vorrei essere una persona migliore non il solito musone. Potrei passare ore al telefono con te a sentire la tua voce mi dici sempre che sono l’unico con cui puoi parlare perché gli altri ti chiamano solo per dirti i loro problemi, ogni volta che finisco di parlare con te al telefono poi mi sento meglio. Sei il mio angelo, il mio migliore amico, qualcuno del quale, ormai, non potrei più farne a meno sei come la mia droga ma tu dai una dipendenza da te bellissima la droga no. Chissà cosa pensi tu di me? Io non riesco ad esprimerti i miei sentimenti perché la paura di rovinare tutto è più forte della voglia di urlarti tutto quello che sento per te ogni volta che mi guardi, che mi sorridi e che mi parli. Penso invece che la vita a volte sia ingiusta ho scoperto quanto tu sei importante per me solo dopo che te ne sei andato di squadra adesso sei all’università e l’unico modo che sono riuscito a trovare per confessarti i miei sentimenti è stato questo, scriverti tutto quello che sento nel mio cuore, ti sto dichiarando tutto il mio amore chissà che né farai?. Ti amo tanto mio piccolo e adorato amore. Con amore Hisashi. Erano passati due giorni da quando Mitsui aveva mandato la sua lettera a Kogure non c’era momento in cui, il primo, non pensasse a cosa aveva provato, il secondo, nel leggere la lettera. Mitsui si stava allenando con il resto della squadra in palestra ed era molto distratto infatti Ryota lo rimproverò più di una volta e all’ennesimo errore lo mandò a casa con la precisa frase: “Mitsui pezzo di idiota vai a farti la doccia e poi fila a casa o giuro che ti prendo a calci e ti faccio perdere i denti che ti sono rimasti e domani ti voglio qui in perfetta forma” “Cazzo nano sei più spietato del gorilla non mi dire che è solo perché Ayako non te la dà?” “Ma allora non ci tieni proprio ai tuoi denti, pezzo di imbecille” “Dai Ryota lascialo perdere si vede che oggi non è di buon umore” “Ayakuccia” Mitsui andò nello spogliatoio sì fecce la doccia e uscì dalla palestra dove incontrò Akagi e Kogure, quando Mitsui lo vide il suo cuore iniziò a battere all’impazzata e le sue gambe iniziarono a diventare gelatina. (tutti mi hanno detto che quando t’innamori di qualcuno questi sono i sintomi, io invece ogni volta che vedo il mio amato non faccio altro che litigarci. Alcune mie amiche dicono che è un bene almeno abbiamo un dialogo. By focuzza). “Ciao ragazzi come mai da queste parti?” “Siamo venuti a vedere gli allenamenti e tu come mai sei fuori?”“Il capitano era di malumore oggi e ci sono passato io, Kogure posso parlarti” “Si, tu vai pure dentro Akagi ti raggiungo dopo” “Ci vediamo dopo allora, ciao mentecatto” “Ciao Gorilla” Akagi andò dentro e i due iniziarono a parlare: “Dimmi Mitsui, cosa volevi dirmi?” “Io.. hai… ricevuto….la lettera?” sto balbettando come un bambino cavolo “Si, e mi fa piacere avere letto quello che hai scritto, ma..” “Lo sapevo ti faccio schifo, come pretendevo che tu fossi interessato a me, scusami però promettimi che rimarremmo amici” “Se mi lasci finire di parlare..” “Lascia perdere ho già capito ci sentiamo” “Aspetta Hisashi!” “Non voglio la tua pietà, vai dentro con gli altri, ci risentiamo” “Vaffanculo Hisashi, quando sarai disposto a lasciar parlare anche gli altri oltre che a te stesso chiamami, sei sempre il solito cocciuto non mi hai lasciato nemmeno finire di parlare, ci si rivede” Kogure andò dentro, quando entrò fu accolto da Sakuragi: “Ehi quattr’occhi non trovavi più la strada?” “No Hanamichi, parlavo con Mitsui” Finirono di guardare gli allenamenti e s’incamminarono verso casa. “Dimmi Akagi, lo so che muori dalla voglia di farmi qualche domanda” “Come è andata, gli hai detto quello che provi per lui?” “Ci ho tentato ma non mi ha fatto parlare” “Sempre il solito quel demente, ma dovevi innamorarti proprio di lui con me sarebbe tutto più facile” “Sì lo so, ma tu sei già fidanzato e non vorrei avere un ragazzone di due metri incavolato contro di me (avete capito chi è??? Dai è facile chi è alto due metri?? Ma dai è Uozumi, io la vedo bene come coppia. By focuzza) comunque grazie ci vediamo domani” “Sì ci vediamo” Arrivato a casa trovò ad attenderlo Mitsui lo trascinò in camera sua: “Ma ti sei bevuto il cervello, se mio padre scopre che sono gay mi manda via di casa e in questo momento non ci vuole proprio” “Volevo parlarti” “Dimmi” “Hai un altro per questo rifiuti me vero? Dimmi chi è?” “Certo che ne hai di fantasia” “Non fare l’innocente chissà quante persone fai entrare nel tuo letto? E perché a me no? Dimmelo gli prese i polsi e lo scimmiottò un po’ cosa devo fare per entrare nel tuo letto pagare forse? Se non riesci a pagarti le tasse universitarie non mi sembra giusto concederti al primo che capita per pochi soldi” “Vattene stronzo, esci immediatamente da casa mia e non farti più vedere” “Sì adesso esco sulla soglia della porta gli disse l’ultima frase lapidatoria sotto lo sguardo sbalordito del padre di Kogure quanto prendi a notte che ogni tanto posso farci un pensierino” Kogure gli sbatté in faccia la porta e si ritrovò davanti gli occhi freddi del padre: “Noi due dobbiamo parlare, vieni nel mio studio, adesso!” “Sì padre arrivo subito, vado a prendere un bicchiere d’acqua in cucina e poi arrivo” Così si diresse in cucina dove trovò gli occhi comprensivi della madre: “Mamma che faccio così abbracciò la madre e iniziò a piangere mi ammazza, mi manda via di casa” “Amore mio digli la verità, vedrai che capirà” “Sì mamma, grazie” “Ora vai non vorrai farlo arrabbiare di più?” Arrivò dentro lo studio del padre con l’aria da cane bastonato. “Se non potevi più pagarti le tasse universitarie dovevi dirmelo, te le avrei pagate io sempre meglio di sapere che mio figlio si prostituisce per pochi soldi” “Ma….” “STAI ZITTO, fammi parlare, visto che hai questo lavoro allora da oggi in poi potrai pagare un terzo delle spese di casa, quindi vedi di darti da fare e con questo ho finito, vai in camera tua e rifletti su quello che stai facendo” “Va bene” Arrivato in camera sua iniziò a piangere per liberarsi della tensione accumulata (avete presente quando siete incazzati e vi escono le lacrime senza che voi vogliate farle uscire mi è capitato da poco per delle accuse ingiuste che mi hanno fatto. By focuzza) poi prese il telefono e compose il numero di Akagi, la sua ultima spiaggia, uno, due, tre squilli “Pronto” “Jun, sono Kogure mi passi Takenori” “Sì un attimo che lo chiamo” “Grazie” “Pronto” “Ciao Takenori ho bisogno di parlarti, che ne dici se domani ci vediamo un ora prima delle lezioni?” “Certo, ma dimmi è successo qualcosa?” “Ne parliamo domani ciao buonanotte” “Ok, buonanotte, sicuro che non vuoi venire a casa mia per stanotte?” “No tanto mio padre non mi farebbe uscire” “A domani allora” “Sì e grazie, scusa se ti ho disturbato” “Ma figurati, quando posso esserti utile chiamami” “Ciao e ancora grazie” Kogure passò la notte insonne a piangere finalmente arrivarono le sette del mattino così si preparò per andare all’università, si guardò un attimo allo specchio e aveva un aspetto orribile, (su questo noi donne siamo fortunate un po’ di trucco e torniamo ad essere vive, invece di cadaveri umani, mi è capitato solo una volta di non dormire per l’intera notte ma sfortunatamente non avevo il trucco quindi sono rimasta uno zombie per tutta la giornata, mi sono presa il caffè per riprendermi un po’ ma il mio amore me lo ha bevuto tutto che tristezza! Sono incompresa!!!!! ç _ ç. By focuzza), scese a fare colazione e poi uscì di casa alle otto puntuale come un orologio svizzero arrivò Akagi. “Hai un aspetto orribile” “Lo so, mi sono visto allo specchio stamani” “Vieni a casa ti faccio un caffè e poi ti lascio il mio letto così puoi dormire, per oggi possiamo anche saltare le lezioni tanto non seguiresti niente e nemmeno io vedendoti in questo stato” “Grazie Takenori sei un amico” Arrivati a casa di Akagi videro Haruko che usciva e ad attenderla c’era Hanamichi, e sì quei due si erano finalmente messi insieme causando la disperazione dell’armata Sakuragi. “Ciao Hanamichi, ciao piccola Haruko” “Ciao quattr’occhi” “Ciao Kogure” “Forza voi due correte a scuola, e Hanamichi se tenti di toccarla ti stritolo la mano” “Ok Gori, ci sentiamo, ciao Kogure” “Filate, muovetevi” “Entriamo, vieni” “Ok” Dopo che ebbero terminato di bere il caffè si sedettero nel divano del salotto per stare più comodi nel frattempo all’istituto Shohoku, Hanamichi e Haruko stavano parlando in cortile prima del suono della campanella. “Hai visto quattr’occhi come era pallido chissà cosa gli è successo?” “Per fortuna che c’è il mio fratellone con lui altrimenti sarei più preoccupata” “Già per fortuna sta con il gorilla” “Chi sta con il gorilla?” “Che te ne frega Micchy?” “Niente ero solo curioso” “Comunque stavamo parlando di quattr’occhi” “Allora avevo ragione io sta con il gorilla che stronzo poteva pure dirmelo” pensò Mitsui poi andò in classe, intanto a casa di Akagi: “Allora dimmi cosa ti è successo” “Ieri sera… - e raccontò cosa era successo la sera prima - …….e questo è tutto” “Che bastardo se lo becco gli spacco tutte le ossa” “Questo non cambierebbe niente, ti rendi conto ha scritto di amarmi e poi mi tratta come una puttana, sicuramente le sue erano solo parole” e così iniziò a piangere, Akagi non sapeva come fare per calmarlo l’unica cosa che le venne in mente fu di abbracciarlo e di cullarlo: “Dai vedrai che passa, adesso smettila di piangere, dai ci sono io qui con te” dopo alcuni minuti si addormentò fra le braccia di Akagi stremato dalle lacrime e dalla notte insonne “Ma proprio di un imbecille come Mitsui ti dovevi innamorare”. Lo portò nella sua camera e lo mise sul suo letto poi scese giù, stava riordinando la cucina quando sentì il campanello, andò ad aprire e si ritrovò davanti Mitsui il primo impulso fu quello di spaccargli la faccia con un pugno ma si trattenne dal farlo. “Cosa vuoi?” “Lui dov’è? Voglio vederlo!” “L’erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re” “Smettila di fare lo stronzo e chiamalo” “Stai zitto si è appena addormentato non ha dormito tutta la notte per colpa tua” “Ti ho detto di farlo uscire io devo parlargli” “E io ti ho detto di no” “Takenori posso parlargli io” “Ok vi lascio soli” “Avevo ragione non hai avuto il coraggio di dirmi che stai con Akagi” “Ma tu vieni a parlarmi solo per accusarmi, vattene e torna quando vorrai fare un discorso civile sempre se tu ne sei in grado” “Io ti amo e non voglio dividerti con nessuno” “Anch’io ti amo ed è questo che mi fa più male il fatto che tu non mi credi” “Quanto sei bugiardo!!” “Visto cosa ti dicevo potrei elencarti anche tutto quello che provo per te che tu non ci crederesti” “Smettila di fare la vittima tanto lo so che tu stai con Akagi è inutile che tu neghi” “E’ inutile parlare con te quindi sei pregato di andartene” “Così puoi scoparti tranquillamente il gorilla vero” “BASTA VATTENE senza accorgersene stava piangendo mentre urlava queste cose - MA TI CREDI DI ESSERE PER VENIRE QUI AD INSULTARMI E A INSULTARE AKAGI LUI E’ UN AMICO, E SE NON CI CREDI NON ME NE’ FREGA UN CAZZO SONO AFFARI TUOI, ADESSO SPARISCI PRIMA CHE TI PRENDA A PUGNI PERCHÉ LA TENTAZIONE IN QUESTO MOMENTO E’ FORTE” “Min-chan” “NON MI TOCCARE VATTENE” “Ti prego perdonami” “Perdonarti, ma non farmi ridere sei riuscito in un giorno a rovinarmi quello che faticosamente mi ero costruito in questi anni ed io dovrei perdonarti? Ma va al diavolo Mitsui” “Scusami, sparisco non ti preoccupare” “Forse è meglio per tutti e due così forse non era destino che stessimo insieme” Kogure pensava questo mentre rientrava in casa. “Come è andata?” “Sono sfinito ti dispiace se torno a letto” “No, fai pure, vuoi qualcosa?” “Sì un valium per calmarmi, no scherzo non mi serve niente” Akagi vide il suo amico salire di sopra gli faceva una pena si vedeva lontano un chilometro che stava male ma non voleva farlo preoccupare, questo era sempre stato il suo difetto venivano prima gli altri, lui poteva anche stare male ma non voleva che la gente si preoccupasse di lui. Nel pomeriggio lo accompagnò a casa e poi si diresse verso lo Shohoku per parlare con quella testa vuota di Mitsui ma non trovandolo all’allenamento se n’andò a casa sua, intanto Kogure era andato alla ricerca di una casa per viverci per conto proprio visto che il padre appena tornato a casa gli aveva dato il benservito. Riuscì a trovare un buco, perché casa non si poteva chiamare, a basso prezzo e se la comprò con i soldi della borsa di studio che aveva vinto. Il giorno dopo andò all’università a disdire la sua domanda d’iscrizione tanto non avrebbe concluso niente nel corso dell’anno ci avrebbe ripensato l’anno successivo, ma il preside non accettò perché aveva detto che lui era uno degli studenti da cui si aspettava di più quindi fu costretto a rimanere. Riuscì a trovarsi un lavoro come cameriere in un bar per mantenersi agli studi. Ormai era passata una settimana dalla lite con Mitsui, che non si era fatto più vedere e a Kogure mancava tantissimo quindi decise insieme ad Akagi di andare agli allenamenti degl’ex compagni di squadra. Arrivarono in palestra e furono accolti da Anzai: “Oh, Oh, Oh, ciao ragazzi come vanno le cose?” “Bene, Anzai-sensei” “Ragazzi, era più di una settimana che non vi facevate vedere” disse Ayako andandoli a salutare. Mitsui portò dentro lo spogliatoio Kogure. “Come stai? Ho saputo che tuo padre ti ha buttato fuori di casa mi dispiace è colpa mia” “Non dispiacerti per colpe che non hai è colpa mia poiché sono diverso, lui avrebbe voluto un figlio perfetto invece gli è nato un figlio così” “Ma tu non hai niente che non va è solo colpa sua e della sua idea di perfezione, tu sei perfetto così come sei” “Non direi di essere perfetto, gli studi mi vanno da schifo, e non riesco a farmi amare da te forse c’è qualcosa di sbagliato in me” “No in me c’è qualcosa di sbagliato il mio modo di amare è egoistico ma credimi sei la persona con cui passerei tutta la vita” “Allora amami cretino, non chiedo altro se non di averti con me per tutta la vita”. FINE Torna alla pagina di Slam Dunk Torna all’indice delle Fiction |