Parole. Solo parole quelle che sento uscire incessanti dalle tue labbra. Le ascolto passivamente, non ho il coraggio di alzare i miei occhi verso i tuoi, so che mi trapasseresti col tuo gelido sguardo. Il viso è basso, subisco inerme il susseguirsi del tempo, le tue parole che sento ancora vive nella mia testa, si ripetono persistenti. Ora sei in silenzio. I miei occhi non vedono più molto bene, li sento annebbiarsi velocemente per poi riversare le stesse lacrime sulle guance arrossate dal freddo. Li sento bruciare mentre il gelo li colpisce crudelmente. Mi faccio coraggio. Dico un’unica parola: vattene È la sola cosa che ho il coraggio di pronunciare anche se con uno sforzo quasi mortale. La butto fuori tutta d’un fiato, la paura che mi faccia prendere dall’angoscia prima di averla detta per intero mi spinge ad aumentare la velocità… Posso quasi percepire il movimento del suo soppracciglio che si alza leggermente. Ascolto ad occhi serrati il rumore dei tuoi passi allontanasi. Li apro e osservo ciò che mi circonda…questo campetto…la storia finisce proprio dove è cominciata, solo che ora non percepisco il tepore del tuo corpo, il profumo inebriante dei tuoi capelli, la morbidezza della tua pelle diafana. Strana cosa l’amore, ti sa regalare enormi felicità ed un’attimo dopo tremende sofferenze. In questo momento mi sento come una foglia morta, staccata violentemente dal mio sicuro nascondiglio di rami per riversarmi sobbalzando nell’aria senza una meta prefissata, abbandonato a me stesso fino a cadere a terra… Questa angoscia mi sta lacerando il cuore in maniera così profonda che temo addirittura che non riprenderà mai più a battere. Proprio qui, in questo campetto, oggi ho perso il mio cuore. Pronuncio questo breve ma conciso discorso con una tale freddezza…pensavo che il tempo passato con lui avesse scacciato questa parte di me, invece la ritrovo presente! Si mostra a lui solo in questa occasione quasi a voler dimostrare la veridicità delle mie parole. Mento a me stesso. Infondo l’ho sempre fatto. In questo luogo ci siamo scambiati il nostro primo bacio, lo stesso bacio che ci ha regalato la forza di mostrare i nostri sentimenti. Ricordo ancora quella strana sensazione di calore nel cuore che provai quel giorno, la stessa che provo tuttora anche se mista a dolore e disperazione. Un tempo eravamo in due a decidere della nostra vita, ora invece sono solo a definire il nostro futuro. Ti amo Hanamichi_ questo vorrei sussurrarti all’orecchio, proprio come quando facevamo l’amore. Stringerti forte a me, accarezzarti quei tuoi cortissimi capelli rosso fuoco e baciarti con tutta la passione che ho in corpo, ma renderei tutto più difficile. Mio padre me l’ha detto chiaro e tondo, non posso rimanere in Giappone da solo e ora a causa del suo dannatissimo lavoro oltre ad avermi sempre negato il suo affetto, mi costringe ad allontanarmi dall’unica persona che sia riuscita a far emergere il sorriso nascosto in me e a regalarmi un po’ d’affetto. Ma ormai non posso farci nulla. Ora che a passo veloce mi allontano da qui e da tutto ciò che mi lega a te prometto a me stesso di non rivelarti mai il motivo di queste mie parole in modo che tu creda che solo per causa mia la nostra storia è finita e non a causa di uno stupidissimo scherzo del destino… Ti amo dal profondo del cuore! ***** Torna alla pagina di Slam Dunk Torna all’indice delle fanfic |