CAPITOLO 6: "UNA LUNGA NOTTE!"

Appena Mikako arriva si getta fra le braccia tese di Taro, poi scuotendolo per le spalle dice con aria sconvolta:

- Taro…Arashi…non c'è più! Non la trovo da nessuna parte!

L'ho cercata fino adesso ma non c'è! ODDIO! Dov'è?

Quando è in quello stato arriva a fare di tutto!-

In quel momento Genzo ha un tuffo al cuore e l'immagine di Arashi gli appare nella mente.

Vedendo Mikako sempre più agitata, Tsubasa prende il controllo della situazione come fa sempre nelle partite, specialmente quelle più disperate ottenendo ottimi risultati.

- Mikako calmati e ragiona lucidamente.

L'ultima volta che l'hai vista è stato in refettorio con noi, giusto?-

("ke genio!" N.d.io)

- Si…- Sussurra la ragazza fermandosi in un istante davanti al tono autoritario del N 10.

- Dove l'hai cercata esattamente?- Continua l'altro serio.

- Bè…in camera nostra, poi in tutto il reparto del dormitorio femminile, nei bagni…e poi sono venuta qua…- La voce continua a tremarle ugualmente ma la stretta rassicurante della mano di Taro riesce ad aiutarla un po'.

- Ok, fuori non sei andata vero?- L'espressione di Tsubasa man mano che parla si fa sempre più…come dire…sembra che stia parlando con una bimbetta che ha perso il lecca lecca, ma è efficace allo stesso modo.

- No, piove…- Lanciando uno sguardo fuori ha un brivido freddo. Non vorrebbe assolutamente essere là sotto la pioggia e spera vivamente che non lo sia nemmeno Arashi anche se conoscendola…

- E' meglio andare a controllare lo stesso; basta che vada uno di noi.- Il capitano lancia un'occhiata veloce ad ognuno di loro cercando il più adatto che si offre immediatamente senza esitazione.

- Vado io!- Dice Genzo serio in volto.

- Va bene, noi ci dividiamo in coppie e continuiamo la ricerca qua dentro.- E come se non avesse fatto altro in vita sua che dividerli per ricerche, Tsubasa inizia lo smistamento. Chissà da quanto tempo sognava di dire queste frasi, finalmente ora lo può fare, come in un film di spionaggio! Ovviamente non è questo che pensa lui in questo istante, ma chi lo sa…:

- Jun e Yayoi vanno nei dormitori maschili, Hikaru e Yoshiko nella parte sul retro, Taro e Mikako nelle cantine, Hiyuga e Takeshi negli spogliatoi, io e Sanae andremo nella parte adibita al personale e agli allenatori.

Quando ogniuno di noi ha finito torna qua e aspetta gli altri.

Mikao la troveremo!-

E detto questo più determinato ora che in partita, nessuno risponde, a parlare sono i loro sguardi seri e decisi, infine si separano correndo ognuno nella propria direzione.

Genzo si precipita fuori senza preoccuparsi di prendersi qualcosa per ripararsi dalla pioggia, neanche la sente ora, gli occhi come la mente sono concentrati al massimo, i vestiti si appiccicano subito al corpo rivelando i muscoli in tensione totale, i capelli neri gli ricadono in ciocche disordinate sulla fronte e sul viso dove mille goccioline tracciano scie che si perdono sulla pelle bagnata.

E' bellissimo.

Corre da campo a campo con tutta la capacità di cui è capace finché non nota qualcosa sotto il canestro del campo da basket, il campo della sq di lei.

"Perché non ci ho pensato prima? Questo era il primo posto che dovevo venire a controllare, che stupido!"

("e te ne sei accorto solo ora?" N.d.Koji)

Si avvicina cautamente a quella forma rannicchiata per terra; è buio e la pioggia sempre più fitta impedisce di vedere bene.

Intravede i capelli biondi che ricoprono il corpo fatto su se stesso e una morsa gli stringe il cuore.

Arrivato davanti a lei si inginocchia e appoggia delicatamente una mano sulla schiena curvata…freme…Arashi alza la testa lentamente rivelando un volto stravolto dalle lacrime e dalla pioggia, la bocca trema incredibilmente, gocce percorrono il viso continuando la loro corsa sul collo, sulle spalle, sul petto; i capelli strafondi le incorniciano la faccia facendo intravedere appena gli occhi che fanno impressione, il colore è indefinito, sembra verde oceano,, ma quando è in tempesta e vi si intravede uno strano grigio; il bianco intorno alle iridi è rosso, inoltre sono assenti!

Lo sguardo profondo di lui che sembra riflettere l'oscurità è fisso su di lei.

Disperazione, è questo ciò che legge nella ragazza, la disperazione più totale.

Genzo la fa alzare prendendola per le spalle nude, bagnate, tremanti…indossa una maglietta senza maniche tutta sfilacciata e consumata come lo sono i jeans corti che le lasciano scoperte gran parte delle gambe.

Le dice dolcemente:

- Vieni, andiamo dentro, sono tutti preoccupati. Ti cercano, sai? Anche Mikako!-

Spera che quel nome la scuota, perché altrimenti non saprebbe che altro fare.

E' una cosa straordinaria per lui essere così dolce, ma in quel momento gli viene da fare così!

Arashi a quelle parole reagisce gridando:

- Ormai non sono più la sua migliore amica, l'ho persa e non ho fatto nulla per tenermela, sono una ragazza superficiale e priva di sentimenti…come posso avere amici? Mi sono solo illusa di averne una…-

"Ecco, una reazione isterica! Ed ora che cacchio faccio? Non volevo questo!"

Pensa Genzo stringendo le labbra.

Se potesse leggere dentro a quel concentrato di emozioni violente quale è la bionda ora, sarebbe tutto più semplice!

Se succedesse a lui una cosa del genere cercherebbe di scuotersi in qualche modo, non si nasconderebbe in questo modo, i problemi si affrontano, non si abbassa mai la testa!

Per questo ora prova un lampo di rabbia e la scuote:

- Guarda avanti e sii fiera di essere ancora con la tua coscienza, hai la possibilità di rimediare alle cose che non ti vanno bene! SMETTILA, ARASHI!!!!-

A queste parole lei si ferma spalancando gli occhi, una serie di pensieri e sensazioni strane le arrivano in una volta, poi gli effetti della pioggia si fa sentire.

Genzo la vede rovesciare gli occhi e la testa all'indietro, la sente irrigidirsi per poi accasciarsi fra le sue braccia.

E' svenuta.

Genzo la guarda con una sorpresa iniziale, poi con sempre più crescente preoccupazione.

Cerca di svegliarla incapace di accettare veramente quello che sta succedendo.

E' tutto così assurdo, solo per uno stupido equivoco, anzi per delle voci maligne!

La pioggia batte sempre più forte sui due ragazzi, sul campo da basket, sul mondo circostante, la stessa pioggia che poco fa cadeva richiamata da Arashi stessa affinché le lavasse via i pensieri dolorosi.

Il buio sempre più profondo cala inesorabile creando il silenzio interrotto solo dalle gocce violenti.

Lei continua a non rispondere così per un attimo Genzo perde il suo leggendario sangue freddo, non sa che fare così l'abbraccia forte, vuole infonderle il calore di cui ha bisogno, cosa difficile visti i vestiti fradici e appiccicati e la pelle fredda e bagnata di entrambi.

Poi si scuote, cerca di recuperare il sangue freddo appena perso e l'autocontrollo, infine se la prende in braccio e guardandosi serio intorno per fare il punto della situazione e trovare la via più breve per tornare all'edificio si avvia velocemente verso l'entrate più vicina: quella sul retro.

Arrivatovi davanti nota che è chiusa, così Genzo, avendo braccia e mani occupate, per aprire dà due calcioni potenti e poco gentili alle grandi porte che si spalancano immediatamente.

Nello stesso momento arrivano Hikaru e Yoshiko, il ragazzo lo aiuta ad adagiare Arashi su una delle panche che stanno in quell'entrata deserta.

- L'hai trovata…allora era fuori…ma siete bagnati fradici, se non vi asciugate subito finite per ammalarvi!-

In tutta risposta Genzo ribatte con una leggera inclinazione nella voce dicendo tutt'altro, come se non lo avesse nemmeno sentito.

- Era stravolta, non ho mai visto qualcuno così…senti…non è calda?-

L'amico le tocca la fronte la fronte e dice preoccupato:

- E' vero, deve avere un bel febbrone…è meglio portarla in infermeria.-

Alla parole "infermeria" Genzo prima si illumina, poi arriccia le sopracciglia, infine risponde:

- Si, ma dov'è? Io non ci sono mai stato, ringraziando il cielo, e qua cartelli non ce ne sono!-

Hikaru ci pensa un po' su poi felice sbotta:

- Ho un idea…Yoshiko, corri ai dormitori maschili, dovrebbero esserci Jun e Yayoi, lui di sicuro sa dov'è. Vai a chiamarlo, per favore…-

Così dicendo la ragazza dai corti capelli neri scatta verso le scale con espressione ansiosa. Senza perdere tempo appena lo trova lo afferra per il polso e lo trascina, sempre correndo, giù per gli scalini, facendo quasi ammazzare tutti.

Nel frattempo riesce a spiegargli la situazione con 3 semplici parole:

- Arashi…febbre…infermeria!-

Arrivano subito dagli altri che nel frattempo li aspettavano impazienti.

- Jun…dimmi che sai dov'è l'infermeria…a quest'ora non c'è ne personale ne allenatori in giro…-

Dice alterato Genzo aggrappandosi alle braccia del castano che, sommando le parole di Yoshiko a quelle del portiere capisce al volo la situazione, perciò risponde calmo senza scomporsi:

- Si, calmatevi…vi ci porto io! Su venite!-

Lui ci va almeno una volta al giorno dopo gli allenamenti per cui la conosce bene la strada, il suo cuore come ha detto Tsubasa durante la sfida, non è ancora del tutto guarito; certo, è a buon punto, ma deve tenerlo sotto controllo, potrebbe fargli altri scherzetti, tipo fermarsi improvvisamente!

Quando Jun dice quella frase in tutta tranquillità vede che Genzo ha già preso in braccio la ragazza svenuta, tuttavia non si dimentica delle due ragazze che osservano preoccupate la scena, così prima di andarsene facendo strada si rivolge a loro con aria pacata e un dolce sorriso per rassicurarle:

- E' meglio se voi andate ad avvertire gli altri che l'abbiamo trovata. Poi raggiungeteci in infermeria. Ok?-

- Ok ci pensiamo noi!-

A questa risposta il sorriso di Jun cambia spontaneamente, diventando di gratitudine.

Se si sarebbero fatte prendere anche loro dal panico non avrebbe più saputo da chi andare e Hikaru non è esattamente nelle condizioni migliori per consolare nessuno!

Dopo 10 minuti circa sono tutti fuori dalla porta della tanto desiderata infermeria!

All'interno della stanza ci sono: ovviamente Arashi distesa nel lettino, un medico chino su di lei che la visita, Mikako seduta dall'altra parte e Taro in piedi dietro a quest'ultima che la calma accarezzandole la schiena con dolcezza.

Fuori, subito dietro la porta chiusa, c'è Genzo teso fino allo spasmo e ansioso, tiene i pugni stretti lungo i fianchi e non come al solito sprofondati nelle tasche, è ancora tutto bagnato e gocciolante, non ha voluto saperne di andare a cambiarsi e magari farsi una doccia calda, prima vuole vedere Arashi aprire i suoi meravigliosi occhi verdi e grigi, le sue labbra incurvarsi in uno dei suoi sorrisi ingenui, la sua pelle colorarsi di un rosso acceso per il sole che anche oggi è riuscita a prendere.

Non si darà pace finché non l'avrà accarezzata e sentito la temperatura del suo corpo di nuovo normale.

Nemmeno la mano calda di Tsubasa sulla sua spalla fa effetto, non riesce ad infondergli la sicurezza e la tranquillità di cui ha bisogno e siccome per un momento del genere non ci sono parole adatte stanno entrambi in silenzio a guardare avanti.

Sanae, Kojiro e Takeshi sono un po' più distanti da loro due, sanno che accanto a loro sarebbero in un certo senso fuori luogo, per quanto amici siano tutti, nessuna è eguagliabile a quella di Tsubasa e Genzo.

E' impossibile mettersi fra loro due, specialmente in attimi del genere in cui l'unica cura è lasciarli soli anche se stanno in silenzio.

In quel periodo in cui Genzo è andato in Germania a studiare e giocare a calcio insieme a Mikami è stata dura per entrambi, avevano bisogno l'uno del sostegno dell'altro per portare avanti la loro squadra e proseguire il cammino calcistico, eppure ce l'hanno fatta, l'amicizia è rimasta intatta e quando Genzo è tornato in Giappone dopo i mondiali giovanili per rimanerci definitivamente è tutto ripreso come se non fossero mai stati separati.

Il loro è un rapporto veramente unico e si capisce perché, per capirsi non hanno bisogno delle parole, del resto non ne hanno avuto bisogno sin da subito.

C'è sempre stato un gran feeling e nessun componente della sq ne è geloso, neanche Sanae; tutti si rendono conto che sarebbe un peccato provare ad intromettersi.

E' bello vedere due amici così che qualunque cosa facciano o scelgano non hanno rimpianti, in questo modo infondono la carica giusta e il coraggio ai loro compagni.

Se c'è qualcuno che può fare qualcosa per Genzo in questo momento, quello è proprio Tsubasa, lo stanno pensando tutti e anche se Kojiro non lo dimostra è affezionato anche lui a quel gruppetto, altrimenti non starebbe con loro neanche ora, non c'entra nulla lui con Arashi, non ha un debole per lei, anzi ci litiga sempre quindi avendo fatto il suo dovere potrebbe anche andarsene ma vedendo gli altri così preoccupati, Genzo per primo(proprio uno come lui!), non può fare a meno di rimanere con loro.

Appoggiati alla parete di fronte ci sono Jun che finalmente può dedicarsi alla sua Yayoi abbracciandola teneramente imitati da Hikaru e Yoshiko.

Per quanto si siano dimostrate forti stasera, le due ragazze, non sono di ferro così l'unica cosa che può rassicurarle per lo spavento preso e che tuttora vivono è l'amore dei rispettivi ragazzi.

Ormai sono riuscite ad instaurare un ottimo rapporto con Arashi e Mikako, sanno già tutto della loro vita e dei loro gusti, della storia dell'amore sbocciato di Mikako verso Taro, di quanto pazza vada Arashi per Genzo e di come lui non se ne sia ancora reso conto, delle famiglie e dei fratelli vari altrettanto fuori di testa, del loro talento nel basket, delle loro origini irlandesi…hanno scoperto che quando Arashi si apre con qualcuno diventa un fiume di parole impossibile da zittire.

Tutto questo è potuto accadere per le cotte verso Genzo e Taro che le hanno avvicinate a loro, ora l'intero gruppo riunito lì ne è consapevole, non si chiede il motivo di tanta ansia, perché fanno questo per loro.

Quando è destino che nasca una nuova amicizia, nasce e basta!

Mentre si sta riflettendo su questo rapporto il medico esce portandoli bruscamente alla realtà, ognuno si stringe intorno all'uomo di mezza età con occhiali e aria professionale:

- La temperatura corporea è molto alta, verso i 40 gradi, la pressione sanguigna è particolarmente bassa, tutti gli altri valori sono regolari. Non è nulla di grave ma il problema si pone ora: farà una brutta notte, agitata visto che continuerà a stare male ancora. Vorrei che qualcuno di voi la vegliasse, io consiglio qualcuno particolarmente influente, capace di aiutarla soprattutto dal punto di vista psicologico. In questi stati di semi-incoscianza centra molto anche questo aspetto! Però non la cugina…lei in uno stato d'animo del genere non riuscirebbe ad aiutarla, anzi ha bisogno di riposo.-

Detto ciò se ne va' sparendo dietro un'altra porta lì accanto.

Riflettendo un attimo alla parole del medico, Tsubasa si affaccia all'interno della stanza chiamando fuori Taro per decidere sul da farsi.

Kojiro prende la parola col suo solito tatto:

- Senti Taro, è meglio che tu ti prendi la tua bella, te la fai ragionare con calma, poi la mandi a nanna e se vuoi fagli anche compagnia. Non è il caso che stia a vegliare lei la malata!-

Il ragazzo ormai abituato ai modi di Hyiuga, ribatte con aria stanca:

- Già hai ragione…ci avevo pensato anch'io. Allora, chi rimane con lei?-

Jun e Hikaru rispondendo all'unisono dicono ironici:

- E' ovvio ed evidente…-

- Sto io!-

Interviene Genzo ancora in un mondo tutto suo.

- Ecco appunto!-

Concludono trionfanti gli altri due.

Tsubasa fin ora è rimasto in silenzio ad ascoltare e osservare gli amici discutere sul da farsi, ma notando l'espressione stanca di Taro e quella stranamente ansiosa di Genzo capisce che è ora di tagliare corto, così interviene appoggiando una mano sulla spalla di Misaki in segno di amicizia:

- Bene, mi sembra la cosa giusta. Taro, vai a riposarti anche tu, ne hai bisogno.-

Poi spostando su Genzo lo sguardo serio ma con un fondo di preoccupazione continua:

- Genzo, sei ancora bagnato, prima di affrontare la notte vai a cambiarti e ad asciugarti, altrimenti ti ammali pure tu, avresti già dovuto farlo da un pezzo!-

Infine rivolgendosi a Sanae termina:

- Sanae ti dispiace se rimani tu un momento qua con Arashi mentre io accompagno Genzo? Vorrei parlargli…gli altri non c'è bisogno che si trattengano, domani ci sono gli allenamenti per tutti!-

("mi sembra di essere una mamma!" N.d.Tsuby- "beh, ci siamo quasi!" N.d.io)

- Certo, non preoccuparti...ti aspetto!-

Risponde la ragazza con un sorriso dolcissimo, conosce Tsubasa meglio di chiunque altro ed immaginava che volesse dire qualcosa a Genzo prima di fargli affrontare la notte da solo, ormai si sente il capitano in tutto e per tutto e questi suoi atteggiamenti maturi e da fratello maggiore non danno piu' fastidio a nessuno, anzi infondono sicurezza e tranquillita', proprio come nelle partite di calcio.

Anche gli altri gli sorridono comprensivi con lo stesso pensiero di Sanae nella testa, tutti a parte Kojiro...ve lo immaginate lui a sorridere dolce e comprensivo a Tsubasa? Non lo fa con i suoi compagni di sq figurarsi con il suo eterno rivale!

Detto fatto ognuno va per la sua strada facendo cio' che deve fare.

Taro e' andato ad accompagnare Mikako in camera che, a dispetto dei pensieri sconci di tutti gli altri, si addormenta immediatamente appena appoggia la testa sul cuscino imitata subito dal suo ragazzo, il quale pero' va nel proprio letto e non in quello di lei: sono bravi ragazzi loro, e poi stanchi come sono hanno la forza di fare ben poco!

Stessa sorte tocca alle altre coppie, cioe' Jun e Yayoi, Hikaru e Yoshiko.

Idem per Kojiro e Takeshi i quali erano attesi, seppur fosse un ora tarda, da Ken in camera ignaro di tutto il macello scoppiato.

Sanae e' in infermeria con Arashi persa fra le dolci braccia di Morfeo, che attualmente tanto dolci non sono. La guarda pazientemente, non ha ne fretta ne paura, sa che a momenti arrivera' il suo ragazzo a prenderla.

Il ragazzo in questione e' in camera sua e a sua volta osserva attentamente Genzo cambiarsi con una maglietta blu notte accompagnata da un paio di pantaloni di tuta dello stesso colore; e' buio e si muove lentamente per non svegliare Taro che dorme gia' nel suo letto.

Prima di uscire si prende un asciugamano da viso e se lo butta sopra la testa per strofinarsi i capelli ancora strafondi, questo gesto lo rende inconsapevolmente affascinante, forse perche' il telo copre parte del suo volto dall'espressione dura e impenetrabile.

Appena sono entrambi fuori dalla stanza Tsubasa inizia a parlare col solito tono d'amico che riserva solo a lui quando sono soli!

- Come stai?-

- Bene, non credo di avere la febbre e comunque non ho sonno!-

Risponde Genzo, ci sono certe situazioni in cui odia essere troppo serio come il suo carattere gli impone, sa che poi sarebbe costretto a fare i conti con troppe cose, cose che sono solamente sue, nascoste e che non tira fuori mai; bisogna avere una certa abilita' per riuscire a farlo riflettere in momenti in cui non lo vuole...o semplicemente bisogna essere veramente suoi amici con la A maiuscola!

- Non intendevo quello. Mi riferivo al tuo animo. So che hai capito!-

L'amico in questione e' proprio Tsubasa.

"Cazzo, non gli sfugge assolutamente nulla, eh?"

Pensa infatti Genzo mentre gli lancia uno sguardo di sottecchi; constatando che e' diventato piu' serio di lui decide di provare a leggersi dentro veramente. Non voleva farlo per il semplice fatto che ha una vaga idea di quello che puo' trovarci e per lui non e' facile ammettere certe cose, fa una fatica bestiale a legarsi alle persone ma quando ci riesce ne esce al piu' delle volte scottato e deluso, infatti gli unici amici veri che ha sono i suoi compagni di squadra e se deve essere sincero non arriva a confidarsi e a parlare di alcune cose nemmeno con loro.

Con Tsubasa e' diverso ed e' per questo che ora inizia a parlare.

- Se devo essere sincero mi sento strano, non saprei spiegarti il motivo o il sentimento particolare, so solo che prima, quando Taro ha chiesto chi si sarebbe fermato con Arashi per la notte, non ho saputo far altro che offrirmi...non ci pensavo neanche, a dire il vero!

Ripensavo invece a lei, al modo in cui era quando l'ho trovata, a quello che ho provato in quel momento...e' tutto strano...-

Si ferma e guardando confuso l'amico che si ferma a sua volta e ricambia lo sguardo con piu' sicurezza continua lentamente, come se cercasse di leggersi dentro:

- ...quando si tratta di quella ragazza perdo l'autocontrollo, il sangue freddo, la capacita' distaccata di giudicare determinate situazioni, la calma...tutte cose che mi caratterizzano da sempre.

E' come se lei mi facesse...non so, mi trasformasse.-

Con la mente corre a quel sabato in cui si sono dati quel bacio a fior di labbra nella sala docce con il sottofondo della canzone dei Pink Floyd, 'Another brik in the wall', alle carezze che le ha dato, agli sguardi che si sono scambiati, alla sua testa che prima gli diceva di smetterla, poi di lasciarsi andare.

Inoltre poco fa e' stata la situazione piu' eclatante di quanto l'abbia fatto uscire di testa, quando l'ha vista in quello stato sotto la pioggia tutta bagnata e tremante che piangeva sentendosi sola, tutto quello che ha saputo fare e' stato abbracciarla, per un lungo attimo si era dimenticato di ogni cosa, persino della strada per tornare indietro, non riusciva a riflettere e a pensare che doveva portarla dentro perche' stava male, non si riconosceva piu' e in cuor suo sapeva benissimo il motivo, gia' una volta si era sentito cosi' per una ragazza ma ricordarsi come era finito tutto lo faceva solo richiudersi in se stesso rifiutando di poter provare nuovamente sentimenti del genere.

La voce piu' tranquilla di Tsubasa lo fa tornare alla realta':

- Ti sei semplicemente innamorato di lei...queste sono tutte cose che ho provato anch'io quando ho capito di essere innamorato di Sanae, ma non le provavo solo allora, le sento tuttora.

Sei strano, non sei piu' te stesso, ma tutto sommato sai di non stare male, anzi...ti senti crescere dentro sensazioni uniche, che non capisci neanche sai solo che vuoi continuare a provare tutto questo.

Prima di rendermi conto di tutto questo credevo che esistesse unicamente il calcio, non riuscivo nemmeno ad immaginarmi qualcos'altro che mi potesse dare tutto quello che mi da questo sport...poi ho capito che potevo provare tutto questo amore per il gioco grazie soprattutto a Sanae che mi e' stata sempre vicino da quando mi sono trasferito a Fujisawa. Non riuscirei piu' a dare il meglio senza di lei che mi guarda, che mi sostiene, che e' con me qualunque cosa decida di fare, che mi ama sempre, qualsiasi cosa succeda...lei e' una certezza che da un senso a tutto quello che faccio, mi ha cambiato molto, ("da capra a essere umano!" N.d.io) mi ha fatto aprire gli occhi su molte cose.

So che per te e' una situazione diversa, ma so anche che tu tutte queste cose le sai gia', la ferita per Naoko e' ancora aperta dentro di te, e non si tratta solo di lei…per Eva è stata più dura, vero?

Ma ricorda che Arashi e' tutta un'altra cosa e che non puoi vivere nel loro passato, Naoko non c'e' piu', ti ha lasciato in un modo alquanto brutale se non ricordo male, ti ha fatto scegliere fra lei e il calcio...e lei sapeva gia' la tua risposta ancora prima di farti la domanda! Quanto ad Eva…sai meglio di me com'è la situazione…-

Si interrompe fissando gli occhi in quelli neri e penetranti di Genzo, vi legge confusione e forse...

- Non devi avere paura di provare sentimenti forti come quelli che cerchi di reprimere!

Comunque avrai tutto il tempo che vuoi stanotte per farti luce da solo!-

"Io piu' di cosi' non posso fare, il resto sta solo a te!"

Continua mentalmente Tsubasa sorridendogli apertamente.

Anche se titubante anche Genzo riesce a rispondergli con un altro sorriso, l'amico ha ragione e gli ha detto delle parole veramente belle, proprio da fratello maggiore maturo e coscienzioso...e' impossibile non rimanerne deliziati!

- Si, hai ragione, stanotte ci riflettero' bene e domani mattina avrai la risposta!-

Ed e' anche vero che il suo carattere ombroso e' 'opera' della famosa Eva, non tanto Naoko quanto lei, ma in fin dei conti deve ringraziarla per questo, senza la freddezza e diffidenza a cui l'ha costretto lei, ora nel suo cuore riporterebbe molte più ferite di quante ne abbia a questo punto!

Tuttavia a Tsubasa questa risposta basta per tornare al suo sorriso radioso e per riprendere la strada per l'infermeria dove Sanae lo aspetta paziente.

Prima di entrare sempre il N. 10 lo ferma e gli dice:

- Senti, se durante la notte ti viene sonno o hai bisogno di compagnia o robe del genere...chiamami pure!-

- Stai tranquillo!-

E con un ultimo sguardo complice varcano l'uscio con l'animo più leggero, ha fatto bene ad entrambi parlare con l'altro, specialmente a Genzo, Tsubasa gli ha aperto gli occhi su un bel paio di cosette!

La stanzetta di infermeria conta di una sola poltroncina situata vicino al letto dove vi e' adagiata Arashi, ed e' proprio li' che il portiere si sistema comodamente, i due amici augurandogli una buona veglia se ne vanno anche loro a dormire lasciandolo solo con la bionda in preda ad un incubo che la fa agitare e parlare nel sonno: si prospetta proprio una bella notte per Genzo!

- No no…non è vero…non le ho dette io quelle cose…-

La vocina flebile e priva di forza di Arashi si leva nella stanza arrivando fino agli orecchi e al cuore del ragazzo seduto accanto a lei, è sudata e si muove in continuazione sotto quelle lenzuola leggere, i sogni continuano a tormentarla susseguendosi nella sua mente, non le danno tregua.

Genzo la osserva preoccupato, non sa come comportarsi, oltre a cambiargli il panno bagnato dalla fronte imperlata non può fare altro.

Nell'anima della ragazza si agitano sentimenti contrastanti che provengono tutti da un'unica fonte, le parole di Mikako.

Lei con quelle accusa ha fatto cadere la maggior parte delle sue credenze e dei suoi principi, ha sempre odiato le persone superficiali e privi di una morale, di sentimenti, che giudicano gli altri senza conoscerli realmente… criticava tutte queste tipologie di persone se ne aveva a che fare con la consapevolezza di non essere così, altrimenti sarebbe stato assurdo accanirsi contro qualcosa che caratterizza te stesso, e lei è sempre stata sicura che sotto questo aspetto poteva stare tranquilla; ora è come se dovesse odiarsi da sola…impossibile da pensare ma accorgersi solo ora e in questo modo crudele di ciò è dura, troppo dura da digerire, da accettare, se rifiuta gli altri suoi conoscenti quando comportano così, ora che dovrebbe fare lei? Ma la cosa peggiore è chi le ha fatto notare tutto questo, non una qualsiasi senza importanza che non sa nulla di lei, in tal caso non avrebbe avuto nessun peso una critica del genere, ma a dirlo è stata colei che la conosce meglio di tutti, anche di se stessa, si fidava profondamente di lei, e appunto per questo le crede se dice che è superficiale e priva di sentimenti!

Non sapendo che fare in quel momento davanti a tutti che la guardavano curiosi è scappata specialmente da se stessa, da una se stessa che odiava, non voleva essere così e aveva paura di esserlo, l'unica soluzione che ha trovato è stata nascondersi dagli occhi di tutti, nessuno poteva capire come si sentiva, ormai non la comprendeva più neanche Mikako; l'unico posto che le è venuto in mente è stato esattamente il suo campo da basket, solo lì si sente vera e a suo agio, la regina incontrastata del suo ambiente naturale, ma in realtà voleva solamente tornare a casa sua, dalla sua famiglia che l'ha sempre capita, avrebbe potuto risponderle anche ora, avrebbe saputo aiutarla coma nessuno era stato capace, così il solo posto che più si avvicinava a casa sua era il campo da basket, non aveva neanche sentito la pioggia cadere e infradiciarla, non le faceva freddo perché aveva già freddo nell'anima per conto suo.

- No…non voglio essere così…basta, non guardatemi…-

Continuando a muoversi sempre più bruscamente ha fatto cadere per la millesima volta il panno bagnato che viene raccolto da Genzo, glielo bagna rimettendoglielo nuovamente sulla fronte; per un istante si calma, probabilmente è l'attimo in cui il sogno svanisce lasciando subito il posto ad un altro peggiore.

Ne sa qualcosa perché in passato gli è capitata una febbrona come quella anche a lui, delirava nel sonno ma di quella notte non ricorda molto, anzi nulla, sa solo che c'è veramente poco da fare per aiutarla, l'unica è starle accanto in silenzio come sta già facendo ora.

In un momento i ricordi arrivano prepotenti e al ragazzo non rimane che accoglierli con un'espressione cupa.

Era il periodo in cui si era trasferito in Germania insieme al suo tutore perciò era spesso e volentieri solo, ma non era dovuto a quello il cambiamento d'umore, ma ad una ragazza, la prima per la quale nutriva dei sentimenti seri, si chiamava Eva ed aveva il classico carattere freddo, duro e cinico delle bionde tedesche che avevano dovuto guadagnarsi fama e gloria con le proprie forze e con i mezzi a sua disposizione, se si conta che i mezzi in questione sono la bellezza fisica e l'astuzia, basta fare 2più2 e si arriva alle giuste ed ovvie conclusioni, peccato che Genzo allora non aveva abbastanza autocontrollo e sangue freddo per calcolare bene la situazione e aprire gli occhi in tempo. Ha aspettato di innamorarsi di lei per bene prime di capire ogni cosa. Solo davanti ai fatti compiuti si è reso conto della vera natura di lei.

Un giorno l'ha vista baciarsi con un altro ragazzo in un bar e il suo sguardo non tradiva la minima indecisione o pentimento.

L'impulso è stato quello di andare là e picchiare tutti e due ed è stato esattamente ciò che ha fatto, sia lui che Eva si sono ritrovati con un bel livido ciascuno, ma non è bastato per calmarlo, il risentimento e la rabbia erano troppe così incurante della pioggia che prendeva a cadere gelida come la sua anima è andato al campo da calcio dove si allenava con la sq tedesca, quella di Schneider, ed ha cominciato a tirare in porta con quanta più forza aveva in corpo, nonostante fosse un portiere questi metodi erano universali e garantiti. Ad accorgersi del suo stato sempre più pietoso(sia riguardo all'aspetto che all'umore) è stato solamente il suo capitano, appunto Schneider, avevano appena instaurato un buon rapporto di amicizia e si capivano al volo, nessuno giudicava l'altro e se avevano bisogno di qualche aiuto se lo davano senza farsi domande o richiedere nulla in cambio, non parlavano dei propri problemi ma erano comunque consapevoli di averne e quali fossero, non si compativano; il ragazzo biondo dagli occhi azzurri e freddi, infatti, aveva problemi con la famiglia, così nei momenti neri veniva anche lui a giocare lì a calcio come Genzo, il calcio non li tradiva mai, era sempre lì a loro disposizione per aiutarli, era l'unica cosa che funzionava; quella volta l'aveva trovato che tirava rabbioso e con forza in porta, percepiva la sua furia incontrollata che esplodeva allo stesso modo della palla mentre entrava in rete alzando una lunga scia di fango e pioggia al suo passaggio, ma Genzo doveva essere lì da un bel po' di tempo infatti aveva una bruttissima cera e nell'esatto istante in cui l'amico gli si è avvicinato, gli è caduto fra le braccia privo di sensi e senza dire mezza parola ne pensarci un attimo l'aveva subito portato a casa sua e curato come poteva, ovviamente poi Genzo ha passato tutta la notte a casa sua in quello stato delirante, Schneider gli è rimasto vicino tutto il tempo in silenzio e serio, gli cambiava il panno bagnato dalla fronte e gli asciugava il sudore dal volto, ascoltava ciò che diceva imprecando contro Eva.

Il mattino seguente il ragazzo tedesco non gli ha chiesto nulla, ha accettato quello che si sentiva di dire Genzo ancora pieno di febbre, è stato qualche giorno a casa sua e parlando a sprazzichi è riuscito a raccontargli la sua storia perché anche se Schneider non voleva sapere cosa l'aveva fatto stare così male, lui sapeva di doverglielo, in un certo senso è servito per esorcizzare ogni cosa, dopo quel periodo passato a casa sua è cambiato profondamente ha adottato la sua filosofia di vita, il suo terribile sangue freddo e un autocontrollo leggendario per poi diventare quello che è ora!

Di tutta questa storia ne sono a conoscenza solamente lui, e Tsubasa, informato per lettere dell'accaduto, i suoi due migliori amici!

E' stato di grande aiuto, il capitano tedesco, gli è dispiaciuto andarsene dalla Germania per tornare in Giappone solo perché ha dovuto lasciarlo, ma si tengono in contatto tuttora.

Nessuno sa di questa particolare amicizia fra loro, a tutti sembra improbabile che due così siano amici perciò preferiscono far finta di nulla e sembrare i classici lupi solitari.

Ed ora c'è lei, Arashi, ragazza tutta l'opposto di Eva che sembra provare un certo debole per lui, fra di lui c'è stato un mezzo bacio a fior di labbra e non saprebbe neanche spiegarne il motivo visto che nessuno dei due dopo quell'episodio ne ha più parlato. Certo, fra una cosa e l'altra sono diventati molto amici, soprattutto grazie a Taro e Mikako, sa che gli sta estremamente simpatica e che in questi momenti di tristezza la capisce, ma non sa se è solo questo oppure è tutto più profondo e complicato di come è ora.

Tsubasa lo ha fatto riflettere molto con le sue parole, lui crede che Genzo dovrebbe aprirsi di più con lei, lasciarsi andare come gli chiedono gli ormoni, ma la ragione lo frena eccome, è stato troppo scottato in passato e non vuole ricaderci.

Il pensiero gli vola inevitabilmente a Schneider in Germania…cosa farebbe al suo posto? Sa bene che non gli consiglierebbe nulla, non è il tipo, ma immedesimandosi in lui che farebbe?

Ci andrebbe coi piedi di piombo, ma questa è una sfida e se lo conosce bene lui le sfide non le rifiuta mai, di qualunque tipo siano non si tira mai indietro. Non scapperebbe mai e poi mai.

Si, farebbe così, magari renderebbe la vita impossibile alla pretendente in questione ma non lascerebbe cadere tutto così!

Un sorriso enigmatico, uno dei suoi, gli si dipinge sul volto all'immagine fiera e fredda dell'amico in Germania ma viene subito cancellato da un urlo di rabbia della bionda distesa nel letto sul disfatto andante.; lui la guarda e incapace di fare altro le prende una mano stringendola dolcemente a quel tocco Arashi si calma, sembra cambiare completamente tono, forse nel suo incubo è comparso qualcuno in grado di aiutarla, a confermare ciò la ragazza sussurra flebilmente:

- Oh, sei tu…sei arrivato…ti prego rimani…non andartene…non lasciarmi sola anche tu…Genzo…-

Un tuffo al cuore lo prende..

In quel momento lei alza l'altra mano a mezz'aria e come se cercasse qualcosa o qualcuno spalanca gli occhi ma sono strani….assenti, vacui, sembrano senza pupilla e sono di un verde chiaro incredibile, sono impressionanti.

Il ragazzo si rende conto che sta ancora dormendo, ha gli occhi aperti ma non vede nulla, o meglio vede quello che succede nel suo sogno.

- Non allontanarti…-

Poi si mette seduta, è sempre in questo stato di semi - incoscienza, non riesce a svegliarsi e continua a parlare sempre più piano:

- Non andartene…almeno tu…-

A queste parole Genzo afferra anche l'altra mano di lei che tiene a mezz'aria a cercarlo, poi sussurra:

- Sono qui, stai tranquilla…non vado via…-

E lei come se l'avesse sentito veramente lo abbraccia debolmente accennando ad un piccolo sorriso sereno:

- Ti ho trovato.-

Mormora infatti a fior di labbra e come se fosse finito anche il suo incubo si lascia cadere stancamente sul letto richiudendo gli occhi tuttavia senza lasciare la mano di lui.

Guardandola dormire finalmente tranquilla e con un dolce sorriso sulle labbra a Genzo arriva come un flash chiaro, nitido e semplice, è un piccolo ma forte pensiero che lo attraversa in un istante per rimanere insinuato nella sua testa finché non lo dice a voce, come a volerlo ammettere a se stesso:

- Mi sono innamorato di Arashi…-

Una strana sensazione si fa largo dentro di lui, una sensazione che gli crea un grande bisogno di toccarla, con due dita la sfiora scostandole alcune ciocche della frangia appiccicate alla fronte e alle guance, poi con un sorriso appena accennato si prepara ad accogliere la sfida lanciata a livello inconscio da lei in questo modo insolito.

- Dormi piccola…io non me ne vado.-

Termina posandogli un lieve bacio sulla fronte..

La mattina dopo nella stanza immersa nei caldi colori dell'alba, si affacciano silenziosamente Tsubasa e Taro venuti a controllare che fine avevano fatto i due ragazzi durante la notte e li trovano entrambi addormentati con delle dolci espressioni dipinte sul volto.

Genzo seduto nella poltroncina vicino al letto ha la testa adagiata sulle braccia incrociate a loro volta sul materasso; una mano tiene quella di Arashi e un sorriso soddisfatto appare sulle facce dei due amici che lentamente si girano ed escono senza avere il coraggio di svegliarli.

Mentre tornano in camera Taro dice in tono scherzoso a Tsubasa:

- E tutto questo è successo solo a causa di voci maligne!-

Tsubasa ribatte prontamente:

- Già, non c'è più religione in questo mondo!-

E ridacchiando fra di loro continuano a camminare con gli animi decisamente più leggeri.

Inutile dire che Arashi e Mikako hanno fatto subito pace!

CAPITOLO 7

*PS: ditemi se è troppo smielato e romantico…ero un po' titubante all'inizio se fare sto cap o no…ma siccome è da un anno circa ke l'ho già scritto tutto in brutta non mi sentivo di eliminarlo così!

Ke pensate?

Baci io*