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Quando cadono le stelle
by Enry

 

CAP.8: NON C’è ODIO SENZA AMORE

 

    -Ricordi quando ti dissi che stare con me è stare con Endymion?  le chiese sedendosi su una sedia e accavallando le gambe. Serenity annuì con un cenno del capo, e lui continuò  Non avevo mentito. Perché io sono Endymion. Lo sono almeno tanto quanto lui, cioè per metà.

    -Non capisco.  mormorò la regina. Quelle parole erano totalmente prive di significato! Cosa voleva dire “per metà”?! Insinuava forse che il suo amore era Endymion solo “per metà”?! E che lui era…

    -È naturale che tu non capisca. Ma lasciami cominciare dall’inizio. Gli ultimi ricordi che ho di me stesso come uomo risalgono a quando, essendo ancora principe, mi innamorai di te. O almeno, si innamorò di te l’altra parte di Endymion, quella, chiamiamola così, “buona”. Sai bene anche tu che nell’animo umano coesistono due tendenze, quella per l’amore e quella per l’odio. Solitamente le due parti si bilanciano. Ma poni il caso in cui l’odio riesca a prevalere… puoi immaginare le conseguenze sulla psiche della persona in questione.

 

Serenity continuava a non capire dove l’avrebbero portata quei discorsi. Con la coda dell’occhio lanciò uno sguardo preoccupato ad Endymion, che quasi non si muoveva più: probabilmente si stava consumando l’ossigeno, lì dentro. Cosa poteva fare per lui?

- Ed era questo che il principe Endymion temeva più di ogni altra cosa  continuava intanto il “gemello”  Essendo un terrestre, anche lui aveva subito l’influenza di Periglia, che aveva impiantato in lui il seme del male. Ma il principe si era innamorato della principessa della luna, e per nulla al mondo avrebbe voluto farle del male. Anzi, avrebbe tanto voluto proteggerla. Si rese conto che, fino a che non si fosse liberato del seme del male che era dentro di lui, in ogni momento esso avrebbe potuto prevalere, anche contro la sua volontà. E una notte, sentendo che dentro di lui l’odio si faceva strada inesorabilmente, decise di liberarsi per sempre di metà di se stesso. La metà malvagia del suo animo, dove il seme aveva attecchito. No, non guardarmi così, mia cara. Non dovresti sorprenderti. Non ti sei mai chiesta perché il tuo Marzio fosse sempre così dolce, così coraggioso, così generoso e protettivo? Perché è un uomo solo a metà: la metà “buona”. Io invece  disse alzandosi in piedi  sono quella “cattiva”.

 

Serenity restò a bocca aperta: mai e poi mai avrebbe potuto immaginare qualcosa del genere. Una rivelazione così improvvisa, così inaspettata… no, non era possibile. Era tutta una bugia.

Però, ripensandoci, Serenity ricordò che già una volta Marzio si era “sdoppiato” per proteggerla: il Cavaliere della Luna non era stato forse un prodotto della stessa forza di volontà?

Quindi, se le cose stavano così significava che per amor suo Endymion aveva rinunciato a metà di se stesso! Perché non aveva voluto nuocerle in alcun modo!

- Credo che poi se ne sia completamente dimenticato  osservò “l’altro” Endymion  Avrà rimosso completamente la mia nascita dai suoi ricordi. Per lui stato come se nulla fosse accaduto. Ma per me non è stato così.  strinse i pugni, in preda alla rabbia - Scacciato dalla parte di Endymion che, nonostante tutto, era ancora la più forte, sono stato costretto a girovagare come un miserabile per le dimensioni, covando la vendetta nel mio “mezzo animo” in cui c’è spazio solo per l’odio. Fortunatamente sono capitato su questo pianeta, che era abitato da un popolo molto progredito e molto pacifico. Sono stati loro ad accogliermi e ad insegnarmi la tecnica con cui creare buchi neri e tante altre cose. E, quando non ho più avuto bisogno di loro, ho ordinato ai Ghost da poco costruiti di eliminarli fino all’ultimo.  la regina a queste parole si fece d’un pallore mortale - E ora  il “gemello” si avvicinò alla campana trasparente e vi appoggiò la mano  ora finalmente compirò la mia vendetta.

Un’energia nera si sprigionò dalla sua mano e coprì l’intera campana. Pochi secondi dopo tra le dita appoggiate al vetro cominciò a sfuggire come un fumo chiaro che si liberava nell’aria e poi scompariva. Endymion, dentro la campana, iniziò ad ansimare.

    -Cosa gli stai facendo?!  gridò esasperata Serenity cercando disperatamente di togliere quella maledetta mano dalla campana; niente da fare: sembrava letteralmente inchiodata al vetro.

    -Gli sto togliendo l’ossigeno  rispose lui, con gli occhi che gli scintillavano di piacere  e lo sto sostituendo con un gas che corrode i polmoni.

    -FERMATI! Ti supplico!  lo implorò Serenity piangendo a dirotto  Ti prego! Fermati!

Endymion ormai era riverso a terra; ansimava ancora un poco, ma si vedeva che si stava arrendendo. Gli occhi lucidi e vuoti gli si riempirono improvvisamente di lacrime, che scesero brillando sul suo viso. Si rendeva perfettamente conto della morte che lo stava per raggiungere; sentiva benissimo i polmoni e la trachea bruciargli dentro come fuoco; era cosciente di stare soffocando. Nonostante questo, l’unico pensiero che gli passò per la mente fu “Chi salverà la mia Bunny, se non ci sarò più io? Chi la riporterà sulla Terra, dalle sue amiche?”

Nello stesso istante, Serenity gridò ancora  Basta! Non farlo morire! Non far morire il mio amore!

 

tra Endymion e Serenity si formò all’improvviso una luce bianca fortissima, che investì l’intera cupola di vetro e la distrusse con gran fragore. Il “gemello cattivo” venne scaraventato via e sbattuto contro il muro.

Cadde a terra, ma cercò di rialzarsi subito. Cos’era stato? Cos’era stata quella forza incredibile che l’aveva sollevato come un fuscello spazzandolo via? Non l’aveva prevista.

Eppure, la conosceva. In piccolo, ma gli sembrava di averla già conosciuta.

No, non poteva essere… non poteva essere… amore!

Serenity sollevò piangendo il corpo di Endymion da terra e gli fece appoggiare la testa sul suo grembo  Mi dispiace… - riuscì a sussurrare tra i singhiozzi  è stata tutta colpa mia… mi dispiace…

Endymion sorrise debolmente e le prese una mano nella sua  Non piangere, Serenity. Ti prometto che ritorneremo a casa.

“L’altro” Endymion, intanto, si era avvicinato di qualche passo, e osservava la scena con un sentimento nuovo che si faceva spazio nel suo cuore. Perché gli dava tanto fastidio che Serenity rivolgesse le sue attenzioni al rivale? Perché aveva desiderato avere quella ragazza per sé? Che cosa rappresentava per lui?

Di certo non poteva sapere che quel “fastidio” era gelosia. Non aveva mai provato niente del genere.

La sua espressione si fece scura come il cielo prima di un temporale, e gli occhi blu brillarono d’odio. Non solo Endymion l’aveva scacciato, rinnegato. Ora gli portava via la cosa più importante che aveva. No, non era giusto. Non era giusto.

- TI ODIO, ENDYMION!  urlò, mentre l’energia nera usciva dal suo corpo e lo avvolgeva come un vento maligno, come un vortice infernale. Strinse i pugni e serrò le mascelle, divorato dal suo stesso rancore  TI ODIO, E NON SMETTERò MAI DI ODIARTI! VOGLIO VEDERTI SOFFRIRE COME HO SOFFERTO IO! E PER FARLO, AMMAZZERò DAVANTI AI TUOI OCCHI LA DONNA CHE AMI!

Sollevati dal vortice malefico, tutti gli oggetti che si trovavano nella grande stanza iniziarono a girare sempre più velocemente attorno alla fonte di quel potere, Endymion, scontrandosi tra di loro o frantumandosi sulle pareti; persino il grande letto, pesantissimo, venne spostato con un cigolio sinistro.

serenity, che era ancora inginocchiata accanto al marito, si vide arrivare addosso una folata di quel fortissimo vento oscuro, che con potenza eccezionale riuscì a sollevarla da terra e ad allontanarla da Endymion. Lui riuscì ad afferrarle la mano e cercò di trattenerla, ma quella forza malvagia sembrava invincibile, e gli strappò via la moglie.

Serenity si trovò faccia a faccia col nemico, e si rese conto che era cambiato: non più i begli occhi blu tanto simili a quelli dell’uomo che amava, ma due occhi grigi e spenti, e un’espressione del tutto incolore. Non c’era nemmeno più odio in quell’uomo, perché un animo dedito solo all’astio rode se stesso. E nel “gemello cattivo” di Endymion il rancore era arrivato al suo ultimo stadio: quello dell’autodistruzione.

- Endymion!  lo chiamò Serenity cercando di riscuoterlo  Endymion, ti prego, rispondimi!

Ma lui non udiva più le sue parole. Non poteva più udirle.

Improvvisamente l’aura nera si illuminò di piccoli fulmini azzurrini, che colpirono Serenity in pieno come delle scariche elettriche. Lei urlò di dolore, ma non riuscì ad allontanarsi, perché quel vortice la tratteneva. Fu allora che vide il marito correre verso di lei addentrandosi nella bufera nera: la strinse forte tra le braccia cercando di proteggerla. Per un attimo la regina si rifugiò nel suo abbraccio come una bambina impaurita, ma poi lo allontanò  No.  disse, cercando di sovrastare il sibilo assordante del vento nero  Non è questo il modo. Non si combatte l’odio con l’odio e la paura  si alzò nuovamente in piedi, ignorando le scosse dolorose che la colpivano  lo si combatte con l’amore.

Con nuovo coraggio, avanzò passo dopo passo verso il centro di quel vortice: “l’altro” Endymion.

Ormai ridotto a una larva di se stesso, quell’uomo dagli occhi spenti e ormai preda del suo stesso potere ebbe una leggera reazione nel vedere Serenity andargli incontro senza timore. Quando gli fu vicina, lei gli prese il viso tra le mani, incurante dell’inferno nero attorno a loro, e sorrise.

- Basta così, Endymion. Basta così. Non lasciare che l’odio ti divori in questo modo, perché non è vero che non sei capace di provare amore. Non è vero. Tutti possiamo provarlo, e io sono sicurissima che anche tu puoi. Hai solo paura di lasciare che prenda piede dentro di te, perché per te è sconosciuto.  gli cinse il collo con le braccia, e lo abbracciò forte  Tutti abbiamo paura di ciò che non conosciamo. Ma io voglio aiutarti. Fidati, ti prego. Fidati.

Al suono di quella parola, “fidati”, le scariche elettriche cessarono, e il vento nero diminuì d’intensità. Endymion sembrò scuotersi e la guardò. Finalmente tornò il blu nei suoi occhi, mentre il vortice cadeva completamente.

- Serenity  mormorò lui con una voce ancora un po’ incerta  Serenity, io… io ti… - chiuse gli occhi, come a cercare il coraggio di pronunciare quelle parole - …io ti amo.

 

 EPILOGO
*************

- Sei sicuro di volertene andare? Potresti restare qui con noi…

Il “gemello” di Endymion guardò Serenity con un’espressione di tenerezza e di riconoscenza dipinta sul volto, ma scosse la testa.

Era il momento degli addii.

Sulla collina fiorita dove la nostra storia ha avuto inizio erano riunite sotto un cielo stellato le Guerriere Sailor, gli Stars Knights, la regina e il re. Davanti a loro, il nemico. O almeno, colui che era stato un nemico.

Dopo l’ammissione dei suoi sentimenti per Serenity, aveva deciso per il bene suo di riportarla sulla Terra insieme ad Endymion e a rinunciare alla vendetta nei confronti di quest’ultimo.

    -No, Serenity  le rispose con un sorriso triste  Io ho scoperto l’amore, è vero, ma per ora lo provo solo nei tuoi confronti. Qui tra di voi sarei solo un fastidio.

    -Non è vero! Non saresti affatto un fastidio! Ci vorrebbe solo un po’ di tempo, ma poi…

Lui le si avvicinò e le diede una leggera carezza sulla guancia  Non è detto che io non torni. Ma per ora non me la sento di stare tra di voi, davvero.

    -E allora dove andrai? Non hai nessuno.  chiese la regina.

    -Hai ragione. Non ho nessuno. Ma non importa. Il mio odio non deve più farti soffrire, perciò finché non sarò pronto a volere bene anche ad altre creature, voglio starti lontano il più possibile. Ah, prima di andarmene, voglio restituirti una cosa  chiuse la mano a pugno. Tra le dita fuggì qualche piccolo raggio di luce dorata: quando riaprì le dita, sul palmo era comparso il ciondolo-carillon. L’uomo lo rese alla regina, poi continuò  Fortunatamente avevo recuperato i pezzetti prima che si perdessero, così ho potuto ricostruirlo. È come nuovo. In cambio, ti chiedo solo di non dimenticarti di me.

    -Non ti dimenticherò! Mai e poi mai!

    -Questo mi basta. Anzi, forse per uno come me è fin troppo. Addio, mia regina.

Si allontanò di un paio di passi e, alzando una mano al cielo notturno, aprì un buco nero. Poi tornò a guardare Serenity, e negli occhi gli brillò una lacrima.

- Ricordati, Serenity. Ricordati che persino la metà oscura del tuo Endymion, quella in cui sembrava esserci spazio solo per l’odio, non ha potuto fare a meno di amarti.  si asciugò la lacrima con un gesto distratto  Addio, amore mio.

Detto questo, prese il volo verso il buco nero e scomparì dentro di esso. Pochi istanti dopo, anche l’apertura si era richiusa.

Serenity restò a fissare il punto nel cielo dove “l’altro” Endymion era scomparso, e le lacrime cominciarono a scorrerle sulle guance.

Il re, che fino ad allora era stato immobile e silenzioso, le circondò le spalle con il braccio destro e mormorò  Tornerà. Ne sono sicuro. Non so quando, ma tornerà.

Serenity annuì leggermente con la testa.

Endymion alzò la sinistra indicando il cielo blu  Hai visto, amore? Le stelle non cadono più. Il cielo ha smesso di piangere.

FINE

 

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