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SOLO UN PULCINO BAGNATO
Ki-chan

Nota dell’autrice: i pensieri di Kiyota sono scritti in corsivo, i cambi di scena sono introdotti dal simbolo @@@

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Capitolo 3

 

“ Nobunaga svegliati! … … guarda che non ho nessuna intenzione di salire le scale per sbatterti giù dal letto quindi datti una mossa! ”

Cavoli … che mamma dolce e gentile che ho … molto affettuosa. Ma dove cavolo sono finite quelle mamme premurose che preparano ogni giorno i biscotti e ti svegliano con un bacio in fronte??? Grrr … proprio una nevrotica doveva capitarmene …

“ NOBUNAGAAA ALZATIIIII!!! ”

Potrebbe anche evitare di gridare a quel modo, l’hanno sentita fino a Tokyo!

“ adesso mi alzo! ”

Uffa non si può nemmeno dormire cinque minuti in più la mattina che ti spacca i timpani … Cavoli!

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Nobunaga si alzò dal letto a malincuore abbandonando il caldo piumone sotto cui amava sonnecchiare la mattina anche a primavera inoltrata.

L’aria fresca e frizzante che lo avvolse quando spalancò la finestra, lo mise subito di buon umore facendogli dimenticare il triste risveglio.

Prima di dirigersi verso il bagno, fece un profondo respiro riempiendosi i polmoni e beandosi del profumo di primavera che aleggiava quella mattina.

Passò, però, prima di fianco al grande specchio che sua madre aveva voluto a tutti i costi mettere in camera sua. A dir la verità raramente si specchiava, ma quel giorno si fermò qualche minuto a pensare di fronte all’immagine riflessa del suo corpo seminudo sul quale si potevano ancora scorgere i segni delle ferite.

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Uffa … speriamo scompaiano in fretta queste dannatissime cicatrici, ormai sono passate due settimane! Beh una cosa l’ho guadagnata da quel brutto incontro … adesso Maki mi accompagna a casa ogni giorno dopo gli allenamenti … Ho scoperto un sacco di cose su di lui … Mi piace un sacco quando parliamo … anche se certe volte mi sembra d’impazzire … talvolta mi sento talmente piccolo accanto a lui che faccio quasi fatica a respirare eppure non posso farne a meno … ohhhh devo piantarla con questi pensieri … è una splendida giornata, oggi ci sono gli allenamenti ed è vacanza … ahh accidenti a lui perché mi deve sempre ridurre in questo stato, sembro una scolaretta al suo primo appuntamento?? …

“ beh magari! … … NO, no, no … siamo solo compagni di squadra … nulla di più e non desidero nemmeno che ci sia qualcosa di più … ahhhhhh ma sono proprio un idiotaaaaaaaa perché cavolo ogni volta che mi viene in mente lui penso a … … NO! Nobunaga piantala! Mi faccio schifo da solo … lui è un RAGAZZO … ragazzo … ragazzo … ragazzo … ragazzo!!! R … A … G … A … Z … Z … O … ”

“ bravo! … sai anche fare lo spelling delle parole … ”

“ AHHH ”

“ scusa se ti ho spaventato ma tua madre mi ha detto di salire e la porta era aperta … ”

Oddio … figuriamoci se mia madre non faceva qualche danno!

Cavoli che fuguraaaaaaaa. Sono mezzo nudo nella mia camera a dire ai quattro venti che … che … … e chi sbuca dalla porta?? Ma l’ultima persona che dovrebbe trovarsi qui in questo momento … Maki … Che cavolo ci fa qua e soprattutto cosa ha sentito?? … Devo stare calmo! Maki ti prego non guardarmi così! Ti prego vattene senza dire niente … ti prego … nooooo ti supplico non dire nulla … no …

“ ma perché non ti vesti … stai tremando dal freddo! ”

Freddo? Freddo? Non è per il freddo … comunque mi rendo conto solo ora di essere ancora immobile davanti allo specchio con le mani che tremano come mai prima e gli occhi spalancati che fissano quel magnifico viso … ma non riesco a fare niente … nemmeno a respirare figuriamoci parlare o muovermi. Non mi accorgo nemmeno che ha preso la coperta appoggiata sulla sedia … chissà cosa starà pensando di me in questo momento … forse niente … forse è vero quello che dice mia madre: penso troppo, il problema è che lo faccio sempre dopo aver agito … …

“ non so come fai a stare in boxer con questo freddo! Dovresti pensare un po’ di più alla tua salute … così ti prenderai sicuramente un raffreddore! ”

 Come è calda la sua voce mentre mi copre con la coperta … e io non posso fare altro che rilassarmi coccolato da quel dolce suono … mi sento quasi senza forze … le gambe non sembrano volermi sorreggere ancora a lungo … la tensione di poco prima si scioglie lentamente rilassando ogni mio muscolo … socchiudo gli occhi senza nemmeno accorgermene … in questo momento vorrei sprofondare nelle sue braccia e dimenticarmi di tutto … del fatto che molto probabilmente ha sentito il mio discorso e se non è scemo … e non lo è di certo … capirà facilmente che mi riferivo a lui … e per me sarà la fine … la fine della nostra amicizia e della mia presenza nel club di basket … perché sinceramente non avrei tanta faccia tosta per ripresentarmi davanti a lui.

 Solo sciogliermi nel suo abbraccio … non è peccato … non è sbagliato … invece si lo è … lo so benissimo che lo è … lui è un ragazzo … e su questo non ci sono dubbi … devo piantarla con certi pensieri … ma … non posso e forse non voglio smettere di pensare a lui … perché per me lui è troppo importante.

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Nobunaga aprì gli occhi quando sentì le dita fresca di Maki sfiorargli la pelle. Il Capitano con incredibile lentezza gli accarezzo con i polpastrelli la cicatrice sul petto e dopo averla percorsa per tutta la sua lunghezza spostò lo sguardo ed andò ad incontrare quello di Nobunaga. Lo fisso per qualche istante prima di ritrarre la mano e dire:

“ non ti sono ancora andate via! Ha fatto proprio un bel lavoro … ”

Indietreggiò qualche passo e raggiunse la finestra. Rimase a fissare il nulla senza aggiungere più niente a quelle parole dette con un misto di rabbia e tristezza, mentre Nobunaga rimase al centro della stanza in preda ai dubbi per lo strano comportamento del compagno. Maki si voltò ancora verso di lui; il viso era di nuovo sereno.

“ sono venuto per chiederti se avevi voglia d’andare insieme in palestra e magari fare due tiri prima che arrivino gli altri … stavo passando di qui per caso … … … sinceramente pensavo di trovarti ancora a letto … ”

“ perché? ”

“ primo, perché sei un dormiglione, secondo, perché tua madre mi a detto che non volevi alzarti!”

“ Hai parlato con mia madre? ”

“ sì … una donna dolcissima … ”

“ dolcissima solo con gli ospiti e poi parla troppo! ”

“ mi ricorda qualcuno ”

“ cosa vorresti dire?!”  

“ beh allora cosa fai? ” chiese il capitano cercando di sviare il discorso

“ mh? ”

“ vieni con me in palestra? ”

“ si … si … mi vesto e andiamo ”

Nobunaga aveva già raggiunto la porta del bagno quando si fermò e, stringendo il metallo freddo della maniglia, con la mano tremante e con voce insicura, chiese al compagno cosa avesse sentito del suo discorso.

“ niente di speciale … ho sentito che ti stavi esercitando a pronunciare la parola ragazzo … perché? Hai forse detto qualcosa che non avrei dovuto sentire? … cattiverie sul mio conto? ”

“ no ”

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come potrei dire cattiverie sul suo conto … penso molto a lui ma quello che mi viene in mente non sono certo cattiverie …  è meglio se me ne vado in bagno … ho bisogno di allontanarmi un po’ da lui! spero sia vero quello che ha detto … beh dopotutto perché avrebbe dovuto mentire … se avesse sentito tutto però … magari ha detto così solo per non mettermi in imbarazzo … oppure perché è lui in imbarazzo …

mi sciacquo la faccia con un po’ d’acqua gelata … sollevo la testa e mi vedo … il mio volto riflesso sul piccolo specchio sopra il lavandino … le goccioline d’acqua mi scivolano dal viso … sembra quello di un bambino … un bambino triste … … Accidenti ho dei cappelli da far paura ci metterò delle ore per pettinarli … uffa un giorno o l’altro giuro che mi rapo a zero ( ahhhhhhhhhhhh!!!! Come puoi dire una cosa simile … i tuoi capelli … nooooo … non ci provare nemmeno se lo fai ti pesto!NdK … ihih ma ve lo immaginate rapato a zero??? … ohhh mi vengono i brividi al solo pensiero^^)

Mi lavo velocemente e esco dal bagno. Quando spalanco la porta lo trovo ancora appoggiato alla grande finestra con lo sguardo vacuo. Gli occhi fissi nel nulla e i capelli mossi leggermente dalla brezza e in quel momento il mio cervello formula un pensiero traditore che vanifica ogni mio sforzo in senso contrario … ‘ è la creatura più bella che io abbia mai visto ’ … dovrei smettere di negare a me stesso di provare un sentimento nei suoi confronti che non è ammirazione o semplice amicizia … ma come posso ammetterlo pur sapendo cosa comporta tutto ciò … come posso rifuggire la verità … vorrei solo, per una volta nella mia vita, comprendere me stesso e non avere mille dubbi, mille timori … vorrei solo capire!

Non posso fare a meno d’arrossire quando si volta verso di me e mi guarda … deve essersi accorto che lo stavo osservano imbambolato.

Mi vesto in fretta e usciamo.

È veramente una bella giornata, raramente se ne vedono di tali. ormai camminiamo da un po’ e nessuno dei due ha ancora detto nulla … ma mi piace questo silenzio … ascoltare i rumori attorno a me, potermi perdere nei miei pensieri fino ad estraniarmi dal mondo, cullato dal vento e riscaldato dai raggi del sole.

 “ È una giornata talmente bella che è un peccato sprecare il tempo in palestra ad allenarci.”

 

“lo sai che dobbiamo allenarci per il campionato! … … ”

non pensavo d’aver parlato … i pensieri sono diventati parole senza nemmeno che me ne accorgessi.  Lo so che dobbiamo allenarci però mi piacerebbe passare una giornata diversa dalle altre … andare un po’ in giro, divertirmi … con lui, ma sinceramente non ho il coraggio di chiederglielo … e credo che mai l’ho avrò …

“ … però abbiamo il pomeriggio libero e magari potremmo andare da qualche parte … … cosa ne dici? ”

e me lo chiedi? Secondo te potrei rifiutare una simile proposta … mai!

Come risposta annuisco con un semplice movimento del capo e gli sorrido … un sorriso che racchiude tutta la mia felicità e tutti i sentimenti che provo nei suoi confronti … anche se sinceramente non so quali siano con esattezza, so solo che, qualunque essi siano, sono tutti espressi da quel semplice gesto. 

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gli allenamenti si svolsero nella solita tranquillità, anche perché tutti i giocatori erano troppo impegnati per poter anche solo pensare di creare qualche problema … ad eccezione di un giocatore … Nobunaga, il quale aveva dato spettacolo di se per tutta la durate dell’allenamento, ma ormai nessuno ci faceva più molto caso, nemmeno il capitano sembrava preoccuparsene molto.

La partita quotidiana alla fine dell’allenamento terminò come ogni giorno: vittoria per la squadra del terzo anno e l’allontanamento dal campo della matricola più chiassosa del Kainan per comportamento troppo “esuberante” . Infatti dopo numerose proteste per un fallo assegnatogli, Kyota, aveva quasi aggredito il povero malcapitato che ricopriva il ruolo di arbitro, costringendo Maki, ormai esasperato a mandarlo a bordo campo. Com’era prevedibile Kyota non la prese molto bene, anzi, ma preferì tacere e aspettare la fine della partita in panchina.

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per fortuna è finita … non ce la facevo più a stare a bordo campo … peggio di una tortura! … mi domando perché debba sempre, ogni volta, ogni santissimo giorno, mandarmi fuori … dopotutto non stavo facendo nulla di male … stavo solo discutendo con quel cretino dell’arbitro … e poi avevo anche ragione io … non ho commesso fallo … beh … un pochino … in ogni caso non doveva mandarmi fuori.

È buffo vedere come Maki sia totalmente diverso … da una persona dolce e comprensiva diventa peggio di un despota … accidenti a lui … praticamente ci schiavizza durante gli allenamenti … ma lui non si stanca mai? … beh nemmeno io sono tanto stanco … però mi annoio a fare sempre i soliti esercizi per il potenziamento muscolare … io voglio giocare … non mi interessa nient’altro … a parte vincere e mettermi in mostra davanti a lui … È normale che alla fine diventi nervoso e me la prenda con tutti … chiunque lo sarebbe dopo un allenamento tanto noioso.

Oggi speravo che Maki fosse un po’ più buono del solito dato che l’allenatore è andato in vacanza con la sua mogliettina … invece no! anzi forse era peggio del solito. Con il fatto che fra poco ci saranno i campionati, gli allenamenti sono diventati più faticosi … forse è preoccupato … ma tanto il Kainan vincerà perché ci sono io in squadra … come si dice di solito? “l’importante è crederci” … peccato che io non ci creda … lo so benissimo di non essere indispensabile … ma dato che nessuno mi dice che valgo qualcosa allora me lo dico da solo.

Gli altri devono credere che io lo pensi veramente però … non voglio che le persone sappiano come sono veramente … non voglio sembrare debole, insicuro … no! Nessuno deve sapere quanto io sia insignificante ed inutile.

 Allora mostro quello che non sono … il mio opposto … perché così è più facile … nessuno potrà mai criticare il mio vero me stesso perché non lo conosce … possono disprezzare solo quello che non sono ma quelle critiche non mi fanno male. Sono un codardo e non ho la forza d’affrontare me stesso e la realtà che mi circonda … lo so e lo ammetto … ne ho la conferma ogni santo giorno … ogni notte passata insonne a pensare a quello che sono … Lo so ma non ho la forza per cambiare e questo mi fa ancora più male … preferirei non sapere i miei limiti dato che non sono comunque in grado di migliorarmi … Vorrei essere veramente quello che fingo di essere … perché in quel caso vivrei nella mia ignoranza … troppo preoccupato a lodarmi per capire veramente chi io sia.

Meglio se mi sbrigo a farmi la doccia e ha cambiarmi altrimenti Maki prende e se ne va senza di me … Maki … un altro problema che va ad aggiungersi alla lista … lunga … troppo lunga … non sono nemmeno in grado di vederne la fine … Ogni volta che traccio una linea per cancellarne una voce, mi accorgo che nel frattempo se ne sono aggiunte altre … e allora mi affretto … mi affanno per poter tracciare un’altra linea rossa solo che i problemi aumentano a ritmo esponenziale e io mi perdo … Come se fossi nelle sabbie mobili, più cerco di uscire più affondo … inesorabile … fino a soffocare … a rompermi in mille piccolissimi frammenti … ma c’è sempre qualcuno che, spietato, rimette insieme ogni piccolo pezzettino fino a farmi tornare una persona, per poi abbandonarmi di nuovo da solo in balia di me stesso.

Credo di non essere mai riuscito a farmi la doccia in così poco tempo. Mi avvolgo attorno alla vita un asciugamano e mi dirigo di corsa verso la mia borsa … Mentre esco dalle docce incontro Jin e gli altri che con calma vanno anche loro a lavarsi. Mi sorride. All’inizio non capisco il perché. Poi mi è tutto più chiaro. Raggiungo la panca dove avevo lasciato la mia borsa e la trovo vuota, come tutto lo spogliatoio … sento il vociare provenire dalle docce … Mi guardo un po’ in torno alla ricerca della mia sacca. So benissimo che l’artefice di questo scherzo è Jin, però poteva anche scegliere un giorno un più adatto.

Sto per mettermi a gridare imprecazioni poco carine nei suoi confronti, ma poi la vedo … sopra gli armadietti. Se avessi più tempo andrei di là e gli darei una bella lezione, ma Maki mi aspetta.

Prendo una panca e la avvicino agli armadietti per cercare di raggiungere la mia borsa … peccato che non ci arrivo … mi sto anche sporcando tutto … c’è un quintale di polvere … ma ogni tanto puliscono?

Riesco appena a sfiorarla con due dita.

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La matricola stava cercando in tutti i modi di raggiungere la sua borsa allungandosi più possibile, quando il capitano entrò negli spogliatoi e un po’ stupito per quello che stava vedendo, chiese, avvicinandosi al compagno.

“Nobunaga che cosa stai combinando? ”

Nobunaga un po’ per la sorpresa e lo spavento e un po’ per la sua naturale goffaggine perse il già precario equilibrio … per qualche attimo dondolò avanti e indietro, tuttavia riuscì a rimanere in piedi.

Poco dopo però sentendo l’asciugamano avvolto alla vita allentarsi, istintivamente allungò una mano per trattenerlo. Il risultato fu pessimo dato che il telo di spugna cadde per terra mentre lui perdeva definitivamente l’equilibrio finendo addosso al capitano.

Maki, travolto dal compagno finì lungo e disteso sul pavimento.

Nobunaga, illeso, si ritrovò, nudo, praticamente seduto sul bacino del compagno. Quando se ne rese conto era ormai troppo tardi dato che la gran parte della squadra si era riversata negli spogliatoi.

“potreste anche andare in un luogo appartato a fare certe cose”

tutti cominciarono a ridere, anche Maki si lasciò sfuggire un sorriso divertito, l’unico a non essere per niente divertito dalla situazione era Nobunaga che era arrossito fino alla punta dei piedi.

“piantatela! ” disse con la voce che lasciava trasparire il suo imbarazzo mentre tutti continuavano a ridere, primo fra tutti Jin che si stava piegando in due dalle risate.

Un po’ impacciato Nobunaga si alzò in piedi aiutato da Maki che dopo essersi alzato a sua volta, raccolse l’asciugamano e lo avvolse attorno alla vita di Nobunaga che a quel gesto, se possibile, divenne ancora più imbarazzato sentendo le mani del capitano sfiorargli la pelle dei fianchi. Il capitano non disse nulla per tutto il tempo limitandosi a guardarlo fisso negl’occhi.

Subito dopo salì sulla panca e prese, senza troppa fatica, la borsa e gliela porse.

“ti aspetto fuori! ” sussurrò poi.

Nobunaga rimase praticamente imbambolato e immobile nello stesso punto anche dopo uscita dagli spogliatoi di Maki. Jin, ripreso un po’ di controllo, si avvicinò al ragazzo e per svegliarlo gli tirò una pacca sul fondoschiena la povera matricola sussultò e di scatto, massaggiandosi la parte lesa, si voltò verso il compagno.

Lo guardò per qualche istante con lo stesso sguardo che avrebbe avuto un cucciolo arrabbiato e poi disse: “ con te faccio i conti domani! ”

“ certo adesso devi correre dal tuo amore! ”

“ piantala di dire stupidaggini! ”

“ si … si certo! ” ma poi non riuscì più a trattenersi e gli rise praticamente in faccia, facendo irritare ancora di più il povero Nobunaga. Che ormai disperato si vestì in fretta e uscì. 

 

Capitolo 4

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