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Dietro le apparenze
by Focuzza

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Disclaimers: i personaggi non sono miei ma di papà Inoue (tranne Ryo, quello è mio).

Note: Vi chiedo in anticipo di essere clementi ma, in questo periodo la mia mente è occupata dal viaggio che dovrò fare fra due mesi in America, e siccome il mio amore non sarà con me, sono tristissima.

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Spesso ci nascondiamo dietro le apparenze, era quello che stava succedendo a Nobunaga Kyota davanti agli altri era spaccone e arrogante ma dentro di se nascondeva una gran tristezza. Andava a scuola ma non era mai attento, agli allenamenti sfiniva Maki con le sue chiacchiere ma quando tornava a casa si trasformava e diventava una persona taciturna. Viveva insieme a suo fratello Ryo che spesso si chiedeva se mai il fratello sarebbe riuscito a superare il trauma subito due mesi prima. Ryo sapeva che a scuola era casinista, i professori lo avevano convocato più volte, ma sapeva anche che quella era solo una maschera, ormai, Ryo, non sapeva più che fare per farlo tornare quello di sempre.

Nobunaga si accingeva a tornare a casa quando incontrò Maki:

“Ciao Kyota, sei di ritorno a casa?”

“Si capitano!”

“Vuoi compagnia?”  fai che dica di si, fai che dica di si, si ripeteva mentalmente Maki.

“No, grazie lo stesso”

“Ci vediamo domani agli allenamenti”

“Si a domani”  vorrei poterti dire di si Maki, ma oggi non è proprio giornata voglio solo tornare a casa e andare a letto.

Suonò il campanello e fu accolto da suo fratello tutto sporco di sugo e di caffè.

“Perché mi guardi così? Mi si è bruciato il sugo e mi è scoppiata la caffettiera, quindi oggi pizza per cena”

“Io non ho fame Ryo, vado a dormire” così si avviò verso camera sua. Ryo lo vide salire in camera sua e pensò “dimmi cosa devo fare con te scricciolo, mangi il minimo indispensabile per sopravvivere, dormi pochissimo, sei sempre triste, io non so più come comportarmi con te, mamma quanto vorrei che tu fossi ancora qui”.

Dopo cena Ryo salì in camera sua e si mise a leggere sul letto, quando sentì bussare alla porta della sua camera:

“Vieni Nobu, entra”, lo vide entrare con le lacrime agli occhi, “Che c’è scricciolo?”.

“Non riesco a dormire, se non disturbo posso dormire con te?”

“Certo che puoi dormire con me, e non disturbi per niente”.  Così dicendo gli fece spazio accanto a lui, Kyota lo abbracciò e in lacrime gli disse:

“Ryo, mi manca la mamma, mi manca da morire, è tutta colpa mia se non mi avesse accompagnato quel giorno in macchina alla partita non sarebbe morta”

“Scricciolo è stato un incidente, non è stata colpa tua”

“Invece si lo ha detto papà allo zio, ha affermato che se non avesse accompagnato me a quella stupidissima partita non sarebbe morta”

“Non è vero era destino”  quel pezzo di merda di papà non poteva starsi zitto invece di dire delle cattiverie ad un ragazzino che già aveva avuto il trauma di perdere la madre, meno male che se n’è andato in America con la sua nuova fiamma.

“Ryo, io sono sbagliato?”

“No perché?”

“Prima faccio morire la mamma poi m’innamoro di un ragazzo, capisci, di un ragazzo mi odio Ryo voglio scomparire”

“Essere innamorati non è mai sbagliato scricciolo, ora dormi che non può che farti bene una bella dormita”

Ryo lo vide raggomitolarsi accanto a lui, e non poté fare altro che pensare che quello scricciolo stava rischiando di scomparire e che lui non ci poteva fare niente, se non stargli accanto. Quando si risvegliò Ryo non trovò il fratello accanto a se, si alzò e andò in cucina dove lo vide intento a svolgere i compiti, gli fece tenerezza con la lingua fuori nell’intento di concentrarsi.

“Buongiorno scricciolo”

“Ciao Ryo”

“Cosa vuoi per colazione?”

“Niente, sono in ritardo devo vedermi con Saichiro a scuola, grazie lo stesso, io vado buona giornata”

“Anche a te, tieni i soldi per il pranzo”

“Grazie”

Nobunaga stava andando a scuola quando s’imbatté in due suoi compagni di classe con i quali non andava molto d’accordo i due lo videro e lo attirarono in un vicolo:

“Che fortuna di prima mattina, la matricola numero uno della prefettura, dimmi un po’ fenomeno da baraccone non è che ti piace Maki?”

“Ma di cosa stai parlando, lasciatemi andare!” - un pugno lo colpì dritto in faccia.

“Questo succede ai bambini che mentono, riproviamo, ti piace Maki?”

“Pezzo di merda ti ho detto di lasciarmi andare”  il compagno gli diede un calcio in pancia.

“Se non ti piace allora perché tieni la sua foto nel tuo libretto scolastico? Lo abbiamo trovato ieri in classe dopo le lezioni, sapessi che bello trovare il punto debole del tuo nemico”

Così dicendo inizio a leccargli la faccia, poi gli tirò giù i pantaloni dicendo:

“Adesso vedrai cosa facciamo ai froci come te”.

“Non mi toccare lasciami, toglimi le mani di dosso “.

Quando ebbero finito lo lasciarono, piangente, li nel vicolo, con gran forza di volontà Kyota riuscì a tornare a casa, il fratello lo vide tornare e gli andò incontro:

“Non dirmi che hai marinato la scuola?”

“Ryo..io….aiu”  così dicendo gli svenne tra le braccia. Ryo lo portò subito nella sua stanza e non sapendo cosa fare chiamò lo zio che era medico. Quando lo zio ebbe finito di visitarlo uscì dalla stanza:

“Lo hanno picchiato ma non ha niente di rotto, però, Ryo siediti per favore, lo hanno violentato, ora più che mai gli devi stare vicino”

“Cosaaa! Perché!”  non riusciva a credere che al mondo ci fosse gente così meschina.

“Ora vado, si dovrebbe svegliare tra poco sul comodino ti ho lasciato un calmante faglielo prendere se si agita troppo, io verrò stasera a rivisitarlo”

“Grazie zio”  Ryo lo accompagnò alla porta poi salì dal fratello. Gli sembrava così indifeso in quel momento. Sentì il telefono squillare e andò a rispondere:

“Pronto!”

“Ryo ciao, sono Saichiro mi passi Nobunaga”

“Sta dormendo, non sta bene, quando si sveglia se ne ha voglia ti faccio chiamare”

“Ma è successo qualcosa perché avevamo appuntamento a scuola e non si è fatto vedere”

“Solo un po’ di influenza”

“Va bene allora digli di chiamarmi ciao”

“Ciao”.

Intanto Maki si accingeva a tornare a casa quando incontrò due compagni di classe di Kyota:

“Salve sempai”

“Vi conosco per caso?”

“No, a noi no ma al nostro compagno di classe si”

“Se non mi dite chi è non posso aiutarvi”  ma che palle lasciatemi andare voglio andare a vedere perché Kyota non era all’allenamento.

“Nobunaga Kyota ti dice qualcosa?”

“Si è mio compagno di squadra, perché?”

“Lo sai che è gay?”  allora forse ho qualche possibilità.

“No, non lo sapevo ma questo che c’entra?”

 “Sai che è innamorato di te quel pervertito, meno male che ci abbiamo pensato noi stamattina a conciarlo per le feste”

“Cosa gli avete fatto?”

“Gli abbiamo dato quello che gli piaceva, vedessi come piangeva, magari sperava che il primo con cui provare queste cose saresti stato tu ma non preoccuparti sempai, dopo la lezione che gli abbiamo dato oggi gli saranno passati tutti i bollenti spiriti”  il mio piccolo Kyota, maledetti.

“Siete solo dei vigliacchi, luridi vermi”  così dicendo Maki corse via verso casa di Kyota.

Ryo intanto era al capezzale del fratello che si lamentava nel sonno:

“No, andate via, lasciatemi, Ryo aiuto, qualcuno mi aiuti, possibile che nessuno mi senta”

“Nobu svegliati è un incubo”  Kyota si svegliò con le lacrime agli occhi.

“Ryo, sono a casa, come ho fatto, sono sporco, ora non mi vorrà più”  Ryo lo abbracciò.

“Schh, non fare così, non sei sporco, poi chi è che non ti vorrà più?”

“Maki, non mi vorrà più, io ho cercato……ma erano in due…….mi dispiace”

“Scricciolo non è colpa tua, non devi chiedere scusa a nessuno”

 “Posso rimanere da solo?”

“Si, se ti serve qualcosa chiamami”

Ryo scese giù e stava per andare in cucina quando suonarono alla porta:

“Salve sono Maki il capitano di Kyota volevo vederlo”

“Allora tu sei il famoso Maki, mi dispiace ma mio fratello vuole rimanere solo adesso, vieni, accomodati gli dico che sei qui”.

 Ryo andò nella stanza del fratello:

“Scricciolo c’è Maki giù lo vuoi vedere?”

“Io non lo so Ryo”

“Allora, lo faccio salire?”

“Si”

Maki entrò nella stanza di Kyota:

“Ciao Nobu, come mai oggi non eri a scuola e agli allenamenti”

“Io sono stanco capitano voglio lasciare la squadra”

“Perché? E soprattutto cosa nascondi dietro la facciata da ragazzo sempre allegro?”

“Maki ho fatto tanti sbagli nella vita, primo fra tutti iniziare a giocare a basket, ma adesso penso che questa mia decisione sia la prima giusta di tutta la mia vita”

“Ma tu ami il basket”

“No, io odio il basket per colpa del basket mia madre è morta, per colpa del basket mio padre è andato via di casa, per colpa del basket mio fratello è costretto a badare a me, mentre potrebbe vivere tranquillamente la sua vita, è costretto a stare con un ragazzino che ha avuto la sfortuna di restare in vita”  Maki non ci vide più dalla rabbia e diede uno schiaffo a Kyota poi lo abbraccio teneramente e disse:

“Perché parli così, non pensi che se a tuo fratello pesasse questa vita ti avrebbe lasciato come tuo padre, non pensi che tua madre vorrebbe che tu continuassi a vivere anche per lei”  gli aveva sussurrato quelle parole nell’orecchio.

“LASCIAMI, NON MI TOCCARE, lasciami Maki”  così dicendo scoppiò in lacrime, (dite che lo ho fatto troppo piagnone??? ;_; by focuzza), ma continuò a restare abbracciato a Maki.

“Ti amo piccolo testone”

“Dici sul serio?”

“No volevo solo vedere la faccia che facevi. Certo che dico sul serio volevo dirtelo da un sacco di tempo ma non sapevo come l’avresti presa”

“Anch’io ti amo Maki”

“Allora posso considerare la tua richiesta di lasciare la squadra ritratta?”

“Si, giocherò anche per la mamma”

“Così ti voglio, e domani vedi di non mancare agli allenamenti”

“Pensi che a me servano gli allenamenti sono o non sono la matricola numero uno della prefettura”

“Si lo sei ma gli allenamenti li devi fare ugualmente”. Detto questo Maki lo baciò teneramente.

Era trascorsa una settimana dall’accaduto Kyota era nella stanza del fratello:

“Sei sicuro che posso andare a farmi una vacanza”

“Se ti ho detto di si vuol dire che sono sicuro, e poi hai bisogno di svagarti ed io qui non mi annoierò di certo”

“Se lo dici tu! Però ho come l’impressione che tu mi voglia mandare via di casa per stare insieme con Maki”.

“Non farei mai una cosa del genere, sono un bravo ragazzo io”

Ryo uscì dalla casa lasciando il fratello con Maki e pensando  “sii felice fratellino, come lo sono io per te, finalmente hai distrutto quel muro che ti eri costruito intorno, ora potrai vivere felice senza nasconderti dietro le apparenze”.

 

Fine..

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