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Cosa succede in città
by Ottavia

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Capitolo 4

 

Arimi e Kaede non si erano parlati molto dopo la sera in cui avevano litigato, anzi sarebbe stato corretto dire che non si erano parlati per niente. Akira si era fatto una certa idea del motivo per cui Rukawa era tanto scontroso negli ultimi giorni e non si fece problemi a parlarne al diretto interessato.

“Sai Rukawa, dovresti deciderti a mettere le carte in tavola. Ci sono tre spiegazioni al tuo comportamento: o hai la luna storta, o ti sto antipatico, o terza e più plausibile ipotesi, ti piace Arimi,  non lo vuoi ammettere, ma ti comunque fastidio che  io ci provi con lei.
Nel primo caso vedi di fartela passare, idem nel secondo. Nel terzo invece, permettimi di darti un consiglio. Smettila di indugiare e diglielo. Non puoi pretendere che lei capisca tutto da sola.  Ricorda una cosa però, questo non significa che abbia intenzione di lasciarti campo libero. “

“Senti da che pulpito viene la predica, tu che ti nascondi dietro alla scusa di reggerle il gioco.” - gli rispose il giocatore dello Shohoku

“Ti sbagli io non ho nessuna intenzione di nascondermi, presto anche Arimi saprà quello che provo per lei”

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Una volta rimasto solo, Kaede decise che era giunto il momento di essere onesto con se stesso. Finora non si era mai interessato alle questioni sentimentali, si era concentrato solo sul suo obiettivo di diventare il numero uno del Giappone. Adesso però qualcosa era cambiato.

Solo ora si rendeva conto che quello che provava per Arimi andava molto al di là dell’amicizia. Solo ora che rischiava di perderla, capiva quanto fosse importante.

“Ti sbagli Akira Sendoh. Ami-chan non piace soltanto,  io l’amo e non ti permetterò di portarmela via.”  pensò.

Ora tutto era più chiaro. Le sue mete erano diventate due e l’ostacolo che gli impediva di raggiungerle era Akira Sendoh.

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Il ritiro era finito  e se prima di partire Arimi si sentiva avvilita per essere stata tradita, ora era nella confusione più totale in seguito a due dichiarazioni, una più  inaspettata dell’altra, che le erano state fatte.

“Dunque Sendoh e Rukawa si sono dichiarati?” chiese Nobunaga.

Arimi aveva invitato Kyota a casa sua per raccontargli quello che era successo e per cercare di chiarire un po’ la situazione.

“Per essere precisi Akira ha detto che gli piaccio moltissimo, mentre Kaede ha detto che mi ama.”

“E li hai baciati tutti e due? Complimentoni ragazza!”

“Loro hanno baciato me.”  puntualizzò.

“E dove sta la differenza? Comunque quale dei due baciava meglio?”

“Che razza di domanda è Nobu? Non ne ho la più pallida idea, mi hanno colta di sorpresa, mica ho avuto il tempo di analizzare come baciavano!”

“Va be’ era una curiosità; che hai intenzione di fare ora?”

“Bella domanda, solo che io non ho una risposta.”

“Per come la vedo io hai quattro possibilità: scegliere Sendoh, scegliere Rukawa, non scegliere nessuno dei due, oppure ti metti con entrambi”

“Direi che l’ultima è da scartare in partenza”.

“Perché mai? Secondo me è soluzione migliore. Pensa, staresti con i due ragazzi più contesi di tutta la prefettura. Hai idea di quante ragazze pagherebbero per essere al tuo posto? Inoltre tu non saresti costretta a scegliere tra due ragazzi che ti piacciono, perché ti piacciono entrambi vero? Nessuno dei due verrebbe scaricato e tutti sarebbero felici.”

“Oh certo, solo che così facendo l’unica cosa che otterrei sarebbe perderli entrambi, nel giro di due giorni; tempo sufficiente perché scoprano che  li ho presi in giro. Parlando seriamente non so proprio che fare, il problema sta nel fatto che mi piacciono entrambi, anche se sono completamente diversi.
Akira mi attrae per il suo carattere aperto, per il suo modo di fare amichevole mentre Kaede mi piace il motivo opposto. Lo so che può sembrare freddo, insensibile, egocentrico, bastardo, flemmatico, algido come nessuno però io lo adoro.”

“Non mi dire che tu sei un’altra di quelle autolesioniste a cui piacciono gli stronzi ”  chiese Kyota stupefatto.

“Infatti, ho detto sembra, perché quando vuole e con chi gli è simpatico, Kacchan sa essere un’altra persona.  Certo non è mai molto loquace ma è notevolmente più gentile”

“Kaede Rukawa gentile? Ci crederò quando lo vedrò con i miei occhi. Piuttosto prova a raccontarmi come sono andate le cose, magari ti aiuterà a prendere una decisione”

“Non che ci sia molto da raccontare. Il primo a dichiararsi è stato Akira.  Stavamo tornando da una passeggiata e lui mi aveva detto un sacco di cose carine. Io non pensavo che dicesse sul serio e gli ho risposto che visto che Shiori se n’era andata non era più obbligato a recitare.  Lui mi ha guardato con un’espressione strana e mi ha detto che non stava affatto recitando e che gli piacevo davvero. Poi come per confermare quello che aveva appena detto mi ha baciata.
Con Kaede invece, be’ direi che lui è stato un po’ più diretto. Avevamo appena giocato una partita. Ero lì ferma cercando di riprendere fiato, quando lui si è avvicinato e mi ha baciato. Così all’improvviso, senza dire nulla. Quando gli ho chiesto perché l’avesse fatto, la sua risposta è stata ‘perché ti amo e non permetterò a Sendoh di portarti via da me .’

Poi niente. Ho detto ad entrambi che al momento non potevo dar loro una risposta e ho chiesto del tempo per pensarci”

“Sei in un bel casino, però credo che se ci rifletti un po’ arriverai ad una soluzione”

“lo spero davvero perché se continuiamo di questo passo, l’unica soluzione che mi viene in mente è fare testa o croce”

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Erano passati alcuni giorni ma Arimi ancora non era arrivata ad una decisione. I suoi sogni erano popolati da due paia di occhi blu e l’unica cosa sicura era che il suo prossimo ragazzo sarebbe stato un giocatore di basket, con i capelli neri e gli occhi azzurri.

Oramai era diventata l’argomento preferito delle vecchiette del suo palazzo, a quanto pareva la sua vita era  diventata molto più interessante dei pettegolezzi sui vip, argomento che solitamente stava alla base delle loro discussioni. Si erano formate due fazioni una parteggiava per Akira mentre l’altra sosteneva Kaede. Da come discutevano tra loro, sembrava si trattasse di un derby sportivo.

Aveva anche fatto amicizia con il ragazzo che consegnava i fiori, poiché praticamente tutti i giorni veniva a casa sua. Suo padre lo definiva scherzosamente l’ambasciatore nella  guerra delle due rose. Già perché Akira le mandava sempre delle rose rosse, mentre Kaede delle rose bianche.

Sinceramente non si sarebbe mai aspettata dei fiori da Kacchan, d’altra parte le persone non finivano mai di stupirla. Però per quanto fosse lusinghiero essere corteggiata dai due ragazzi più contesi della città, quella situazione andava risolta. Chiese ad entrambi di non farsi vedere né sentire per  una settimana al termine della quale avrebbe preso la sua decisione.

Senza gli appostamenti sottocasa, senza i messagini ad ogni ora del giorno, senza i bigliettini romantici, forse avrebbe scoperto di quale dei due sentiva maggiormente la mancanza e quindi quale  dei due le piaceva sul serio. Se anche così non fosse arrivata ad una soluzione, avrebbe detto di no ad entrambi.

Non poteva tenerli per sempre in sospeso.

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Arimi prese un gran respiro. Doveva stare calma, in fondo il peggio era passato.

La prima parte della sua missione era compiuta.

Aveva comunicato allo sconfitto la sua decisione.

In effetti, sconfitto non era la parola più giusta, non si era mica trattato di una gara. Si trattava dei sentimenti di un ragazzo.

Per fortuna l’aveva presa bene, anche se non ne aveva mai dubitato. Non ce lo vedeva proprio Akira Sendoh piangere e disperarsi solo perché una ragazza lo aveva rifiutato.  

Ora doveva parlare a Kaede. In teoria avrebbe dovuto essere facile, in fondo sapeva già quello che lui provava per lei. In pratica però non era così,  sentiva il suo cuore battere a mille, aveva quasi paura che potesse scoppiare.

Ormai aveva misurato la stanza milioni di volte, camminando nervosamente, nell’attesa del suo arrivo. Era persa nei suoi pensieri, quindi sobbalzò, quando sentì la porta aprirsi e lo vide entrare.

“Ciao Ami-chan”

“Ciao, tua madre  ha detto che potevo aspettarti qui”

Rimasero un po’ in silenzio. Lui non osava chiedere, per paura della risposta mentre lei non sapeva come iniziare il discorso.

Così disse semplicemente

“La risposta è sì.”

“Sì  a cosa?” chiese lui.

“Sì anch’io ti amo Kacchan. Ci ho messo un po’ ma alla fine ho capito che Akira mi piaceva sì, ma non era che una cotta superficiale, mentre chi amavo sul serio eri tu. In un certo senso credo di essere sempre stata innamorata di te. Tu sai essere arrogante, egoista, freddo, scontroso e irritante come pochi, però mi piaci così come sei.”

Disse prima di baciarlo.

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Orami era giunta la sera, anche se loro se n’erano a mala pena accorti, persi com’erano nel loro mondo.

Se ne stavano lì, abbracciati nella penombra. L’unica luce che illuminava la stanza, era una candela che piano, piano, si consumava. In sottofondo una canzone che sembrava scritta apposta per loro.

So close no matter how far couldn't be much more from the heart

Così vicini non importa quanto distanti, non potremmo essere più sinceri.

Forever trusting who we are and nothing else matters

Per sempre fiduciosi in ciò che siamo e non importa nient'altro

Never opened myself this way;

Non mi sono mai aperto così

Life is ours, we live it our way

La vita e’ nostra, la viviamo a modo nostro

All these words I don’t just say and nothing else matters

Tutte queste parole che non dico proprio e tutto il resto non importa

Trust I seek and I find in you, every day for us something new

La fiducia che cerco e trovo in te, ogni giorno per noi e’ qualcosa di nuovo.

Open mind for a different view and nothing else matters

La mente aperta per una visione diversa e non importa nient’altro.

(Metallica, Nothing Else Matters )

      ………………………………

 

Fine

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