I
fratelli e le sorelle di Gesù
"Pensando io lungamente e domandandomi
per qual ragione gli Evangelisti trattano così parcatamente della Vergine Maria,
oh! Evangelisti, dico, perché ci privaste col vostro silenzio di tanta gioia,
perché taceste cose tanto liete, desiderate, gioconde?"
Tommaso di Villanova (1488-1566)
(1).
1. È vero che la madre di Gesù ha
avuto altri figlioli?
Questo risulta chiaramente dalla Sacra Scrittura:
1) Anzitutto è detto che Giuseppe non ebbe relazioni con sua moglie "finch'ella
non ebbe partorito un figlio" (Matteo 1:25), il che esclude la perpetua
verginità.
2) La Bibbia aggiunge che Maria diè alla luce il suo figliolo primogenito
(Luca 2:7). Se avesse voluto dire che Gesù è stato figlio unico, avrebbe
evidentemente detto:
"Maria diè alla luce il suo unigenito figlio", come nel "Credo" Gesù è appunto
chiamato figlio unigenito di Dio.
3) Il Nuovo Testamento parla costantemente dei fratelli e delle sorelle di Gesù:
"Mentre Gesù parlava ancora alle turbe, ecco sua madre e i suoi fratelli che,
fermatisi fuori, cercavano di parlargli. E uno gli disse: Ecco, tua madre e i
tuoi fratelli sono là fuori che cercano di parlarti. Ma egli, rispondendo, disse
a colui che gli parlava: Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? E,
stendendo la mano sui suoi discepoli, disse: Ecco mia madre e i miei fratelli
Poiché chiunque avrà fatta la volontà del Padre mio che è nei cieli, esso mi è
fratello e sorella e madre" (Matteo 12:46-50).
"Recatosi nella sua patria, Gesù li ammaestrava nella loro sinagoga, talché
tutti stupivano e dicevano: "Onde ha costui questa sapienza e queste opere
potenti? Non è questi il figliuol del falegname? E sua madre non si chiama ella
Maria, e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? e le sue sorelle
non son tutte fra noi?" (Matteo 13:54-56).
Dopo questo, scese a Capernaum, egli con sua madre, coi suoi fratelli e i suoi
discepoli" (Giovanni 2:12).
Perciò i suoi fratelli gli dissero: Pàrtiti di qua e vattene in Giudea, affinché
i tuoi discepoli veggano anch'essi le opere che tu fai.. poiché neppure i suoi
fratelli credevano in lui... Quando poi i suoi fratelli furon saliti alla festa,
allora vi salì anche lui" (Giovanni 7:3, 5, 10).
"Tutti costoro perseveravano di pari consentimento nella preghiera, con le
donne, e con Maria, madre di Gesù, e coi fratelli di lui " (Atti 1:14).
2. Però si obietta che, nella
Bibbia, la parola "fratello" è talvolta adoperata nel senso di "cugino".
Evidentemente anche nel linguaggio abituale possiamo dare per estensione il
titolo di fratelli a tutta la parentela e a tutto il genere umano. Ma, per
quello che si riferisce a Gesù, osserviamo:
1) I Vangeli parlano SEMPRE di "fratelli e sorelle" di Gesù, mentre in greco (la
lingua in cui i Vangeli sono stati scritti) vi è il termine per indicare
fratello (adelfòs) e un altro per indicare cugino (anepsiòs).
2) Che importanza poteva avere l'elenco nominativo dei cugini di Gesù, insieme
alla madre?
3) Vi è inoltre l'episodio di Matteo (12), il quale esclude senz'altro che possa
trattarsi di cugini. Infatti Gesù viene informato che sua madre e i suoi
fratelli sono venuti per cercarlo. Si noti che Marco (3:21) precisa: "I suoi
parenti, udito ciò, vennero per impadronirsi di lui, perché dicevano: "E' fuori
di sé". Allora Gesù, addolorato, fa osservare alla folla che vi sono dei legami
spirituali che hanno maggior valore che quelli del sangue, e risponde: " Chi è
mia madre, e chi sono i miei fratelli? Chiunque avrà fatto la volontà di Dio, mi
è fratello, sorella e madre". Secondo la dottrina cattolica, Gesù avrebbe voluto
dire: "Chi è mia madre, e chi sono i miei cugini? Chiunque avrà fatta la volontà
di Dio, mi è cugino, cugina e madre", e così il ragionamento perderebbe tutta la
sua forza.
4) Il Vangelo di Giovanni aggiunge che e neppure i suoi fratelli credevano in
lui e (7:5). L'evangelista non lo avrebbe sottolineato come motivo di scandalo,
se avesse voluto dire che i suoi cugini non credevano in lui!
5) Infine vi è la chiara testimonianza dell'apostolo Paolo, il quale parla del
fratello (adelfòs) di Gesù e del cugino <anepsiòs> di Barnaba, dimostrando che
egli sapeva benissimo distinguere fra cugini e fratelli:
"Non vidi nessun altro degli apostoli, fuorché Giacomo, il fratello (adelfòn)
del Signore" (Galati 1:10). "Vi salutano... Marco, il cugino (anepsiàs) di
Barnaba" (Colossesi 4:10).
3. Qual è il motivo che spiega il
sorgere e lo sviluppo della credenza nella perpetua verginità di Maria?
La credenza nella perpetua verginità di Maria sorge insieme al manifestarsi
dell'ascetismo. "All'improvviso dilagare delle idealità ascetiche" scrive
Giovanni Miegge "e dei tentativi di attuarle, sia in solitudine, sia nelle
comunità monastiche, si associa, come è facile presumere, una insolita fervida
celebrazione della perpetua
verginità di Maria. Agli asceti di ambo i sessi, la Vergine Madre dl Gesù
offriva il modello ideale, - l'immagine ispiratrice, al tempo stesso stimolo e
conforto nelle allucinanti veglie e negli sforzi tormentosi dell'autodisciplina
della continenza" (2).
NOTE
1. Cit. da: ROSCHINI, Mariologia, I, p 65.
Vedi: MIEGGE, La Vergine Maria, Torre Pellice, Ed Claudiana, 1959, p. 51.
2 MIEGGE, op. cit., p. 58.