Un surrogato del Kotatsu giapponese.

Stefano Pozzo – 2010


foto tratta da www.oldphotosjapan.com

Qualche tempo fa ho scoperto il "Kotatsu", una cosa un tempo molto diffusa in giappone e che ancora oggi pare essere utilizzata, anche se in misura minore rispetto al passato.

A farmelo conoscere è stato Ugo Bardi sul blog di Aspo Italia. In pratica si tratta di un tavolo sotto al quale c'è una fonte di calore. Sedendosi a questo tavolo ci si trova con la parte inferiore del corpo piacevolmente al caldo, e il calore si diffonde in tutta la persona tanto che il resto dell'ambiente può essere mantenuto ad una temperatura decisamente più bassa senza che ciò venga percepito come sgradevole.

A sentire chi lo ha provato pare essere una sensazione molto piacevole, pare che si possa tenere spento il riscaldamento centrale, o comunque lo si possa regolare ad una temperatura molto più bassa, evitando quindi lo spreco di scaldare tutta la casa, a parità di comfort.


foto tratta da wikipedia

Il Kotatsu, un tempo fatto con uno scaldino a carbonella, ora è elettrico, e il consumo di energia elettrica per generare calore è comunque un consumo, oltretutto mediamente abbastanza costoso rispetto ad altri metodi.
Però io, da sempre interessato alle questioni energetiche, ho da poco installato sul tetto di casa mia un impianto fotovoltaico che è leggermente sovradimensionato rispetto ai miei consumi abituali e quindi ora mi trovo ad avere una certa disponibilità di energia in più, prodotta da fonte rinnovabile, e di cui posso disporre senza ulteriori costi.

Ho quindi pensato di provare ad installare un Kotatsu al tavolo della cucina, per vedere se è vero che si può cenare piacevolmente al caldo e intanto ridurre la temperatura del resto della stanza, risparmiando sul consumo di gas del riscaldamento centrale.


                   

Una soluzione FaiDaTe, come suggerito su instructables, consiste nell'acquistare un apposito elemento scaldante da avvitare sotto al piano del tavolo.
Questi riscaldatori non sono difficili da trovare, in internet ci sono alcuni produttori e venditori, e il loro costo è abbastanza modesto, intorno ai 50 Euro. Il problema è che sono fatti per il mercato giapponese e funzionano con una tensione di 100 volt, quindi bisognerebbe procurarsi anche un trasformatore adeguato. Inoltre occorre ordinarli e farseli spedire. E poi vanno fissati sotto al piano del tavolo con il quale diventano un tutt'uno.



Volendo fare una prova più semplice e rapida mi è tornata in mente questa pagina di "Gaston Lagaffe", dove Gaston installa una stufa elettrica sotto la scrivania del suo collega. Evidentemente scaldare il posto dove si sta seduti per tanto tempo è un problema sentito un po' da tutti, anche dai francesi degli anni '60, e non solo dai giapponesi!


Quindi, adattando l'idea della stufa anni '60 di Gaston ai prodotti di oggi, ho acquistato un termosifone elettrico ad olio per provare a metterlo sotto al tavolo della cucina e vedere l'effetto che fa. Si tratta di un termosifone con termostato e con tre livelli di potenza elettrica selezionabili, qualcosa tipo 500, 1000 o 1500 Watt.


A differenza dei Kotatsu giapponesi, dove il tavolo è avvolto da una pesante coperta che si estende fino a terra per trattenere meglio il calore, sistemazione che deriva dal fatto che le stanze erano completamente senza riscaldamento e che l'elemento scaldante del Kotatsu era un semplice piccolo bracere, e che quindi se il sotto del tavolo non era ben avvolto dalla coperta si sarebbe raffreddato rapidamente, nel mio caso il termosifone elettrico lascia scappare buona parte del calore da sotto al tavolo e contribuisce anche a riscaldare l'ambiente.
Questa soluzione, sebbene non sia ottimale come l'originale giapponese, mi è sembrata comunque adatta per il tavolo della cucina.


Risultati? Beh, tanto per cominciare confermo che la sensazione è piacevolissima! E lo confermano anche amici e parenti che hanno cenato a casa nostra. Anche se l'ambiente è più freddo non lo si percepisce e attorno al tavolo c'è un bel caldo.
Come consumi, abbiamo tenuto in funzione il Kotatsu tutte le sere dell'inverno, risparmiando sensibilmente sul gas da riscaldamento, e non siamo comunque riusciti a consumare tutto il surplus di produzione elettrica da fotovoltaico che avevamo a disposizione, quindi per noi è stato un risparmio netto. Ma è stato anche un risparmio per l'ambiente, visto che abbiamo ridotto le nostre emissioni riducendo il consumo di gas, sia pur per quel poco che può incidere globalmente, e questa è comunque una ulteriore piccola soddisfazione.

Il nostro tavolo della cucina, avendo un piano abbastanza sottile, tende a intiepidirsi leggermente, tanto che ora andiamo in giro dicendo che noi ceniamo sempre alla "Tavola Calda"!
Che è comunque calda solo in maniera impercettibile, non come potrebbe essere scaldandola con altri sistemi, sempre opera della mente vulcanica di Gason Lagaffe:




Stefano Pozzo – 2010






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