Protagonista
di una vita brillante, avventurosa ed eccentrica che attraversa il Settecento
e l’Europa passando fra i tavoli da gioco, le alcove delle dame e salotti,
Giacomo Casanova incarna alla perfezione il tipo settecentesco del beau
esprit incline per definizione al piacere della vita e alla battuta
arguta.
Nasce
a Venezia il 2 Aprile 1725, in una casa sulla Calle della Commedia, vicino
al Teatro San Samuele. I suoi genitori sono attori: Gaetano Giuseppe Casanova
e Zanetta Farussi - nonostante Giacomo rivendicherà in seguito,
in "Né amori né donne"
(1783) che il suo vero padre era il nobile veneziano Michele Grimani, la
cui famiglia possedeva il teatro dove i suoi genitori lavoravano -.
Nel
1742 ottiene il dottorato in legge presso l'Università di Padova
e, nonostante le sue costanti e numerose avventure amorose, nel 1741 riceve
gli ordini minori, diventando un abate.
Malgrado
il tempo trascorso nella conoscenza dell’altro sesso e nel raggiro degli
sciocchi, il Casanova è autore di un’impressionante mole di libri
e libelli e manoscritti culminante nel grande successo della "Histoire
de ma vie" che, pubblicata postuma
nel 1831, rappresenta il monumento romanzesco a se stesso e al suo stile
di vita.
Casanova
è dunque autore di libri che oggi si chiamerebbero instant books,
in quanto scritti nell’immediatezza delle circostanze di una polemica con
un altro letterato avventuriero o filosofo come Voltaire e Cagliostro,
destinatari rispettivamente dello "Scrutinio
degli elogi di Voltaire" e del "Soliloquio
di un pensatore", o di un episodio
avventuroso come quello della sua fuga dai Piombi, descritta nelle pagine
dell’ "Histoire de ma fuite"
1782.
Ormai
alla fine del secolo, nel 1797, il libertino avventuriero e letterato veneziano
Giacomo Casanova, già molto noto al pubblico del Settecento per
il racconto della sua fuga dal carcere ducale veneziano dei Piombi, raccontata
nel best seller "Storia della
mia fuga", continua a perfezionare
il vero capolavoro della sua esistenza, cioè la "Storia
della mia vita".
In
essa, l’Europa del Settecento viene osservata con un colpo d’occhio formidabile
ed avvincente, dalla prospettiva molteplice dei caffè, delle alcove,
dei salotti, dei tavoli da gioco, delle logge massoniche, dove Casanova
trascorre la sua vita en philosophe, cioè da colto gaudente.
L’indagine
dei moventi affettivi e della psicologia del carattere iniziata da Rousseau
sulla cavia di se stesso, viene portata da Casanova nell’orizzonte delle
imprese libertine, rivissute nei ricordi amorosi non soltanto come contemplazione
di un piacere perduto, ma anche perché è forte il desiderio
di utilizzarli per scoprire la vera natura del propria vita, in un gioco
di mascheramento-smascheramento che chiama in causa il lettore, invitandolo,
se ci riesce, a fare altrettanto.
Il
viaggio nelle capitali europee con lunghi soggiorni a Parigi, Londra, Costantinopoli
e Praga e più rari ritorni a Venezia, dove si applicava nelle divinazioni
a fini lucrativi e nel lancio editoriale degli "Opuscoli
miscellanei" (1780), culminò
negli anni '80 nella decisione di accettare l’incarico di bibliotecario
del conte di Wallenstein presso il castello di Dux, dove morì nel
1798, quando ormai erano scomparsi dalla scena tutti i protagonisti del
secolo. |
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