"Capitani d'Aprile"



Prima foto 
di Stefano ricevuta dalla produzione portoghese.

La foto 
del vero Capitano Fernando Salgueiro Maia.

Stefano con l'uniforme 
di gala 
di capitano dell'esercito portoghese.

Natercia Maia, vedova di Salgueiro Maia, con Stefano 
e Maria de Medeiros.
"Capitani d'aprile" il film che racconta la notte fra il 24 e il 25 aprile 1974, in cui si consumò la "rivoluzione dei garofani".
Stefano Accorsi è il Capitano Maia, eroe della rivoluzione portoghese del ’74 che spodestò la dittatura.

Nella notte tra il 24 e il 25 aprile 1974 in Portogallo, un colpo di Stato militare mise fine alla più lunga dittatura che abbia conosciuto l'Europa. Il golpe, che aprì la strada alla democrazia dopo quarant'anni, abbattendo il regime fascista di Salazar, viene ricordato come "la rivoluzione dei garofani" per il suo carattere non violento e fu portato al successo da un manipolo di ufficiali, perlopiù giovani, le cui coscienze erano state fortemente scosse dall'esperienza della lunga, assurda e sanguinosa guerra coloniale che il Paese stava affrontando da quasi quindici anni in Angola, Mozambico e Guinea.
Le ragioni che portarono i militari all'esasperazione e quindi alla rivolta, vengono espresse nelle prime sequenze di Capitani d'aprile, l'esordio da regista dell'attrice Maria de Medeiros presentato nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 2000, che ricostruisce alcuni episodi di quelle ventiquattro ore che avrebbero cambiato per sempre la Storia del Portogallo. Il film si apre con le immagini in bianco e nero, raccapriccianti, di alcuni africani uccisi brutalmente e prosegue con la presentazione dei personaggi principali: Manuel (Frédéric Pierrot), un reduce della guerra coloniale, sua moglie Antonia (la stessa Maria de Medeiros), con la quale sta vivendo un periodo di incomprensioni e conflittualità; Maia (Stefano Accorsi), un giovane capitano di una caserma di provincia che ha partecipato alle riunioni clandestine nelle quali è stato programmato il golpe; il suo superiore Gervasio (Joaquim de Almeida), anch'egli coinvolto nel gruppo rivoluzionario ma con minore convinzione di Maia.
Il golpe ha un avvio claudicante: Maia raduna i suoi soldati e li incita ad appoggiare il golpe ma Gervasio li rispedisce a letto; Manuel dimentica le chiavi della macchina all'interno dell'abitacolo mentre si sta recando, con altri compagni, ad occupare la radio di Stato. Quando le truppe capitanate da Maia si avviano finalmente verso Lisbona, un'avaria le costringe a fermarsi; riprenderanno il cammino con i due ufficiali, Maia e Gervasio, a bordo di una decappottabile sportiva; arrivata in città, la colonna di mezzi esita di fronte ad un semaforo rosso. Tutto incredibilmente vero, tutto documentato. E la neoregista ne approfitta per conferire toni da commedia al resoconto di una vicenda che ebbe però anche momenti altamente drammatici. Non paga, la de Medeiros profila anche alcuni drammi privati che coinvolgono i due coniugi (c'è persino un troppo fugace riferimento ad un antico menage a trois con Maia). Per non parlare delle dissertazioni politico-filosofiche nelle quali si lanciano a più riprese Maia e il suo superiore-amico Gervasio.
C'è troppa materia e troppa incertezza nell'affrontarla organicamente, in Capitani d'aprile. Il film non vuole essere un affresco storico, questo è chiaro, ma lascia inevasi troppi punti interrogativi rispetto alla cronologia dei fatti e dei personaggi che ne furono protagonisti (per dirne una, da dove salta fuori il Generale cui viene affidato il potere provvisorio?). Maria de Medeiros tradisce la sua inesperienza, soprattutto sul piano drammaturgico ma le va riconosciuta l'intenzione di esprimere una passione civile che, al cinema, è sempre merce rara.

di Alberto M. Castagna

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