Stefania Innamorati
Testimonianza:



Parte I
Parte II

Testimonianza


Non sono nata in una famiglia buddista o mussulmana, ma in una di tradizione cristiana. Un cristianesimo inteso come un insieme di precetti morali nei quali il ruolo avuto da Gesù, che mi immaginavo perennemente affisso in croce, non era affatto chiaro.
Nel mio caso il cristianesimo tramandato non era riuscito a trasmettermi la consapevolezza che Gesù era la via al Padre, che per il suo sacrificio, vale a dire per il sangue da lui versato, fosse possibile rinascere spiritualmentee avere oggi con Dio un rapporto diretto.
Così anche io, come molti in occidente, cieca al valore del tesoro più prezioso mai trasmessosi attraverso i secoli, il nome di Gesù di Nazaret, pensai che forse le religioni esotiche o alternative avrebbero potuto consentirmi d'entrare nella dimensione spirituale di un rapporto diretto con Dio. Venni in contatto con svariate di queste (meditazione zen, tesofia, yoga, antroposofia, astrologia) nessuna però colmava il mio vuoto interiore, benchè promuovesse in me l'illusione di farlo. Anzi, non proponendo Dio come persona, ma come forza o energia, vale dire come entità impersonale, tali religioni mi allontanavano progressivamente ancor di più da Lui e producevano in me una sempre meno autentica concezione della vita, provocando nel mio intimo un senso falsamente appagante di estranietà alla medesima, vale a dire provocando alienazione. L'idea di Dio, Padre amorevole, che in suo figlio aveva dimostrato il suo anore per il mondo, diventava per me sempre più remota.