“Più sai più sei”
I.C.
“Pirandello” - Paolo VI - Taranto - Novembre 2007
La
scuola per lo sviluppo: la progettualità nella formazione dell’autonomia
Col termine progetto si
vuole intendere la necessità di dover seminare qualcosa a favore di qualcuno
per ottenere un beneficio. Nel caso della formazione il beneficio è legato alla
crescita culturale del cittadino qualsiasi, quello più debole, ma anche quello
più a rischio di allontanamento dalla scuola e quindi dalla società. La
progettualità è legata alla formazione tutta e realizza interventi educativi e
istruttivi mirati allo sviluppo integrale della persona umana, in unione con il
contesto di riferimento in cui opera la scuola, con quello familiare e sociale
al fine di realizzare una congruità rispetto alle finalità istituzionali. Il
termine inglese “project” indica la capacità di dirigersi verso il possibile.
Educare per progetti significa gestire cambiamenti e situazioni complesse,
ottenendo qualità come norma, adattandosi alla realtà e lavorando sui bisogni
effettivi.
La società post-moderna è una società difficile che determina
insicurezza e povertà; una difficoltà nata dalla complessità globale che
dovrebbe essere assorbita dalla scuola inglobando la dimensione
dell’osservazione, della ricerca, della pianificazione e del controllo,
riuscendo a contenere la persona, aprendo alla soggettività, all’ideazione,
alla flessibilità ed all’ampliamento dell’offerta formativa.
Con il decentramento della pubblica amministrazione, si è
avviato il processo di decentramento territoriale che ha trasformato la scuola
da apparato amministrativo al servizio dello Stato in sistema autonomo e
accentrato, e ha delineato un modello puro di autonomia delle scuole,
coniugando lo stesso decentramento in termini di poteri e di funzioni sulla
base del principio della sussidiarietà che stabilisce l’ordine delle competenze
nella società e le responsabilità tra le rispettive componenti, e sostiene che
quando i livelli inferiori di governo e le relative comunità possono fare da sé
non può essere assunto o avocato dal livello superiore. Secondo questo
principio è il centro a dover essere strumentale alla periferia, e non
viceversa, e, di conseguenza, sono i sistemi del governo locale e i loro apparati
ad emergere in primo piano. In questo modo l’autonomia scolastica diventa uno
degli strumenti fondamentali del sistema paese per realizzare concretamente il
diritto fondamentale delle persone all’istruzione, come bene primario e
irrinunciabile.
In questo modo si è realizzato un processo a doppio binario;
da una parte il trasferimento dei poteri e delle competenze dal Ministero della
Pubblica Istruzione al sistema scolastico nazionale e alle singole istituzioni
nelle quali esso si articola, dall’altra il decentramento dallo Stato alle
Regioni e agli Enti Locali.
Questa accettazione di responsabilità comporta il fatto che
le scelte decentrate assumano valore strategico grazie ai rapporti sinergici
con le famiglie, con la comunità sociale e con i soggetti rappresentativi del
territorio: la scuola deve quindi interagire con il territorio in cui opera e
rendersi responsabile della formazione di tutti i cittadini attraverso la
flessibilità e la programmazione individualizzata, dando risposte su misura per
ciascun alunno.
In questo senso e in questa direzione ha inteso agire l’I.C.
“Pirandello” di Paolo VI adottando il Progetto Operativo Nazionale 2000-06 “La
scuola per lo sviluppo” per prevenire e recuperare la dispersione scolastica.
Quello della dispersione scolastica è certamente il fenomeno sociale più
preoccupante dal quale traggono origine mali di vivere come la devianza, il
bullismo, la dispersione e la incapacità di saper vivere e comprendere il
proprio tempo: mali diversi, ma sempre più convergenti per alimentare il
degrado umano e sociale.
Uno dei sistemi che la scuola ha a disposizione per
realizzare questo sollevamento umano e culturale è rappresentato proprio dal
progetto, per accrescere l’efficienza dei risultati personalizzando i curricoli
e garantendo il conseguimento degli obiettivi generali del processo formativo e
quelli specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni.
Ciò che da senso e significato alla progettazione è, quindi, l’analisi del
contesto di riferimento per rilevare i bisogni, ma anche il confronto con gli
interlocutori esterni per leggere e interpretare le istanze formative. La
relazione con l’esterno rende la scuola centro di progettazione, così come ha
evidenziato il progetto “Fuoriclasse” per lo sviluppo dell’Istituto comprensivo
“Pirandello” che opera in un ambito certamente difficile e complesso per la sua
variegata popolazione che lo popola.
Mi è parso molto interessante il sentiero progettuale che la dirigente Dolores
Lojacono ha inteso ideare e organizzare, grazie alla valenza di docenti
motivati e sensibili, per permettere a tutti di acquisire i linguaggi nuovi
della comunicazione. Non conoscere la propria città capoluogo, pur vivendo a
qualche chilometro di distanza, significa non conoscere il proprio territorio e
le sue istanze, tanto meno la sfera meno abituale della formazione. Ecco allora
che grazie alle tecniche individuate e utilizzate, gli alunni hanno saputo
creare targhe che ricordano la storia del pensiero dell’uomo, la storia della
musica e dei compositori creando insegne (notevole quella per il Teatro Verdi),
ideando orologi intitolati a nomi di personaggi illustri, accarezzando la sfera
dell’arte e della creatività, della sensibilità musicale e della importanza
della comunicazione. Si comunica dopo aver capito e quando si ha qualcosa da
dire e questi nostri ragazzi hanno saputo comunicare perché hanno imparato a
rispettare il sapere e rafforzare se stessi…, ma anche noi!