Michele Antonio Pastore
“Mare
assoluto fondamentale”
Si
discute, oggigiorno, se la poesia debba ancora considerarsi utile e se i suoi
contenuti, logici, narrativi o esplicativi, possono rappresentare sempre dei
riferimenti su cui far sostare la nostra attenzione e, allo stesso tempo,
concederci qualche considerazione riflessiva.
Certo,
l'esplosione tecnologica che caratterizza la nostra società, particolarmente
quella di fine anni ottanta, non permette, generalmente parlando, di incontrarsi
con la poesia in modo spontaneo, istintivo e, oserei dire, quasi naturale.
Se
la poesia è sentimento, essa è anche
“arte del pensiero “ e, pertanto, appartiene al tempo, presente o
passato o futuro che sia. Se la tecnologia ricerca risposte concrete alle esigenze
del mondo fisico, la poesia permette di incontrare i nostri bisogni fisici, ma
soprattutto emotivi e spirituali.
'
La poesia riflette l'uomo nella sua totalità. Attraverso il contatto con la
poesia e possibile, anche in-
siemisticamente
parlando, riconoscere ciò che prima non si è stato in grado di cogliere, ma,
altresì, gli aspetti propositivi e distruttivi che la mente custodisce per poi
sollevarli, soppesarli e sottoporli a duro giudizio. La poesia, in questo
frangente, diviene pura tecnologia, rivoluzione " industriale, e
riconversione, del proprio apparato operativo, del proprio sistema produttivo.
La
poesia diviene mezzo di purezza, di assoluta sincerità, di bontà di vita, di
autonomia, come I'esperienza di Michele pa-store ci suggerisce e ci indica in
modo chiaro, esplicativo, narrativo, ma anche simbolico.
Le
sue composizioni uniscono forza, eleganza e gusto che, assieme, definiscono e
ricercano uno spirito poetico acuto nel proprio accento personale e in una
caratteristica di vita che su-pera i segni della fatalità e della drammaticità
per ritrovarsi su prema nel momento decisionale e di impatto col destino
stesso. Michele Pastore ha preparato questa sua evoluzione con meriti, con
dedizione, con passione, forse fin troppa, fermamente convinto che e dalla
sofferenza che nasce l'Uomo.
Ecco,
la sofferenza per Pastore e forza sempre viva, co-struttrice, sicuro
riferimento ed occasione di sintesi tra passato e presente, tra vecchio e
nuovo, tra amore e delusione, tra gioia e dolore, tra lavoro e gratificazioni
mancate... tra il corso natu-rale della vita e la fatalità contraria che, pero,
appare dominata e controllata.
Quando
il Nostro apre la finestra sul mondo, si accorge che e “invariabile” perche il tempo si e, forse, fermato. Rivive il passato nel presente diversificato
solo nei colori, nelle figure e negli odori. La finestra, simbolo di "
apertura >, diviene un triste scenario in cui il sipario cala perché la
ragione non ha retto i personaggi. Rievoca la speranza, la invoca persino dopo
la quiete estiva, ma, pur ricercando il tempo, Michele Pastore, la esalta e la
ritrova sempre o fragrante " e desiderabile fino a renderla cosa concreta.
La
speranza per Pastore è anche forza di " sopravvivere oltre ogni ragione
". in un crescendo di esperienze, di azioni, di lotta in termini sociali,
il Nostro arriva ad affermare che la condizione del dolore non è la perdita del
" paradiso”, dove per paradiso è da intendere tutto ciò che è terreno.
Questo
concetto si presenta e il corre molto spesso nelle composizioni del Nostro,
anche se usa simboli diversi che appartengono al campo letterario, filosofico,
al mondo greco o al grande universo marino che lui, uno dei pochi, conosce come
un tutt'uno con il mondo terreno: " Mare assoluto fonda mentale” . Saturo,
... occhi cervini ... cavalli bianchi ... isola: dove si ( spreca il sole,
della ragione.
Rileggendo
Michele Pastore e possibile notare che la sua originalità consiste nella forma
e nella eloquenza. Per la forma appare evidente, nonostante il neofita, un gusto
superiore che lo devia dalla facile improvvisazione e dalle prolissità. Per
I'eloquenza, essa appare sovente in espressioni di idee generali, ma diviene
particolarmente intensa quando espone il personale, nonostante il dolore
profondo, perché il suo “Amore " gli ha concesso, meritatamente, il dono
grande della invulnerabilità sul presente e della vittoria sul futuro che e il vero
presente.